Centinaia in corteo contro i “padroni della città”

Sono centinaia le persone che quest’oggi hanno manifestato per le strade del centro in un corteo che ha percorso le vie tra Porta Nuova e Piazza Castello determinato a far valere le sue ragioni. Un corteo estremamente variegato nella partecipazione: comitati di quartiere da Madonna di Campagna a Vallette-Lucento, migranti dell’Ex-Moi, sfrattati e famiglie occupanti da zona San Paolo, Spazio Popolare Neruda e Pietra Alta. Ognuno con le proprie rivendicazioni ma accumunati da un unico intento: ribadire che, a quasi 1 anno dal suo insediamento, la nuova giunta 5 Stelle di Chiara Appendino non ha ancora fatto abbastanza! Infatti, quel sistema di potere che la stessa giunta in campagna elettorale ha affermato di voler spodestare dalle sue poltrone in quanto “reggente” della città, oggi è ancora saldo e seduto comodo. Ed ecco che il corteo nel suo colorato percorso non ha esitato nel ribadire con forza chi sono i veri nemici della città: palazzinari senza scrupoli (Giorgio Molino in testa) col potere di far muovere la questura in base i propri interessi e richiedere 610 (sfratto a sorpresa) a ufficiali giudiziari troppo zelanti; banche ancora in cattedra nel dettare ordini alle amministrazioni per nuove speculazioni, in ultima l’assegnazione delle palazzine Ex-Moi post-sgombero nel progetto di farci non si sa cosa; burocrati e dirigenti vari come chi comanda l’ATC che, nonostante le migliaia di richieste di emergenza abitativa, lascia vuoti centinaia di alloggi che potrebbero essere usati.
I risultati infatti sono ben visibili, come si sa, tra gli oltre 4700 sfratti dell’ultimo anno, la continua cementificazione selvaggia dei quartieri, i servizi di assistenza quasi inesistenti nonostante le migliaia di spazi abbandonati pubblici e privati, quel vuoto normativo che impedisce a chi è senza fissa dimora di avere una residenza, quindi l’accesso ai servizi essenziali e polizia usata sempre più come “manu militari” per sbattere fuori casa chi non può più pagare affitti o bollette esorbitanti.
Diverse sono state le azioni di “sanzionamento” simbolico durante il corteo contro gli istituti bancari e le strutture abbandonate che, nonostante siano in pieno centro, producono solo muffa anziché fornirgli nuova vita per poter essere utili a qualcuno.
Dunque una denuncia con forza quella rivolta alla giunta Appendino rea di essere troppo attendista e che davanti il suo chiedere tempo c’è troppa gente che, al contrario, quel tempo l’ha esaurito da un pezzo. E con esso anche la pazienza.
Un allarme è stato lanciato anche per la nuova svolta securitaria che i sindaci rischiano di mettere in pratica su tutto il territorio italiano grazie al nuovo decreto Minniti, cosiddetto dei “sindaci-sceriffo”, capace di imporre misure di daspo dai centri città (come negli stadi) a tutti coloro saranno beccati ad imbrattare, deturpare, addirittura bivaccare o comunque non far parte del “decoro urbano”, creando delle nuove periferie-ghetto nelle quali gettare tutti i reietti che tra le sfavillanti vetrine del centro non saranno più i ben voluti. E chissà quali usi politici se ne potranno fare…
Tanti gli slogan anche per i compagni vittime di attacchi giudiziari come Stefano e Donato arrestati nel gennaio scorso per essersi opposto ad uno sfratto a sorpresa del famigerato Giorgio Molino; Jacopo, giovane No Tav da sempre solidale nelle lotte per l’abitare costretto ai domiciliari da oltre un anno; Giorgio, libero e che vogliamo rimanga tale ma in attesa di giudizio per una domanda di sorveglianza speciale.
Solidarietà anche dalle altre città che, nella stessa giornata di oggi, hanno manifestato con altrettanta voglia di cambiamento, tra le quali Firenze, Pisa e Roma, mettendo al centro, soprattutto quest’ultima, le responsabilità della nuova giunta Raggi rea di proseguire in continuità con le vecchie politiche nell’attacco alle classi sociali più povere con nuovi sgomberi di famiglie senza casa, decreti impopolari contro il rovistamento nei cassoni della spazzatura e, filo comune, il decreto Minniti, portando la protesta fin sotto la sede dell’assessorato alle politiche sociali.
Nuovo appuntamento ed obiettivo comune: Roma 25 Marzo contro le celebrazioni dei 60 anni dei “trattati di Roma” creatori di quel mostro che rappresenta oggi l’Unione Europea: dai padroni della città ai padroni dell’Europa.

