Centinaia in corteo contro i “padroni della città”

Sono centinaia le persone che quest’oggi hanno manifestato per le strade del centro in un corteo che ha percorso le vie tra Porta Nuova e Piazza Castello determinato a far valere le sue ragioni. Un corteo estremamente variegato nella partecipazione: comitati di quartiere da Madonna di Campagna a Vallette-Lucento, migranti dell’Ex-Moi, sfrattati e famiglie occupanti da zona San Paolo, Spazio Popolare Neruda e Pietra Alta. Ognuno con le proprie rivendicazioni ma accumunati da un unico intento: ribadire che, a quasi 1 anno dal suo insediamento, la nuova giunta 5 Stelle di Chiara Appendino non ha ancora fatto abbastanza! Infatti, quel sistema di potere che la stessa giunta in campagna elettorale ha affermato di voler spodestare dalle sue poltrone in quanto “reggente” della città, oggi è ancora saldo e seduto comodo. Ed ecco che il corteo nel suo colorato percorso non ha esitato nel ribadire con forza chi sono i veri nemici della città: palazzinari senza scrupoli (Giorgio Molino in testa) col potere di far muovere la questura in base i propri interessi e richiedere 610 (sfratto a sorpresa) a ufficiali giudiziari troppo zelanti; banche ancora in cattedra nel dettare ordini alle amministrazioni per nuove speculazioni, in ultima l’assegnazione delle palazzine Ex-Moi post-sgombero nel progetto di farci non si sa cosa; burocrati e dirigenti vari come chi comanda l’ATC che, nonostante le migliaia di richieste di emergenza abitativa, lascia vuoti centinaia di alloggi che potrebbero essere usati.
I risultati infatti sono ben visibili, come si sa, tra gli oltre 4700 sfratti dell’ultimo anno, la continua cementificazione selvaggia dei quartieri, i servizi di assistenza quasi inesistenti nonostante le migliaia di spazi abbandonati pubblici e privati, quel vuoto normativo che impedisce a chi è senza fissa dimora di avere una residenza, quindi l’accesso ai servizi essenziali e polizia usata sempre più come “manu militari” per sbattere fuori casa chi non può più pagare affitti o bollette esorbitanti.
Diverse sono state le azioni di “sanzionamento” simbolico durante il corteo contro gli istituti bancari e le strutture abbandonate che, nonostante siano in pieno centro, producono solo muffa anziché fornirgli nuova vita per poter essere utili a qualcuno.
Dunque una denuncia con forza quella rivolta alla giunta Appendino rea di essere troppo attendista e che davanti il suo chiedere tempo c’è troppa gente che, al contrario, quel tempo l’ha esaurito da un pezzo. E con esso anche la pazienza.
Un allarme è stato lanciato anche per la nuova svolta securitaria che i sindaci rischiano di mettere in pratica su tutto il territorio italiano grazie al nuovo decreto Minniti, cosiddetto dei “sindaci-sceriffo”, capace di imporre misure di daspo dai centri città (come negli stadi) a tutti coloro saranno beccati ad imbrattare, deturpare, addirittura bivaccare o comunque non far parte del “decoro urbano”, creando delle nuove periferie-ghetto nelle quali gettare tutti i reietti che tra le sfavillanti vetrine del centro non saranno più i ben voluti. E chissà quali usi politici se ne potranno fare…
Tanti gli slogan anche per i compagni vittime di attacchi giudiziari come Stefano e Donato arrestati nel gennaio scorso per essersi opposto ad uno sfratto a sorpresa del famigerato Giorgio Molino; Jacopo, giovane No Tav da sempre solidale nelle lotte per l’abitare costretto ai domiciliari da oltre un anno; Giorgio, libero e che vogliamo rimanga tale ma in attesa di giudizio per una domanda di sorveglianza speciale.
Solidarietà anche dalle altre città che, nella stessa giornata di oggi, hanno manifestato con altrettanta voglia di cambiamento, tra le quali Firenze, Pisa e Roma, mettendo al centro, soprattutto quest’ultima, le responsabilità della nuova giunta Raggi rea di proseguire in continuità con le vecchie politiche nell’attacco alle classi sociali più povere con nuovi sgomberi di famiglie senza casa, decreti impopolari contro il rovistamento nei cassoni della spazzatura e, filo comune, il decreto Minniti, portando la protesta fin sotto la sede dell’assessorato alle politiche sociali.
Nuovo appuntamento ed obiettivo comune: Roma 25 Marzo contro le celebrazioni dei 60 anni dei “trattati di Roma” creatori di quel mostro che rappresenta oggi l’Unione Europea: dai padroni della città ai padroni dell’Europa.

