Festa di primavera a Pietra Alta Occupata

L’invito aperto a tutti e tutte, grandi e piccini per festeggiare con noi l’inizio della primavera.

Giochi, musica e merenda vi aspettano a Pietra Alta Occupata!

Gioved’ 28 marzo alle ore 15.30 in corso vercelli 440

festa di primavera copia

 

 

 

 

 

in caso di pioggia l’iniziativa verrà spostata all’interno dell’occupazione

Basta case vuote!

basta_case_vuote19 marzo, ennesima giornata di sfratti a Torino, sempre più capitale di questa infame pratica. Ma in via Gaglianico, i solidali che alle 6 arrivano per mettere in atto il picchetto trovano un’amara sorpresa: la strada è occupata da celere e digos, blindati e volanti, che giunti intorno alle 5, e dopo aver sfondato la porta di fatto stanno già eseguendo lo sgombero della famiglia, composta da 5 persone. 5 persone che per comune questura e prefettura possono tranquillamente trovare posto sotto un ponte. I solidali, a distanza ed immediatamente identificati dalla digos, non possono far altro che assistere agli eventi e concordare il trasporto delle masserizie della famiglia. Come sempre è da sottolineare la sensibilità delle forze dell’ordine che, di fronte ad una situazione drammatica, ad una donna che piange perché non sa della propria sorte, non trovano di meglio che sghignazzare e rivolgere insulti razzisti. Complimenti.

Va meglio all’altro picchetto in zona San Paolo, che forte di una presenza di trenta persone tra compagn* ed occupanti di case, strappa una proroga fino a giugno.
Resta però il fatto che una famiglia (ad un terzo accesso) ha dovuto abbandonare l’alloggio e rischia seriamente di rimanere per strada, nell’assoluto disinteresse delle istituzioni. Per l’assessora Tisi e per il sindaco Fassino il problema della casa è solo un problema di ordine pubblico, al quale rispondere con strategie pseudo-militari.

Non così per i/le compagn* dello sportello Casa di Zona San Paolo e per gli occupanti degli edifici del quartiere: perché la casa è un diritto e Torino è piena di alloggi, intere palazzine vuote. Perché non ci si può rassegnare alla crisi che morde tutti i giorni, come non si può delegare alle istituzioni la risoluzione di un problema come quello della casa, istituzioni che sanno solo regalare pezzi di patrimonio pubblico a banche e finanziarie.
Per questo nel pomeriggio, dopo un corteo per il quartiere, tra slogan e i tamburi della SambaBand, viene occupato un alloggio ATC all’interno del complesso di case popolari di Corso Racconigi in zona San Paolo. Una risposta immediata ad un problema impellente, una scelta di dignità per una famiglia che non si rassegna alla propria condizione.
Evidentemente toccare direttamente gli interessi dell’ATC deve aver infastidito non poco. Nel tardo pomeriggio si materializzava in modo massiccio una digos molto nervosa e minacciosa. La presenza di un paio di blindati parcheggiati in Piazza Adriano pare facesse presagire ad un intervento immediato, ma probabilmente il fatto di essersi dovuti confrontare con la presenza di decine e decine di solidali arrivati in pochi minuti a sostegno della nuova occupazione, ha scoraggiato al momento uno sgombero.
Chi crede che in questo modo si possa intimidire o stancare chi porta avanti le lotte per il diritto all’abitare è parecchio fuori strada.

Sappiano lor signori che non ci sfiancheranno, perché chi lotta è vivo/a.
“Basta case vuote” con queste parole d’ordine ci si è mossi ieri, ogni sfratto deve avere una risposta immediata, non si possono tollerare uomini, donne, bambini in mezzo alla strada. Se le case ci sono e rimangono vuote, si possono requisire, è una scelta politica, altrimenti non possiamo che continuare ad occupare.

