Rilanciamo la battaglia contro il Piano casa! Ci vediamo il 24 luglio in Val di Susa

stop-evictionsIn tutta Italia continuano a susseguirsi episodi drammatici sul fronte abitativo. L’ultimo ieri [ 9 luglio, N.d.E.] a Cologno Monzese, dove il sostegno alla resistenza a uno sfratto per morosità è stato represso con 6 arresti.

Negli ultimi giorni a Bologna c’è stato l’ennesimo suicidio di una persona sotto sfratto, mentre la magistratura ha emesso un provvedimento contro l’ingiunzione del comune per il legittimo riallaccio della fornitura idrica all’occupazione dello stabile ex Telecom e ai due palazzi di via Mario de Maria.

Proseguono anche gli sgomberi in varie città di spazi abitativi e sociali, come lo spazio popolare Neruda a Torino.

Una stagione estiva sempre più costellata di segnali negativi e di rinnovata aggressività contro i movimenti sociali che provano a produrre resistenze e conflitto, mentre mancano completamente iniziative di sostegno alla povertà e di welfare. Anzi, sia i diritti che le tutele sociali minime vengono lentamente e inesorabilmente attaccati o completamente soppressi.

L’appuntamento del 24 luglio prossimo di Abitare nella Crisi in Val di Susa deve necessariamente assumere il connotato che serve. Il confronto che abbiamo avuto a Firenze è stato sicuramente utile e le iniziative che in diverse città si sono prodotte testimoniano una buona e diffusa vitalità sul piano territoriale. Ma l’articolo 5, le minacce e gli sgomberi delle case popolari, gli sfratti, l’assoluta assenza di politiche abitative pubbliche rimangono una necessità da affrontare come questione nazionale.

Il cosiddetto “piano casa” dell’ex ministro Lupi, l’utilizzo delle risorse, il tema del reddito e dell’organizzazione delle lotte contro carovita/bollette/affitti sono l’orizzonte con il quale da tempo proviamo a misurarci e quindi riteniamo utile rivederci in uno spazio del conflitto come la Val di Susa per condividere ipotesi e percorsi di mobilitazione prossimi futuri.

Facciamo in modo che l’attivismo impegnato sul fronte dell’abitare, dalle lotte contro gli sfratti alle battaglie contro le devastazioni ambientali, si incontri numeroso e si confronti sulle pratiche, sui bisogni e sui desideri.

Ci vediamo in Valle!

Abitare nella Crisi

Report dell’Assemblea di Abitare nella Crisi a Napoli

nap-300x200L’assemblea nazionale di “abitare nella crisi” che si è tenuta a Napoli domenica 1 Marzo ha visto la partecipazione di delegazioni dei movimenti per l’abitare provenienti da tante città del paese a testimoniare la pervasività e il respiro che ha assunto questa rete. Gruppi di attivisti sono venuti, oltre che da Napoli, da Roma, Cosenza, Palermo, Bologna, Pisa, Torino, Firenze, Milano, Modena, Parma. Ne è scaturita una discussione inevitabilmente ampia, ma di cui è possibile rintracciare una serie di fili comuni.

Innanzitutto il bilancio di una fase complicata, caratterizzata nei mesi scorsi dall’ondata repressiva degli sfratti e degli sgomberi particolarmente aggressiva in alcune città come Milano, Roma, Firenze sostenuta da autentiche campagne di stampa per delegittimare socialmente gli occupanti-casa, da teoremi giudiziari, arresti e restrizioni della libertà personale, mentre strumenti normativi come l’art. 3 e il famigerato art. 5 del “piano casa” intervenivano a incidere direttamente sull’esperienza sociale delle occupazioni e su tutti quei dispositivi di riappropriazione diretta che hanno rappresentato una pratica diffusa di resistenza e di risposta alle politiche di austerity e di precarizzazione.

