Dall’inizio della crisi economica sempre più fasce sociali vengono investite dai processi di proletarizzazione dato dal continuo livellamento verso il basso dovuto alle politiche di austerità e alla trasformazione sistemica.
Se la crisi e i suo effetti – leggi gestione capitalistica di scarico dei costi ai danni delle fasce più poveri e/o in fase di impoverimento – da un lato producono povertà ed esclusione sociale, dall’altro lato la ricchezza prodotta e non redistribuita rimane nelle mani di quel 1% della popolazione mondiale che possiede la totalità della ricchezza prodotta.
Nel rapporto diffuso da Oxfam alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos, rivela che negli ultimi 12 mesi il divario tra i più ricchi e il resto del mondo è cresciuto drasticamente. La crescente disuguaglianza sociale ed economica si abbatte in modo catastrofico sulle fasce sociali più povere: i dati diffusi da Oxfam rivelano come dal 2010, 3,6 miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale, ha visto la propria quota di ricchezza ridursi di circa 1.000 miliardi di dollari, mentre i 62 super ricchi invece registrano un incremento di oltre 500 miliardi di dollari, arrivando così ad un totale di 1.760 miliardi di dollari, in un contesto che continua a lasciare le donne in condizione di grave svantaggio (perfino tra i 62 super-ricchi solo 9 sono donne).
Sempre dai dati diffusi da Oxfam, questa disuguaglianza sociale viene registrata anche in Italia. I dati sulla distribuzione nazionale della ricchezza del 2015 evidenziano come l’1% più ricco degli italiani sia in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta.
Dal 2010 al 2015 l’incremento della ricchezza prodotta è finita tutta nelle mani di quel 10% più ricco degli italiani. Se a questo si aggiungono la perdita del posto di lavoro, i licenziamenti facilitati dalla riforme del governo Renzi attraverso il Jobs Act, lo smantellamento del welfare e l’ esclusione dai servizi dovuti alla rigidità dei parametri di gerarchizzazione sociale, il 2016 non porterà quei miglioramenti tanto decantati dal governo Renzi dove tutto o quasi è in continua ripresa e dove l’ottimismo di propaganda politica sostituisce il dato di realtà sociale odierno.
Non saranno i dati registrati dalla società Oxfam a smuovere i potenti per sanare il divario fra ricchi e poveri ma starà a noi munirci di quegli anticorpi sociali e di contrapposizione all’impoverimento crescente.