un quartiere che resiste

La paura di perdere la propria casa e’ sempre molto forte. L’avvento dell’ ufficiale giudiziario implica sempre una certa preoccupazione nella famiglia che deve subire uno sfratto, ma ieri in lungo dora Voghera c’era qualcosa di più…Il valore aggiunto alla giornata di ieri, non erano soltanto gli attivisti del Progetto PrendoCasa presenti fin dal primo mattino, ma erano tutto il quartiere,i/le ragazzi/e, i/le signori/e che autonomamente hanno portato il proprio supporto alla famiglia di Patrizia. Il clima di solidarietà espressa ieri, la determinazione a resistere (fino alle 21 di sera, termine ultimo per poter notificare lo sfratto) e’ stato un segnale molto forte per tutti gli attori in causa: ATC, Comune e tutti gli apparati burocratici e polizieschi della nostra città.

Se l’ufficiale giudiziario, arrivato verso le 9 del mattino ma che MAI si e’ avvicinato al folto gruppo di resistenti che presidiavano l’ingresso del palazzo, non ha avuto il coraggio di fare il proprio “lavoro”, ma diciamo semplicemente che non si e’ voluto esporre, qualcosa vorrà dire, un motivo ci sarà. Questa anomalia di non notificare lo sfratto alla famiglia e’ successo (forse…) rarissime volte, perché, senza la notifica di avvenuto accesso, le norme prevedono che si ricominci tutta la procedura di sfratto, quindi una vittoria per la famiglia, ma poco conveniente per chi su quella casa intende specularci.

Poco conveniente per le istituzioni, non solo per la ripresa in carico del caso e la rimessa in moto della macchina burocratica, ma soprattutto per il precedente che tale gesto ha creato; tutti ieri (28 sett ) hanno visto quello che e’ successo, l’immagine di un funzionario del comune andare via venendo meno al suo compito e quell’immagine pone un precedente assai forte nella gente comune che oggi sembra rassegnata allo stato di cose presente: porre resistenza, creare solidarietà attiva e’ vincente di fronte all’arroganza istituzionale che vuol farci pagare la crisi, facendoci perdere la casa.

Certo questa e’ una piccola vittoria ma un primo passo per una strategia vincente!

Detto questo, vale la pena conoscere a fondo tutta la storia di questa casa (e dello stabile), per capire quali altri attori si muovono nell’ombra…

Prima proprietaria l’ATC (Agenzia Territoriale per la Casa) che anni fa decise  di offrire “l’opportunità” ai propri inquilini di riscattare l’alloggio in cui vivono. La famiglia (6 persone la mamma con 5 fratelli), riceve in eredità la casa ma a causa di ipoteche per prestiti dovuti a ditte non andate a buon fine le banche se ne appropriano una prima volta. Con enormi sacrifici la famiglia la riscatta una seconda volta, ma la crisi, si sa, in questo periodo morde e non lascia tregua… Così occorre scegliere tra il mangiare, i vestiti e le scuole  per le proprie figlie o il pagare il riscaldamento. I debiti aumentano (anche grazie a dubbie scelte effettuate dall’amministrazione del condominio attraverso l’inganno specie dei condomini più anziani) così la famiglia decide di vendere l’alloggio. Solo allora si scopre di avere lo stesso ipotecato proprio su richiesta dell’amministrazione del condominio stesso. E qui inizia l’incubo, in men  che non si dica la casa viene messa all’asta e venduta.

Sembra che siano più di uno gli attori che cercano di speculare su questo condominio.

Uno sicuramente e’ l’amministratore che attraverso i lavori di ristrutturazione dello stabile (le scelte dubbie citate sopra…) fa lievitare il costo dell’immobile e degli alloggi, dissanguando quelle famiglie che, in condizioni economiche difficili, presto si troveranno ad avere debiti con il condominio e quindi l’amministratore potrà procedere all’ipoteca della casa, facendo chiaramente la “cresta” sulla vendita.

Il secondo e’ questo sconosciuto acquirente che non dice niente ma che compra senza batter ciglio che chiaramente grazie all’amministratore usufruisce di una corsia preferenziale per poter acquistare gli alloggi. Acquirente sconosciuto a tutti, come afferma Patrizia su La Repubblica.

Queste sono solo supposizioni, ma di certo sappiamo che queste operazioni sono all’ordine del giorno, dove imprenditori, banche, industriali, grandi proprietari immobiliari, cercano di trarre il maggior profitto scaricando il costo della crisi sui cittadini, tagliando diritti e welfare sociale;ma sappiamo anche che lottare per i propri diritti, costruendo percorsi di resistenza sociale sono possibili.

Alessandria – Una settimana di mobilitazione!

Venerdì 24 Settembre alle ore 8,00 in Via Viora, picchetto antisfratto per difendere cinque famiglie auto assegnatarie di abitazioni che erano lasciate abbandonate dall’ATC e utilizzate come magazzini.

Lunedì 27 Settembre, in contemporanea con il Consiglio Comunale, fiaccolata per il diritto alla casa. Ritrovo alle ore 20 e 30 alla palazzina di Via Carlo Alberto 14, che si troverà sotto sfratto tre giorni dopo, fino a raggiungere Palazzo Rosso.

