É ora … PRENDOcasa!

In opposizione ad un’improbabile campagna pubblicitaria comunale che pubblicizzava una “grande opportunità “ per i giovani che volessero uscire di casa: quella di indebitarsi!!, (già si tratta di un prestito fatto dalle istituzioni, ovvero di un INDEBITAMENTO in un momento di crisi dovuta, tra la altre cose, proprio dall’eccessivo indebitamento a cui sono stati sottoposti i cittadini), il progetto prendocasa-torino ha fatto la sua controproposta…

LA CASA DIFENDITELA oppure PRENDITELA!!

per questo nelle strade e nelle piazze della nostra città un nuovo manifesto sta facendosi strada:

Forse le istituzioni non sanno quanto sia  facile oggi trovare persone indebitate a causa della crisi e che rischiano di perdere la casa, e loro vorrebbero proporre alle persone di indebitarsi prorio per uscire di casa…

Tutte e tutti noi riteniamo che la casa sia un diritto inalienabile che deve essere difeso e preteso con ogni mezzo necessario, per questo da circa una anno difendiamo dagli sfratti intere famiglie che la crisi, gli speculatori, e talvolta la stessa atc, vorrebbero gettare sulla strada e stiamo avviando con loro un percorso di difesa ma che intenderà anche essere di vera e propria riappropriazione… sicché tutte/i, indistintamente dalla loro possibilità di indebitarsi, possano dire :


É ORA.
PRENDOCASA!!

Rinviato il bando per le case popolari

Oggi il comune di Torino con un comunicato stampa dell’assessore Tricarico, ha reso pubblica la notizia, nell’aria ormai da settimane, del rinvio al 2011 del bando per l’assegnazione di una casa popolare.

Assistiamo all’ennesimo caso d’incapacità da parte delle Istituzioni di questa città di rispondere in modo adeguato al crescente disagio sulla questione abitativa, resa ancora più grave dagli effetti di questa crisi economica.

Il precedente Bando risale ormai a tre anni fa. Nel 2007 a presentare domanda furono in 10.000, la maggior parte ad oggi ancora in attesa di un’assegnazione sulla base dei dati presentati dal comune di Torino nel suo Rapporto annuale sulla condizione abitativa. Sono appena 500 ogni anno gli alloggi assegnati, di cui circa il 30% ai parteciparti al Bando. Dati impietosi visto che si stima, che all’uscita del nuovo  bando, a questo punto previsto per il prossimo anno, saranno circa 15.000 le domande presentate.

Una situazione che denuncia un’assoluta inadeguatezza del patrimonio immobiliare pubblico, soprattutto se si pensa che nella sola città di Torino esistono 57.698 alloggi in più rispetto al numero delle famiglie presenti. Nonostante questa teorica disponibilità di alloggi, gli affitti continuano a crescere e il Comune continua a vendere i propri immobili invece di concederli a quelle famiglie in attesa da anni di una casa che gli spetta. Stiamo parlando quindi di un boom edilizio che mette ancor più in evidenza l’inutilità di politiche mirate al costruire più case delegando al mercato l’autoregolazione dei prezzi. L’unico effetto della distribuzione dei finanziamenti concessi nel triennio 2003-2006 dalla Regione,   403 milioni di euro all’edilizia agevolata e soli 317 a quella sovvenzionata, è stato un aumento del numero di case e un parallelo aumento dei costi degli affitti. Anche attraverso il  piano casa 2009-2010 la Regione Piemonte ha favorito l’edilizia agevolata, destinandogli 58 milioni di euro, andando così a favorire nuovamente gli interessi delle imprese costruttrici, invece di concentrare le risorse per dare una risposta all’emergenza abitativa di questa città.

In questa situazione di crisi le uniche politiche messe in atto si rivolgono a sporadici contributi per il pagamento degli affitti, finanziamenti che contribuiscono solo a sostenere la rendita dei proprietari ed il continuo aumento dei canoni di locazione.

Dopo questo ennesimo attacco al diritto all’abitare e con l’aggravarsi dell’emergenza abitativa nella nostra città, il progetto Prendocasa rilancia la campagna in corso contro gli sfratti, la necessità di un potenziamento dell’offerta di alloggi ERP ed un ritorno all’equo canone per tutt*.

Prendo casa Modena, occupa palazzina

Questa mattina prendo casa Modena ha occupato assieme a tre famiglie una palazzina in zona Marzaglia nuova a fianco della chiesa.Questa è la risposta che le famiglie di Modena e prendo casa Modena voglio dare alla forte crisi abitativa che sta vivendo la città, alla quale l’ amministrazione non è più in grado didare risposte concrete a tutte quelle famiglie che a causa della crisi non riescono più a pagare i mutui e gli affitti, venendo sfrattati senza soluzioni alternative.