Un quadro che ha visto però il dispiegarsi di una resistenza sociale significativa capace, ad esempio a Milano, di suscitare la nascita di comitati antisfratto e relazioni mutualistiche anche fuori dai quartieri storicamente più interessati dalle occupazioni e dai processi di autorganizzazione dei subalterni. Grazie al conflitto sociale si sono aperte contraddizioni nello stesso partito di governo (il Pd), come verificato dai movimenti per l’abitare di Roma, almeno in merito a quelle parti del piano casa che sono diventate immediatamente riconoscibili come una forma di “guerra ai poveri”. Crepe da allargare mantenendo alta la pressione sugli enti locali, cercando risposte concrete al disagio di norme che ledono fondamentali diritti (dalla scuola all’assistenza sanitaria) tramite una vertenzialità diffusa ed iniziative di lotta che si stanno riproducendo in parecchie città, da Napoli a Pisa, Bologna e Palermo, per inceppare l’applicazione della legge, puntare alla eliminazione definitiva di questi articoli che finora hanno retto alla prova dei ricorsi amministrativi, oltre che al ribaltamento complessivo di un provvedimento che, attraverso i soldi investiti a pioggia nella politica dei “buoni” e la truffa dell’housing sociale, sostiene i privati e il mercato cancellando l’edilizia residenziale pubblica e con essa larghi settori di popolazione che soffrono una sempre più acuta precarietà ed emergenza abitativa.

Alle misure contenute nel “piano casa” si è aggiunta la riforma del modello ISEE che nei fatti rende invisibili gli occupanti casa come altre categorie di precari e di poveri, cercando di escluderli in tal modo dall’accesso a forme di sostegno al reddito, mense scolastiche, agevolazioni e quant’altro. Dello stesso tenore molte leggi regionali sulla casa, pensate pero lo più come strumenti urbanistici, che già da anni si erano caratterizzate per la sudditanza agli interessi dei costruttori. Lalegge in corso di approvazione in Toscana fa un ulteriore passo connaturandosi tout court come una versione locale della “Legge Lupi”, con l’esclusione degli occupanti dai bandi per le case popolari e la svalutazione del ruolo delle rappresentanze degli inquilini. Su proposta del movimento della casa di Firenze si è deciso perciò di lanciare il 10 Marzo iniziative dislocate nelle città in contrapposizione a questo modello. Successivamente si è pensato di tenere un’assemblea a Firenze con delegazioni nazionali e un’iniziativa congiunta contro l’art.5. Passaggi in vista di un nuovo ciclo di mobilitazioni che abbia come controparti, oltre al governo, le regioni e individui nella battaglia contro le risorse sperperate nel sistema delle grani opere e dei grandi eventi e quindi anche dei fondi europei, un terreno di lotta per sostenere il diritto all’abitare.

Del resto, laddove non si determinano in scelte esclusivamente repressive, le politiche pubbliche per la casa hanno comunque un profilo sempre più emergenziale, escludente e precario. La governance locale, infatti, spesso preferisce moltiplicare le emergenze piuttosto che affrontarle, per garantire lauti profitti alle lobby speculative, cercando allo stesso tempo di calmierare le contraddizioni e i conflitti, come dimostra la vicenda di mafia capitale. Uscire dalle politiche emergenziali, pur valorizzando i risultati parziali delle lotte, è l’orizzonte indispensabile dei movimenti per l’abitare che non intendono in nessun modo “gestire” l’emergenza ma piuttosto moltiplicare ed estendere i conflitti. Un risultato di riferimento si può individuare per ora nella delibera approvata dalla Regione Lazio in conseguenza dell’imponente ciclo di occupazioni abitative determinato a Roma con le giornate degli “tsunami”. Si tratta di un passaggio importante, perché stanzia quasi duecento milioni per il diritto alla casa per la sola città di Roma, punta all’allargamento del patrimonio ERP senza consumo di suolo, tramite l’autorecupero del patrimonio pubblico e la riconversione di quello privato, procede al riconoscimento/censimento del diritto degli occupanti casa. Evidenti le contraddizioni con la logica del piano casa, ma forti anche le resistenze istituzionali e burocratiche ad attuarla.