Sportello Diritto alla Casa Zona San Paolo

da csoagabrio

Sfratti e raccolta porta a porta: un mercoledì “movimentato” a Livorno

picchetto_antisfratto_livornoGiornata movimentata per i comitati dell’ex Caserma Occupata impegnati su più fronti. Dalle ore otto e trenta era previsto un picchetto antisfratto sugli scali D’azeglio. Una famiglia in difficoltà, dopo aver pagato per anni un affitto al nero, doveva essere sfrattata con l’ausilio della forza pubblica. Nonostante le promesse la famosa tregua elettorale non è stata mai applicata e gli sgomberi continuano a ritmi serrati.

Durante la mattinata il presidio si è ingrossato ,grazie anche alla partecipazione di numerosi occupanti delle strutture abitative di via Ernesto Rossi  e via degli Asili nonchè di diversi cittadini solidali. Poco prima di mezzo giorno si sono presentati sul posto l’ufficiale giudiziario e all’avvocato della proprietà. Gli stessi, senza neanche entrare all’interno del palazzo hanno richiesto l’intervento della forza pubblica.

Dopo pochi minuti è arrivata una pattuglia dei carabineiri a cui è stato impedito l’accesso all’interno dell’abitazione. La trattativa è durata pochi minuti, sia il comitato che la famiglia in questione non avevano nessuna intenzione di abbandonare l’appartamento senza una reale soluzione. In alternativa sono stati chiesti almeno 3 mesi di rinvio. L’ufficiale giudiziario ha allora chiesto un intervento più deciso dei carabinieiri che non è stato eseguito sia a causa delle numerose persone presenti davanti al portone sia probabilmente per non “turbare” la campagna elettorale a pochi giorni dal voto. Vedendosi costretti a cedere alla fine è stato concesso un rinvio di 15 giorni.

Successivamente la protesta si è spostata  in comune dove in quel momento si stava svolgendo la riunione di giunta. La famiglia in questione ha avuto un veloce colloquio con il nuovo assessore alla casa. Ma non sembra che vi siano soluzioni neanche dal punto di vista emergenziale. Contemporaneamente, intorno alle 10, una delegazione del comitato disoccupati e precari era presente ad  un incontro con il nuovo assessore all’ambiente Gulì. Al centro della discussione il progetto, presentato alcuni mesi fa, per iniziare la raccolta differenziata porta a porta (e un centro riuso e riciclo) anche a Livorno. Un progetto che se approvato potrebbe creare decine di posti di lavoro , oltre ad essere un servizio ecologico importante per i cittadini.

All’ultimo incontro con il vecchio assessore Grassi era presente anche un dirigente Aamps che si era impegnato a trovare un eventuale capannone da utilizzare per il centro riuso e riciclo. Notizia di oggi, La stessa azienda ha deciso di defilarsi definitivamente mandando un lettera in cui afferma di non avere a disposizione nessuna struttura a loro avviso idonea. Se questa è la risposta ufficiale per quanto riguarda un progetto “semplice” e poco dispendioso quale il centro riuso e riciclo ,immaginiamo quale potrà essere quella per la raccolta differenziata..

L’assessore si è impegnato a stimolare alcuni uffici tecnici che dovranno giudicare la “reale fattibilità” dei progetti. Per la prossima settimana è previsto un successivo incontro.

A breve il comitato presenterà un’altra proposta concreta. Un progetto per aprire a Livorno una struttura ricettiva per giovani e turisti (un ostello della gioventù). Da anni l’amministrazione comunale sponsorizza la cosiddetta  vocazione turistica della nostra città ma ad oggi, dopo la chiusura di Villa Morrazzana, non esiste una struttura simile che possa assolvere questo compito.
Come nel precedente progetto l’aspetto “innovativo” è quello di coniugare la possibiliutà di offrire nuovi posti di lavoro  e contemporanemamnete dare un servizio utile su un fronte molto importante come quello turistico.

