Oggi il comune di Torino con un comunicato stampa dell’assessore Tricarico, ha reso pubblica la notizia, nell’aria ormai da settimane, del rinvio al 2011 del bando per l’assegnazione di una casa popolare.
Assistiamo all’ennesimo caso d’incapacità da parte delle Istituzioni di questa città di rispondere in modo adeguato al crescente disagio sulla questione abitativa, resa ancora più grave dagli effetti di questa crisi economica.
Il precedente Bando risale ormai a tre anni fa. Nel 2007 a presentare domanda furono in 10.000, la maggior parte ad oggi ancora in attesa di un’assegnazione sulla base dei dati presentati dal comune di Torino nel suo Rapporto annuale sulla condizione abitativa. Sono appena 500 ogni anno gli alloggi assegnati, di cui circa il 30% ai parteciparti al Bando. Dati impietosi visto che si stima, che all’uscita del nuovo bando, a questo punto previsto per il prossimo anno, saranno circa 15.000 le domande presentate.
Una situazione che denuncia un’assoluta inadeguatezza del patrimonio immobiliare pubblico, soprattutto se si pensa che nella sola città di Torino esistono 57.698 alloggi in più rispetto al numero delle famiglie presenti. Nonostante questa teorica disponibilità di alloggi, gli affitti continuano a crescere e il Comune continua a vendere i propri immobili invece di concederli a quelle famiglie in attesa da anni di una casa che gli spetta. Stiamo parlando quindi di un boom edilizio che mette ancor più in evidenza l’inutilità di politiche mirate al costruire più case delegando al mercato l’autoregolazione dei prezzi. L’unico effetto della distribuzione dei finanziamenti concessi nel triennio 2003-2006 dalla Regione, 403 milioni di euro all’edilizia agevolata e soli 317 a quella sovvenzionata, è stato un aumento del numero di case e un parallelo aumento dei costi degli affitti. Anche attraverso il piano casa 2009-2010 la Regione Piemonte ha favorito l’edilizia agevolata, destinandogli 58 milioni di euro, andando così a favorire nuovamente gli interessi delle imprese costruttrici, invece di concentrare le risorse per dare una risposta all’emergenza abitativa di questa città.
In questa situazione di crisi le uniche politiche messe in atto si rivolgono a sporadici contributi per il pagamento degli affitti, finanziamenti che contribuiscono solo a sostenere la rendita dei proprietari ed il continuo aumento dei canoni di locazione.
Dopo questo ennesimo attacco al diritto all’abitare e con l’aggravarsi dell’emergenza abitativa nella nostra città, il progetto Prendocasa rilancia la campagna in corso contro gli sfratti, la necessità di un potenziamento dell’offerta di alloggi ERP ed un ritorno all’equo canone per tutt*.