Nuovo appuntamento all’interno della settimana #15-22G.
Quotidianamente e da tempo ormai ci troviamo nella condizione di doverci confrontare con questa crisi economica ed istituzionale che pur non avendo contribuito a creare sentiamo pesare solo sulle nostre spalle, di noi lavoratori, disoccupati, migranti, studenti, precari, pensionati, madri e padri di famiglia che hanno figli da mantenere, un mutuo da pagare, che non riescono ad arrivare a fine mese.
Ci dicono che noi dobbiamo vivere in un regime di austerità perchè le casse dello Stato sono vuote e poi assistiamo a uno scenario di soldi pubblici gettati in opere inutili e stipendi da capogiro mentre va avanti un teatrino della politica che palesa e forza sempre più il divario tra persone vere e quella che si può ben definire una casta, che mira solo a riprodurre se stessa e tenersi ben strette le sue poltrone, che ha perso qualsiasi legittimità nel rappresentarci; ha sicuramente perso qualsiasi credibilità o falsa pretesa di legalità, in un Piemonte recentemente segnato da squallide storie di assurdi rimborsi e corruzione che ha infangato senza possibilità di ritorno un’amministrazione regionale e comunale, che da quando ha la pretesa di amministrarci altro non ha fatto se non tagliare fondi all’istruzione, alla sanità, ai servizi, e che va a braccetto con un governo che ci prende in giro, e adesso vuole ulteriormente strozzinarci con vecchie nuove tasse, prima su tutte la Tares.
Torino è la capitale di sfratti d’Italia, ogni giorno nuclei famigliari, italiani e stranieri, perdono il tetto sopra la testa perchè non riescono più a pagare un affitto sempre più alto, – come pagare un affitto quando non si trova un lavoro?- mentre le risposte dell’ente preposto all’emergenza abitativa sono inadeguate (se non nulle) e lasciano campo libero alle mille declinazioni della speculazione, dai palazzinari e agenzie private fino all’ housing sociale. Mentre le liste per la casa popolare si fanno sempre più lunghe e irraggiungibile diventa l’assegnazione, e mentre aumentano i numeri delle vittime della crisi, ancora pensano di accontentarci con un fondo salva sfratti ridicolo sia in dimensioni sia in criteri di accessibilità. Privatizzazioni e dismissioni del suolo pubblico sono all’ordine del giorno e il prezzo che paghiamo è una sempre maggior precarizzazione e un generale impoverimento delle nostre vite.
Sempre più però sono coloro che a fronte di questo triste scenario cercano un’alternativa e prendono la strada di chi non cede al ricatto in atto sulle nostre esistenze, tenendosi ben stretta la propria dignità: la strada di chi decide di riprendersi ciò che gli spetta, i propri spazi, i propri tempi, una migliore qualità della vita, di riappropriarsi di tutti quei diritti che gli sono stati negati.
Come?
Ad esempio riprendendosi le case lasciate vuote a marcire per dare una casa a chi non l’ha o per fare una palestra per tutti; o andando a bloccare gli sfratti di quelli che sono venuti a darti una mano con il tuo perchè uniti dagli stessi bisogni e dalla stessa controparte possiamo vincere; dando vita a comitati di quartiere che decidano davvero sui loro quartieri, contro una riqualificazione urbana che alza alle stelle i prezzi di affitti e di ogni cosa, rendendo invivibili ai più intere zone, e spingendo chi non può permetterselo in periferia; scendendo in piazza con i rifugiati affinchè ottengano la residenza per poter mandare a scuola i figli e accedere alle cure sanitarie; stando al fianco degli studenti e i giovani che non ne possono più di scuole che crollano in pezzi, di borse di studio soppresse che sottraggono loro desideri e futuro, e pure di pagare biglietti per i mezzi pubblici sempre più alti; solidarizzando con i lavoratori in sciopero, dai facchini al settore trasporti, contro licenziamenti e privatizzazioni; ed anche alzando la voce per chiedere che il costo delle bollette sia direttamente proporzionale al reddito di ciascuno.
Per il 20 di gennaio in tutta Italia sono previste mobilitazioni e blocchi che affrontino e rivendichino tutti quanti questi temi di casa e reddito e poi ancora salute, lavoro, studio. A Torino abbiamo deciso di attraversare quella giornata andando a chiedere conto alle grandi aziende che gestiscono le utenze del caro bolletta, andando ad indicare i responsabili di uno strozzinaggio che si fa maggiormente pesante in tempi di crisi, e portando con determinazione la nostra vertenza: l’adeguamento del costo delle bollette al reddito di chi deve pagarle; chi non ha niente quindi, non deve pagare niente e non può per questo rimanere senza acqua e luce: queste devono infatti essere garantite per tutti! Per questo il nostro appello è quello di trovarci tutti sotto l’IREN in Via Confienza 10 in data lunedì 20.
RIBALTIAMO L’ AUSTERITY CON..IL TAGLIO DELLE BOLLETTE!