Torino, verso il #28Maggio. Contestata la conferenza dei candidati sindaci

teatro_carignanoIeri sera al Teatro Carignano di Torino si è tenuta una conferenza all’americana con i 7 dei 17 candidati sindaci che si sfideranno per le amministrative del 5 giugno. Una confronto “pubblico” organizzato da “La Stampa” nel quale gli aspiranti sindaci si sono espressi su vari temi, dalla casa, alla sicurezza, dalla legalità all’immigrazione. Su questi temi i sette candidati, Piero Fassino (PD), Marco Rizzo (Partito Comunista), Chiara Appendino (M5S), Alberto Morano (LegaNord e Fdi), Osvaldo Napoli (Forza Italia), Giorgio Airaudo (Sel) e Roberto Rosso (Centro destra e Moderati) si sono espressi più o meno con toni rassicuranti e pieni di buoni propositi: sulla casa, Rizzo dichiara che “la requisizione delle case sfitte dei grandi gruppi immobiliari” per far fronte all’emergenza abitativa, Airaudo, ex leader Fiom, si fa promotore del turismo e del lavoro dice “Sia benvenuto il turismo – dice – ma non dimentichiamo il nostro saper fare e l’industria dell’auto che ci ha fatti grandi. Fca a non deve lasciare Torino” mentre Fassino promette più vigili nelle strade e più poliziotti, in stile “come militarizzare la città” di solito cavallo di battaglia delle destre e non della “sinistra”. Fra le altre dichiarazioni e promesse varie, l’Appendino dice “Il mio primo provvedimento, in caso di vittoria, sarà quello di creare un fondo di 5 milioni per rimettere al centro le piccole e medie imprese e il lavoro”.

Queste le varie promesse/proposte di alcuni degli aspiranti sindaci fatte alla platea del Teatro Carignano. Una platea rigorosamente al chiuso che applaudiva o meno secondo la propria inclinazione politica o esprimendo sarcasmo per le dichiarazioni fatte.

Questa in sintesi la cronaca della serata, ovviamente finita sulle pagine dei giornali locali e in rete. Quello che ovviamente non è stato citato dai giornali locali, se non marginalmente, è stata la contestazione che gli occupanti dello Spazio Popolare Neruda hanno portato in piazza Carignano, ai quali è stato negato l’ingresso per paura di contestazioni.

Il dato politico della serata è che comunque venga intesa questa corsa alla poltrona da sindaco, nessuno dei 7 si è posto il problema di come si possa lasciare fuori una composizione sociale che nella nostra città lotta per il diritto all’abitare e che attraverso l’autorganizzazione occupano uno stabile per garantire un diritto che le istituzioni non sono in grado di garantire.

Finita la serata sotto le luci dei flash, alcuni candidati sindaci si sono avvicinati al corposo presidio degli occupanti facendo alcune dichiarazioni al megafono…vedremo se, in caso di vittoria di uno di questi candidati sindaci manterrà la parola data o meno.