Comitato disoccupati e precari

Tutti i giovedì ore 18 Comitato diritto alla casa tutti i lunedì ore 21:30
Presso l’ex Caserma Occupata in via Adriana 16

21 febbraio 2013

da www.senzasoste.it

Anche i pompieri di Madrid e Canarie non collaboreranno negli sfratti

espana_sfrattiContinua con forza la lotta contro gli sfratti in tutta la penisola iberica. Dopo l’iniziativa intrapresa dai fabbri di Pamplona, che si negano di collaborare in caso di sfratti esecutivi, ora è la volta dei pompieri. Dapprima quelli di A Coruña (Galizia), sostenuti successivamente da quelli catalani. L’azione esemplare di tre giorni fa dei pompieri galiziani che hanno dato il “ben servito” all’ufficiale giudiziario incaricato di eseguire lo sfratto di un’anziana signora, rappresenta una continuità di opposizione al fenomeno degli sfratti, mentre il 16 febbraio scorso in cinquanta città iberiche sono state attraversare in contemporanea da molteplici cortei per il diritto alla casa e contro gli sfratti. Ma l’iniziativa dei pompieri non solo ha valore per il rifiuto ad intervenire ma anche per la solidarietà espressa dagli stessi che hanno esposto uno striscione contro gli sfratti sul loro camion.

Notizia fresca è invece il rifiuto di partecipare ad azioni di questo tipo anche da parte dei pompieri della Comunità di Madrid e quelli delle Canarie. Attraverso due comunicati di uno dei grandi sindacati spagnoli CCOO, i primi hanno fatto sapere che non “contribuiranno ad aumentare le disuguaglianza e la miseria che soffre la classe lavoratrice”, prendendo parte quindi all’iniziativa intrapresa dai pompieri galiziani e seguita da quelli catalani. Stesse intenzioni per quanto riguarda i vigili del fuoco delle Canarie, che ricordano come l’apertura di abitazioni da parte di questo corpo d’emergenza sono legali solo nel caso in cui esiste un rischio concreto per le persone o beni materiali che sono dentro l’abitazione in questione.

Continuano quindi ad aprirsi quegli spazi collettivi di solidarietà, frutto anche del lavoro dei comitati Stop Desahucios (Stop sfratti) che da molti mesi ormai lavorano a stretto contatto nelle realtà cittadine per difendere dagli sfratti quelle persone che continuano a perdere la casa. Un fenomeno frutto di una crisi economica e che non fa altro che mettere in crisi e contrastare concretamente chi nel nome della speculazione e dei propri interessi, non si fa scrupoli a lasciare migliaia di famiglie in mezzo alla strada.

da infoaut

APPUNTAMENTI VENERDI 25 E SABATO 26 OCCUPAZIONE CORSO VERCELLI 440

25_01_2013____

VENERDI 25 E SABATO 26 GENNAIO GLI/LE OCCUPANTI DI CORSO VERCELLI 440 INVITANO LE FAMIGLIE E GLI ABITANTI DEL QUARTIERE A PARTECIPARE A DUE APPUNTAMENTI:

VENERDI 25 h. 18.30 : INCONTRO CON UN AVVOCATO SPECIALIZZATO SULL’EMERGENZA ABITATIVA. POTRETE AVERE CHIARIMENTI SU SFRATTI, CONTRATTI D’AFFITTO, EMERGENZA ABITATIVA E TUTTI I DUBBI SULLA QUESTIONE DELL’ABITARE.

SABATO 26 h.10: APPUNTAMENTO PER RIPULIRE L’AREA ANTISTANTE LA PALAZZINA OCCUPATA.

H. 15 GIOCHI E MERENDA PER TUTTI I BAMBINI E LE BAMBINE DEL QUARTIERE!!!

GLI/LE OCCUPANTI

NUOVA OCCUPAZIONE ABITATIVA IN CITTA’!

casa okQuesta mattina quattro famiglie con i loro bambini e il Collettivo Prendocasa hanno deciso di occupare lo stabile di Corso Vercelli 440, una delle tante case vuote a cavallo tra i quartieri di Barriera di Milano e Falchera.

