Spagna: il governo scatena la caccia agli attivisti antisfratto

imagesDa contropiano.org :
Il tribunale di giustizia dell’UE ha bocciato la legge spagnola sugli sfratti, ma il governo del Madrid non vuole saperne di cambiare la normativa. In tutto il paese continuano i suicidi, ma alle azioni di denuncia dei comitati Stop Desahucios l’esecutivo risponde accusando gli sfrattati di essere al servizio dell’ETA e di protestare in modo violento.

L’avevano promesso, i coordinamenti contro gli sfratti, che se la classe politica non avesse tramutato in legge in tempi rapidi una proposta di iniziativa popolare che ha raccolto in poco tempo più di un milione di firme, sarebbe scattato un massiccio e capillare programma di mobilitazioni nei confronti dei singoli deputati, senatori e rappresentanti politici inadempienti. Detto, fatto. Di fronte all’immobilismo del Partido Popular al governo, a inizio marzo in diverse città sono scattati i cosiddetti “escraches”. Un termine – che potremmo tradurre efficacemente con ‘sputtanamento’ – nato in America Latina e che si è cominciato ad utilizzare in Argentina quando i componenti delle associazioni che rivendicavano verità e giustizia per i desaparecidos e per i bambini rapiti dal regime a famiglie antifasciste cominciarono a dirigere la propria protesta contro rappresentanti politici istituzionali, organizzando presìdi davanti alle loro abitazioni o addirittura rumorose irruzioni nei ristoranti o nei bar che frequentavano.

Lo scorso 14 marzo il Tribunale di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza secondo la quale la legislazione spagnola in merito agli sfratti viola le direttive comunitarie in quanto non garantisce la protezione dei cittadini di fronte alle clausole abusive che le banche inseriscono nei contratti di concessione dei mutui. Soprattutto perché la legge spagnola non permette ai giudici di bloccare gli sfratti in caso di contestazione da parte degli sfrattati dei contratti con le banche, che a volte vengono quindi sanzionati ma ormai a sfratto avvenuto. Una bocciatura senza appello di una legge antica mai corretta, che concede potere assoluto alle banche, che mette a loro disposizione la forza pubblica senza nessuna possibilità di mediazione e che finora ha causato decine di suicidi tra coloro che erano stati buttati fuori dalle loro case o stavano per esserlo. Dall’inizio della crisi sono stati ben 500 mila gli ordini di sfratto emessi dai tribunali, mentre solo in 570 casi i coordinamenti popolari spontanei sono riusciti ad evitarli e bloccarli.

In seguito al pronunciamento del Tribunale del Lussemburgo, la Commissione Europea ha chiesto a Madrid di modificare la propria legislazione in merito, ma la risposta da parte di Rajoy e del Partito Popolare è stata arrogante, ed ha preso le forme di una crescente mobilitazione nei confronti dei coordinamenti dei cittadini colpiti dai mutui e dagli sfratti – las Plataformas de los Afectados por las Hipotecas – che nel frattempo erano di nuovo passati alla mobilitazione, impegnandosi in una serie di azioni di denuncia – gli escrache, appunto – nei confronti di una decina di deputati contrari all’approvazione della Leggi di Iniziativa Popolare presentata dai movimenti sociali. La campagna, dopo le manifestazioni massicce dei mesi scorsi, è partita con un vero e proprio bombardamento di lettere e mail ai membri del Congresso dei Deputati in cui si avvertivano i politici inadempienti che se non si fossero attivati immediatamente per l’approvazione della riforma della legge sugli sfratti “porteremo la realtà degli sfrattati nel loro ambiente”. Mentre i tribunali di tutta la Spagna vengono sommersi di ricorsi degli sfrattati che chiedono di bloccare gli sgomberi sulla base della sentenza del Tribunale del Lussemburgo, gli escraches hanno preso di mira alcuni illustri esponenti della destra. A Madrid, Oviedo, Valencia, Barcellona e Bilbao i deputati e i dirigenti del PP sono stati sanzionati nei loro domicili, all’interno di hotel e stazioni, durante convegni o mentre passeggiavano da decine, a volte da centinaia di rumorosi e arrabbiati attivisti dei coordinamenti contro gli sfratti.