Nel frattempo, senza aspettarsi niente dalle istituzioni e da chi si siederà sulla poltrona da sindaco, il 28 maggio a Torino si terrà una manifestazione che porterà in piazza tutte quelle componenti che in città si impegnano nelle lotte sociali. Per quella giornata le parole d’ordine saranno “Basta Ricatti! Casa, Salute e Servizi, Dignità e Reddito”, contro il sistema Torino, garantito dalle politiche del PD, incentrato sulle banche, speculatori e palazzinari. Una giornata nella quale si attraverseranno le vie della città per affermare che la lotta diventa strumento necessario per non continuare a subire le politiche impopolari del PD e del sindaco Fassino che tanto ama Torino ma che in questi anni ha eroso ai torinesi reddito, per chi ancora ha la fortuna di averlo – tramite aumenti delle tasse e tagli ai servizi – tolto la casa perché incapace di incidere con delle reali politiche abitative in grado di contrastare gli sfratti (aggiungendo a questo, una mancata volontà politica di trovare soluzioni permanenti e non tampone), inoltre svende il patrimonio pubblico invece di destinarlo ad uso abitativo e sociale, dismette ospedali e poli di eccellenza come l’ospedale Valdese.

Raccogliendo l’appello lanciato dalla rete di Abitare nella Crisi, il 28 maggio vuol essere una data di mobilitazione in diverse città per irrompere nel contesto elettorale e di opposizione al governo Renzi.

Torino, #29M: migliaia in piazza per la casa, contro sfratti e speculazioni

29_fronteSul finire della settimana di mobilitazione contro il piano casa di Renzi – che ha visto moltissime città in tutta Italia proporre iniziative e occupazioni – anche Torino segna un’importante tappa di avvicinamento alla manifestazione nazionale del 12 Aprile.

Per oggi era stato infatti lanciato un corteo regionale per il diritto all’abitare, costruito nelle scorse settimane dalle ormai tante realtà che in Piemonte si oppongono quotidianamente a sfratti e speculazioni in un territorio che sta pagando uno dei prezzi più alti dal punto di vista dell’emergenza abitativa (nel 2012 le richieste di sfratto in Piemonte sono state più di 6.600, mentre solo nel primo semestre del 2013 sono salite a 3.700, concentrate innanzitutto a Torino).

La manifestazione è partita nel pomeriggio dalle strade di San Salvario, uno dei quartieri popolari torinesi che sta subendo forti trasformazioni, le cui conseguenze si contano in primo luogo nei termini di un aumento esorbitante degli affitti e quindi del numero di sfratti. Più di un migliaio le famiglie occupanti di case, i rifugiati, gli sportelli per il diritto alla casa e non solo che hanno animato il corteo.

La manifestazione ha colpito lungo il percorso diversi obiettivi sensibili emblema o complici delle politiche abitative cittadine votate alla speculazione, a partire da un’agenzia immobiliare situata a pochi metri dalla partenza del corteo, in via Madama Cristina. Poco dopo, in piazza Carlina, è stato invece segnalato un palazzo attualmente vuoto ma destinato a essere trasformato in un hotel di lusso: si tratta della casa in cui abitò Gramsci, uno dei tanti esempi del patrimonio pubblico torinese che le giunte degli ultimi anni hanno svenduto pezzo dopo pezzo per rimpinguare le indebitate casse del Comune.

A quel punto la manifestazione è entrata nel cuore del centro cittadino, ricevendo la solidarietà di alcuni passanti che affollavano le strade nel pomeriggio, a riprova di quanto il problema abitativo sia una questione sentita con forza sul territorio. Una delle piazze storiche – piazza San Carlo – era stata completamente blindata da cordoni della celere e blindati perché sede della filiale centrale di Intesa San Paolo, la banca che detiene il debito torinese e di cui l’ex sindaco Chiamparino – ora in corsa per le imminenti elezioni regionali – è stato presidente, uno dei tanti esempi dello stretto intreccio tra la politica locale e gli enti speculativi. Il dispiego di forze dell’ordine non ha però impedito al corteo di colpire uno sportello della stessa banca situato poco più avanti, che è stato ricoperto di vernice e dalla scritta “Stop speculazioni. Stop sfratti, sgomberi e pignoramenti”.