Il percorso di “abitare nella crisi” colloca l’esperienza della lotta per la casa nella cornice più generale delle battaglie per il diritto al reddito, al territorio e alla città, ribaltando il piano della guerra ai poveri e ai migranti su cui specula la destra per dare piuttosto il proprio contributo contro i processi di polverizzazione e assorbimento del conflitto sociale in Italia. Lo testimonia ancora una volta il sostegno significativo alle grandi manifestazioni che a Milano e Roma si sono contrapposte alle kermesse del fascio-leghismo. Ma pure la scelta, dopo la tappa di Cosenza, di tenere anche quest’assemblea in una città del sud, si lega all’attenzione e alla relazione con il ciclo di lotte sviluppatosi soprattutto nel meridione contro l’approvazione dello “Sbloccaitalia”. Una convergenza che non riguarda soltanto quei punti della legge che agevolano la speculazione immobiliare, ma più in generale quell’ aspetto speculare alla dismissione del patrimonio pubblico che è il sequestro del territorio e delle sue risorse per cicli di sfruttamento e di devastazione ambientale il cui controllo è totalmente sottratto alla sovranità delle comunità locali. Autorecupero, riutilizzo e difesa del patrimonio pubblico, difesa del territorio e della salute, resistenza all’esproprio di democrazia e controllo popolare sull’uso delle risorse sono nessi da interconnettere nel contrastare gli assi strategici dello sblocca-italia e più in generale di devastazione dei territori e delle vite.

Perciò l’assemblea di abitare nella crisi ha deciso di rilanciare il proprio impegno in questa direzione, con assemblee territoriali e una giornata di iniziative dislocate contro sbloccaitalia, job act, legge lupi, riforma della “buona scuola” il 28 marzo, proponendo nel contempo al più ampio circuito di esperienze territoriali che si contrappongono a questi provvedimenti di verificarsi sulla costruzione di una nuova assemblea nazionale, possibilmente in Aprile, per dar vita a momenti di lotta unitari che attraversino il paese. Una mobilitazione, quella del 28 Marzo, che sappia interconnettere lotte e figure sociali diverse, allargando lo spazio della partecipazione e del conflitto per contrastare e rovesciare le sempre più feroci politiche di austerità, precarizzazione, saccheggio delle nostre vite messe in atto dal governo Renzi e dalla Troika.

L’agenda di questi mesi, passando per l’appuntamento europeo del 18 Marzo a Francoforte, ha un riferimento fondamentale nel semestre dell’Expo che si inaugura il primo maggio a Milano. Proprio l’intervento delle realtà milanesi ha chiarito una volta di più la volontà di organizzare per il 1° Maggio un largo spezzone delle lotte sociali e delle lotte per il diritto all’abitare, immaginando questo appuntamento come il prologo di un semestre di lotta, una sorta di Alter Expo che attraverso iniziative condivise di conflitto e di riappropriazione traduca socialmente i temi dello scontro con “l’evento” delle multinazionali: l’opposizione ai processi di gentrificazione e di precarizzazione di cui l’Expo è un modello, la difesa del diritto alla salute, al suolo ecc.

Il 29 marzo a Milano si terrà una giornata di confronto sulle strategie e gli appuntamenti per realizzare quest’obiettivo.

La proposta infine di un campeggio dei movimenti per l’abitare a Palermo questa estate.

da Abitare nella Crisi

#21G Ottenuta proroga grazie al picchetto anti-sfratto in una casa A.t.c. a Settimo Torinese

stop_sfrattiSfratto evitato oggi a Settimo Torinese alle case A.t.c. di via Primo Levi.

