La fame vien mangiando…

Questa mattina, un’altro
sfratto è stato bloccato! Zara e i suoi figl* insieme alla rete per il diritto
alla casa si sono opposti al settimo accesso che questa famiglia stava subendo.

Zara da dieci anni vive nella
casa di via Isonzo (To) e lavorando come badante è sempre riuscita con non pochi
sforzi, a pagare l’affitto. Per tre mesi, la donna si ammala e non recependo lo
stipendio è costretta a interrompere il canone d’affitto. Dopo questi mesi
torna a lavorare, e con il reddito ridotto cerca di saldare il debito contratto
con il padrone di casa, proprietario dell’intero immobile; questo però ad oggi
non si accontenta più di ricevere pagamenti parziali, vuole subito l’intero
importo dei mesi non pagati, di conseguenza vuole Zara con i suoi figl* fuori di
casa.

Incredibile ma vero, come se
non bastasse, ieri Zara ha subito da parte della questura un tentativo di
intimidazione, attraverso un prelevamento forzato dalla sua abitazione al
commissariato di zona,
per 
controlli sul permesso di soggiorno e sul contratto di lavoro che però non
hanno spaventato la donna nel suo intento di opporsi a chi senza margine di
trattativa cerca di buttarla in mezzo ad una strada.

La rete per il diritto alla
casa, più altre realtà provenienti da Alessandria e Vercelli, portano la loro
solidarietà attiva fin dalle prime ore del mattino.Il gruppo numeroso di
ragazzi/e occupa l’ingresso del palazzo per evitare che l’avvocato del
proprietario assente (il quale delega all’amministratore del palazzo tutta la
situazione…), il commissario di zona, l’ufficiale giudiziario e uomini della
digos facciano la sortita.

Parte la trattativa fra gli
avvocati della rete per il diritto alla casa e la controparte: in un primo
momento viene concessa la possibilità di una proroga allo sfratto se verrà
pagata una somma di 400 euro.

Questà possibilità, dopo
qualche minuto, svanisce, perchè di fronte alle nostre richieste di garanzie,
la proprietà non vuole assumersi le proprie responsabilità.

Comunichiamo quello che sta
accadendo a Zara, la quale rimane all’interno della sua casa con la sua
famiglia.Decidiamo quindi di rimanere fermi davanti all’ingresso del palazzo,
mentre alcuni di noi entrano nell’abitazione di Zara.

Di fronte alla determinazione
e alla resistenza espressa dalla famiglia, l’ufficiale giudiziario decide di
non eseguire lo sfratto per problemi di ordine pubblico.

Sfratto rinviato fino al 21
settembre.

Uniti contro gli sfratti per
il diritto alla casa!

Cronca di una giornata per il diritto alla casa.

Anche questa mattina la
rete per il diritto alla casa è riuscita nel suo intento: una
giovane coppia con quattro bambini non sarà sbattuta fuori di casa.

Alle 11.30 l’ufficiale
giudiziario insieme alla proprietaria e il suo avvocato, entrano in
casa della coppia per eseguire il secondo accesso di sfratto. Ad
attenderli ci sono gli attivisti della rete per il diritto alla casa
che insieme alla famiglia pretendono il rinvio dello sfratto. La
famiglia vuole più tempo per potersi organizzare,senza se e senza
ma.

La giovane coppia fa
presente che hanno fatto domanda per l’emergenza abitativa ma come
sempre i tempi di attesa sono molto lunghi e la proprietaria, una
palazzinara che vive di rendita sul loro lavoro attraverso
l’estorsione dell’affitto, ha finto comprensione spingendo per un
primo rinvio di un solo mese.

Lei ha sempre lavorato,
fin dall’età di 13 anni, e ora si ritrova in cassa integrazione,
lui disoccupato da diverso tempo, riescono a mala pena a sfamare i
loro figli. Nasce una discussione accesa,ma la giovane coppia con i
quattro bambini ottengono una proroga di due mesi.