A breve seguiranno aggiornamenti.

Fonte:infoaut.org

Le chiacchere non costano nulla…

A fronte di una emergenze abitativa esplosiva (+25% gli sfratti dal 2009,3106 gli sfratti nell’ultimo anno di cui il 90% per morosità incolpevole,50 mila le abitazioni lasciate vuote)Torino ed il proprio Assessore alla casa Tricarico si preparano a ricevere poche briciole da parte del Governo per la creazione e la ristrutturazione di edifici popolari.
Si tratta di 34 milioni di euro,che dovrebbero arrivare da Roma,ben poca cosa di fronte all’emergenza che la nostra città sta vivendo,per di più,da diverse fonti il calcolo,l’importo dovrà essere visto al ribasso,infatti saranno solo 7/8 milioni a finire nel piano di riqualificazione.
E’ di ieri la notizia del blocco di una sfratto in Corso Regina 17,che ha dato la possibilità alla famiglia in questione di poter usufruire di altri 3 mesi per riuscire a trovare una scappatoia che riesca a porre fine alla condizione precaria che essa sta vivendo.Una famiglia che potremmo definire di ceto medio,che ha dovuto far i conti con la perdita di lavoro della moglie del signor Gianfranco,ma che non ce la fatta a continuare a pagare il prezzo di una crisi che non ha risparmiato nessuno,o quasi.
Ed in questa città i casi via via vanno aumentando sempre più,e la pazienza viene messa a dura prova,e quello che propone l’amministrazione comunale e una riqualificazione che sa tanto di campagna pubblicitaria,già perché si tratta della sistemazione di 300 appartamenti che verranno affittati a canone agevolato,ma attenzione! sempre che i privati decidano di investire anch’essi in questo progetto. Perché all’appello mancherebbe la quasi totalità dell’importo e in questo caso la Regione,successivamente,aprirà un bando per dare possibilità a fondazioni e privati di porre la cosi detta “toppa”,perché come al solito il Chiampa preferisce valorizzare le solite campagne di rincretinimento generale,utilizzando i pochi fondi che esistono per grandi eventi(vedi Salone del Gusto)che tentano di riempire il palato dei soliti noti. Le aree in questione sono la Barca e Alenia,tra la prima e la seconda saranno costruiti 117 alloggi ed invece per quanto riguarda le case di edilizia popolare in Via Vittime di Bologna,verranno riqualificati 150 alloggi. Numeri che fanno ridere rispetto ai dati che abbiamo fornito prima,per non parlare della condizione dell’edilizia popolare in via Vittime di Bologna,situazione fatiscente e obsoleta che anziché risolvere con un abbattimento e la ricostruzione dell’area si vuole porre un “restayling” di dubbia qualità.
Ancora una volta solo fumo,buono per chi non abbia un’idea di quella che è la reale situazione torinese e su ciò che bolle in pentola,ormai non si parla più di sola crisi delle famiglie e singoli che perdono il posto di lavoro,ma da tempo anche chi ha un reddito si vede dentro a quel vortice che è fatto di spese alle quali non si riesce più a far fronte.
La disperazione si tocca con mano,la vediamo negli occhi di chi si rivolge ogni martedì allo sportello Prendo Casa,ed è una situazione che grida la voglia di una soluzione reale e collettiva,alla quale daremo tutto il nostro fiato e la nostra forza,forti delle ragioni che ci muovono.
No agli sfratti,Si al potenziamento degli alloggi di edilizia popolare,ritorno all’equo canone per tutti/e.
Contro la speculazione edilizia di palazzinari e agenzie immobiliari,che grazie alla complicità del Comune e della Regione,obbliga sempre più i ceti popolari a finire nelle periferie,lontani dagli occhi e dal cuore…

Leggi l’articolo su La Stampa

Appello di una famiglia sotto sfratto

La casa e’ un diritto!

Stop agli sfratti e alla speculazione dei palazzinari.

Con grande emozione e dignità umana, mi rivolgo a tutte/i, famiglie e singoli che stanno purtroppo vivendo la nostra stessa situazione di sfrattati.

Sfrattati da una casa in cui abbiamo fatto tanti sacrifici per onorare sempre e puntualmente i nostri debiti e contemporaneamente vivere degnamente in questa società. Noi siamo una famiglia molto unita, dove esistono tanti valori umani che oggi ormai si stanno perdendo. Valori umani che al nostro padrone di casa, il dott. Maffei, non interessano perché a lui gli unici valori che interessano sono i SOLDI.