Luigi, cassa integrato, stretto dalla morsa della crisi, rimane indietro nei pagamenti; per colpa del comune che non comunicava all’A.t.c. che il signore è in cassa integrazione l’istituto ci ha messo un anno per adeguare il canone al suo redditto che si è ridotto; comune che, veniamo a scoprire dalla stessa A.t.c., non ha ancora versato la sua quota del fondo regionale degli scorsi 3 anni

Alla sua disponibilità di dargli intanto i 300€ che tirando la cinghia era riuscito a mettere da parte per loro l’istituto ha rifiutato e la soluzione da loro proposta è stata di prelevargli direttamente dalla sua busta paga 200€ ogni mese per 120 mesi per ridargli molto di più del debito che gli deve, quando lui già con lo stipendio ridotto per finanziamenti e cassa integrazione dovrà pur mangiare.

Lui ha anche chiesto di fare cambio con un alloggio più piccolo per pagare meno e riuscire più facilmente a rientrare degli arretati ma l’A.t.c., contro anche i suoi stessi interessi, non gli viene incontro con la solita motivazione del fatto che lui risulta moroso.

L’unico “aiuto” invece degli assistenti sociali è stato di togliergli il figlio di 17 anni per darlo in affidamento!

Come al solito per le mancanze delle istituzioni preposte una persona rischiava di venire privata del diritto di avere un tetto sulla testa.

Si sono dunque presentati il funzionario A.t.c. con ufficiale giudiziario, fabbro e 2 furgoni già pronti per portargli via i mobili, alla loro intransigenza di effettuare lo sfratto il picchetto ha risposto con fermezza e nonostante loro chiamassero una pattuglia dei carabinieri e minacciassero l’intervento della forza pubblica ribadiva che sarebbe rimasto fino a che non si fosse data una soluzione al signor Luigi.

Grazie alla determinazione del picchetto anti-sfratto si é quindi riusciti a venire a un accordo per evitare che Luigi perda la casa e a un piano di rientro più “umano” e più compatibile col suo redditto di cassa integrato; hanno anche accettato di cambiargli la casa troppo grande e onerosa con una più piccola e più compatibile con i suoi bisogni.

Come sempre la lotta paga e alle minacce di sfratti saremo sempre pronti a rispondere con un picchetto per difendere il diritto all’abitare.

#20G a Torino: ‘Ribaltiamo l’austerity con il taglio delle bollette pt. 2

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Questa mattina alle 10, sotto la sede IREN di via Confienza 10 a Torino, più di un centinaio di persone, tra cui molti occupanti di case, si sono riuniti in un presidio in merito alla nuova campagna contro il caro bollette avviata nella settimana di mobilitazione 15-22 gennaio. Un partecipato presidio che mirava a chiedere una moratoria per i distacchi delle forniture di almeno un anno, l’erogazione di un servizio minimo e garantito delle utenze per tutti! (anche gli utenti con morosità incolpevole devono poter fruire delle utenze) e la possibilità di un allaccio e di fornitura anche nelle case occupate per necessità.

Con queste richieste, che necessitano una risposta sul breve periodo, una delegazione è stata ricevuta da uno dei responsabili della sede che ha accolto l’istanza e la presenterà agli organi competenti. Il delegato IREN ha cercato però di scaricare tutta la responsabilità sull’authority per l’energia di Torino, un ente che pare abbia veramente facoltà a livello nazionale di poter accogliere e mettere in pratica le sollecitazioni portate sul tavolo, ma questo è ancora da verificare.

Ma i movimenti per il diritto all’abitare e gli occupanti di case non si sono lasciati abbindolare, consapevoli che, tra gli altri, l’azienda di fornitura elettrica deve prendersi le proprie responsabilità. Per questo motivo, si ripeterà l’appuntamento, in data da destinarsi, sotto la sede per ascoltare quale sarà la risposta che l’Iren si è riservata di dare entro due settimane. Se quest’ ultima non sarà soddisfacente tante e continue saranno le iniziative per ottenere le istanze fatte questa mattina, così come è accaduto a dicembre a Parma in cui le realtà per il diritto all’abitare sono riuscite ad ottenere una moratoria sui distacchi della corrente elettrica.