Grazie alla
determinazione della famiglia e al supporto e alla solidarietà della
rete per il diritto alla casa, sono riusciti ad avere un rinvio fino
al 30 di agosto.

Sabrina: un altro accesso rimandato…..uniti si vince!

Un altro sfratto
bloccato, un altro risultato portato a casa grazie alla determinazione
di Sabrina e del Comitato di quartiere Vanchiglia che insieme al
Progetto PrendoCasa Torino e la Rete per il diritto alla casa hanno
bloccato l’ennesima prevaricazione di chi altrimenti avrebbe messo alla
porta una donna, madre di due figli.

Dalle ore 07.00 si sono radunati una
cinquantina di persone, che sotto casa di Sabrina attendevano l’arrivo
dell’ufficiale giudiziario e del padrone di casa. In compenso erano
presenti le forze dell’ordine, che ultimamente sembrano essere
interessate a questo problema, volendo quasi intimorire chi di questo
problema se ne fa carico in tutto e per tutto.

Dai vicini palazzi gli
inquilini incuriositi prendevano coscienza della situazione e
solidarizzavano con Sabrina, mentre i compagni, compagne e i genitori
del Comitato di quartiere Vanchiglia presidiavano e distribuivano
volantini.

All’arrivo del furgone del fabbro è stata
bloccata la strada di accesso al palazzo, facendogli capire che oltre
non sarebbe potuto andare!

Intorno alle 10:30 si è  presentato
l’ufficiale giudiziario che ha constatato l’impossibilità
 dell’eventuale sgombero e in un primo accordo con la padrona di casa si
è arrivati ad un rinvio di un mese. Intanto – e non a caso! – sul posto
è arrivata l’ispettrice dei vigili urbani preposta alla stesura del
verbale  che dovrà essere visionato e validato dalla Commissione per
l’emergenza abitativa, affinché a Sabrina sia assegnata una casa
popolare.

Grazie anche al supporto degli avvocati dello Sportello Casa e
dopo un’estenuante trattativa con le parti in causa, questa giornata si
è conclusa con una vittoria ancora più incisiva: Sabrina e i suoi figli
rimarranno nella loro casa fino al 13 settembre – rinvio di tre mesi e non di uno! –
ed entro una decina di giorni si avrà l’esito dalla Commissione per
l’emergenza abitativa per la casa popolare!


Si conclude in questo modo l’ennesima
giornata di lotta per la casa, una lotta che riaccende la speranza di
tutte quelle donne e uomini che si vedono, giorno dopo giorno, negare il
diritto ad un tetto.


CONTRO GLI SFRATTI, PER IL DIRITTO ALLA
CASA!

Un invito… particolare

Sabrina ha 35 anni. Ha due figli,
splendidi, che frequentano la scuola elementare Fontana.

Sabrina aveva un panificio, vendeva
splendide michette e focaccine. Si alzava alle 4,00 per poter fare
bene il suo mestiere e garantire ai suoi figli il necessario.

Poi è arrivata la crisi, quella crisi
che, secondo Berlusconi, andava curata con l’ottimismo; quella
crisi che, secondo il governo, era fasulla e solo nella mente dei
pessimisti.

 

 

Questa crisi “fasulla” ha
impedito a Sabrina di avere un prestito dalle banche, ne altro tipo
di sostegno per la sua attività commerciale.

Questa crisi “inesistente
ha costretto Sabrina a chiudere il suo esercizio, unico sostentamento
per la sua famiglia e per i suoi bimbi.

Ma Sabrina non si è data per vinta,
non si è fermata. Ha cercato un nuovo lavoro, un nuovo modo per
sostenersi. Non è stato facile, in un periodo nel quale a Torino ci
sono quasi 150mila cassintegrati e tante altre migliaia stanno
perdendo il lavoro.

Sabrina lavora part-time, con un
contratto a chiamata; lavora tanto per

un stipendio che, a stento, riesce a
soddisfare le sue necessità.