Torino: iniziativa delle famiglie sotto sfratto al Gran Balon

DOMENICA 11 OTTOBRE DALLE ORE 13 in P.zza della REPUBBLICA angolo VIA PRIOCCAcon lo SPORTELLO PRENDOCASA TORINO, insieme agli ex occupanti dello Spazio popolare Neruda – PozzoStrada e agli sfrattati…

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…CI VEDIAMO AL GRAN BALON!

Continua il percorso di riappropriazione del diritto alla casa delle famiglie sgomberate da via Bardonecchia 151. Dopo l’occupazione dello sportello dell’emergenza abitativa, gli ex occupanti dello Spazio popolare Neruda rilanciano con un’iniziativa di comunicazione verso tutti coloro che hanno un problema legato all’abitare. Saremo insieme al GRAN BALON per ascoltare i problemi di tutti coloro hanno voglia che i propri diritti vengano rispettati!

PROGRAMMA:
-SPORTELLO CASA: Hai lo sfratto? L’ATC ti sta spennando? Tutto il giorno lo sportello Prendocasa Torino donerà consulenza gratuita per tutti e tutte!
-AREA BIMBI e MERENDA (ORE 16) a cura delle mamme dell’ ex Neruda!
-ASSEMBLEA APERTA A TUTTI (ORE 17)

La casa è un diritto, se ce la tolgono cela riprenderemo!

28.07: Primo giorno di muro popolare…ma non è finita qua!

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La prima delle 3 giornate di “muro popolare” contro gli sfratti si è conclusa con un rinvio. L’emergenza casa è il problema del quale il Comune ancora non vuole occuparsi seriamente tant’è che mentre molti politici e benestanti sono al mare ci sono i poveri costretti a barricarsi per resistere alla crisi.

Così è stato in questa mattina iniziata alle 7.00 quando, insieme al nostro sportello, decine di famiglie e solidali sono scese in strada per difendere Said, sua moglie e i 3 figli. Qui non si scherza: il proprietario è il famigerato Giorgio Molino, alias il “ras delle soffitte”, proprietario di oltre 1000 alloggi e la cui carriera iniziò negli anni 70 quando ebbe le prime denunce per le condizioni fatiscenti degli alloggi che affittava ai disperati, che ha sulle spalle un processo per sfruttamento della prostituzione, un altro per aver smantellato tetti con amianto senza rispettare le norme di sicurezza e, ovviamente, contenziosi con l’Agenzia delle Entrate per milioni di tasse evase.

La presenza, la determinazione della gente, la gioia dei bambini che giocavano spensierati lì attorno, ha tenuto lontano la polizia salvo per qualche passaggio, la quale ha prontamente avvisato l’ufficiale giudiziario di non passare. La proprietà ha dimostrato ancora la sua arroganza e la sua sicurezza nella complicità delle istituzioni dicendo alla famiglia: “Siete presenti in tanti con gazebo e transenne? Va bene, passeremo alle 9 di sera con tanto di polizia!”.

Per niente intimiditi il muro popolare è rimasto davanti casa di Said tutto il pomeriggio tra tranci di pizza, caffè, giochi di bimbi, partite a carte e la gioia dello stare insieme e lottare che nessun speculatore e palazzinaro ci toglierà mai! Said e famiglia oggi non sono usciti, l’ufficiale giudiziario e la forza pubblica non si sono visti neanche da lontano.

Ma non è finita qua! Ci vediamo domani per la seconda delle tre giornate di resistenza in via Prarostino 7 per difendere casa di Antonina residente lì da oltre 40 anni!!!

La nostra lotta non va in vacanza!

Ascolta Said:

Leggil volantino distribuito durante la giornata:

NUOVO SFRATTO A TORINO….LA COLPA E’ DI MOLINO!

Questa mattina di martedì 28 luglio ci vede alle prese con un nuovo sfratto a Torino. Oggi a rischiare di finire in mezzo a una strada sono Said , la moglie e i loro tre figli, di cui l’ultimo nato da poco. Said come tanti altri è nella situazione di non riuscire più a pagare l’affitto e si è visto rifiutare l’emergenza abitativa. Come altre famiglie aveva trovato un nuovo tetto nello stabile occupato di via Bardonecchia, lo “Spazio Popolare Neruda”, poi sgomberato da Comune e Prefettura. Oggi vogliono resistere allo sfratto della casa in cui sono tornati a vivere dopo lo sgombero solo per guadagnare un po’ di tempo: lo stabile infatti ,causa la colpevole incuria del proprietario del palazzo non è mai stato bonificato ed è pieno d’amianto. Ma non ci stupiamo di nulla quando sappiamo di che personaggio stiamo parlando: il proprietario di casa di Said è ancora una volta il “dottor” Molino.

