Sabato 10 ottobre è iniziata la settimana di mobilitazione nazionale della Rete Abitare nella Crisi contro il Piano casa e l’infame articolo 5 che si concluderà oggi, venerdì 16, con la manifestazione a palazzo Chigi.
In questa settimana sono state tante le iniziative che hanno visto protagoniste le diverse realtà di movimento di lotta per la casa su territorio nazionale. Cortei, presidi, fiaccolate da Nord a Sud per gridare ancora una volta la ferma contrarietà al piano casa, agli sfratti e agli sgomberi, ai tagli alla sanità pubblica, alla svendita del patrimonio pubblico, all’estrema situazione di precarietà in cui da troppo tempo ci costringono a vivere.
Anche la città di Torino si inserisce in questa settimana di mobilitazione mettendo in campo iniziative di lotta proprio in questa direzione.
L’11 ottobre le famiglie sgomberate l’estate passata da via Bardonecchia 151, dopo l’occupazione dello sportello dell’emergenza abitativa in seguito allo sgombero, si sono riunite e date appuntamento per un’iniziativa di comunicazione al Gran Balon, mercato all’interno di uno dei quartieri più popolari della città , per affrontare ed allargare il tema del diritto alla casa alla popolazione tutta e dare voce alla parte di questa che ad oggi vive in solitudine il disagio abitativo.
Anche oggi la nostra città è stata teatro di due iniziative per il diritto all’abitare.
Intorno alle 12 le stesse famiglie dello Spazio Popolare Neruda, insieme ad altre persone che in questi mesi si sono unite al percorso di lotta per la casa, si sono date appuntamento per andare ad occupare simbolicamente una delle sedi di Intesa San Paolo. L’obiettivo di questa iniziativa è stato quello di sottolineare come le banche,a braccetto con le istituzioni, siano responsabili di questa situazione di emergenza abitativa. Ci troviamo infatti di fronte ad un’amministrazione cittadina che piuttosto di dare risposte concrete alle famiglie sfrattate preferisce dare spazio a progetti di pura speculazione di banche e immobiliari.
Istituzioni locali che, con l’aiuto dei privati(agenzie immobiliari, fondazioni bancarie e chi più ne ha più ne metta), privilegiano come al solito l’interesse dei pochi a sfavore delle migliaia di persone che ogni giorno si vedono costrette a lasciare la propria casa per poi avere una misera elemosina dagli stessi che magari il giorno prima gli hanno pignorato la casa.
Molte volte ci siamo trovati a parlare con queste istituzioni, ma le uniche risposte sono state i miseri tentativi da parte di comune e questura di fermare la solidarietà e la collettività che si è creata intorno a questa situazione (per esempio con l’inserimento dell’art. 610) o altrettante misere e aleatorie soluzioni.
C’è però chi ha deciso che tutto questo non va più bene, che a fronte di migliaia di alloggi vuoti come le promesse del comune, bisogna alzare la testa. Ed è in questa direzione che oggi 50 persone hanno deciso di riappropiarsi di uno di questi immobili in via Giacinto Collegno 37.
La riappropriazione di case e palazzine vuote diventerà sempre di più una pratica necessaria per risolvere un problema così ampio su scala nazionale, e a fronte di cui le istituzioni sono in grado solo di fare orecchie da mercante.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare lunedì 19 ottobre al presidio che ci sarà sotto il Comune di Torino (Piazza Palazzo di Città) per ribadire una volta in più che la casa è un diritto di tutte e tutti.
Qui il volantino distribuito durante l’iniziativa:
INTESA SAN PAOLO: USURAI A TORINO
Oggi 16 ottobre manifestiamo contro una delle sedi di Intesa San Paolo in quanto la riteniamo, così come l’omonima fondazione, una dei responsabili di questa situazione di emergenza abitativa in cui si trova la città di Torino da ormai troppo tempo.
Dove non arriva il Comune ci sono i privati, le grandi agenzie immobiliari, i palazzinari e le banche, a peggiorare la situazione.
Un esempio è l’ “Ufficio Pio” della Compagnia di San Paolo che, insieme ai servizi sociali e le istituzioni, attraverso opere di finta carità, dà delle finte soluzioni costruendo progetti ad hoc per famiglie e persone a cui magari è stata pignorata la casa proprio dalla stessa banca.
Non dimentichiamo che Sergio Chiamparino, sindaco di Torino dal 2001 al 2011, che ha causato un buco di bilancio di 6mln di euro per le olimpiadi, è responsabile di tutte le misere politiche sulla casa continuate da Fassino. Per rendere chiari questi “magna magna” sottolineiamo come l’ex sindaco è diventato presidente proprio di quella Compagnia di San Paolo (dal 2012 al 2014), sostenendo finti progetti, come il grattacielo di corso Inghilterra, utili solo ad ingrassare le tasche di manager, politicanti e “archistar”.
Le banche sono le principali complici della crisi che stiamo pagando da anni e in molte occasioni sono state salvate da fondi pubblici che dovevano essere destinati a tutti coloro che ora si trovano ad annaspare facendo fatica ad arrivare alla fine del mese.
È ora che le banche, e le istituzioni con loro, si prendano le proprie responsabilità rispetto a questa situazione e si impegnino una volta per tutte a fare la loro parte nella risoluzione dei problemi abitativi della nostra città.
Questa non è utopia. Grazie anche ad un intenso periodo di lotte, i cittadini spagnoli dell’Andalusia sono riusciti ad ottenere la requisizione degli alloggi sfitti di proprietà delle banche da dare in affitto calmierato (in alcuni casi canone di soli 15 euro al mese) alle famiglie sfrattate.
Quindi quello che vogliamo è la requisizione del patrimonio immobiliare della banca per assegnarli alle famiglie senza una casa, mutui ad interessi zero p
erchè è ora di dire basta alla speculazione. Ma soprattutto vogliamo lo stop ai pignoramenti
Inoltre invitiamo tutti e tutte a partecipare lunedì 19 ottobre alle ore 17.30 in Piazza palazzo di città per un presidio sotto il comune per andare a puntare il dito contro gli altri responsabili di questa emergenza. Vogliamo la moratoria degli sfratti e sgomberi, la requisizione e la riassegnazione delle case sfitte, più case popolari e meno svendite e speculazioni.
Banche maledette, strozzano il cittadino comune e agevolano il cittadino ‘vip’ tipo senatori o onorevoli, (vedi servizio su LA7)