Questa mattina, un’altro
sfratto è stato bloccato! Zara e i suoi figl* insieme alla rete per il diritto
alla casa si sono opposti al settimo accesso che questa famiglia stava subendo.
Zara da dieci anni vive nella
casa di via Isonzo (To) e lavorando come badante è sempre riuscita con non pochi
sforzi, a pagare l’affitto. Per tre mesi, la donna si ammala e non recependo lo
stipendio è costretta a interrompere il canone d’affitto. Dopo questi mesi
torna a lavorare, e con il reddito ridotto cerca di saldare il debito contratto
con il padrone di casa, proprietario dell’intero immobile; questo però ad oggi
non si accontenta più di ricevere pagamenti parziali, vuole subito l’intero
importo dei mesi non pagati, di conseguenza vuole Zara con i suoi figl* fuori di
casa.
Incredibile ma vero, come se
non bastasse, ieri Zara ha subito da parte della questura un tentativo di
intimidazione, attraverso un prelevamento forzato dalla sua abitazione al
commissariato di zona, per
controlli sul permesso di soggiorno e sul contratto di lavoro che però non
hanno spaventato la donna nel suo intento di opporsi a chi senza margine di
trattativa cerca di buttarla in mezzo ad una strada.
La rete per il diritto alla
casa, più altre realtà provenienti da Alessandria e Vercelli, portano la loro
solidarietà attiva fin dalle prime ore del mattino.Il gruppo numeroso di
ragazzi/e occupa l’ingresso del palazzo per evitare che l’avvocato del
proprietario assente (il quale delega all’amministratore del palazzo tutta la
situazione…), il commissario di zona, l’ufficiale giudiziario e uomini della
digos facciano la sortita.
Parte la trattativa fra gli
avvocati della rete per il diritto alla casa e la controparte: in un primo
momento viene concessa la possibilità di una proroga allo sfratto se verrà
pagata una somma di 400 euro.
Questà possibilità, dopo
qualche minuto, svanisce, perchè di fronte alle nostre richieste di garanzie,
la proprietà non vuole assumersi le proprie responsabilità.
Comunichiamo quello che sta
accadendo a Zara, la quale rimane all’interno della sua casa con la sua
famiglia.Decidiamo quindi di rimanere fermi davanti all’ingresso del palazzo,
mentre alcuni di noi entrano nell’abitazione di Zara.
Di fronte alla determinazione
e alla resistenza espressa dalla famiglia, l’ufficiale giudiziario decide di
non eseguire lo sfratto per problemi di ordine pubblico.
Sfratto rinviato fino al 21
settembre.
Uniti contro gli sfratti per
il diritto alla casa!