Per chi non lo conoscesse Giorgio Molino è un personaggio ben noto nella nostra città: può vantare una lunghissima carriera nel campo della truffa, dello sfruttamento dei più deboli, e nella più becera speculazione edilizia. E’ il proprietario di circa 1550 alloggi in tutta Torino, nonchè intestatario di svariate società fittizie a scatole cinesi, 200 ettari di terreno agricolo, palazzi, negozi e addirittura una caserma , tutte facenti capo all’indirizzo di una unica sede. La sua attività ha inizio negli anni ’70 quando il nostro palazzinaro senza scrupoli scopre il redditizio settore delle truffe immobiliari( che lo porteranno nel 76 a un primo arresto) e comincia a farsi conoscere in città come “il ras delle soffitte” per le condizioni fatiscenti e i prezzi esorbitanti a cui affitta i suoi alloggi a disperati e migranti che, nell’indifferenza degli enti comunali e regionali preposti all’emergenza abitativa, non trovano altre soluzioni abitative. Continua più o meno indisturbato ad arricchirsi sulle spalle dei malcapitati che lo incontrano fino al 2007, quando finisce di nuovo agli arresti per sfruttamento della prostituzione, di contorno sempre i suoi alloggi fatiscenti . In ogni caso, pare che non gli sia bastato tutto ciò, perchè torna di nuovo protagonista nel 2010 quando viene scoperto a smantellare tetti con amianto senza le dovute norme di sicurezza. Nonostante i suoi trascorsi Molino costituisce un canale preferenziale per l’amministrazione cittadina e da qualche anno intraprende la strada redditizia e sicura dell’ospitalità nel sociale. A lui erano andati i soldi che la Prefettura stanziò nel 2011 per circa duecento profughi arrivati da Lampedusa, i quali, costretti a vivere in stabili che ne avrebbero potuti ospitare la metà, costituiscono nuova fonte di arricchimento per Comune e palazzinari-squali come Molino. A lui vanno adesso quelli per la sistemazione provvisoria di 26 famiglie di rom e romeni gradualmente sgomberati dal campo di Lungostura Lazio. Era stato già anche molto attivo con l’agenzia comunale Locare, (agenzia che dovrebbe garantire affitti calmierati e agevolazioni per chi non riesce a pagare l’affitto ma che in realtà non è dissimile da una qualunque agenzia privata) ,tanto che ha ricevuto diverse attestazioni e benemerenze dal Comune per aver risolto situazioni “scomode”.

Torino è città capitale degli sfratti e mentre l’emergenza abitativa e i problemi legati alla casa raggiungono oramai sempre più ampi strati di popolazione che ,nella crisi, vivono un quotidiano impoverimento intendiamo smascherare personaggi come Molino che approfittano della situazione e del braccio che tendono loro le istituzioni (ben lontane dal voler realmente affrontare il problema casa) per sfruttare, speculare e ingrossarsi le tasche sulla pelle degli altri . Siamo stanchi di pagare il prezzo della crisi e non vogliamo più cedere ai ricatti cui siamo tutti i giorni sottoposti per poter vivere dignitosamente; siamo stanchi di un’amministrazione comunale solo impegnata nel garantire ai ricchi il loro perenne benestare e ai poveri sempre nuova povertà, complice di spregevoli palazzinari privati di cui Molino è solo un’ esempio; non cadiamo nel trabocchetto della guerra tra poveri e individuiamo chiaramente in queste figure le loro colpevoli responsabilità.

 

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TRE GIORNI DI MURO POPOLARE CONTRO GLI SFRATTI!

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Dal movimento basco abbiamo deciso di prendere l’esempio per rilanciare la pratica del picchetto anti-sfratto: costruiamo un muro popolare di solidarietà e rabbia, contro l’arroganza di chi ci sfrutta ogni giorno. Accettiamo la sfida fatta di un presente fatto di miseria ed esclusione ed espelliamo da tutti i quartieri vecchi e nuovi rigurgiti xenofobi e razzisti. Con orgoglio e determinazione, fianco a fianco, italiani e migranti, riscattiamo le nostre vite.

Invitiamo tutti e tutte a questi tre appuntamenti e ad unirsi in questa pratica di solidarietà!

Difendiamo lo Spazio Popolare Neruda! No allo sgombero!

manifesto neruda-01Pochi giorni fa avevamo dato notizia della nuova occupazione di uno stabile in via Bardonecchia 151 a Torino, che da spazio abbandonato da tempo è diventato una casa per decine di famiglie sotto sfratto o in difficoltà economiche.

