Torino, Corso Traiano sotto sgombero. Decine di famiglie in mezzo alla strada

corteo_casa_sgombero_traianoAggiornamento ore 19:00: Le famiglie sgomberate stamani, insieme a un gruppo di solidali, ha percorso in corteo le vie centrali della città per denunciare la criminale gestione dell’emergenza abitativa da parte del Comune e della    Prefettura. Se da una parte questi due enti ordinano gli sgomberi senza se e senza ma, dall’altra parte però non sono così lesti nel fornire una soluzione per gli ex-occupanti che da stamattina sono rimasti senza un tetto, dimostrando una totale indifferenza e disinteresse nei confronti di chi si trova in condizioni di assoluta difficoltà. Attualmente il corteo è giunto davanti alla sede RAI per evidenziare anche le responsabilità che assumono i media in questo contesto.

Aggiornamento ore 13.30: Dopo lo sgombero di questa mattina, gli occupanti di corso Traiano, buttati in mezzo alla strada questa mattina, insieme ai solidali, hanno deciso di recarsi sotto il Comune. L’appuntamento è per le 15 di questo pomeriggio in via palazzo di città.

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All’alba di questa mattina reparti mobili della polizia e dei carabinieri, per un totale di oltre cento agenti, hanno fatto irruzione all’interno dello stabile di Corso Traiano a Torino, occupato a luglio dello scorso anno all’interno della campagna #Riprendiamoci la città. L’edificio -che si trova in zona Mirafiori- dava casa a 13 famiglie, molte delle quali con bambini piccoli (oltre ad una donna incinta), che da questo momento torneranno a non avere una casa in cui vivere, segno di una risposta da parte dell’amministrazione comunale che piuttosto di risolvere l’emergenza abitativa, decide di adempire in toto al piano casa di Renzi e alla sua battaglia contro le occupazioni. In questo momento l’area limitrofa alla palazzina è completamente circondata dalle forze dell’ordine che non permettono ai e alle solidali accorse di avvicinarsi all’edificio.

polizia_sgombero_traianoNonostante la proprietà della palazzina sia di un’azienda della grande distribuzione rimasta abbandonata ormai da alcuni anni, il ruolo del Comune riguardo allo sgombero non è esente da responsabilità nell’aver buttato quest’oggi in strada decine di famiglie. Segno emblematico di come le istituzioni comunali reagiscono all’emergenza abitativa e al problema sfratti nella città di Torino.

Un atteggiamento già palese dopo le ultime mobilitazioni che vi sono state all’assessorato alla casa, negli uffici dell’emergenza abitativa e sotto la prefettura, dove sfrattati e occupanti si sono accampati dopo che il prefetto ha rifiutato di fornire risposte rispetto all’emergenza abitativa e sfratti, dimostrando quest’oggi di voler continuare a parlare un linguaggio che conosce solo sgomberi e assoluto disinteresse per chi si trova senza casa e in condizioni sociali sempre più precarie.

Torino, #29M: migliaia in piazza per la casa, contro sfratti e speculazioni

29_fronteSul finire della settimana di mobilitazione contro il piano casa di Renzi – che ha visto moltissime città in tutta Italia proporre iniziative e occupazioni – anche Torino segna un’importante tappa di avvicinamento alla manifestazione nazionale del 12 Aprile.

Per oggi era stato infatti lanciato un corteo regionale per il diritto all’abitare, costruito nelle scorse settimane dalle ormai tante realtà che in Piemonte si oppongono quotidianamente a sfratti e speculazioni in un territorio che sta pagando uno dei prezzi più alti dal punto di vista dell’emergenza abitativa (nel 2012 le richieste di sfratto in Piemonte sono state più di 6.600, mentre solo nel primo semestre del 2013 sono salite a 3.700, concentrate innanzitutto a Torino).

La manifestazione è partita nel pomeriggio dalle strade di San Salvario, uno dei quartieri popolari torinesi che sta subendo forti trasformazioni, le cui conseguenze si contano in primo luogo nei termini di un aumento esorbitante degli affitti e quindi del numero di sfratti. Più di un migliaio le famiglie occupanti di case, i rifugiati, gli sportelli per il diritto alla casa e non solo che hanno animato il corteo.

