VIII accesso: senza soluzioni non ce ne andiamo

ore 9:00 Da un’oretta ormai ha preso vita il consueto presidio sotto casa della famiglia di Patrizia. Vicini, amici ed il progetto Prendocasa perseverano nella lotta per il diritto alla casa a circa un anno di distanza dai primi rinvii. Alcune famiglie si sono avvicinate stamane raccontando la loro storia sostanzialmente fotocopia di quella che stiamo narrando con questo percorso.

Molte le speculazioni che si potrebbero fare. Cio che è certo e che senza questo intervento la famiglia non sarebbe ancora a casa sua e probabilmente sarebbe ospitata in qualche fatiscente albergo privato che per la modica cifra di millecinquecento euro al mese sottratti alle casse pubbliche non darebbe nemmeno la possibilità di cucinarsi un piatto di pasta.

In una città che continua a svendere suolo pubblico per far cassa e continuare a coprire un enorme debito pubblico  (tra i più alti in Italia), inebriata dai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’italia,   ancora non si vede soddisfatto un diritto fondamentale: quello ad un tetto.

Per questo siamo qua, nonostante i cambi di sindaci o dirigenza nell’ATC, c’è chi dura molto più di loro.

Ore 10:00 Si improvvisa la solita partita di calcetto nell’attesa dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario.

Ore 11:47 Scorgiamo l’ufficiale giudiziario accompagnato dagli immancabili Digos veri assidui frequentatori dei presidi Prendocasa

Ore 12:15 L’ ufficiale giudiziario si mostra, scortato dalla Digos, ai presidianti e con fare arrogante mostra il foglio del rinvio datato 14 giugno. Patrizia insieme alla sua famiglia, contrariati per un rinvio cosi breve (un mese scarso…), fa presente fin da subito all’ufficiale giudiziario e ai suoi guardaspalle, che finché non avrà un foglio ufficiale,  il quale attesti una soluzione abitativa reale, lei e la sua famiglia non lasceranno l’alloggio. Con questa comunicazione diretta,sia all’ufficiale giudiziario, che alla Digos, ( facendo riferimento anche agli assistenti sociali, che oggi non erano presenti allo sfratto, i quali, cavalcando il periodo pre elettorale, si sono riempiti la bocca di belle parole e buoni propositi – parole e propositi  che necessariamente devono passare a fatti concreti) gli avvoltoi amministrativi si ritiravano verso altri sfratti da eseguire…

Rinvio che, seppur come abbiamo detto breve, è frutto dell’impegno che questa famiglia porta avanti con costanza e determinazione, rivendicando il diritto all’abitare e continuando a mettere insieme, rinvio dopo rinvio, un risultato dopo l’altro.

Quella di Patrizia e la sua famiglia è una lotta che dura, dal suo primo accesso ad oggi, da un anno;un anno nel quale, questa famiglia si è battuta con dignità,  forti delle proprie ragioni, riuscendo a mettere da parte quell’apprensione che questi loschi figuri (ufficiali giudiziari e Digos),mettono in tutte quelle famiglie che si vedono portare via la casa, che si vedono arrivare un pignoramento e/o uno sfratto. Questa famiglia ha imparato a cacciare via gli incubi notturni per essere pronti e determinati la mattina, aspettando l’arrivo dell’ufficiale giudiziario…voi, loschi figuri, sarete cosi pronti e determinati per il 9° accesso?

Noi di Prendocasa, insieme agli studenti, ai lavoratori e alle famiglie del quartiere di Lungo Dora Voghera 120 vi aspettiamo nuovamente il 14 giugno…

Ascolta la diretta di prendocasa su radio blackout:

http://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2011/05/rubina.mp3

to be continue…

 

Leggi il volantino distribuito oggi

LA LUNGA LOTTA DI UNA FAMIGLIA CHE NON DEMORDE!

Siamo giunti al VIII accesso per questa famiglia vittima delle speculazioni edilizie; pensavano di potere contare sulla “certezza” di una casa ricevuta in eredità, ma la perdita del lavoro ha trasformato anche questa sicurezza in un incubo: nell’impossibilità di fare fronte alle spese condominiali, la casa è stata pignorata e venduta all’asta.

La novità di questi ultimi due mesi è che grazie alla resistenza opposta ai precedenti accessi il vincitore della prima asta si è tirato indietro. Una seconda asta il 14 aprile presso un ufficio notarile, contestata con un presidio comunicativo all’esterno, ha trovato un nuovo compratore che entro 60 giorni dovrà fare richiesta di mutuo per l’acquisto della casa per poterne diventare il titolare a tutti gli effetti. In oltre, vista la determinazione messa in campo da Patrizia e la sua famiglia, gli assistenti sociali paventano oggi soluzioni alternative, che però per adesso non trovano nessun riscontro pratico e che (se ci saranno…) richiedono tempo per potersi realizzare. Per questo motivo oggi si richiede una resistenza allo sfratto forte e determinata con la partecipazione di tutti/e per sostenere questa lunga lotta di resistenza allo sfratto.

Il Business delle aste giudiziarie solo nel 2010 ha generato un giro di affari di 10 miliardi di euro, con 150 mila case vendute, praticamente il 10% delle case in vendita in Italia. A causa della crisi il mercato delle aste è un affare in costante crescita, con tassi annui del 30%. Ancora una volta chi questa crisi l’ha creata continua ad arricchirsi sulle spalle di chi nella realtà la paga. I dispositivi che disciplinano queste aste sono totalmente in mano a speculatori e faccendieri. Con l’abile regia di agenzie immobiliari, le case vengono spartite con veri e proprio patti sottobanco. Nella pratica spesso si conosce già chi parteciperà all’asta, e se non si fa parte del “giro” si viene contattati e indotti al ritiro o si offrono tangenti per far concludere senza ostacoli l’affare ai soliti noti.

In questo quadro, la risposta offerta dalle istituzioni è di fatto nulla. Per cavilli legali generati ad hoc dalla legge per l’emergenza abitativa, secondo la commissione del comune di Torino la famiglia di Patrizia, moglie, marito e 2 bambine piccole, non può che finire in mezzo ad una strada.

I discorsi sono sempre gli stessi. I soldi per aiutare le famiglie che perdono la casa non ci sono, e i pochi che ci sono vengono utilizzati dal comune di Torino in politiche per la casa che si concentrano sul mercato privato attraverso progetti palliativi, che ormai intercettano la maggior parte di contributi pubblici in materia di edilizia, diventando effettivamente una vera e propria compensazione delle abitazioni ERP. Questi progetti di Housing sociale, mascherati come progetti destinati a favorire sostenibilità di nuove costruzioni, nella realtà non fanno che favorire gli interessi dei costruttori.

Noi crediamo la casa sia un diritto, invitiamo tutti e tutte voi ad aiutarci nella difesa di questa famiglia oggi per essere più forti nella difesa di tutti gli sfratti domani e poter finalmente rivendicare:

  • ritorno all’equo-canone per gli affitti
  • più case popolari

E se non ce le daranno, ce le prenderemo!!!

Noi la crisi non la paghiamo….