All’inizio della nostra locazione si sono pretese referenze motivate per ottenere la sua fiducia nell’affittarci uno dei suoi numerosi alloggi, fiducia che secondo lui è venuta meno dal momento che non abbiamo più potuto onorare le spese dell’affitto a causa della perdita del lavoro di mia moglie. Invece che discuterne e parlarne, per poter risolvere il problema, lui si è subito rivolto al suo avvocato portandoci in un’aula di tribunale per la convalida dello sfratto.

Certo che ai palazzinari e speculatori non interessano dignità e valore umano; i ricchi non capiscono gli innumerevoli sforzi che fanno le famiglie per poter sopravvivere in questo momento di crisi economica.

Istituzioni locali, servizi sociali, sono incapaci di risolvere l’emergenza abitativa che oggi sempre più si manifesta nella nostra città.

Invitiamo tutti/e a venire domani 21 ottobre  in corso regina margherita 17 torino alle ore 10,30, per portare solidarietà alla famiglia sotto sfratto.

Lu.Po in Lungo Dora Voghera.

Giornata di giochi e animazione in Lungo Dora Voghera 120, con la Ludoteca Popolare (Lu.Po) del Comitato di quartiere Vanchiglia.

Un momento di festa dove i bambini, insieme ai genitori e al quartiere tutto hanno passato la giornata fra giochi, balli e momenti ludici…ma non solo.

Vari sono stati gli interventi da parte del Progetto Prendocasa-Torino e del Comitato di quartiere Vanchiglia sul diritto all’abitare, che hanno ribadito l’importanza di continuare a lottare per i propri diritti, opponendosi a speculatori di professione e ufficiali giudiziari.

un quartiere che resiste

La paura di perdere la propria casa e’ sempre molto forte. L’avvento dell’ ufficiale giudiziario implica sempre una certa preoccupazione nella famiglia che deve subire uno sfratto, ma ieri in lungo dora Voghera c’era qualcosa di più…Il valore aggiunto alla giornata di ieri, non erano soltanto gli attivisti del Progetto PrendoCasa presenti fin dal primo mattino, ma erano tutto il quartiere,i/le ragazzi/e, i/le signori/e che autonomamente hanno portato il proprio supporto alla famiglia di Patrizia. Il clima di solidarietà espressa ieri, la determinazione a resistere (fino alle 21 di sera, termine ultimo per poter notificare lo sfratto) e’ stato un segnale molto forte per tutti gli attori in causa: ATC, Comune e tutti gli apparati burocratici e polizieschi della nostra città.

Se l’ufficiale giudiziario, arrivato verso le 9 del mattino ma che MAI si e’ avvicinato al folto gruppo di resistenti che presidiavano l’ingresso del palazzo, non ha avuto il coraggio di fare il proprio “lavoro”, ma diciamo semplicemente che non si e’ voluto esporre, qualcosa vorrà dire, un motivo ci sarà. Questa anomalia di non notificare lo sfratto alla famiglia e’ successo (forse…) rarissime volte, perché, senza la notifica di avvenuto accesso, le norme prevedono che si ricominci tutta la procedura di sfratto, quindi una vittoria per la famiglia, ma poco conveniente per chi su quella casa intende specularci.

Poco conveniente per le istituzioni, non solo per la ripresa in carico del caso e la rimessa in moto della macchina burocratica, ma soprattutto per il precedente che tale gesto ha creato; tutti ieri (28 sett ) hanno visto quello che e’ successo, l’immagine di un funzionario del comune andare via venendo meno al suo compito e quell’immagine pone un precedente assai forte nella gente comune che oggi sembra rassegnata allo stato di cose presente: porre resistenza, creare solidarietà attiva e’ vincente di fronte all’arroganza istituzionale che vuol farci pagare la crisi, facendoci perdere la casa.

Certo questa e’ una piccola vittoria ma un primo passo per una strategia vincente!

Detto questo, vale la pena conoscere a fondo tutta la storia di questa casa (e dello stabile), per capire quali altri attori si muovono nell’ombra…

Prima proprietaria l’ATC (Agenzia Territoriale per la Casa) che anni fa decise  di offrire “l’opportunità” ai propri inquilini di riscattare l’alloggio in cui vivono. La famiglia (6 persone la mamma con 5 fratelli), riceve in eredità la casa ma a causa di ipoteche per prestiti dovuti a ditte non andate a buon fine le banche se ne appropriano una prima volta. Con enormi sacrifici la famiglia la riscatta una seconda volta, ma la crisi, si sa, in questo periodo morde e non lascia tregua… Così occorre scegliere tra il mangiare, i vestiti e le scuole  per le proprie figlie o il pagare il riscaldamento. I debiti aumentano (anche grazie a dubbie scelte effettuate dall’amministrazione del condominio attraverso l’inganno specie dei condomini più anziani) così la famiglia decide di vendere l’alloggio. Solo allora si scopre di avere lo stesso ipotecato proprio su richiesta dell’amministrazione del condominio stesso. E qui inizia l’incubo, in men  che non si dica la casa viene messa all’asta e venduta.