Giovedì 30 Settembre alle ore 8,00 in via Carlo Alberto 14, picchetto antisfratto per difendere quindici famiglie con lo sfratto esecutivo.

I picchetti antisfratto saranno determinati ad impedire, con ogni mezzo necessario, che le famiglie si ritrovino a vivere in mezzo a una strada.

Alessandria – Il diritto all’abitare è un bene comune

Appello per una settimana di mobilitazione

Siamo ormai arrivati ad una vera e propria emergenza. La crisi finanziaria si sta trasformano sempre di più, giorno dopo giorno, in una vera crisi sociale.

Gli sfratti subiti dalle famiglie in difficoltà aumentano esponenzialmente, oltre 800 sono le famiglie in graduatoria per vedersi assegnata una casa popolare, gli assistenti sociali continuano a rispondere che non vi sono soldi per aiutare le persone in difficoltà, decine di case popolari aspettano da anni di essere ristrutturate e assegnate alle famiglie bisognose, il patrimonio pubblico viene svenduto ai privati invece di essere riconvertito.

Eppure vediamo nuovi quartieri crescere come funghi, i soliti palazzinari guadagnare centinaia di migliaia di euro in operazioni di speculazione edilizia, migliaia di case di proprietà di gruppi immobiliari lasciate vuote per determinare un continuo aumento del costo degli affitti che incidono ormai per oltre il 50% su uno stipendio normale di 1000 euro.

Le Istituzioni balbettano, le promesse di convocazione di un tavolo sull’emergenza abitativa da parte del Prefetto non hanno avuto seguito, il Sindaco di Alessandria, dopo aver dichiarato in Consiglio Comunale che considera la Rete Sociale per la Casa un interlocutore, sembra essersene dimenticato e non ha promosso nessun tavolo di trattative.

Intanto le vite di centinaia di famiglie nella sola Alessandria, sono minacciate di essere sfrattate o sgomberate. Perdere la casa significa molto di più di quattro mura, significa la perdita della dignità, della possibilità di guardare al futuro per se, ma cosa ancora più grave per i propri figli.

E’ a partire da questo che ha iniziato il suo lungo cammino la Rete Sociale per la Casa, nell’intenzione di restituire dignità alle persone a cui le Istituzioni vorrebbero toglierla, nella convinzione che solo collettivamente e dal basso è possibile far valere i più elementari diritti oggi calpestati.

Quello che sta per succedere ci dice che il livello di conflittualità sociale potrebbe aumentare fino ad esplodere in pochi mesi. E noi siamo da sempre convinti che il conflitto sociale sia il sale di una democrazia sempre meno capace di rispondere ai bisogni collettivi.

Con la fine dell’estate il rito macabro degli Ufficiali Giudiziari che bussano alle porte per eseguire le sentenze di sfratto ha ripreso il suo ritmo costante. Un rito reso ancora più grottesco dalla mancanza di soluzioni alternative per le famiglie. Sembra suonare così questa storia: noi buttiamo te e la tua famiglia fuori casa ma non siamo in grado di proporre nessuna alternativa, intanto di ponti sotto cui ripararsi la città è fornita.

A partire da questa vera vergogna cittadina, la città di sotto, quella che non ha perso la voglia di lottare e ribellarsi alle ingiustizie, lancia una nuova settimana di mobilitazione per il diritto all’abitare.

Venerdì 24 Settembre alle ore 8,00 in Via Viora, picchetto antisfratto per difendere cinque famiglie auto assegnatarie di abitazioni che erano lasciate abbandonate dall’ATC e utilizzate come magazzini.

Lunedì 27 Settembre, in contemporanea con il Consiglio Comunale, fiaccolata per il diritto alla casa. Ritrovo alle ore 20 e 30 alla palazzina di Via Carlo Alberto 14, che si troverà sotto sfratto tre giorni dopo, fino a raggiungere Palazzo Rosso.

Giovedì 30 Settembre alle ore 8,00 in via Carlo Alberto 14, picchetto antisfratto per difendere quindici famiglie con lo sfratto esecutivo.

I picchetti antisfratto saranno determinati ad impedire, con ogni mezzo necessario, che le famiglie si ritrovino a vivere in mezzo a una strada.

La fiaccolata a cui parteciperanno donne, uomini, giovani, anziani e bambini avrà lo scopo di portare sotto palazzo Rosso, le voci cariche di rabbia degna delle famiglie sotto sfratto.

A tutte le organizzazioni sociali, ai centri sociali, ai sindacati di base, al mondo dell’associazionismo, alle reti antirazziste, ai movimenti in difesa dei beni comuni, ai movimenti di lotta per la casa piemontesi, ai singoli cittadini, chiediamo di unirsi a questa battaglia per la dignità.

Reddito e casa per tutti, sfratti per nessuno!

Se lo sfratto è legge, resistere è giustizia!

Rete Sociale per la Casa

Via Piave 65 Alessandria

www.alessandriainmovimento.info

www.globalproject.info

alessandriainmovimen-to@gmail.com