#15O ATC: occupanti e inquilni insieme contro sfratti e minacce

Diverse famiglie oc20131015_103638cupanti di case ed inquilini ATC oggi si sono ritrovati insieme sotto la sede centrale dell’ATC per pretendere un incontro con il presidente Elvi Rossi. Il gesto ha voluto rimandare al mittente le lettere di minacce ricevute da molti inquilini in merito al paventato sfratto se non avessero provveduto a pagare entro il 30 dicembre i 480 euro obbligatori da versare ogni anno alle casse dell’ente. Oltre a questo i presenti denunciavano la malagestione dell’ente da parte della dirigenza che continua a percepire lauti stipendi nonostante un assoluto fallimento della gestione e 5 funzionari indagati per corruzione e turbativa d’asta proprio in relazione alla manutenzione delle case popolari.

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Dopo aver occupato per una mezz’oretta l’atrio con gli sportelli dell’ente i presenti hanno ottenuto di essere ricevuti dal presidente nelle loro totalità, nonostante i tentativi da parte della digos di proporre la solita manfrina della delegazione.

Determinati e giustamente arrabbiati, con l’aggiunta di molte persone presenti agli sportelli che ne condividevano la protesta, è stato richiesto che:

  • il presidente si esprimesse formalmente, come già fatto dall’ANCI, una moratoria sugli sfratti (compresi quelli ATC di diretta competenza);
  • fosse garantita una moratoria al pagamento dei 480 euro obbligatori che in questo momento gli inquilini non possono e non vogliono pagare ;
  • l’apertura delle (troppe) case  ATC vuote, con eventuale autorecupero da parte degli inquilini

 

Di seguito il volantino distribuito durante l’iniziativa:

ATC VERGOGNA!

 

Nella Torino ormai balzata agli onori delle cronache come capitale degli sfratti (4000 sfratti dall’inizio dell’anno), l’ATC cerca di metterci del suo mandando lettere (ne sono già arrivate almeno 4000) agli abitanti delle case popolari minacciando lo sfratto se non provvedono al pagamento di almeno 480 euro per le bollette arretrate entro 30 giorni.

L’ATC però forse dimentica che per almeno 20 anni gli stessi abitanti delle case popolari hanno pagato direttamente dalle buste paga il contributo GESCAL che a quanto pare agli inizi degli anni 2000 era di quasi 5,4 milardi di euro.

Crediamo che a questo punto l’ATC debba dare delle risposte sull’uso di questi soldi che appartengono alla collettività.

L’ATC dovrebbe anche rispondere sul perchè abbia circa 1.000 sue case vuote che vengono lasciate al totale abbandono, uno scandalo quando migliaia di persone che hanno fatto domanda per la casa popolare aspettano anni per avere una casa che è un loro diritto.

E che dire degli stipendi di tutti i funzionari, alcuni dei quali ultimamente indagati per corruzione e turbativa d’asta, e direttori che sono lievitati costantemente negli anni: il proprio consiglio d’amministrazione è passato dai 229.786€ del 2007 ai 320.000€ del 2011 di costi, e compensi esorbitanti anche per i singoli dirigenti, fino a 140.000€ l’anno.

Insomma pare che i soldi per gestire adeguatamente il patrimonio di edilizia popolare della città non ci siano, ma gli stipendi dei manager, pagati con soldi pubblici, continuano ad aumentare e per i funzionari si trova comunque il modo di arrotondare con le tangenti, mentre le persone arrivano tutti i giorni a dover fare i conti con il riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena!

Come abitanti delle case popolari del villaggio Snia di Barriera di Milano (Pietra Alta), insieme alle famiglie delle case popolari di Settimo Torinese, della Falchera, San Paolo e altre famiglie e/o singoli di altri quartieri popolari che si trovano nella nostra stessa situazione, rivendichiamo il diritto all’abitare!

Siamo stufi di subire e abbassare la testa!

Siamo famiglie con bambini e pensionati che ricevono la minima con cui dobbiamo arrivare a fine mese, privandoci di molte cose, pensando solo alle spese necessarie per noi e i nostri figli. Ma oggi fare questo diventa sempre più difficile. I problemi che ci perseguitano anche nei sogni, non interessano né ad ATC, né al Comune di Torino. Siamo convinti che in questo momento dove il disagio economico e abitativo diventa sempre più forte, non si possa minare il diritto alla casa attraverso ingiunzioni di sfratto, attraverso lettere intimidatorie che ATC continua a mandare alle famiglie delle case popolari. Oggi la nostra rabbia è indirizzata ad ATC ma anche il Comune ha le sue responsabilità, il quale preferisce vedere famiglie sfrattate che dormono in macchina, nei parchi o sui marciapiedi invece di chiedere il blocco degli sfratti per tutti.

Non dobbiamo più permettere che la nostra dignità venga calpestata da chi vuol farci crede che siamo noi a dover pagare la malagestione del patrimonio pubblico.

Siamo convinti che “uniti si possa vincere” ed è per questo che chiediamo a tutti di partecipare alla nostra protesta martedì 15 ottobre alle 10:30 in Corso Dante davanti all’ATC.

Chiederemo direttamente al presidente Elvi Rossi, presidente di ATC, di darci le risposte che cerchiamo e pretendiamo!

Il diritto alla casa non si minaccia! La dignità non si sfratta!

Famiglie, pensionati e singoli delle case popolari