Monthly Archives: Gennaio 2015
Nichelino: via Artom non si arrende!No allo sfratto di Massimo e Rosy
Massimo e Rosy abitano in via Artom da tutta una vita e la loro storia potrebbe somigliare a quella di molti che ancor oggi vivono in quartiere.
Per anni la coppia ha vissuto nelle popolari, in via Artom 81/14, a casa della sorella di Rosy, che negli ultimi tre anni è dovuta andare ad assistere il figlio fuori città. Improvvisamente Rosy e Massimo, che sempre hanno pagato con regolarità affitto e spese, si sono visti aumentare l’affitto da circa 100 a 320 euro al mese.
Entrambi senza lavoro, Rosy vittima di due incidenti e costretta all’inattività per problemi di salute, non sono stati ovviamente in grado di pagare questa somma, troppo elevata per chi è senza un reddito fisso. Così ATC ha mandato loro lo sfratto.
Dopo tre anni di residenza in quell’appartamento, l’affitto e le spese sempre pagati e il consenso della sorella intestataria, è così che ATC li ha trattati. Massimo e Rosy però non si sono arresi a questo stato di cose e dopo un lungo percorso di richieste negate hanno fatto causa al Comune di Torino.
Il Comune di Torino è esattamente il primo responsabile dei problemi di chi vive in questa zona. Dopo la “riqualificazione” (se così si può chiamare) per le Olimpiadi 2006, gli abitanti di via Artom hanno visto cambiare drasticamente il loro quartiere: case popolari buttate giù per costruire nuovi palazzi a canoni calmierati (come il “Palazzo Nuovo”), nuovi spazi commerciali aperti (le vetrate) mai utilizzati, ASL e Poste sparite, servizi di traporto che peggiorano e il quartiere di nuovo abbandonato a se stesso.
Ma le promesse del Comune erano state ben altre: CASA e LAVORO per tutti i residenti di Via Artom. Promesse che ovviamente non sono state mantenute e che anzi hanno peggiorato la qualità della vita di tutti i residenti, che siano essi ragazzi, anziani o famiglie. Non è difficile sentire i commenti di chi abita qui da un po’ che dice: “Si stava meglio prima”.
Come Comitato di quartiere Mirafiori e Sportello Prendocasa Torino, abbiamo accolto la richiesta d’aiuto di Massimo e Rosy e stiamo organizzando un picchetto per evitare che vengano sbattuti in mezzo alla strada. Chiediamo a tutti gli abitanti della zona di passare a portare un po’ di solidarietà alla coppia per ricreare quel clima di comunità e aiuto reciproco che è sempre stato forte nel quartiere.
VI ASPETTIAMO MERCOLEDI’ 14 GENNAIO ORE 8.30 DEL MATTINO, IN VIA ARTOM 81/14, PER AIUTARE ROSY E MASSIMO A NON USCIRE DI CASA. AD ASPETTARVI CI SARA’ ANCHE LA COLAZIONE OFFERTA DAL COMITATO DI QUARTIERE MIRAFIORI!
Renzi inaugura il 2015 aggravando l’emergenza abitativa
Il primo regalo del governo Renzi per il 2015 non si discosta molto da quelli elargiti sin dall’insediamento del premier fiorentino a Palazzo Chigi. Nel cosiddetto decreto Milleproroghe salta infatti il rinnovo del blocco degli sfratti per quelle famiglie a cui è scaduto il contratto di affitto e che sono contemporaneamente in forte disagio economico.
Le famiglie toccate dal provvedimento sono quelle che guadagnano meno di 27mila euro all’anno, con contemporanea presenza a carico di minori, portatori d’handicap, malati terminali, anziani; queste non potranno infatti più beneficiare della proroga, per un totale (secondo le prime stime) di circa 30mila famiglie che potrebbero essere potenzialmente interessate da sfratti nelle prossime settimane.
Va sottolineato tralaltro che la stessa norma da prorogare in sé era insufficiente ad affrontare il problema abitativo nella sua complessità, dato che si interessava solamente dei contratti d’affitto scaduti, senza occuparsi della questione relativa ai casi di morosità incolpevole,casi maggioritari all’interno dell’elenco delle cause di sfratti.
I 440 milioni di euro che il governo ha appena annunciato di aver stanziato in cambio dello stop alla proroga non bastano quindi minimamente a coprire l’emergenza abitativa in corso, dato che coprono un arco temporale da qui al 2020 e soprattutto che ancora non sono stati direttamente stanziati agli enti locali. Tutto questo avviene in una condizione disperata per la condizione abitativa del Paese, dato che ormai siamo vicini alle 80 mila nuove sentenze di sfratto ogni anno, di cui oltre il 90% per morosità e un numero di sfratti accumulato dagli 5 ultimi anni che è stimabile in almeno 300 mila sentenze pendenti.
A gioire è ovviamente Confedilizia, che descrive il provvedimento come un argine alla “demagogia” che si è sempre fatta sulla questione. Una demagogia fatta di volti e biografie stroncate dalla crisi che evidentemente non interessano a piccoli e grandi padroncini immobiliari, sempre più a loro agio con il governo Renzi e soprattutto con il ministro delle Infrastrutture Lupi, che dopo la vergogna del PianoCasa continua nel suo attacco frontale agli ultimi della società.
Il provvedimento è un segnale da parte del governo del fatto che si continuerà, nel 2015, sulla strada di quanto fatto negli ultimi anni. Ovvero nell’attacco alle vecchie e nuove figure della povertà del nostro paese, che hanno anche il torto di essersi ribellate aprendo un percorso di mobilitazione che di fatto ci ha accompagnato nel recente passato e sembra essere disponibile al conflitto anche in questo appena iniziato.
Già alla fine di gennaio torneranno in marcia gli occupanti di case, con la volontà di estendere il loro percorso di lotta anche ai quartieri periferici dove spesso si trovano a vivere e a portare il calore e la forza delle esperienze di riappropriazione ad uso abitativo. Il 31 gennaio è la data individuata per una grande giornata di mobilitazione delle periferie nell’ultima assemblea della rete AbitareNellaCrisi, dove si è evidenziata anche la necessità di alzare il livello del conflitto soprattutto in relazione alla concessione delle residenze nelle occupazioni (smontando così l’applicazione pratica del PianoCasa), nonché di mettere in campo le necessarie mobilitazioni per continuare ad attaccare l’utilizzo delle risorse pubbliche per grandi eventi come Expo e in futuro Olimpiadi e non per affrontare le reali esigenze della stragrande maggioranza del Paese.
da infoaut