In questi giorni sono iniziati i lavori di ristrutturazione per renderlo abitabile, nell’ormai consueto silenzio assordante delle istituzioni che in una delle città col più alto numero di sfratti annuali continua a nascondere la testa sotto la sabbia e a mandare avanti la forza pubblica invece che prendersi le proprie responsabilità di fronte a un’emergenza abitativa dilagante.

È infatti notizia delle ultime ore che la Prefettura di Torino starebbe procedendo per autorizzare e organizzare lo sgombero della palazzina con la scusa della mancanza di acqua corrente, rimettendo così per strada decine di famiglie, molte delle quali con bambini piccoli.

Una decisione inaccettabile e irresponsabile di fronte alla quale le famiglie occupanti, assieme allo Sportello Prendocasa, hanno già annunciato di volersi opporre. Una decisione che puzza inoltre di speculazione, poiché è noto che il Comune di Torino, per coprire i disastrosi buchi di bilancio, ha intenzione di procedere a una nuova ondata di vendita e cartolarizzazioni di stabili di sua proprietà alla Cassa Deposito e Prestiti, che detiene tra gli altri anche l’edificio occupato di via Bardonecchia.

Per opporsi allo sgombero gli/le occupanti invitano ad attraversare e conoscere lo spazio e portare solidarietà.

Da domani si apriranno tre giornate di iniziative che culmineranno in un corteo per le vie del quartiere sabato 4 luglio, con appuntamento alle 17 davanti allo spazio popolare Neruda – Pozzo Strada.
Per maggiori informazioni rimandiamo alla pagina dell’occupazione, mentre per chi volesse sostenere lo spazio servono materassi e materiale per la cucina.

Basta sfratti, basta sgomberi! Difendiamo lo Spazio Popolare Neruda, casa per tutti/e!

Torino: famiglie accampate sotto la Prefettura. Stop sfratti!

prettura La lunga e calda giornata si è conclusa e il prefetto Paola Basilone ha confermato la linea dura sulla questione emergenziale degli sfratti. Pur avendo gli strumenti per attivare     una moratoria degli sfratti in città, il prefetto preferisce non fare nulla continuando a non intervenire sulla questione dell’emergenza abitativa. Le istituzioni continuano a rimanere in silenzio, facendo passare per la normalità i migliaia di sfratti che le famiglie subiscono nella città di Torino.

La richiesta della moratoria degli sfratti fatta dalla famiglie occupanti e dagli sfrattati è un provvedimento che la prefettura può realizzare ma non intende intervenire sulla questione, non c’è nessuna volontà politica di risolvere l’emergenza abitativa, ormai divenuta una vera piaga sociale in città.

Quello che invece continua ad esserci è l’arroganza di un potere che muove i propri organi contro chi oggi pretende dignità. La questura in modo scomposto a più volte intimato l’intervento delle forze dell’ordine sui manifestanti, più volte si è presentata davanti al presidio sbraitando che l’immagine della prefettura non poteva essere danneggiata dal presidio delle famiglie e sfrattati.

La questione abitativa non può e non vuole essere risolta perché gli interessi della politica, del PD, sono rivolti altrove, nelle grandi opere, nei grandi eventi, nei grandi affari a scapito della gente che oggi vive il disagio abitativo ed economico.

Il presidio si è sciolto, le tende sono state risposte, si attende che il comune sblocchi il corto circuito che si è creato con la prefettura, visto che quest’ultima aveva dato esito positivo ad un incontro sull’emergenza abitativa in concerto con le parti istituzionali. Nell’attesa che il teatrino della politica si svolga, il presidio lascia piazza castello convinto che quella legittimità politica che oggi gli è stata negata vada riconquistata con la lotta.

 Aggiornamento ore 11.30: Le famiglie hanno passato la notte e si trovano tuttora davanti alla Prefettura, dimostrando la propria determinazione a non retrocedere davanti all’ennesimo ribalzamento di responsabilità. Da un’ora è in corso la conferenza stampa convocata già da ieri. Stop sfratti, una casa per tutti/e subito!

