DOMENICA FESTA A PIETRA ALTA, SI COMPIE UN ANNO!

festa 1° compleanno pietra altaL’occupazione di Pietra Alta compie un anno, per l’occasione domenica 16 febbraio alle ore 17 l’Antifa boxe incontra la Palestra Popolare in costruzione di pietra alta El pueblo e ci sarà un allenamento dimostrativo di Boxe.
Invitiamo tutti a venire a vedere, sperimentarsi e partecipare alla giornata di sport popolare e a festeggiare!
A seguire alle ore 19 aperitivo e dj set con dj Francesco e Marco Sottile (anni ’80 ’90)
Vi aspettiamo nella palazzina dell’ex dazio di Corso Vercelli 440

mezzi pubblici 4 20 51 SE1 SE2
Stazione Stura sfm1 sfm 2 sfm4 sfm6 sfm7

 

Sgomberati gli ex bagni pubblici occupati dalle famiglie

Questa mattina del 12 febbraio a Torino gli ex bagni pubblici di via Roccavione (appena dietro la stazione Dora) sono stati sgomberati a meno di una settimana dall’ sgomberooccupazione. Lo stabile era vuoto dal 2009 e da qualche giorno ospitava due famiglie e due ragazzi che insieme ad altri nuclei avevano precedentemente occupato una palazzina di via Spano(zona torino sud) da cui erano stati al medesimo modo sbattuti fuori su richiesta del privato palazzinaro proprietario. La riappropriazione dei Bagni(stavolta di proprietà pubblica ,comunale) da parte dei senza casa è stata proprio la prima risposta che, insieme agli sportelli casa della città, si era voluta dare a questo precedente sgombero: infatti l’occupazione ha consentito da un lato di dare una soluzione abitativa immediata alle famiglie con più urgenza di un tetto,e dall’altro tramite una conferenza stampa si è voluto chiamare ad un confronto pubblico il Comune in tutti i suoi apparati atti alle politiche sulla casa e all’emergenza abitativa affinchè si esponessero pubblicamente nel garantire una soluzione alternativa per gli altri occupanti ancora senza casa. Dal momento che sono le inadeguate politiche comunali la causa di una situazione di assoluta emergenza abitativa in città, che vede sempre più sfratti e sfrattati a fronte di speculazioni edilizie pubbliche e private che lasciano alloggi a marcire e ingrassano assessori e palazzinari, era dovere del comune dare una risposta. E la risposta è stata data con lo sgombero di questa mattina .Anziché requisire alloggi sfitti o ridistribuire le case atc vuote il Comune preferisce  ridurre il problema a mera questione di ordine pubblico e presentare dieci camionette sotto una occupazione abitativa e lasciare le famiglie in mezzo a una strada; anziché calmierare gli affitti o lavorare per una moratoria degli sfratti, a Torino  entra in vigore l’articolo 610,che prescrive lo sfratto a sorpresa: non ti diciamo quando avrai lo sfratto così non ti organizzi per contrastarlo-e non importa se il prezzo che paghi è vivere nell’ansia di perdere la casa da un momento all’altro. Soluzioni per una tutela istituzionale del diritto alla casa ce ne sono, ma evidentemente comune e regione preferiscono spendere i soldi in altro modo, e privatizzazioni e svendita del demanio pubblico sono all’ordine del giorno mentre la vivibilità dei territori si fa sempre più difficile e la vita di chi paga i costi della crisi sempre più precaria.  All’interno dell’occupazione sgomberata stamattina viveva anche una giovane coppia nigeriana ,Elena e Denis che avevano festeggiato la nascita del loro bambino proprio il giorno dello sgombero da via Spano: una simile storia si è naturalmente dimostrata più che appetibile per media mainstream che ne hanno scritto sui loro giornali( non appena appurato che non era tutta un’invenzione, né che stavamo sequestrando una donna incinta all’interno di una occupazione- voci queste arrivate da più parti) e per l’assessore alle politiche sociali Tisi che si è dimostrata da subito interessata alla vicenda, promettendo una sistemazione per la giovane famiglia: quale migliore pubblicità infatti avrebbe potuto trovare? E infine il comune una sistemazione per Elena l’ha tirata fuori dal cappello questa mattina: un monolocale soppalcato senza spese dove potranno vivere tutti e tre per un massimo di nove mesi: Elena aveva infatti espresso il rifiuto categorico di accettare qualsiasi proposta che prevedesse lo spaccamento del nucleo famigliare e quindi il rifiuto di  rivolgersi agli assistenti sociali per la concreta paura che la separassero dal marito o dal figlio, prassi abituale in questi casi. Sicuramente il succedersi di due sgomberi violenti in poco più di una settimana testimonia la volontà di Comune e Questura di mostrare i muscoli nei confronti delle occupazioni ma mostra anche la paura che hanno  nel radicamento e nella legittimazione nei quartieri degli spazi occupati, e nell’estendersi di questa pratica di riappropriazione che diventa sempre più riproducibile e  accettata da chi vive i territori. Cresce infatti il numero delle occupazioni sull’intero territorio nazionale, e cresce il numero di abitanti che si autoorganizzano e con il supporto degli sportelli casa dei centri sociali e dei comitati di quartieri ( che sopperiscono de facto all’assenza politica sul tema casa) costruiscono dal basso un’alternativa reale a un presente di crisi, austerità  e soppressione dei diritti. Continueremo per la nostra strada e torneremo ad occupare con chi è ancora senza un tetto, seguendo quel filo che va dalla riappropriazione della casa alla riappropriazione di utenze, servizi e delle mille altre forme di reddito che ci viene negato.

