COMPAGNIE E FONDAZIONI: storie di ordinari guadagni e amicizie

Il progetto di sgombero assistito, se ancora cosi si può chiamare, dell’ex Moi sarà coordinato e gentilmente sponsorizzato dalla Compagnia di San Paolo.
Ecco che rispuntano i soliti nomi, quelli del famoso “Sistema Torino”, costituito da banche, lobby, speculatori e palazzinari che gestiscono e governano, nei fatti, la nostra città. Questi nomi da un lato tengono per il bavero il comune più indebitato d’Italia, dall’altro si propongono come i filantropi salvatori di un welfare sempre più residuale e meno ridistributivo. Riassumiamo le critiche sulla gestione privata del welfare:
Gli enti privati devono essere produttivi e guadagnare aumentando il loro profitto attraverso l’acquisizione agevolata di territorio pubblico, sottraendo possibilità e risorse ai cittadini. Inoltre i privati si rifanno il lifting proponendo un’ immagine da vendere attraverso la propria pubblicità che poi si tramuterà in guadagni materiali. Sempre e solo per loro.
Gli enti privati non agiscono nel sociale perché filantropi, questa è l’immagine che ci trasmettono e che gli è comoda per continuare l’operato della banca di cui sono una branchia. La loro azione è finalizzata a guadagnare dall’enorme business che sta nascendo attorno alle questioni sociali, mentre è in atto la sfrenata privatizzazione del welfare. Quindi, la ridistribuzione della ricchezza non è contemplata nei loro propositi, anzi…
Oltre a non garantire la ridistribuzione della ricchezza per gli utenti dei loro servizi, non la garantiscono nemmeno per i lavoratori delle innumerevoli organizzazioni no profit che circolano e sostengono l’operato di questi enti privati di welfare, spesso volontari del sociale inconsapevoli del business alla base del loro operato.
Gli enti privati sono tutelati dalle onnipresenti regole sulla concorrenza, oltre spesso ad avere strutture organizzative complesse e ramificate sul territorio. Quindi, il mitico e spesso invocato potere democratico non può nulla nei suoi confronti.
In conclusione, bisogna disarticolare e rompere la catena di potere che negli anni delle varie giunte PD ha fondato il “Sistema Torino”, non continuare a perpetuarlo.