Sabrina ha fatto richiesta di alloggio
popolare. Ma all’ATC gli hanno risposto che non era tanto
bisognosa di alloggio
, nella Torino dell’accoglienza
chiampariniana
gli hanno assegnato un’attesa di una decina
d’anni.

Ma Sabrina non è sola. Da qualche mese
frequenta il centro sociale Askatasuna ed il Comitato di Quartiere,
dove i suoi figli possono giocare ed imparare senza dover pagare
nulla, dove lei può chiacchierare, conoscere, confrontarsi con tante
altre donne, famiglie, cittadini del territorio.

E superare quella pudica vergogna che
ti viene indotta dagli sguardi giudicanti di chi vorrebbe trattarti
come una scoria, come un perdente, come un poveretto che non ha gli
strumenti per farcela in questa vita così competitiva. E farti
sentire impotente ed emarginato.

Ma Sabrina non è emarginata per
niente. Sorride agli altri, collabora, propone attività, diviene ben
presto una delle più attive militanti del Comitato di Quartiere. E,
quando ad un’altra mamma del quartiere arriva un’ingiunzione di
sfratto, lei è in prima linea nella solidarietà, pronta a lottare
per il diritto alla casa.

Sabrina sa quali sono le difficoltà
della vita, e sa che la perdita del lavoro, o della casa, non sono
colpe individuali di cui vergognarsi, ma il frutto di un sistema
ingiusto che arricchisce e tutela chi lo gestisce e mette in
ginocchio tutti gli altri.

A Sabrina è giunta un’ingiunzione di
sfratto. Si è rivolta subito ai servizi sociali che, questa volta,
si sono attivati permettendole di fare la pratica per l’emergenza
abitativa.

La sua morosità non è determinata da
cattiva volontà, ma dall’impossibilità reale di pagare un affitto
troppo esoso.

E’tutto nero su bianco, gli atti sono
stati depositati.

Ma lo sfratto non si è fermato.

Martedì 15 giugno arriveranno gli
ufficiali giudiziari per sgomberare Sabrina dal suo appartamento.

O almeno ci proveranno. Ma quando
arriveranno, al numero 12 di via Sineo, troveranno una bella
sorpresa ad attenderli; siamo certi che, quella mattina, genitori
della scuola, cittadini del quartiere, i ragazzi del centro sociale
Askatasuna, tutto il movimento di Prendo Casa Torino, accoglierà
questi signori al grido “La casa è un diritto, Sabrina non si
sfratta”.

Non permetteremo mai che una donna con
due figli, avente pieno diritto di un alloggio popolare, finisca in
mezzo ad una strada per colpa di un sistema lento, farraginoso ed
inumano.

Per questo motivo invitiamo tutte/i a
partecipare al presidio antifratto dello Sportello Casa,

MARTEDI 15 GIUGNO DALLE ORE 8,00 IN VIA
SINEO 12, ZONA VANCHIGLIA

 

 

Nessuno sfratto in
Vanchiglia, nessuno sfratto a Torino

 

 

La casa non è un
privilegio, la casa è un diritto per tutti”

Forza Sabri, siamo tutti con te!

 

 

LA CASA TORNA IN PIAZZA – SABATO 12 – PIAZZA SAN SECONDO

 
Il Coordinamento di lotta per il diritto alla casa ritorna in piazza o meglio nella centralissima
piazza San Secondo, il salotto buono della nostra città. Cosa accadrebbe se dovesse ad un tratto
trasformarsi in un campeggio per senza tetto ? Il pavè è stato appena rifatto, le nostre schiene
potrebbero dormire sonni tranquilli, Quale casa migliore per le nostre famiglie !!

Certo il nostro sindaco non gradirebbe che si smentisse il suo ottimismo e che certe storie di
malessere sociale turbassero le sue visioni. Vasi fioriti, morbide rotonde, san pietrini in ordine e
enolandia cosa ci azzeccano con le seccature quotidiane delle famiglie. Mancano i soldi per
pagare le bollette, il lavoro dura troppo poco, l’affitto è diventato insostenibile, bisogna farsi
prestare i soldi per i libri scolastici, e così via.