La reazione del governo e del Partito Popolare è stata rabbiosa e violenta. I portavoce del Partito di Rajoy – in particolare Esteban Gonzalez Pons e Cristina Cifuentes – hanno occupato per giorni i media con dichiarazioni al vetriolo che comparavano la campagna delle PAH alla ‘kale borroka’, cioè alla guerriglia urbana realizzata per anni dai movimenti giovanili baschi. E non sono mancate neanche le accuse, nei confronti dei movimenti degli sfrattati, di essere manovrati dall’ETA (!) o comunque di utilizzare forme terroristiche contro i rappresentanti politici. Una campagna di criminalizzazione alla quale i movimenti sociali e i gruppi di sinistra hanno risposto per le rime. Ma che ora il governo vuole trasformare in una vera e propria caccia agli attivisti delle PAH. Il ministro degli interni di Madrid ha infatti dettato precise istruzioni ai servizi di sicurezza affinché impediscano gli ‘escraches’ nei confronti dei rappresentanti politici, assicurino la loro protezione e perseguano coloro che ne “mettono a rischio la sicurezza”. C’è quindi da aspettarsi una nuova ondata di denunce e arresti nei confronti di quegli attivisti che partecipino ai presidi, ai sit in e alle azioni di sanzionamento nei confronti dei rappresentanti di una classe politica ormai spudoratamente al servizio di banche e capitale finanziario.

A Pietra Alta il calore e la socialità non mancano

SAMSUNGLa gioia dei bambini e delle bambine del quartiere di Pietra Alta hanno movimentato la festa di primavera organizzata nello stabile occupato Pietra Alta. Merende e giochi, socialità e tanto divertimento hanno portato il calore di un sole mancato in una giornata di primavera ancora un po’ uggiosa e fredda. Fra crepes e laboratori di pittura per i bambini e le bambine la festa di primavera a Pietra Alta si è svolta ottimamente grazie anche alla collaborazione di tutto il quartiere che si è mobilitato per venire a supportate un’ iniziativa organizzata dagli occupanti dello stabile e dal collettivo Prendocasa. In un quartiere privo o quasi di punti di aggregazione e di spazi sociali, lo stabile occupato apre al quartiere gli spazi in comune nei quali, a termine dei lavori, verranno socializzati con le famiglie che hanno intenzione di mettersi in gioco ( in senso letterario visto che si prevedono dopo scuola, laboratori per i bambini e le bambine ecc…) organizzando con loro la fruibilità che tali spazi offrono. In questo senso intendiamo non sostituirci alle istituzioni locali che privano interi quartieri di servizi sociali ma insieme alle famiglie cerchiamo di rispondere a dei bisogni e delle esigenze che il quartiere cerca di realizzare in modo autonomo offrendo le proprie disponibilità e capacità.

Il comune di Torino continua con la sua politica di tagli ai servizi socio abitativi costringendo molte famiglie a vivere per strada o in macchina criminalizzando però chi occupa gli stabile per poter vivere dignitosamente con la propria famiglia. Contemporaneamente ATC minaccia o meglio esclude, per chi decide giustamente di occupare, della possibilità di avere una casa popolare (quelle poche che ATC assegna all’anno, pochissime rispetto alla domanda…). In questo senso non manca la collaborazione dei servizi sociali che fanno del vero e proprio terrorismo psicologico attraverso minacce di portar via i figli alle famiglie che decidono di autorganizzarsi per trovarsi da soli una soluzione reale al diritto alla casa. Minacce che ovviamente cadono nel vuoto visto le numerose occupazioni ad uso abitativo che la città di Torino continua ad avere ormai da qualche tempo. Neppure una disgrazia come quella di qualche mese fa è riuscita a smuovere dalle poltrone i politicanti della città che continuano a far finta di niente dopo la rumorosa manifestazioni degli abitanti di Pietra Alta, i quali denunciavano la mancanza, pretendendone la costruzione,  di un passaggio pedonale sopra elevato che attraversi corso vercelli.

Fra discorsi di questo genere e la forza nel sentirsi uniti nell’affrontare tali questioni, la festa di primavera ha saputo portare non solo gioia e sorrisi sui volti di tutti e tutte ma ha saputo affrontare questioni e contraddizioni da far emergere. Insomma, calore, socialità e voglia di attivarsi a Pietra Alta non mancano.

Guarda le foto della giornata:

SAMSUNGSAMSUNGSAMSUNG                                                                          SAMSUNGSAMSUNGSAMSUNGSAMSUNGSAMSUNG