Aggiornameto ore 20: un numeroso gruppo di agenti della questura, sostenuti della presenza di reparti della celere, provoca ripetutamente il presidio delle famiglie, obbligandolo a spostarsi di alcuni metri da sotto il portico della prefettura. La provocazione, non a caso, arriva proprio approfittando del momento di minore affluenza in cui le famiglie e i bambini si allontananano dal presidio per recarsi a recuperare quanto necessario per trascorrere la notte davanti al palazzo.  Sembrerebbe che il prefetto, il quale stamane ha rifiutato di incontrare le famiglie, si sia  infastidito dalla determinazione del presidio che, di smuoversi dal palazzo, non ha nessuna intenzione: occupanti, sfrattati e senza casa hanno deciso, infatti, di rimanere tutta la notte. L’appuntamento è per domani mattina alle 10 davanti la prefettura, ove si terrà la conferenza stampa. Per la serata sono previsti spettacoli e letture per i bambini organizzati dalla cavallerizza 14.45 occupata.

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Continuano le mobilitazioni per il diritto all’abitare, contro gli sfratti e il decreto Lupi. Se il mese scorso, a Torino (e in molte altre città) il movimento per il diritto all’abitare è tornato nuovamente in piazza contro il “nuovo piano casa” del governo Renzi, occupando gli uffici dell’assessorato alla casa, dell’emergenza abitativa e recandosi direttamente dall’assessore welfare e politiche sociali Elide Tisi, ancora nessuna risposta viene data dalle istituzioni, se non finte promesse di convocazione di tavoli truffa, che di fatto non coinvolgevano neanche tutti gli attori istituzionali coinvolti. Primo grande assente infatti risulta essere il Prefetto, che ha la possibilità di graduare gli sfratti o di deciderne una moratoria. Nel frattempo, il Comune di Torino, rimbalza la patata bollente proprio alla Prefettura, per quelle che sono le richieste avanzate dalle centinaia di sfrattati e sfrattate, tra cui tra le altre cose, la moratoria degli sfratti, sgomberi e pignoramenti, oltre alla sospensione dell’art. 610 e dell’articolo 5 del Decreto Lupi sulla casa.

Questa mattina quindi, centinaia di sfrattati e senza casa si sono recati sotto la prefettura per chiedere un incontro, affinchè le parole e i rimbalzamenti non proseguano più e per chiedere che il prefetto si faccia carico di trovare una soluzione all’emergenza abitativa. La risposta, come ci si poteva aspettare, è stata negativa. Trovandosi di fronte all’ennesima situazione e davanti all’ennesimo rifiuto riguardo all’assunzione delle proprie responsabilità, le molte famiglie hanno deciso di non andarsene, continuando il presidio sotto l’edificio, con l’intenzione di non andarsene così facilmente. Dopo aver approntato un pranzo, i molti sfrattati e senza casa continuano a rimanere sotto la Prefettura determinati a non retrocedere di un solo passo davanti all’ennesimo ‘no’.

Torino, #29M: migliaia in piazza per la casa, contro sfratti e speculazioni

29_fronteSul finire della settimana di mobilitazione contro il piano casa di Renzi – che ha visto moltissime città in tutta Italia proporre iniziative e occupazioni – anche Torino segna un’importante tappa di avvicinamento alla manifestazione nazionale del 12 Aprile.

Per oggi era stato infatti lanciato un corteo regionale per il diritto all’abitare, costruito nelle scorse settimane dalle ormai tante realtà che in Piemonte si oppongono quotidianamente a sfratti e speculazioni in un territorio che sta pagando uno dei prezzi più alti dal punto di vista dell’emergenza abitativa (nel 2012 le richieste di sfratto in Piemonte sono state più di 6.600, mentre solo nel primo semestre del 2013 sono salite a 3.700, concentrate innanzitutto a Torino).

La manifestazione è partita nel pomeriggio dalle strade di San Salvario, uno dei quartieri popolari torinesi che sta subendo forti trasformazioni, le cui conseguenze si contano in primo luogo nei termini di un aumento esorbitante degli affitti e quindi del numero di sfratti. Più di un migliaio le famiglie occupanti di case, i rifugiati, gli sportelli per il diritto alla casa e non solo che hanno animato il corteo.

La manifestazione ha colpito lungo il percorso diversi obiettivi sensibili emblema o complici delle politiche abitative cittadine votate alla speculazione, a partire da un’agenzia immobiliare situata a pochi metri dalla partenza del corteo, in via Madama Cristina. Poco dopo, in piazza Carlina, è stato invece segnalato un palazzo attualmente vuoto ma destinato a essere trasformato in un hotel di lusso: si tratta della casa in cui abitò Gramsci, uno dei tanti esempi del patrimonio pubblico torinese che le giunte degli ultimi anni hanno svenduto pezzo dopo pezzo per rimpinguare le indebitate casse del Comune.