Insomma, il campeggio per i senza tetto trasformerebbe il salotto buono in un incubo per chi,
come il sindaco, vede la città come il luogo frequentato dalla “possidenza”, ma potrebbe invece
suonare la sveglia sul mondo reale per tutte le persone che hanno a cuore la vita civile dell’intera
comunità cittadina.

In questa situazione di crisi sociale le prime persone in difficoltà sono i migranti. E’ già una
ingiustizia quest’ordine del malessere, perché colpisce persone che contribuiscono più di altre alla
formazione della ricchezza della città e alla tutela della coesione sociale delle famiglie nate e
vissute sul nostro territorio. Non si può pensare di rispedirli tutti a casa come fossero dei pacchi,
dicendo che per adesso non ci servono. Neppure si può dire ai nostri connazionali di risolvere le
loro difficoltà ricorrendo alla solidarietà familiare, prosciugando i magri risparmi della generazione
che li ha preceduti. Eppure l’assessore ai Servizi Sociali pensa e dice senza vergognarsi proprio
queste cose !!

Sabato vogliamo rappresentare il piazza San Secondo tutto questo e vogliamo scoprire con i
cittadini che parteciperanno, di quanta malafede, di quanta difesa cieca degli egoismi e delle
ricchezze, sono composti gli appelli ai sacrifici che ci vengono rivolti, gli obblighi che vengono
imposti alle famiglie del popolo, alle famiglie di via Allende, a tutte le famiglie che affollano le
graduatorie atc nell’attesa senza fine di una casa popolare, a tutte le persone che hanno già perso
il posto di lavoro, a quelle che rischiano di perderlo. Vogliamo riaffermare dei diritti, in primo luogo
quello alla casa e al lavoro, vogliamo che i diritti siano la risposta ai bisogni di vita e di civiltà.
Perché non può esserlo il mercato che seleziona sempre per censo ed esclude dai suoi riti quelli
che non possono pagare, quelli con redditi precari o troppo modesti.
In piazza cercheremo di capire a che punto è la crisi, quella reale delle nostre vite di tutti i giorni.
In piazza perché è in spazi aperti e pubblici che si costruisce la solidarietà e una azione comune.
Non possiamo accettare che lo Stato premi con soldi pubblici chi ha la responsabilità della crisi,
quelli che hanno fatto soldi con i soldi. Non sono le banche da finanziare ma il lavoro, progetti di
vita reale, i bisogni reali delle persone e delle comunità.
Ad asti è stata occupata da sei famiglie in emergenza abitativa una palazzina di proprietà
pubblica, che altrimenti sarebbe rimasta abbandonata all’incuria e al vandalismo. E’ una azione a
cui attribuiamo un alto valore simbolico. Sei famiglie spogliate dalla “crisi” fino al rischio della
coesione familiare, sei famiglie che non vogliono farsi denudare dal mercato e che si riappropriano
del maltolto, si riappropriano di un diritto esercitandolo, senza delegare a nessuno la loro
responsabilità, il loro pensiero, la loro volontà si essere umani.

Nel pomeriggio si discuterà di tutto questo in una assemblea allargata ai movimenti piemontesi
di lotta per la casa, di Torino, Alessandria, Vercelli e Novara. Si discuterà di legalità, di rapporto
con le istituzioni, di bisogno abitativo insoddisfatto e degli strumenti per soddisfarlo, si parlerà di
autorganizzazione, di buone azioni civiche, di difesa del lavoro, di democrazia partecipata.