Le loro storie si assomigliano e si intrecciano con quelle delle 3000 famiglie che quest’anno a Torino hanno subito uno sfratto esecutivo. Con l’acuirsi della crisi economica, la perdita di lavoro o la diminuzione del reddito pagare l’affitto è infatti sempre più difficile e spesso impossibile. Di fronte a questa situazione che sempre di più è un’emergenza quotidiana il Comune di Torino risponde  continuando ad effettuare tagli al sociale ed alle politiche abitative.  Si moltiplicano ogni giorno i casi di famiglie allontanate con la forza dal proprio alloggio nel silenzio più assoluto.

Crediamo che la responsabilità di questa situazione sia delle istituzioni che hanno generato la crisi che stiamo vivendo, in primis il Comune di Torino che per creare una città vetrina inesistente ( basti pensare alle olimpiadi del 2006) ha creato delle voragini nei conti pubblici ed adesso svende tutto il patrimonio pubblico invece di destinarlo alle famiglie in emergenza. Nella nostra città ci sono 56 mila alloggi vuoti e ben 30 mila famiglie in difficoltà che hanno perso o stanno perdendo la propria casa. Anche qui in barriera di Milano o in Falchera, basta fare un giro tra le case popolari per rendersi conto di quanti siano gli alloggi di ATC non assegnati e gli stabili del Comune vuoti. È questo il caso della palazzina che abbiamo deciso di riprenderci oggi, l’ex-comando dei vigili urbani, inutilizzato dal 2008.

Oggi quindi occupiamo questo stabile così come hanno già fatto tante altre famiglie che soffocate dalla crisi hanno deciso di portare avanti un percorso di dignità attraverso la riappropriazione.

Anche insieme a loro la speranza è che tutto questo non passi sotto silenzio pre-elettorale, né che ci si accontenti delle mille promesse già sentite e che sicuramente in tanti faranno solo per accaparrarsi qualche voto.

Convinti che la casa sia un diritto e che la dignità si affermi anche riprendendosi ciò che ci viene tolto invitiamo tutti e tutte a portare solidarietà alle nuove famiglie occupanti.

 

Quel che ci tolgono a poco a poco ce lo riprenderemo!

Di seguito il volantino distribuito questa mattina

 

SENZA CASA NON POSSIAMO STARE!

OCCUPIAMO!

Gli sfratti a Torino sono in continuo aumento. Sempre più famiglie si vedono portare via la casa dalle banche o sfrattati da proprietari troppo abituati alla loro rendita sicura, le ingiunzioni di sfratto per morosità incolpevole con relativo sgombero non si contano più.

Le istituzioni e media vogliono farci credere che la colpa è della crisi economica, che noi, di certo, non abbiamo creato, a causa di questa però ci costringono a pagare sempre di più attraverso l’aumento delle tasse, mettendone di nuove (imu), tagliano i servizi sociali e intanto aumenta la disoccupazione e si perde il reddito.

La situazione è drammatica ma questo sembra non sfiorare minimamente politici e istituzioni locali, incapaci di dare delle soluzioni continuano ad appoggiare la linea dura: sei moroso arriva lo sfratto e la forza pubblica deve eseguire, poco importa se hai figli o meno, se nel nucleo famigliare ci sono persone gravemente malate o disabili….

Anche ATC ormai segue la linea dura e se non riesci a pagare l’affitto ti sbatte fuori casa. Siamo in piena emergenza sociale, il diritto all’abitare non è (più?) garantito, ci vogliono vedere vivere sotto i ponti o in angoli scuri della città dove sorgono baraccopoli costruite con mezzi di fortuna.