A quel punto la manifestazione è entrata nel cuore del centro cittadino, ricevendo la solidarietà di alcuni passanti che affollavano le strade nel pomeriggio, a riprova di quanto il problema abitativo sia una questione sentita con forza sul territorio. Una delle piazze storiche – piazza San Carlo – era stata completamente blindata da cordoni della celere e blindati perché sede della filiale centrale di Intesa San Paolo, la banca che detiene il debito torinese e di cui l’ex sindaco Chiamparino – ora in corsa per le imminenti elezioni regionali – è stato presidente, uno dei tanti esempi dello stretto intreccio tra la politica locale e gli enti speculativi. Il dispiego di forze dell’ordine non ha però impedito al corteo di colpire uno sportello della stessa banca situato poco più avanti, che è stato ricoperto di vernice e dalla scritta “Stop speculazioni. Stop sfratti, sgomberi e pignoramenti”.

Ancora manifesti e scritte contro la sede generale di diffusione immobiliare, fino a raggiungere l’ultimo obiettivo della manifestazione, una delle sedi del consiglio regionale piemontese: qui sono state ricordate le pesanti responsabilità delle ultime giunte nella dismissione del welfare locale e nelle politiche di speculazione edilizia (proprio giovedì per lanciare il corteo era stato occupato l’enorme grattacielo in costruzione in via Nizza di proprietà della Regione). In particolare l’ultima giunta Cota, al centro dello scandalo di “rimborsopoli” e da sempre fervida sostenitrice della devastazione e dello sperpero di denaro pubblico in corso in valle di Susa con il Tav. Il palazzo è stato bersagliato con uova e vernice, a lanciare un messaggio chiaro anche alla nuova giunta che si prepara a insediarsi.

Poco dopo il corteo è terminato in piazza Castello, dove dal microfono del furgone si sono alternati diversi interventi delle realtà che hanno animato la giornata di oggi. Forte il rilancio di tutti verso la manifestazione del 12 Aprile per rispondere all’attacco sferrato dal governo Renzi con il piano-casa e ribadire che l’unica grande opera che quella piazza chiederà a gran voce sarà la garanzia di casa, reddito e dignità per tutti e tutte.

#29Marzo corteo regionale a Torino: Una sola grande opera, casa, reddito per tutti!

29Sabato 29 marzo a Torino si terrà una manifestazione regionale per il diritto all’abitare. Contro il “nuovo piano casa” del governo Renzi, assolutamente insufficiente per le molte famiglie che oggi vivono l’emergenza abitativa, un attacco ai movimenti per il diritto all’abitare e alla dignità delle famiglie sotto sfratto. Un corteo contro le politiche di austerità, contro i tagli, contro lo sperpero di denaro pubblico. Un manifestazione alla quale parteciperanno tutti coloro che oggi portano avanti delle lotte sul territorio: dai lavoratori che  si vedono cancellare i diritti acquisiti con anni di lotte, ai precari contro il JobAct di Renzi che aumenta il lavoro precario cancellando qualsiasi prospettiva di vita presente e futura, alle lavoratrici delle scuole, contro la chiusura degli ospedali, come successo per il Valdese – polo di eccellenza piemontese – smantellato dalla Regione Piemonte dal presidente Cota, fino ai disoccupati, agli studenti, alle famiglie sotto sfratto, agli occupanti di case. Per far sentire la tua/nostra voce, per iniziare a costruire insieme un percorso di lotta comune, partenza ore 15 da C.so Marconi angolo via Madama Cristina.

Le parole e le promesse del governo Renzi su una possibile ripresa ormai risuonano vuote, frutto di una politica sempre più lontana dalla vita reale delle persone. Disoccupazione, mancanza di reddito, tagli ai servizi sociali, sperpero di denaro pubblico, l’attacco ai diritti fondamentali, sfratti, sono l’unica certezza che il governo sa darci. Negli anni abbiamo assistito a vari cambi di poltrona – gli ultimi da Monti a Letta ed ora Renzi – però mai un cambiamento positivo per noi. Anzi ci chiedono di fare sempre più sacrifici per poter uscire da una crisi che noi non abbiamo creato, il debito privato diventa debito pubblico mentre i soliti noti continuano ad arricchirsi alle nostre spalle.

