Denunce per sfratti e occupazioni a Torino

stop_sfrattiLa polizia ha notificato 20 avvisi di garanzia per occupazione e per resistenza per un’inchiesta, giunta alla chiusura delle indagini, coordinata dai pm Padalino e Rinaudo.

6 denunce sono arrivate per altrettanti abitanti di una occupazione in via Monginevro, 6 invece ad occupanti di via Frejus, 16 denunce per violenza e minacce riguardano invece 3 picchetti antisfratto che erano stati fatti in via Di Nanni 76 nel quartiere San Paolo.

Prosegue dunque la repressione su chi a Torino lotta per il diritto alla casa e su chi in mancanza di risposte dalle istituzioni cittadine è costretto ad occupare colpevole di mettere in luce le loro mancanze; i numeri sono drammatici 4.000 sfratti in città nel 2012 (quest’anno sicuramente anche di più visto il trend in aumento anno dopo anno) 3.400 pignoramenti, circa 55.000 case sfitte, 1.000 case ATC vuote.

Queste denunce; che sicuramente non fermeranno i vari collettivi e sportelli che in città aiutano chi per sfratto e non si vede negato il diritto all’abitare; arrivano proprio in vista del 19 ottobre, giornata in cui sfrattati, sgomberati, occupanti, rifugiati, disoccupati, precari, giovani studenti invaderanno le strade di Roma per pretendere da chi sta nei luoghi di potere il diritto alla casa, il blocco degli sfratti, il diritto alla residenza per chi ha dovuto occupare.

Perché la grande opera di cui c’è bisogno è casa, redditto e dignità per tutti.

Leggi il comunicato del csoa Gabrio:

Nel corso dell’ultima settimana il fiato pesante della Porcura di Torino si è fatto sentire con insistenza sul collo di diversi compagn*, sfrattati, occupanti e attivist* della lotta contro gli sfratti e per il diritto alla casa.

6 denunce per occupazione sono state recapitate ad altrettanti abitanti della casa di via Monginevro, altre 4 denunce sono state recapitate alla casa occupata di via Frejus, 16 denunce per violenza e minacce infine riguardano tre picchetti antisfratto in via Di Nanni 76, indirizzo di una palazzina in quartiere San Paolo, da dove i proprietari stanno sfrattando uno dopo l’altro i diversi inquilini, con l’evidente intenzione di svuotare tutta la casa. A proposito della situazione interna alla palazzina, vale la pena annotare le pressioni che i proprietari stanno mettendo in atto nei confronti dell’inquilinato, pressioni fatte di serrature cambiate con ancora le procedure di sfratto in corso e sospensione dell’erogazione dell’acqua in appartamenti affittati da famiglie con bambini.

Il PM titolare di queste inchiesta (e anche delle altre due!), manco a dirlo, è il dottor Rinaudo, a testimoniare ancora una volta la volontà politica della Procura torinese di continuare l’attacco alle lotte sociali. Ravvisiamo come l’emergenza abitativa nella città di Torino continui a trovare esclusivamente risposte legate alla sfera dell’ordine pubblico e della repressione. A fronte di una città devastata dalla crisi, conosciuta nel giro di qualche anno come “capitale degli sfratti”, le uniche misure messe in campo dalla controparte istituzionale  sono state quelle volte a colpire tanto chi resiste agli sfratti (con mezzi quali la concentrazione dei picchetti nel 3° martedì del mese o con l’uso dell’art.610) quanto chi senza casa decide di prendersene una (attraverso sgomberi e intimidazioni).

Per quello che ci riguarda non sono certo questi provvedimenti che ci faranno cambiare rotta sul terreno della lotta per la casa: continueremo a organizzare picchetti antisfratto per evitare che famiglie intere vengano sbattute in mezzo ad una strada, continueremo con convinzione ad aprire ed occupare le case lasciate vuote, sicuri che la riappropriazione organizzata dal basso rappresenti una delle migliori ricette contro gli sfratti e per affrontare realmente il problema casa.

Per il blocco generalizzato di sfratti, sgomberi e pignoramenti
Per la requisizione degli immobili lasciati vuoti e la loro destinazione sociale
Verso il 19 ottobre, la sola grande opera che vogliamo: casa e reddito per tutt*!

