Il nuovo piano per rilanciare Torino sembra pronto o meglio verrà presentato in giunta comunale fra dieci giorni dall’assessore all’urbanistica Stefano Lo Russo. Il “Programma della trasformazione urbana” vuol essere un documento corposo fra una serie di investimenti e operazioni immobiliari. La priorità per il sindaco Fassino è attrarre nuovi capitali in città per attivare un nuovo piano urbanistico attraverso capitali privati. La grande idea, in realtà il territorio urbano è da sempre luogo di nuovi settori di investimenti di capitale e profitto, nasce da un incontro con i boss del mattone tenutosi a Santa Margherita Ligure durante il Forum Scenari Immobiliari. In ballo ci sono diverse aree della città di Torino: dalla Continassa fino all’ ex area Thyssen in corso Romania. In sintesi, il comune di Torino per far cassa (senza tra l’altro redistribuire sul territorio la ricchezza accumulata, in termini di servizi pubblici e/o sociali, sempre più ridotti all’osso) vuole dare in concessione a privati grosse fette di territorio pubblico. Questo già accade, per esempio, per il parcheggio sotterraneo in corso Marconi sul quale esiste un comitato “Salviamo corso Marconi” il quale si oppone alla devastazione dello storico corso, evidenziando i grossi limiti del progetto che, oltre ad essere utile solo a chi può permettersi l’acquisto di un posto auto perché privato (ininfluenti quindi al fine dell’ampliamento dei parcheggi pubblici) intaccherebbe falde acquifere con annessi grossi rischi strutturali per case e palazzi, dovuti alla perforatura del sottosuolo attraverso l’uso di una talpa gigante (oltre al disagio creato da anni di cantiere costruito proprio vicino ad un asilo).
Ovviamente la giunta comunale e il sindaco di Torino in testa hanno ritenuto inutili e faziose le obiezioni esposte dalla gente del quartiere di San Salvario, perché si sa i profitti sono sempre meglio dei benefici di un’opera…
Ma torniamo al “Programma della trasformazione urbana” e alla priorità del sindaco Fassino…
Ci viene da chiedere se non sarebbero altre le priorità da destinare alla città più indebitata d’Italia e con il più alto tasso di sfratti per morosità che costringe molte famiglie a vivere in auto (per chi ce l’ha) o al parco sulle panchine. Basta leggere la cronaca per rendersi conto di quante famiglie e/o singoli vivono il disagio economico e abitativo, ormai trasformato in vera emergenza sulla quale non vi sono soluzioni che il palazzo di città sia in grado di dare. Molte sono le tendopoli che famiglie di immigrati ed italiani fanno sotto il comune passando inosservate dai media e sgomberate appena possibile per non destare una brutta immagine della città, indifferente alle questioni sociali che dovrebbero essere le vere priorità delle istituzioni.
Consegnare la città in mano ai privati, i quali ancor meno del comune si occuperanno dei disagi della popolazione, sottraendo risorse pubbliche, significa essere ciechi di fronte alle emergenze sociali che la città vive. Se le condizioni sono queste sta a noi, disoccupati, precari, studenti, esodati, far sgranare gli occhi ad una amministrazione sorda e cieca di fronte alla questione del diritto all’abitare, rompendo il silenzio e aumentando le occupazioni in città, mobilitandoci insieme a coloro che non vogliono più subire diktat politici ed economici, ed essere noi a dettare le priorità per migliorare le nostre condizioni di vita.