Mentre c’è chi continua ad arricchirsi in tempo di crisi – e la crisi non colpisce tutti nello stesso modo – molte famiglie continuano ad avere l’incubo dello sfratto, della mancanza di reddito, di una mancata prospettiva di vita presente e futura. Il decreto legge recante “Misure urgenti per l’emergenza abitativa” varato dal Consiglio dei Ministri non aiuta minimamente chi vive il disagio abitativo: non si parla di blocco degli sfratti, non ci sono affitti calmierati per famiglie mono reddito, non si rilancia l’edilizia popolare, il fondo salva sfratti per le morosità incolpevole è a dir poco ridicolo (60 milioni di euro previsti per il 2014 e 2015 a fronte della marea montante degli sfratti). Ciliegina sulla torta è l’attacco alle occupazioni abitative: l’art 5 del piano casa impedisce l’acquisizione della residenza e l’allaccio delle utenze negli stabili occupati. Attaccare le occupazioni abitative – unica e concreta soluzione per chi oggi viene sfrattato – significa attaccare la dignità di chi oggi vive un disagio economico-abitativo. Il diritto all’abitare dovrebbe essere garantito dalle istituzioni che invece trattano l’emergenza abitativa come un problema di ordine pubblico, sfrattando famiglie senza dare loro soluzioni alternative reali e rendendo loro la vita difficile se queste si organizzano in modo autonomo.

Il senso del nuovo “piano casa” è chiaro: favorire le rendite dei palazzinari, dei gruppi immobiliari, dei grandi costruttori edili. Invece sono completamente escluse le situazioni di vero disagio, gli sfrattati, le famiglie con un solo reddito precario o senza reddito, condannati sempre di più all’emarginazione. Il governo Renzi rilancia attaccando la dignità di tutti e tutte. Sta a noi, corpo sociale colpito maggiormente dalle politiche di austerity posizionarci prepotentemente nell’agenda politica del governo. Le giornate del 12 aprile a Roma e del 1 maggio sui territori possono essere occasioni per costruire momenti di contrapposizione e conflitto.

 

Ascolta Valentina del Progetto PrendoCasa-Torino sul “piano casa” e manifestazione del#29M:

Torino, occupato grattacielo della Regione. Verso il #29M, #ribaltiamoilpianocasa

29marzo_corteoAnche Torino risponde all’appello lanciato dalla rete Abitare nella crisi per una settimana di iniziative sul tema del diritto alla casa dal 23 al 30 marzo: questo pomeriggio occupanti di case, migranti e attivisti del movimento per il diritto all’abitare hanno infatti occupato il grattacielo in costruzione in via Nizza che ospiterà gli uffici della Regione Piemonte, esempio lampante della speculazione edilizia sul territorio torinese.

Una parte di loro è salita sul palazzo e ha poi calato dalle impalcature che lo circondano un lungo striscione che recitava “Contro sfratti e speculazioni #ribaltiamoilpianocasa”.

Dopo il presidio tenutosi giovedì scorso sotto la Prefettura (contemporaneamente a molte altre città), l’iniziativa di oggi ha ribadito nuovamente l’ostilità dei movimenti per il diritto alla casa nei confronti del nuovo governo, che sul tema della casa è andato subito all’attacco dei percorsi di occupazione e riappropriazione degli ultimi mesi stilando per mano di Lupi il “piano-casa” che contiene il famigerato articolo 5.

Il blitz al grattacielo della Regione ha poi rilanciato verso l’appuntamento di questo sabato per il corteo regionale per il diritto alla casa: un momento territoriale importante in cui dare parola e visibilità alla lotta contro sfratti e speculazioni (che in Piemonte ha raggiunto cifre tra le più alte in Italia) e accumulare forza in vista della sollevazione del prossimo 12 Aprile.

Una sola grande opera: casa e reddito per tutti/e!

Torino: verso il #29M, assedio alle risorse e all’austerity

Maison avec un mégaphoneMentre in tutta Italia si susseguono quotidianamente sfratti e sgomberi e il neo-governo Renzi – per mano del ministro Lupi – sferra il proprio attacco al diritto all’abitare presentando il “piano-casa”, sui territori si moltiplicano gli appuntamenti di lotta in vista della giornata di mobilitazione nazionale del 12 Aprile. A Torino, una delle città in cui l’emergenza abitativa è particolarmente forte, si prepara un corteo regionale per il diritto alla casa per il 29 marzo. Appuntamento per lunedì 24 per un’assemblea cittadina in cui costruire assieme la giornata di lotta. Di seguito l’appello:

Stiamo assistendo ai proclami quotidiani del governo Renzi, che dipinge una ripresa economica forte, la risoluzione del problema occupazionale e sensazionali misure che dovrebbero garantire una casa anche alle fasce più deboli.

Ma la realtà che viviamo nei nostri territori tutti i giorni è ben diversa e la ricetta proposta dal nuovo governo è in piena continuità con il governo dell’austerity prima di Monti e poi di Letta.

Nei nostri territori, sempre di più i movimenti ed interi spezzoni sociali si sono organizzati per costruire un alternativa reale basata su processi conflittuali che rivendicano una vita dignitosa.