PROGRAMMA:

-) ORE 8 RITROVO IN PIAZZA SAN SECONDO ,DOVE SI MONTERANNO SIMBOLICAMENTE QUALCHE TENDA, E SI ALLESTIRà IL PRESIDIO SOTTO I PORTICI DELLA FARMACIA

-)ORE 16 ASSEMBLEA CON LE REALTà PIEMONTESI DI LOTTA PER LA CASA INTERVERRANNO ALESSANDRIA TORINO VERCELLI

-) ORE 9 DUE PANINI IN COMPAGNIA, ALLIETATI DA UN PICCOLO SPETTACOLO TEATRALE : “Quasi come Hemingway" , DI ANTONIO CARLETTI

Pisa: sgomberata la tendopoli

Fonte: Infoaut.org
 
Questa mattina intorno alle 7 i vigili urbani di Pisa, protetti da
circa 50 uomini in antisommossa, hanno sgomberato le tende delle
famiglie di via Marsala.

E ancora una volta ci si sveglia presto a Pisa, le forze dell’ordine non
accennano a stancarsi: intorno alla 7 di questa mattina sono state
rimosse le tende che da ormai 10 giorni erano la casa delle famiglie
sgomberate da via Marsala il 26 maggio scorso.

I vigili urbani, protetti dai cordoni di polizia e carabinieri in
antisommossa hanno letteralmente distrutto le tende di Largo Ciro
Menotti ammassandole su un furgone: Un’azione violenta quella di
stamattina, durante la quale ancora una volta le istituzioni sono state
latitanti.

Brevi momenti di tensione si sono registrati al momento della partenza
del furgone, quando la polizia ha spintonato i solidali che nel
frattempo si erano raccolti.

Di nuovo ripristinata la legalità: il sindaco Filippeschi, in nome della
sicurezza e del decoro, gestisce come sempre un problema sociale come
una questione di ordine pubblico.
Intanto per mercoledì si appresta a stringere la mano a Maroni. Verrà
infatti, firmato il "patto per Pisa sicura", che garantirà alla città
più fondi per le telecamere e più uomini delle forze dell’ordine.

In questo momento, come previsto da giorni, è in corso la "commissione
per l’emergenza abitativa", durante la quale dovrebbe essere discussa
anche la situazione delle otto famiglie di via Marsala.
Nel frattempo gli ex-occupanti, i compagni e le compagne del Progetto
Prendocasa, i tanti solidali, si trovano in presidio davanti a Palazzo
gambacorti, sede del Comune.

Otto famiglie "di nuovo buttate in mezzo alla strada": questa è
legalità? Una domanda alla quale le Istituzioni e la città tutta, non
possono più sottrarsi.

 
                               

Ascolta Marri (Progetto PrendoCasa Pisa)

 
http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf
                                                                         
                                                                                                                                           

Via Marsala: il giorno della vergogna

 
Ascolta l’intervista che abbiamo effettuato come prendocasa torino a Marri:
http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf
 
 

 
 
Alla fine, politica e forze dell’ordine della città pisana hanno
raggiunto il loro tanto agognato obiettivo: lo sgombero della palazzina
di via Marsala, occupata da una decina di famiglie in emergenza
abitativa.
Ma certo, questa storia non finirà qui..!

Per legittimare l’atto indegno, hanno utilizzato tutta la panoplia dei
mezzi al servizio della disinformacija: diffamazioni, criminalizzazione,
ritratti a tinte fosche degli occupanti e dei loro sostenitori, fino
alla pura e semplice menzogna.  E così, chi ha subito l’offesa sparisce
mentre sale in primo piano l’ "aggressione"  (nei fatti inesistente9 ad
un sindaco che ha brillato per inefficacia e incapacità d’intervento
nella città che amministra.

Lo sgombero dell’immobile di proprietà della famiglia Pampana è in atto
dalle 6 di questa mattina. Dopo l’arrivo di numerosi blindati e di un
ingente schieramento di forze dell’ordine, le famiglie che da due mesi
occupavano lo stabile hanno lasciato le abitazioni. L’edificio posto
sotto sequestro, uomini donne e bambini in mezzo alla strada.