#19O #sollevazione #stopsfratti #occupysfitto

Sportello Diritto alla Casa e Spazi Occupati Zona San Paolo
csoa gabrio

Sfratto con cariche a Torino, a Roma occupata sede Anci.

blocco-sfrattiSolito terzo martedì del mese a Torino con l’accorpamento nello stesso giorno degli sfratti, ormai da tempo la questura adotta questa strategia nel tentativo di dividere chi partecipa ai picchetti con gli sfrattati, ma che non sta servendo a far diminuire la sempre maggior solidarietà nei quartieri con chi ha uno sfratto.

Nello sfratto di Corso Agnelli la resistenza e la determinazione dei partecipanti al picchetto sono riusiti ad ottenuto un rinvio.

In via Berthollet invece la polizia si è presentata con 6 camionette, per eseguire uno sfratto di 3 persone i celerini non hanno avuto remore di caricare il picchetto 2 volte con scene di inseguimento per le vie del quartiere. Diverse persone sono state fermate durante le cariche e portate in commissariato per essere identificate, 5 di queste, tra cui un abitante del quartiere che solidarizzava, sono state trattenute e portate in questura per essere schedate.

Per il comune più indebitato d’Italia il problema abitativo è solo un mero aspetto di ordine pubblico da demandare alla questura; comune presente, unico tra l’altro, al Forum Scenari Immobiliari che la dice lunga che l’unico vero interesse è fare cassa per il bilancio anche a costo di fare speculazioni edilizie.

 

Nel frattempo a Roma i movimenti per il diritto all’abitare hanno occupato la sede dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) in via dei Prefetti, esponendo uno striscione che punta il dito contro la situazione sempre più insostenibile del diritto all’abitare in tutta Italia, chiedendo il blocco immediato degli sfratti e rilanciando verso la giornata di mobilitazione nazionale del 19 ottobre.

Alle 11:30 circa è arrivata la celere ma il presidio non si è fatto intimidire, centinaia di sfrattati e attivisti dei movimenti per il diritto all’abitare hanno continuato a presidiare interno ed esterno dell’edificio per esigere risposte concrete sull’emergenza casa.

Le priorità di Fassino: consegnare la città in mano ai privati

le mani sulla cittàIl nuovo piano per rilanciare Torino sembra pronto o meglio verrà presentato in giunta comunale fra dieci giorni dall’assessore all’urbanistica Stefano Lo Russo. Il “Programma della trasformazione urbana” vuol essere un documento corposo fra una serie di investimenti e operazioni immobiliari. La priorità per il sindaco Fassino è attrarre nuovi capitali in città per attivare un nuovo piano urbanistico attraverso capitali privati. La grande idea, in realtà il territorio urbano è da sempre luogo di nuovi settori di investimenti di capitale e profitto, nasce da un incontro con i boss del mattone tenutosi a Santa Margherita Ligure durante il Forum Scenari Immobiliari. In ballo ci sono diverse aree della città di Torino: dalla Continassa fino all’ ex area Thyssen in corso Romania. In sintesi, il comune di Torino per far cassa (senza tra l’altro redistribuire sul territorio la ricchezza accumulata, in termini di servizi pubblici e/o sociali, sempre più ridotti all’osso) vuole dare in concessione a privati grosse fette di territorio pubblico. Questo già accade, per esempio, per il parcheggio sotterraneo in corso Marconi sul quale esiste un comitato “Salviamo corso Marconi” il quale si oppone alla devastazione dello storico corso, evidenziando i grossi limiti del progetto che, oltre ad essere utile solo a chi può permettersi l’acquisto di un posto auto perché privato (ininfluenti quindi al fine dell’ampliamento dei parcheggi pubblici) intaccherebbe falde acquifere con annessi grossi rischi strutturali per case e palazzi, dovuti alla perforatura del sottosuolo attraverso l’uso di una talpa gigante (oltre al disagio creato da anni di cantiere costruito proprio vicino ad un asilo).

