Per il governo l’emergenza abitativa non esiste. La mancata proroga sugli sfratti per le categorie protette, ignorata nel decreto Milleproroghe per il 2011, e’ un ulteriore segno dei tempi: spingere sempre più’ in basso i costi di una crisi che altri hanno creato ma che vogliono fare pagare ad un proletariato già dissanguato dalle politiche scellerate di un governo sempre più teso a distruggere diritti aumentando i profitti di palazzinari attraverso la speculazione edilizia.
Tutto questo in un panorama nel quale la crescita degli sfratti per morosità incolpevole aumenta in modo esponenziale negli anni.
Se nel 1990 la morosità rappresentava il 26% del totale degli sfratti emessi, nel 2009 questa ha raggiunto quasi l’85% degli oltre 61mila sfratti. A questi numeri, però, ne vanno aggiunti altri, se possibile ancor più duri: dal 2005 al 2009, le sentenze di sfratto emesse sono state ben 246mila, 194mila per morosità, e sono stati 121mila gli sfratti eseguiti con la forza pubblica.
La mancanza di politiche sociali abitative tese a risolvere l’emergenza in atto oggi, e’ un chiaro segnale del governo, cioè aggravare talmente l’emergenza da poter giustificare ogni scempio immobiliare e una nuova forte cementificazione privata sostituendo l’edilizia residenziale pubblica (abbandonata ormai da anni…)
Ignorare la proroga sugli sfratti, significa ignorare intere famiglie, precari, disoccupati, cassa integrati, continuando ad impoverire differenti strati della composizione sociale proletaria.
Rilanciare per il nuovo anno un aumento della radicalità, attraverso una resistenza attiva allo sfratto, contro chi questa crisi vuole farci pagare, ampliando le mobilitazioni sulla riappropriazione del reddito e sul diritto all’abitare e il miglior augurio che ci sentiamo di fare.