Dai giornali locali, una breve cronaca della "grande operazione di
legalità":

08:50 I sigilli sono stati posti ovunque. Nel
frattempo le famiglie hanno esposto uno striscione sulla Toscoromagnola
che recita: "Questa è la vostra legalità, otto famiglie in mezzo alla
strada!"
08:20 La polizia ha finito il sopralluogo e sta
ponendo i sigilli in tutti gli ingressi: l’immobile è sottoposto a
sequestro preventivo. Le famiglie continuano a rimanere per la strada
sulla Toscoromagnola, in attesa che qualcuno gli comunichi il da farsi.
Per le 11 è stata indetta una conferenza stampa in piazza Garibaldi.

Nel corso della giornata i/le redattori/trici di Infoaut/Pisa
aggiorneranno più compiutamente sui fatti…

Resistere per esistere.

Il progetto Prendo Casa
Torino esprime piena solidarietà alle famiglie di via Marsala, le
quali continuano a resistere allo sgombero della palazzina occupata.

La resistenza delle
famiglie occupanti, insieme ai compagni ed al quartiere tutto,
dimostra ancora una volta come la forza collettiva possa fare davvero
la differenza di fronte alla vergognosa decisione delle istituzioni
che, incapaci di rispondere ai bisogni reali dei cittadini, svela il
suo vero volto, schierando forze di polizia a difesa di palazzinari e
speculatori.

Non sappiamo come andrà
a finire, ma quello che oggi le 8 famiglie ci insegnano e che la
difesa per il diritto alla casa e’ d’obbligo per tutti quei soggetti
sociali che non vogliono pagare la crisi.

Resistere e’ l’unica
soluzione.

Pisa:per via Marsala è il Giorno della Resistenza.

Fonte:Infoaut.org

[h 17:30] Tafferugli nel Palazzo del Comune.

E mentre continua senza sosta la difesa delle case di via
Marsala, una parte degli occupanti e dei compagni e delle compagne di
Prendocasa si sono spostati a palazzo Gambacorti, sede del Comune.
Momenti concitati all’interno dell’edificio: le forze dell’ordine hanno
provato ad impedire l’ingresso dei compagn* nella sala dove è riunita la
giunta comunale, tafferugli nei quali chiaramente i manifestanti hanno
avuto la meglio.
In questo momento è in corso l’occupazione della giunta comunale.



[h 16]
E’ lunga la giornata in via Marsala: continua l’assedio
delle forze dell’ordine alla palazzina, continua la resistenza degli
occupanti e dei solidali.
Diverse voci si sono rincorse durante la mattinata su un possibile
rinvio dello sgombero…soltanto voci!
L’unica cosa certa è la determinazione delle otto famiglie, che come più
volte avevano ripetuto nelle scorse settimane, non lasceranno le loro
case.
Ad oggi questa posizione è ancora più chiara: non c’è più spazio per le
prese in giro, le famiglie non si fanno intimidire dalle camionette e
dai reparti antisommossa.
Via Marsala Resiste!Via Marsala non si tocca!

 

[13:00] Solo la lotta paga!Sgombero rimandato di 48
ore per motivi di ordine pubblico e per motivi di salute degli
occupanti.
Nel frattempo sono molti gli abitanti del quartiere che si sono
avvicinati e hanno portato la loro solidarietà agli abitanti di via
Marsala.



[12:15]
Mentre l’assessore alle politiche abitative Zambito
conferma la sua infamia distaccandosi, in un’intrevista, da quanto sta
accadendo in Via Marsala e sottolineando che il comune ha fatto quanto
poteva, il presidente della Regione Toscana Rossi si sta mettendo in
contatto con il prefetto: vista la determinazione di quanti sono
presenti in via Marsala, per questioni di ordine pubblico, si tenta di
trovare altre vie risolutive diverse da quelle dell’uso della forza.
In prefettura è riunito in questo momento il tavolo per l’ordine
pubblico e la sicurezza: a quanto pare nessuno si può più nascondere, è
il momento delle prese di responsabilità, è il momento di additare i
colpevoli di una situazione abitativa disastrosa in città.
Intanto gli occupanti e i solidali hanno lanciato un pranzo
sulla Toscoromagnola per le 13:30
, invitando tutti e tutte a
partecipare, portando la propria attiva solidarietà alle otto famiglie.



