Un invito… particolare

Sabrina ha 35 anni. Ha due figli,
splendidi, che frequentano la scuola elementare Fontana.

Sabrina aveva un panificio, vendeva
splendide michette e focaccine. Si alzava alle 4,00 per poter fare
bene il suo mestiere e garantire ai suoi figli il necessario.

Poi è arrivata la crisi, quella crisi
che, secondo Berlusconi, andava curata con l’ottimismo; quella
crisi che, secondo il governo, era fasulla e solo nella mente dei
pessimisti.

 

 

Questa crisi “fasulla” ha
impedito a Sabrina di avere un prestito dalle banche, ne altro tipo
di sostegno per la sua attività commerciale.

Questa crisi “inesistente
ha costretto Sabrina a chiudere il suo esercizio, unico sostentamento
per la sua famiglia e per i suoi bimbi.

Ma Sabrina non si è data per vinta,
non si è fermata. Ha cercato un nuovo lavoro, un nuovo modo per
sostenersi. Non è stato facile, in un periodo nel quale a Torino ci
sono quasi 150mila cassintegrati e tante altre migliaia stanno
perdendo il lavoro.

Sabrina lavora part-time, con un
contratto a chiamata; lavora tanto per

un stipendio che, a stento, riesce a
soddisfare le sue necessità.

Sabrina ha fatto richiesta di alloggio
popolare. Ma all’ATC gli hanno risposto che non era tanto
bisognosa di alloggio
, nella Torino dell’accoglienza
chiampariniana
gli hanno assegnato un’attesa di una decina
d’anni.

Ma Sabrina non è sola. Da qualche mese
frequenta il centro sociale Askatasuna ed il Comitato di Quartiere,
dove i suoi figli possono giocare ed imparare senza dover pagare
nulla, dove lei può chiacchierare, conoscere, confrontarsi con tante
altre donne, famiglie, cittadini del territorio.

E superare quella pudica vergogna che
ti viene indotta dagli sguardi giudicanti di chi vorrebbe trattarti
come una scoria, come un perdente, come un poveretto che non ha gli
strumenti per farcela in questa vita così competitiva. E farti
sentire impotente ed emarginato.

Ma Sabrina non è emarginata per
niente. Sorride agli altri, collabora, propone attività, diviene ben
presto una delle più attive militanti del Comitato di Quartiere. E,
quando ad un’altra mamma del quartiere arriva un’ingiunzione di
sfratto, lei è in prima linea nella solidarietà, pronta a lottare
per il diritto alla casa.

Sabrina sa quali sono le difficoltà
della vita, e sa che la perdita del lavoro, o della casa, non sono
colpe individuali di cui vergognarsi, ma il frutto di un sistema
ingiusto che arricchisce e tutela chi lo gestisce e mette in
ginocchio tutti gli altri.

A Sabrina è giunta un’ingiunzione di
sfratto. Si è rivolta subito ai servizi sociali che, questa volta,
si sono attivati permettendole di fare la pratica per l’emergenza
abitativa.

La sua morosità non è determinata da
cattiva volontà, ma dall’impossibilità reale di pagare un affitto
troppo esoso.

E’tutto nero su bianco, gli atti sono
stati depositati.

Ma lo sfratto non si è fermato.

Martedì 15 giugno arriveranno gli
ufficiali giudiziari per sgomberare Sabrina dal suo appartamento.

O almeno ci proveranno. Ma quando
arriveranno, al numero 12 di via Sineo, troveranno una bella
sorpresa ad attenderli; siamo certi che, quella mattina, genitori
della scuola, cittadini del quartiere, i ragazzi del centro sociale
Askatasuna, tutto il movimento di Prendo Casa Torino, accoglierà
questi signori al grido “La casa è un diritto, Sabrina non si
sfratta”.

Non permetteremo mai che una donna con
due figli, avente pieno diritto di un alloggio popolare, finisca in
mezzo ad una strada per colpa di un sistema lento, farraginoso ed
inumano.

Per questo motivo invitiamo tutte/i a
partecipare al presidio antifratto dello Sportello Casa,

MARTEDI 15 GIUGNO DALLE ORE 8,00 IN VIA
SINEO 12, ZONA VANCHIGLIA

 

 

Nessuno sfratto in
Vanchiglia, nessuno sfratto a Torino

 

 

La casa non è un
privilegio, la casa è un diritto per tutti”

Forza Sabri, siamo tutti con te!