Ancora manifesti e scritte contro la sede generale di diffusione immobiliare, fino a raggiungere l’ultimo obiettivo della manifestazione, una delle sedi del consiglio regionale piemontese: qui sono state ricordate le pesanti responsabilità delle ultime giunte nella dismissione del welfare locale e nelle politiche di speculazione edilizia (proprio giovedì per lanciare il corteo era stato occupato l’enorme grattacielo in costruzione in via Nizza di proprietà della Regione). In particolare l’ultima giunta Cota, al centro dello scandalo di “rimborsopoli” e da sempre fervida sostenitrice della devastazione e dello sperpero di denaro pubblico in corso in valle di Susa con il Tav. Il palazzo è stato bersagliato con uova e vernice, a lanciare un messaggio chiaro anche alla nuova giunta che si prepara a insediarsi.

Poco dopo il corteo è terminato in piazza Castello, dove dal microfono del furgone si sono alternati diversi interventi delle realtà che hanno animato la giornata di oggi. Forte il rilancio di tutti verso la manifestazione del 12 Aprile per rispondere all’attacco sferrato dal governo Renzi con il piano-casa e ribadire che l’unica grande opera che quella piazza chiederà a gran voce sarà la garanzia di casa, reddito e dignità per tutti e tutte.

Torino, più di mille persone in corteo per il diritto all’abitare

casa_torino#riprendiamocilacitta

Oltre mille persone oggi sono scese in piazza a Torino per rivendicare il diritto alla casa.

Ad aprire il corteo le famiglie delle diverse occupazioni cittadine che partendo da corso Marconi ha attraversato il centro cittadino passando per piazza San Carlo poi piazza Castello per poi concludersi a Porta Nuova.

Un corteo lungo e partecipato che non ha mancato di indicare i responsabili della crisi e chi ci specula sopra. Durante il percorso, ricco di interventi di tutte le realta’ presenti, sono state indicate le agenzie immobiliari che con il loro pizzo legalizzato di fatto rappresentano un ulteriore ostacolo a chi cerca un tetto sotto cui stare, cosi’ come la Banca Intesa San Paolo vera proprietaria della citta’ che non ha dimenticato di premiare l’ex-sindaco Chiamparino con una poltrona nel consiglio d’amministraizone della sua Fondazione per essere stato un fedele alleato durante il suo mandato (ricordiamo ad esempio delibere all’ordine del giorno mandate direttamente all’allora sindaco  dal cda della banca) ma soprattutto vera forza determinante le politiche speculative notevolmente incrementate dalle olimpiadi in poi.

Azioni sono state anche fatte per indicare alcuni grossi stabili vuoti presenti nel centro citta’.

Un primo momento ricompositivo che ha visto tutte le realta’ che in citta’ e non solo fanno intervento per il diritto alla casa rivendicare il proprio diritto alle occupazioni  e la propria determinazione.

Torino. #15Giugno, riprendiamoci la città!

#15giugnoCorteo contro sfratti e speculazioni, per il diritto all’abitare!

Contro la crisi e le politiche di austerità, riprendiamoci la città! La dignità ne si sfratta ne si sgombera!

#15GiugnoRiprendiamociLaCittà

Nel corso dell’ultimo paio d’anni sono cresciuti fino a diventare appuntamenti quasi quotidiani i picchetti e le iniziative contro gli sfratti e i pignoramenti. Si sono moltiplicate le nuove occupazioni abitative che hanno coinvolto e visto protagonisti nuclei familiari, anziani soli, giovani precar*, student* e rifugiati politici espulsi dal circuito del business dell’emergenza nord Africa.

D’altronde le cifre della “questione casa” nella nostra città parlano da sole: poco meno di 4mila le persone sfrattate senza una casa, poco meno di 50mila gli appartamenti vuoti nella nostra città; circa un migliaio le case popolari che potrebbero essere sistemate e assegnate, invece che lasciate vuote, protette da serrature sempre più blindate che la polizia municipale installa su ordine di ATC.
Le istituzioni, primo fra tutti il Comune di Torino, non perdono occasione per dimostrare ancora una volta la loro inconsistenza: parlano di legalità per non assumersi le proprie responsabilità politiche, e ogni volta che famiglie, uomini, donne e bambini senza casa si impossessano di un edificio abbandonato, gridano allo scandalo e invocano soluzioni di ordine pubblico. Intanto lasciano a marcire l’edilizia popolare, e tramite società di cartolarizzazione e fondi immobiliari speculativi il Comune continua a vendersi parti sempre più considerevoli di patrimonio immobiliare pubblico, per coprire la voragine che il grande evento olimpico ha aperto nelle casse comunali. Crescono disoccupazione e precarietà, e accettare un lavoro a qualsiasi condizione è per molt* un ricatto quotidiano. Anche l’accordo siglato pochi giorni fa dai sindacati confederali appare piegato ad una logica di co-gestione della crisi e quindi ad una volontà di subordinare gli interessi delle classi precarie e subalterne a quelli del capitale e dell’impresa.