[11.30]
Il Dott. Serravalle ha visitato alcuni degli occupanti
certificando la loro intrasportabilità per gravi problemi di salute.

Intanto sul posto è giunto il magistrato Mantovani che ha condotto le
indagini e firmato l’ordinanza di sgombero.
Nel frattempo pare che a livello regionale alcuni esponenti
istituzionali si stiano muovendo per cercare una soluzione che non
preveda l’entrata delle forze dell’ordine nello stabile. I tentativi di
contattare il comune cadono ancora nel nulla: irreperibili tutte le
segreterie e tutti gli assessori.
Cresce la rabbia degli occupanti sempre più determinati a difendere le
proprie case.

[10.15]Molti degli occupanti non possono essere
trasferiti per problemi di salute, in arrivo un medico per le
certificazioni.
Nel frattempo un esponente del Pd, abitante di Riglione, si è
avvicinato allo stabile mostrando totale disinteresse ponendosi in
continuità con l’ateggiamento dell’amministrazione comunale


[ore 10:00]
Via Toscoromagnola bloccata dalle forze dell’ordine
in tenuta antisommossa. I tentativi di contattare il comune lo vedono
latitante.



PISA
-Il quartiere di Riglione si è svegliato presto e
rumorosamente questa mattina: sono le 8:45 e diverse camionette della
polizia si avvicinano allo stabile di Via Marsala occupato il 13 marzo
scorso da otto famiglie.


Appare già chiara la determinazione degli occupanti a resistere: ritmi
che ricordano quelli No Tav di quest’inverno accolgono le forze
dell’ordine.

Un centinaio di solidali è già accorso nel cortile dello stabile.

Oggi è un giorno vergognoso per le istituzioni della città di Pisa: dopo
la farlocca presa di posizione del consiglio comunale del 15 aprile
scorso, durante il quale, a seguito dell’occupazione della sala da parte
di circa 150 persone, i consiglieri si sono espressi a favore del
blocco dello sgombero e si sono fatti promotori della ricerca di
possibili soluzioni alternative.

Le assessore al sociale e alle politiche abitative, in seguito, si sono
proposte come mediatrici per una trattativa con la proprietà. Sul tavolo
della trattativa non c’erano però solo gli interessi delle otto
famiglie, ma l’intento del comune di utilizzare questa lotta per dare
una concretezza a strumenti di mediazione abitativa che fin’ora non ha
avuto la capacità di applicare.

L’attuale situazione, con un ingente spiegamento di forze dell’ordine e
la volontà delle famiglie di resistere, non lasciano spazio ad alcuna
trattativa.

A Pisa oggi si palesa la fine della democrazia: la città è in mano agli
speculatori, ai tanti Pampana, ai quali il comune ha deciso di stringere
la mano usando come merce di scambio la vita di queste otto famiglie,
34 persone, 17 minori.

COMUNE VERGOGNA!PAMPANA VERGOGNA!

VIA MARSALA RESISTE!

 

                                                                                       
Ascolta Marri (Progetto PrendoCasa-Pisa)
 
http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf

la casa è un diritto! BLOCCHIAMO TUTTI GLI SFRATTI!

Crescentino (VC)
Fonte: http://www.piratidellerisaie.tk/


vittoria delle cuffie in Agitazione e del neonato Comitato vercellese "CASA X TUTTE/I"
ottenuta la proroga dello sfratto per una lavoratrice Phonemedia!

LA CASA è UN DIRITTO! BASTA SFRATTI!
Questa
mattina dalle ore 9 in via Mazzini 11 a Crescentino c’era un clima
strano, volantini, striscioni, via vai di attivisti sociali e
lavoratori/trici Phonemedia.