La manifestazione ha colpito lungo il percorso diversi obiettivi sensibili emblema o complici delle politiche abitative cittadine votate alla speculazione, a partire da un’agenzia immobiliare situata a pochi metri dalla partenza del corteo, in via Madama Cristina. Poco dopo, in piazza Carlina, è stato invece segnalato un palazzo attualmente vuoto ma destinato a essere trasformato in un hotel di lusso: si tratta della casa in cui abitò Gramsci, uno dei tanti esempi del patrimonio pubblico torinese che le giunte degli ultimi anni hanno svenduto pezzo dopo pezzo per rimpinguare le indebitate casse del Comune.

A quel punto la manifestazione è entrata nel cuore del centro cittadino, ricevendo la solidarietà di alcuni passanti che affollavano le strade nel pomeriggio, a riprova di quanto il problema abitativo sia una questione sentita con forza sul territorio. Una delle piazze storiche – piazza San Carlo – era stata completamente blindata da cordoni della celere e blindati perché sede della filiale centrale di Intesa San Paolo, la banca che detiene il debito torinese e di cui l’ex sindaco Chiamparino – ora in corsa per le imminenti elezioni regionali – è stato presidente, uno dei tanti esempi dello stretto intreccio tra la politica locale e gli enti speculativi. Il dispiego di forze dell’ordine non ha però impedito al corteo di colpire uno sportello della stessa banca situato poco più avanti, che è stato ricoperto di vernice e dalla scritta “Stop speculazioni. Stop sfratti, sgomberi e pignoramenti”.

Ancora manifesti e scritte contro la sede generale di diffusione immobiliare, fino a raggiungere l’ultimo obiettivo della manifestazione, una delle sedi del consiglio regionale piemontese: qui sono state ricordate le pesanti responsabilità delle ultime giunte nella dismissione del welfare locale e nelle politiche di speculazione edilizia (proprio giovedì per lanciare il corteo era stato occupato l’enorme grattacielo in costruzione in via Nizza di proprietà della Regione). In particolare l’ultima giunta Cota, al centro dello scandalo di “rimborsopoli” e da sempre fervida sostenitrice della devastazione e dello sperpero di denaro pubblico in corso in valle di Susa con il Tav. Il palazzo è stato bersagliato con uova e vernice, a lanciare un messaggio chiaro anche alla nuova giunta che si prepara a insediarsi.

Poco dopo il corteo è terminato in piazza Castello, dove dal microfono del furgone si sono alternati diversi interventi delle realtà che hanno animato la giornata di oggi. Forte il rilancio di tutti verso la manifestazione del 12 Aprile per rispondere all’attacco sferrato dal governo Renzi con il piano-casa e ribadire che l’unica grande opera che quella piazza chiederà a gran voce sarà la garanzia di casa, reddito e dignità per tutti e tutte.

Roma, movimenti per il diritto all’abitare piazzano la tenda

Già il 27 settembre scorso erano scesi in piazza, in Campidoglio. I movimenti per il diritto all’abitare si opponevano alla svendita dei beni pubblici, e per chiedere l’attuazione della novità di un fondo per l’edilizia residenziale pubblica nel bilancio. Solo in questo modo infatti, si potrebbe dare sostanza alle 6mila case popolari che da marzo 2012 esistono soltanto sulla carta di una delibera approvata dal consiglio comunale.

Ieri invece, i movimenti per il diritto all’abitare sono di nuovi scesi in Campidoglio, questa volta con le tende, in occasione del voto del consiglio comunale di Roma sulla delibera che prevede la svendita ai privati di molti pezzi del patrimonio pubblico tra cui le aree destinate all’edilizia popolare. La svendita de patrimonio pubblico d’altronde, non è una novità e piano piano sta diventando realtà, pensata come l’ennesima misura per far fronte alla crisi.

I movimenti di lotta per la casa sono stati chiamati ieri ad un incontro con l’assessore al Patrimonio e il capogruppo del Pdl. Un incontro che non ha fatto altro che confermare la determinazione da parte della maggioranza e dell’opposizione, di cedere il patrimonio comunale, in quanto rappresenta l’unico modo per l’amministrazione, per far fronte al disavanzo delle casse del Comune, devastare dal malaffare. Nel frattempo per domani è prevista una nuova manifestazione, dopo che più di un migliaio di persone hanno dato vita ieri sera ad un corteo che, partito dal Campidoglio, ha bloccato piazza Venezia. Il corteo si è concluso nella vicina piazza Madonna di Loreto dove sono state montate le tende. La discussione in Consiglio Comunale sul bilancio si riapre domani pomeriggio e i movimenti presenti in piazza rilanciano per un corteo per tornare in Campidoglio in concomitanza con la discussione in Consiglio comunale.

da infoaut