Antonio ed Emanuela vivono nell’appartamento di via mercadante 102 dal 2010 insieme ai loro tre bambini.
Qualche anno fa avevano comprato una casa, ma poco dopo a causa della crisi cambiano le cose e lo stipendio di Antonio non è più sufficiente per pagare il mutuo. Decidono di vendere la casa ed i mobili. I soldi ricavati dalla casa servono per estinguere il mutuo, quelli dei mobili per la caparra della casa in affitto e le spese del trasloco.
Antonio ed Emanuela si fidano del nuovo acquirente che deve stipulare in fretta il nuovo mutuo, in questi tempi di crisi è difficile vendere un immobile. Così firmano l’atto notarile in cui nell’importo totale è stato inserito anche il valore dei mobili ( pattuito con un accordo verbale) che una nota del notaio dichiara come somma da restituire all’acquirente.
Il nuovo acquirente fa una casa e la vince e la scorsa estate il conto in banca di Antonio viene bloccato e gli viene detratto 1/5 dello stipendio.
A luglio la padrona di casa, che possiede vari appartamenti in Torino, presenta il conto del conguaglio e di altre spese di sua competenza. Nonostante le sia fatta presente la difficile situazione è irremovibile.
Così arriva lo sfratto, nonostante per un anno e mezzo abbiano sempre pagato l’affitto con regolarità.
Antonio ed Emanuela percorrono immediatamente tutte le vie istituzionali, ma di fronte ad una famiglia con tre bambini ed un quarto in arrivo l’emergenza abitativa si prende i suoi tempi e non sa se è una situazione abbastanza critica per poter intervenire.
Le istituzioni non avendo risposte concrete, come al solito tentano di trasformare il problema abitativo in un problema sociale paventando l’intervento dell’assistenza sociale e la divisione del nucleo familiare. Ma questa famiglia non ha nessun problema, come attesta una lettera delle stesse assistenti sociali.
Questa storia rende evidente una volta di più gli effetti della politica “sociale” del Comune di Torino e di Fassino. Il Comune sta svendendo il patrimonio pubblico (caserme, palazzi, terreni) per ripagare il debito da loro stessi creato, ridistribuire in termini di ricchezza sociale sul territorio. L’agenzia comunale tc, mantiene così come i vari palazzinari e speculatori dell’edilizia, centinaia di alloggi sfitti facendo crescere smisuratamente le liste di attesa per un alloggio popolare.
La mancanza di una politica seria di risposta all’emergenza abitativa che colpisce la nostra città, il taglio continuo del welfare, dei servizi e la privatizzazione degli asili nido sono i tratti distintivi della politica di Fassino e del Comune.
Convinti che la casa sia un diritto l’unica via percorribile è quella della lotta e della resistenza allo sfratto.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare numerosi alla difesa dello sfratto di Antonio ed Emanuela, in
via mercadante 102, mercoledì 23 maggio.
Naturalmente saremo lì fin dalle prime ore del mattino.
Ascolta la diretta realizzata su Radio Blackout all’interno della trasmissione Titanic