Dopo lo sgombero, nuova occupazione!

viaroccavioneTorino: dopo lo sgombero della palazzina occupata di via Spano avvenuta martedì mattina, questo pomeriggio le 13 famiglie lasciate in mezzo ad una strada in pieno inverno hanno dato vita ad una nuova occupazione abitativa.

Già nella partecipata assemblea tenutasi martedì pomeriggio in seguito allo sgombero era stato detto chiaramente che la risposta a quanto avvenuto in via Spano non avrebbe tardato ad arrivare e così è stato: poco fa le famiglie, assieme alle realtà che portano avanti la lotta per il diritto alla casa sul territorio torinese, hanno occupato gli ex bagni municipali di via Conte Roccavione. Si tratta di un edificio di proprietà del Comune abbandonato da tempo e che da oggi tornerà a vivere dando un tetto sopra la testa alle famiglie sgomberate due giorni fa. In questo momento gli occupanti sono riuniti in assemblea dopo aver informato il quartiere di quanto avvenuto e invitato tutti a portare solidarietà attiva alla nuova occupazione.

Quello degli ex bagni occupati quest’oggi è solo uno dei tanti esempi di edifici (pubblici e privati) lasciati all’abbandono e al degrado in una città che da un lato conta 50mila casa vuote e dall’altro detiene l’infelice primato di capitale degli sfratti. Di fronte a questa situazione e all’indifferenza di un Comune incapace di dare alcun tipo di risposta all’emergenza abitativa cittadina (se non quella di svendere pezzo a pezzo il patrimonio pubblico per tentare di coprire i debiti dell’amministrazione), sono sempre più le persone che decidono di riprendersi il diritto ad un’esistenza dignitosa occupando edifici sfitti.

Dopo lo sgombero di martedì mattina (la cui responsabilità va imputata non solo alle sollecitazioni del palazzinaro che possedeva lo stabile ma anche a Comune e Questura torinesi che continuano ad affrontare l’emergenza abitativa come mero problema di ordine pubblico), l’occupazione di oggi costituisce la miglior risposta di chi senza casa non è più disposto a stare e all’arroganza di sfratti e sgomberi oppone la solidarietà e la determinazione nel riprendersi il diritto all’abitare un pezzo alla volta.

Ascolta la conferenza stampa all’interno della nuova occupazione:

https://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2014/02/conf_stampa_occupaz.mp3

Torino, sgomberata occupazione abitativa di via Spano

via_spanoNella mattinata di Martedì 6 febbraio la polizia ha fatto irruzione in uno degli stabili occupati il 17 gennaio scorso nell’ambito della settimana nazionale di mobilitazioni indetta dalla rete Abitare nella crisi dal 15 al 22 gennaio e che già nei giorni precedenti aveva visto numerose città in mobilitazione. In quell’occasione, nella città di Torino, sono state effettuate 3 occupazioni in diversi punti della città, tra cui una palazzina in via Spano che dava un tetto a 13 famiglie. Intorno alle 8.30 di questa mattina, la polizia ha effettuato lo sgombero entrando all’interno della palazzina e sfondando le porte degli appartamenti e obbligando tutti e tutte le occupanti a permanere all’interno dello stabile.

Singolare, quanto meno ignobile, il modo in cui la polizia ha condotto questa operazione: nelle prime ore del mattino la digos ha infatti seguito un occupante che si recava al lavoro, per poi fermarlo e portarlo in questura, dove è stato trattenuto per diverse ore. Lì è stato privato delle chiavi dello stabile che ha permesso a polizia e digos un primo accesso all’interno dello stabile. Che la polizia si serva di nuovi espedienti beceri per praticare uno sgombero è sicuramente una novità ma non ci soffermiamo più di tanto sulla questione, se non rilevando l’assurdità del gesto.

A richiedere lo sgombero, il proprietario della palazzina che dopo aver lasciato il palazzo abbandonato per anni, ora tira fuori dalla tasca un fantomatico progetto di residence. Polizia, questura e proprietario quindi hanno dato il via allo sgombero, lasciando da oggi in mezzo alla strada 13 famiglie, tra cui alcuni bambini. Tra le  occupanti anche una donna incinta, in questi giorni in ospedale per l’imminente parto. Non crediamo sia un caso che lo sgombero effettuato sia stato fatto proprio in sua assenza, di fronte alla difficoltà mediatica (nel gestire la situazione) che altrimenti questo avrebbe comportato. Ma di certo questo non cambia lo stato delle cose, a trovarsi in mezzo alla strada non solo da oggi ci sarà una donna con un neonato, ma le molte famiglie che cercano di appropriarsi di un diritto, quello all’abitare, e di darsi delle risposte, laddove istituzioni e compagnia non sono in grado di dare.

Le famiglie sgomberate non mancheranno di dare la giusta risposta a chi oggi continua a negare il diritto all’abitare…stay tuned!