Una lavoratrice Phonemedia è sotto
sfratto esecutivo, fin da subito abbiamo voluto portare una solidarietà
attiva con un picchetto antisfratto all’entrata dell’abitazione.
Una
donna senza reddito, senza lavoro e in attesa della cassa integrazione
in deroga, a tutto ciò si aggiunge il fatto che per 40 mq paga circa
300 euro mensili, un vero e proprio sciacallaggio…e bisogna
aggiungere che è un’abitazione che comporta diversi rischi per la
salute, in quanto gli impianti elettrici sono impresentabili e
pericolosi, ed inoltre le mura presentano diverse infiltrazioni che
generano un’umidità esagerata.

Verso le 11,15 si presentano
gli assessori del Comune di Crescentino, i quali ci garantiscono che si
troverà una soluzione all’emergenza abitativa, noi ascoltiamo,
punzecchiamo e ci leghiamo il nodo che ci farà tornare in loco per
costruire un tavolo permanente sulla questione casa.

Un po’ dopo
mezzogiorno si presenta l’ufficiale giudiziario, spaesato per la
presenza di numerose persone in solidarietà con la signora sotto
sfratto, entra dentro e dopo una chiaccherata fra noi, l’assessore e la
signora strappiamo una proroga fino a metà luglio!
una prima
vittoria per il neonato comitato vercellese "casa x tutte/i" e per le
cuffie in Agitazione Phonemedia, un primo importante passo che ci darà
una maggiore determinazione in futuro.

——————
volantino-comunicato distribuito oggi

La
crisi si scaraventa direttamente sulle nostre vite, la mancanza di
garanzie sociali e di reddito ci gettano in una situazione gravissima,
la crisi non è una velina di giornale e lo si vede sulla pelle dei
lavoratori e delle lavoratrici.

Il numero degli sfratti aumenta sempre più, il diritto ad avere un tetto sopra una testa viene quotidianamente violato.

Migliaia
di cassaintegrate/i, precari/e, disoccupate/i, pensionati/e e migranti
vivono una condizione di perenne squilibrio sociale.

Oggi, siamo
qui per rivendicare il diritto alla casa, e più in generale un welfare
che sappia garantire chi oggi non è coperto da nessuna garanzia sociale.

Il
diritto al reddito e ad una certezza lavorativa sono paralleli al
diritto alla casa; eseguire sfratti a famiglie, single o a nuclei non
tradizionali che stanno pagando lo scotto della crisi è una truffa!

La
crisi morde le caviglie degli ultimi e fa arricchire i soliti noti, in
primis palazzinari e speculatori che in maniera sconsiderata e
scellerata continuano ad aumentare il costo degli affitti mettendo con
le spalle al muro i poveri affittuari che sono obbligati a sottostare
ai costi a loro imposti. Bisogna convertire questa tendenza, requisendo
le case sfitte lasciate alla rendita speculativa, riconvertendole ad
uso sociale ed abitativo.

La nostra presenza davanti a questi
palazzi, inoltre, è per solidarietà ad una lavoratrice Phonemedia, una
donna che da mesi non vede né stipendio (da settembre), né diritti e
sta ancora aspettando la cassa integrazione in deroga da mesi promessa.

Oggi
questa rete sociale fatta da attiviste/i sociali e da lavoratori e
lavoratrici phonemedia si è messa in moto per costituire legami di
solidarietà fra tutti i soggetti più deboli e per resistere ogni giorno
alla crisi.

Chiediamo alle istituzioni locali di bloccare
sfratti e mutui per tutti i lavoratori e le lavoratrici in crisi,
bisogna creare un reale welfare locale che ci faccia accedere a servizi
e reddito!

Nei prossimi giorni attiveremo uno sportello per il diritto alla casa con recapito telefonico per urgenze sfratti o simili.

CUFFIE IN AGITAZIONE Phonemedia – Comitato vercellese "CASA X TUTT@"