Sembra che siano più di uno gli attori che cercano di speculare su questo condominio.

Uno sicuramente e’ l’amministratore che attraverso i lavori di ristrutturazione dello stabile (le scelte dubbie citate sopra…) fa lievitare il costo dell’immobile e degli alloggi, dissanguando quelle famiglie che, in condizioni economiche difficili, presto si troveranno ad avere debiti con il condominio e quindi l’amministratore potrà procedere all’ipoteca della casa, facendo chiaramente la “cresta” sulla vendita.

Il secondo e’ questo sconosciuto acquirente che non dice niente ma che compra senza batter ciglio che chiaramente grazie all’amministratore usufruisce di una corsia preferenziale per poter acquistare gli alloggi. Acquirente sconosciuto a tutti, come afferma Patrizia su La Repubblica.

Queste sono solo supposizioni, ma di certo sappiamo che queste operazioni sono all’ordine del giorno, dove imprenditori, banche, industriali, grandi proprietari immobiliari, cercano di trarre il maggior profitto scaricando il costo della crisi sui cittadini, tagliando diritti e welfare sociale;ma sappiamo anche che lottare per i propri diritti, costruendo percorsi di resistenza sociale sono possibili.

Pisa: sgomberata la tendopoli

Fonte: Infoaut.org
 
Questa mattina intorno alle 7 i vigili urbani di Pisa, protetti da
circa 50 uomini in antisommossa, hanno sgomberato le tende delle
famiglie di via Marsala.

E ancora una volta ci si sveglia presto a Pisa, le forze dell’ordine non
accennano a stancarsi: intorno alla 7 di questa mattina sono state
rimosse le tende che da ormai 10 giorni erano la casa delle famiglie
sgomberate da via Marsala il 26 maggio scorso.

I vigili urbani, protetti dai cordoni di polizia e carabinieri in
antisommossa hanno letteralmente distrutto le tende di Largo Ciro
Menotti ammassandole su un furgone: Un’azione violenta quella di
stamattina, durante la quale ancora una volta le istituzioni sono state
latitanti.

Brevi momenti di tensione si sono registrati al momento della partenza
del furgone, quando la polizia ha spintonato i solidali che nel
frattempo si erano raccolti.

Di nuovo ripristinata la legalità: il sindaco Filippeschi, in nome della
sicurezza e del decoro, gestisce come sempre un problema sociale come
una questione di ordine pubblico.
Intanto per mercoledì si appresta a stringere la mano a Maroni. Verrà
infatti, firmato il "patto per Pisa sicura", che garantirà alla città
più fondi per le telecamere e più uomini delle forze dell’ordine.

In questo momento, come previsto da giorni, è in corso la "commissione
per l’emergenza abitativa", durante la quale dovrebbe essere discussa
anche la situazione delle otto famiglie di via Marsala.
Nel frattempo gli ex-occupanti, i compagni e le compagne del Progetto
Prendocasa, i tanti solidali, si trovano in presidio davanti a Palazzo
gambacorti, sede del Comune.

Otto famiglie "di nuovo buttate in mezzo alla strada": questa è
legalità? Una domanda alla quale le Istituzioni e la città tutta, non
possono più sottrarsi.

 
                               

Ascolta Marri (Progetto PrendoCasa Pisa)

 
http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf
                                                                         
                                                                                                                                           

Cena benefit SportelloCasa-Torino

Oggi
più che mai famiglie, precari, studenti, migranti si trovano nella
condizione di dover affrontare spese sempre più onerose e affitti
sempre più elevati, con il risultato che non si riesce ad arrivare alla
fine del mese.

Il
numero degli sfratti per morosità sta subendo una crescita esponenziale
e sempre più persone rischiano di ritrovarsi in mezzo ad una strada
dall’oggi al domani.

 

Ed è per questo che all’interno del centro sociale Askatasuna, è nato lo Sportello Casa, un luogo, aperto a tutti/e, dove poter ricevere consulenza legale e informazioni dirette sugli sfratti completamente gratuite.

Sportello Casa come strumento di orientamento per capire come bisogna comportarsi di fronte ad un avviso di sfratto, un luogo dove trovare informazioni e solidarietà per chi la crisi non intende pagarla.

Lo Sportello Casa è aperto tutti i martedì dalle 19.30 alle 21.00 presso
il Centro Sociale Askatasuna in C.so Regina Margherita n. 47".