Qui sotto il volantino distribuito durante l’iniziativa

“Quotidianamente e da troppo tempo ci troviamo nella condizione di doverci confrontare con questa crisi economica che pur non avendo contribuito a creare sentiamo pesare solo sulle nostre spalle, di noi lavoratori, disoccupati, migranti, studenti, precari, pensionati, madri e padri di famiglia che hanno figli da mantenere, un mutuo da pagare, che non riescono ad arrivare a fine mese. Ci dicono che noi dobbiamo vivere in un regime di austerità perchè le casse dello Stato sono vuote e poi assistiamo a uno scenario di  soldi pubblici gettati in opere inutili e stipendi da capogiro.

La casta politica ha perso ogni credibilità, ancora di più in Piemonte recentemente segnato da squallide storie di assurdi rimborsi e corruzione che ha infangato l’amministrazione regionale e comunale, che da quando ha la pretesa di amministrarci altro non ha fatto se non tagliare fondi all’istruzione, alla sanità, ai servizi, e che va a braccetto con un governo che ci prende in giro, e adesso vuole ulteriormente strozzinarci con vecchie nuove tasse, prima su tutte la Tares.
Sempre più però sono coloro che a fronte di tutto questo cercano un’alternativa si ribellano: dagli scioperi dei facchini e dei lavoratori del settore del trasporto, dalla resistenza agli sfratti per non perdere la propria casa, dalla riappropriazione di quelle case lasciate per anni vuote dal comune, creando spazi aggregativi come palestre e comitati di quartiere e alzando la voce contro le bollette sempre più care.

Per il 20 di gennaio in tutta Italia sono previste mobilitazioni e blocchi. A Torino abbiamo deciso di andare a chiedere conto del caro bolletta alle grandi aziende che gestiscono le utenze, andando ad indicare i responsabili di uno strozzinaggio che si fa maggiormente pesante in tempi di crisi, e portando con determinazione la nostra vertenza: ADEGUARE IL COSTO DELLE BOLLETTE AL REDDITO DI CHI DEVE PAGARLE; chi non ha niente quindi, non deve pagare niente e non può per questo rimanere senza acqua e luce: queste devono infatti essere garantite per tutti!

E non ci fermiamo a questo:
* vogliamo una moratoria per i distacchi delle forniture di almeno un anno!
* vogliamo l’erogazione di un servizio minimo e garantito delle utenze per tutti! (anche gli utenti con morosità incolpevole devono poter fruire delle utenze)
* vogliamo la possibilità di un allaccio e di fornitura anche nelle case occupate per necessità!”

Si avvicina una settimana di lotta…

V L’ultimo appuntamento di #Abitarenellacrisi si è svolto tra Torino e Cosenza il 14 e il 15 dicembre  2013. La discussione si è aperta in vari tavoli uguali in entrambe le città e si è conclusa in  un’assemblea plenaria in cui si sono confrontate sull’andamento dell’incontro. Nonostante la  lontananza fin da subito l’biettivo è stato chiaro e ci siamo trovati subito d’accordo sul che fare: dal  15 al 22 gennaio 2014 si darà vita ad una settimana di mobilitazione nazionale  dislocata nei territori, un’iniziativa che però non ha al centro solo la questione sfratti ma assume  connotati più larghi nel praticare il diritto all’abitare.

 Significa che le mobilitazioni riguarderanno prefetture, comuni, regioni, aziende  municipalizzate e non, che gestiscono patrimonio pubblico, energia, acqua, salute, servizi  sociali, formazione e studio, accoglienzaUna settimana di iniziative sia di denuncia che di  riappropriazione, laddove l’occupazione di edifici abbandonati non solo si rende sempre più  necessaria per far fronte alla problematica sfratti, ma diventa anche strumento essenziale per l’attivazione di percorsi di ricomposizione sociale e politica dentro i quartieri ed i territori.
(clicca qui per il report degli incontri)
http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/?p=2459