Ovviamente la giunta comunale e il sindaco di Torino in testa hanno ritenuto inutili e faziose le obiezioni esposte dalla gente del quartiere di San Salvario, perché si sa i profitti sono sempre meglio dei benefici di un’opera…

Ma torniamo al “Programma della trasformazione urbana” e alla priorità del sindaco Fassino…

Ci viene da chiedere se non sarebbero altre le priorità da destinare alla città più indebitata d’Italia e con il più alto tasso di sfratti per morosità che costringe molte famiglie a vivere in auto (per chi ce l’ha) o al parco sulle panchine. Basta leggere la cronaca per rendersi conto di quante famiglie e/o singoli vivono il disagio economico e abitativo, ormai trasformato in vera emergenza sulla quale non vi sono soluzioni che il palazzo di città sia in grado di dare. Molte sono le tendopoli che famiglie di immigrati ed italiani fanno sotto il comune passando inosservate dai media e sgomberate appena possibile per non destare una brutta immagine della città, indifferente alle questioni sociali che dovrebbero essere le vere priorità delle istituzioni.

Consegnare la città in mano ai privati, i quali ancor meno del comune si occuperanno dei disagi della popolazione, sottraendo risorse pubbliche, significa essere ciechi di fronte alle emergenze sociali che la città vive. Se le condizioni sono queste sta a noi, disoccupati, precari, studenti, esodati, far sgranare gli occhi ad una amministrazione sorda e cieca di fronte alla questione del diritto all’abitare, rompendo il silenzio e aumentando le occupazioni in città, mobilitandoci insieme a coloro che non vogliono più subire diktat politici ed economici, ed essere noi a dettare le priorità per migliorare le nostre condizioni di vita.

Pisa, rinviato sfratto: si apre una stagione di lotta sulla casa

sfratto pisaQuesta mattina è stato difeso dal Progetto Prendocasa l’ennesimo sfratto, in una situazione in cui non sono mancati momenti di tensione con le forze dell’ordine giunte alle 6 di mattina all’abitazione della famiglia.

Inoltre gli assistenti sociali, duramente attaccati dalle famiglie sotto sfratto pochi mesi fa con le occupazioni degli edifici pubblici in svendita, continuano a dimostrare che non hanno nessuna volontà di agire nella direzione di risolvere il problema che accomuna centinaia di famiglie.

La storia è quella di Islam, lavoratore delle bancarelle del Duomo e la sua famiglia, alle prese con lo sfratto per morosità, dovuto in parte dai pignoramenti della merce in vendita perchè indebitato di 5000 Euro, giunto al sesto tentativo di accesso da parte dell’ufficiale giudiziario. Già alle 7 di mattina mentre alcune famiglie con lo sfratto e altri solidali giungevano al picchetto ci sono stati i primi momenti accesi con la polizia che si è fatta trovare davanti al portone, decisi a buttare in mezzo alla strada la famiglia. Dopo qualche minuto il picchetto anti-sfratto si è fatto molto numeroso e ha acquistato forza tanto da arrivare a far rinviare lo sfratto al 31 ottobre. L’emergenza abitativa continua a dilagare nella città di Pisa: soltanto nei mesi di settembre e ottobre ci saranno centinaia di sfratti in tutta la città soprattutto nei quartieri popolari di Cisanello, Cep e S.Ermete. Proprio da questi quartieri giungono le notizie di come l’amministrazione comunale sta gestendo l’emergenza sfratti: di recente, gli alloggi popolari dell’Apes sfitti invece di essere assegnati vengono blindate le porte o distrutti gli impianti interni e i sanitari, mosse escogitate dal Comune per prevenire le occupazioni in bianco che si stanno moltiplicando in diverse zone della periferia, continuando così il favorimento delle evidenti speculazioni edilizie.

Mentre crisi, sfratti, licenziamenti e disoccupazione diventano sempre di più la normalità che vivono quotidianamente tantissime persone e le Istituzioni continuano a dimostrare il totale distacco con gli strati sociali impoveriti, forme di resistenza come lo sfratto di stamani e nuove occupazioni sociali nei quartieri, sono le fondamentali basi da cui partire per massificare il movimento contro gli sfratti. La partecipazione diretta di chi ha lo sfratto durante i picchetti delle altre famiglie sta dimostrando che la paura e la vergogna di vivere costantemente in uno stato di insicurezza economica e sociale viene meno soltanto con la lotta contro l’arroganza di assistenti sociali, ufficiale giudiziari e amministrazioni comunali.

da infoaut