Gli abitanti del Giambellino, quartiere popolare di Milano, ormai hanno capito molto bene quali affari si nascondono dietro gli sgomberi delle palazzine occupate dell’Aler (ente che gestisce le case popolari del capoluogo lombardo) se no non si spiegherebbero tanti sgomberi – 200 dovrebbero essere effettuati con il beneplacito del PD nella veste del sindaco Pisapia e del presidente della regione Maroni – per far uscire a colpi di manganello famiglie per poi chiudere con lastre di metallo quelle case che fino a ieri avevano dato un tetto a molti. Sembra assurda una logica di questo tipo quando in una città come Milano il disagio abitativo è fortissimo, le liste per la case popolari sono lunghissime proprio perché le abitazioni popolari ci sono ma non vengono assegnate, con scuse assurde come “non sono agibili” perché ci sono i sanitari rotti invece di intervenire affinché il patrimonio pubblico non vada perso e rovinato dall’incuria dell’istituzioni locali.
Gli abitanti del Giambellino sanno benissimo come organizzare un picchetto resistente contro chi oggi li vuole in mezzo a una strada, sanno benissimo di chi sono le responsabilità di tanta violenza, sanno molto bene che la presenza delle istituzioni, incapaci di dare risposte concrete e serie al disagio abitativo, si palesano solo attraverso plotoni di sbirri pronti a far capire quanto dure possono essere le ragioni del profitto e della tutela dei potenti di turno, pronti a fare nuovi affari sulla pelle della gente.
Gli abitanti del Giambellino oggi hanno capito che è possibile organizzarsi per resistere, riconoscersi fra simili e aiutarsi collettivamente e se per quanto forza messa in campo non riusciranno a fermare centinaia di agenti in tenuta antisommossa equipaggiati a puntino per la mattanza sociale, oggi la gente dei quartieri popolari di Milano, sapranno che resistere a chi ci affama è possibile.
Solidarietà agli abitanti dei quartieri sotto sgombero.