A questo si oppongono le lotte per il diritto all’abitare, alla casa, alla difesa dei beni comuni, sempre più protagoniste in diversi quartieri della nostra città  e che sono uno dei pochi argini alla crisi economica che stanno pagando solo quei settori sociali subalterni che certamente non hanno la responsabilità di averla prodotta. Sono lotte importanti perché partendo dall’auto-organizzazione rappresentano una risposta concreta alla precarietà e a quella difficoltà ormai diffusa di arrivare alla fine del mese. Attraverso l’occupazione di stabili pubblici e privati, le lotte per il diritto all’abitare focalizzano il conflitto sul terreno della riappropriazione diretta, dimostrando una possibilità reale di liberare la vita dalle politiche di austerità e di riconquistare parte del reddito di cui veniamo quotidianamente derubati.

Anche nella nostra città come nel resto del paese ci troviamo a dover fronteggiare politiche che hanno favorito soltanto gli interessi dei grandi proprietari immobiliari, con un’edilizia residenziale pubblica ridotta all’osso, con la svendita di case e palazzine pubblici, con le truffe del cosiddetto housing sociale.

Tutto questo mentre l’intera gestione del territorio e dell’urbanistica provoca ogni giorno un vero e proprio saccheggio della città, dove gli spazi pubblici sono sempre di meno e dove i grandi gruppi immobiliari vanno a braccetto con i soliti Banca Intesa e Unicredit per continuare a costruire case che quasi nessuno avrà i soldi per comprare. La salvaguardia del territorio spetta a noi opponendoci alla cementificazione selvaggia che sottrae territorio per dare spazio ad opere inutili che invece di migliorare le nostre vite le peggiorano.

Crediamo dunque che le questioni sul piatto siano molte, e che le vicende degli ultimi mesi impongano di allargare ragionamenti e prospettive per mettere in comune pratiche di lotta e resistenza per il diritto alla casa insieme alle varie vertenze che prendono vita nella nostra città.

Spazi Occupati Zona San Paolo, Pietra Alta Occupata, Ex Moi Occupata – Comitato di Solidarietà, Verdi15Occupata, Sportello Casa Zona San Salvario, Progetto PrendoCasa To, ASIA Usb To,  Movimento Rifugiati e Migranti, USB To, CUB To, Confederazione Cobas To, SICobas To, Comitato Cantieristi, Comitato SniaRischiosa, Operatori Sociali Non Dormienti, Riscossa Proletaria, Comitato quartiere Vanchiglia, Coordinamento Asti-Est e famiglie occupanti, Progetto PrendoCasa Chieri, CSOA Gabrio, Network Antagonista Torino, PRC-RifondazioneComunista, Giovani Comunisti, CSP Partito Comunista, Sinistra Critica Torino

Per adesioni: riprendiamoci_lacitt@yahoo.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Sabato 15 Giugno 2013 – Ore 16 – Corso Marconi ang. Via Madama Cristina – Torino

* Contro sgomberi e pignoramenti

* Blocco degli sfratti e affitti calmierati

* Requisizione degli alloggi sfitti

* Per un ritorno all’edilizia residenziale pubblica (ERP)

* Contro le speculazioni edilizie e la svendita del patrimonio pubblico

* Per la vivibilità dei territori

* In difesa delle case occupate

*Per il diritto alla residenza negli stabili occupati

*Reddito per tutti e tutte