In risposta ad un’emergenza abitativa sempre più estesa, i movimenti per il diritto all’abitare hanno moltiplicato gli sportelli casa, le resistenze agli sfratti e le occupazioni abitative. Sempre più persone colpite dalla crisi e stufe delle false promesse di politicanti di professione hanno deciso di autorganizzarsi dando vita a percorsi di occupazione che oltre a soddisfare il bisogno primario di casa hanno creato contraddizioni nei quartieri dove si sono sviluppate.

Sempre di più il percorso di riappropriazione della casa ha intersecato altre lotte, quelle dei facchini che si ribellano a condizioni di lavoro sempre più denigranti, quelle degli abitanti delle case popolari minacciati di sfratto da ATC e Regione e tartassati da utenze e spese insostenibili ed ancora quelle dei lavoratori e degli utenti degli Ospedali che la Giunta Regionale vuole chiudere e dei lavoratori del sociale e delle scuole sottoposti a tagli insostenibili affiancati dai genitori degli alunni che frequentato scuole sempre più fatiscenti.

Lotte che a partire dal corteo del 19 Ottobre a Roma hanno dimostrato di sapersi organizzare indipendentemente dalle agende politiche di Governo, Regioni, Partiti e Sindacati Confederali dando vita a un movimento in grado di rivendicare un uso diverso delle risorse pubbliche e processi decisionali nei territori che nascono dal basso ed esprimono forza conflittuale.

Proprio la ricomposizione delle lotte sociali che si è data a partire dal movimento per il diritto all’abitare e che ha portato decine di migliaia di persone ad assediare i palazzi del potere il 19 a Roma sta dimostrando la forza che queste lotte hanno e sta scatenando le risposte del Governo.

Non è un caso che Renzi nel piano casa, abbia portato un attacco frontale ai percorsi di occupazione, negando la residenza e le utenze agli occupanti. Sempre di più questi percorsi dimostrano l’inconsistenza delle politiche economiche e sociali dei governi che si sono succeduti e danno una risposta forte e concreta dal basso in grado di connettersi con le altre lotte dei territori.

Sempre di più a partire dal 19 Ottobre Romano nella nostra Regione si sono aperte vertenze e percorsi conflittuali che si contrappongono all’agenda politica della Casta.

Sotto Regione e Comune, nei luoghi di lavoro e nei propri quartieri si sono costruite iniziative per rivendicare un uso diverso delle risorse. Risorse ad oggi usate per la costruzione di grandi opere che devastano i territori, prime fra tutto l’altra velocità o che ci dissanguano per costruire palazzi vetrina come il grattacielo della Regione Piemonte. Risorse dirottate direttamente nel portafogli dei costruttori e palazzinari mentre agli abitanti delle case popolari si richiede il pagamento di 480 Euro a chi è senza reddito per evitare uno sfratto. Risorse usate per mantenere i vizzi di consiglieri regionali, mentre chiudono gli ospedali come il Gradinigo e le nostre scuole cadono a pezzi.

Siamo convinti allora che i nostri territori siano sempre più dei veri terreni di battaglia dove sperimentare e creare nuove forme aggregative e di lotta che ricompongano le lotte sociali che si stanno dando nella nostra regione e che il 29 Marzo con forza si riprendano la città di Torino.

Contrapponendo all’immagine vetrina, ai grattaceli in costruzione ed alle vuote parole da campagna elettorale, l’immagine di chi con forza sta costruendo un alternativa reale che il 12 Aprile insieme ai movimenti nazionali della rete di abitare nella crisi assedierà con forza di nuovo i palazzi del potere e il Governo Renzi.

In vista del corteo regionale del 29 marzo a Torino che vedrà scendere in piazza il movimento per il diritto all’abitare, invitiamo tutte le realtà cittadine e tutti coloro che sono interessati, lunedì 24 marzo all’ex macello, via M. Pescatore 7 alle ore 21 per un’assemblea cittadina.

Vogliamo che la giornata del 29 sia ricca di contenuti e partecipata da tutte le istanze e le lotte che attraversano il nostro territorio.

A poche settimane dall’insediamento del nuovo governo regionale e a fronte dei tagli e delle privatizzazioni, vogliamo lanciare un segnale chiaro, lanciare una sfida a chi siederà su quella poltrona con la creazione di “una carta d’intenti”che equivale alla nostra agenda di lotta per la primavera che verrà.

Siamo in tanti a difendere il territorio, la salute, la scuole, a reclamare un reddito e ripensare il welfare.

Scendiamo in piazza insieme, costruiamo un futuro diverso!

Assemblea per il 29 Marzo