Si è infine dato un secondo appuntamento a Firenze il 12 Gennaio, per preparare la settimana di lotta:

http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/?p=2521  (leggi l’appello)

http://www.infoaut.org/index.php/blog/precariato-sociale/item/10250-dal-15-al-22-gennaio-rompere-le-compatibilit%C3%A0-bloccare-tutto (leggi il documento redatto da Luca Fagiano del Coordinamento cittadino di lotta per la casa di Roma e Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani)

Anche a Torino ci stiamo organizzando con le altre realtà che si occupano di diritto all’abitare per costruire una settimana di mobilitazione. Le parole d’ordine sono quelle che da tempo, insieme a sfrattati e occupanti di case, portiamo in ogni picchetto e manifestazione: diritto alla casa, riappropriazione, dignità, requisizione delle case sfitte.

Ma questa settimana ci da la possibilità di cominciare a portare in campo un discorso anche più ampio: la riappropriazione del reddito. Autoriduzione, bollette, tasse, lotta all’austerity queste sono le carte sul piatto.

Vi invitiamo a rimanere sintonizzati sui nostri canali per sapere quali saranno le nostre iniziative.

http://radioblackout.org/

http://www.abitarenellacrisi.org/

http://www.infoaut.org/

Assemblea nazionale abitare nella crisi 14/15 dicembre

abitarenellacrisi-14-15-dic14 e 15 dicembre la rete “Abitare nella crisi” si incontra a Torino e Cosenza.

Come proposto nella due giorni romana del 9 e 10 novembre scorsi, i movimenti sociali impegnati nelle lotte territoriali per il diritto all’abitare contro il consumo di suolo e la precarietà alloggiativa si possono organizzare per un confronto utile e necessario. E possono farlo questa volta in forma dislocata, sperando in un maggiore coinvolgimento e una più larga condivisione. Torino e Cosenza si sono rese disponibili per ospitare i due appuntamenti.

Le mobilitazioni del mese di ottobre e la forte radicalità espressa non stanno ricevendo riscontri concreti sia sugli sfratti che in termini di programmazione di urgenti nuove politiche abitative. Per questo scambiarci sensazioni e bagaglio di esperienze diventa utile, con lo stile che ha sempre contraddistinto Abitare nella crisi.

Immaginare due luoghi diversi comunicanti tra loro (anche attraverso la rete digitale) consentirà a molt* di partecipare e soprattutto le casse esauste dei movimenti potranno respirare con meno chilometri sulle spalle da sostenere economicamente. Potrà essere anche una verifica delle cose che ci siamo detti/e il 10 novembre e che hanno prodotto tanta effervescenza, nonché le manifestazioni riuscite del 29 e 30 novembre.

La questione dell’uso delle risorse, una sola grande opera casa e reddito per tutt*, interessa a molte realtà sociali impegnate nelle città e nei territori, non solo quelle impegnate tout court nell’emergenza abitativa tra sfratti, pignoramenti e sgomberi, ma anche coloro che lottano contro lo sversamento selvaggio dei rifiuti e la gestione dell’igiene ambientale, l’invasività di infrastrutture o eventi costosi inutili, la cementificazione e lo sfruttamento di intere aree geografiche. Per non farla lunga, non possiamo immaginare questi momenti solo come confronto nella lotta per la casa ma come declinazione più larga di quel diritto all’abitare negato dalla Val di Susa a Palermo e nell’affermazione di pratiche di riappropriazione e sovranità sociale diffusa.

www.abitarenellacrisi.org

per info centro nord: centro sociale Gabrio
per info centro sud: centro sociale rialzo – 3273694595

 

Torino

Sabato 14: Assemblee tematiche

Cosenza ore 16:30 @ Occupazione ex canossiane, viale della repubblica
Torino ore 14:00 @ CSOA Gabrio, via F.Millio 42


Domenica 15: 
Assemblea plenaria ore 10

Cosenza @ Occupazione ex canossiane, viale della repubblica
Torino @ Ex-Moi occupata, Via G.Bruno 201