Noi, famiglie e singoli, abbiamo deciso di non voler perdere la nostra dignità e di riprenderci un diritto che oggi nessuno è in grado di tutelare. Abbiamo deciso che senza casa non possiamo rimanere, che insieme ci possiamo aiutare.

Per questo oggi occupiamo questo stabile, dismesso da alcuni anni, così come molte altre famiglie e non solo hanno già fatto in città trovandosi nella nostra stessa situazione.

Anche insieme a loro vorremmo che tutto questo non passasse sotto silenzio pre-elettorale, né ci accontenteremo delle mille promesse che sicuramente tutti faranno per accaparrarsi qualche voto. La volontà e quello di costruire qualcosa dal basso unendo tutte le forze presenti in città.

Vorremmo che questo stabile non fosse soltanto un posto in cui abitare ma anche un posto vissuto dai vicini e dal quartiere avendo una ampio spazio al piano terra in cui poter realizzare le più svariate iniziative che vogliate proporre. Per questo l’invito rivolto a tutti è quello di venirci a trovare per conoscerci, discutere e realizzare nuove cose insieme.

Siamo consapevoli che ci sia molto lavoro da fare per rendere questo stabile decoroso e utilizzabile in sicurezza per cui chiunque avesse delle capacità e/o del tempo da condividere è il benvenuto/a!

QUEL CHE CI TOLGONO A POCO A POCO CE LO RIPRENDEREMO!

Torino 20/01/2013 GLI/LE OCCUPANTI

Fot. In prop. Via sant’ottavio 20

Via dell’Occhio, il crollo della speculazione

crollo via dellocchioPisa – Il cedimento di una trave del tetto ha reso inagibili tre appartamenti di via dell’Occhio; gli occupanti da anni insistevano sulla necessità di interventi consistenti da affrontare con la pratica dell’autorecupero, ma la proprietà (l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) ha sempre osteggiato questo tipo di soluzione.

Fin dall’occupazione dello stabile di via dell’Occhio, avvenuta il primo maggio 2009, gli occupanti hanno denunciato le carenze strutturali dell’edificio, reduce da anni di abbandono e cattiva manutenzione. Agli interventi di recupero ordinario messi in campo sin dai primi giorni dagli occupanti, era necessario affiancare un progetto più di ampio respiro, che per gli abitanti della palazzina ha preso forma nella proposta di un progetto di autorecupero. Purtroppo le estenuanti trattative con una proprietà (il DSU) troppo ottusa e intenta a difendere altrui interessi, sono di volta in volta naufragate, impedendo la realizzazione di una pratica che avrebbe permesso di tutelare un pezzo di patrimonio immobiliare pubblico e ripristinarlo praticamente a costo zero, utilizzando soldi pubblici stanziati dalla regione.
Le conseguenze hanno iniziato a verificarsi nella giornata di oggi, quando in una delle case ha cominciato a cedere una trave portante del tetto, ponendo a rischio crollo tre delle sette case abitate. Fortunatamente un abitante si è accorto per tempo del danno, allertando prima gli altri occupanti e poi i vigili del fuoco, che hanno identificato gli appartamenti a rischio e chiuso una parte della strada; un eventuale crollo infatti avrebbe potuto coinvolgere anche dei passanti.

Una tragedia sfiorata, quindi, ma che avrebbe potuto essere ampiamente evitata se il DSU avesse messo da parte i suoi intenti speculativi e avesse percorso la via più razionale e vantaggiosa per tutti, approvando la proposta del Progetto Prendocasa e dell’Associazione Giorgio Ricci.

Al momento sono sette le persone rimaste senza casa, alloggiate in albergo, mentre una prima perizia dei pompieri ed una seconda effettuata da un ingegnere su richiesta degli occupanti hanno confermato che non ci sono rischi per gli altri appartamenti occupati. Assolutamente fuori luogo, ancora una volta, l’atteggiamento della proprietà, che si è presentata in veste dei suoi dirigenti Simone Consani e Magda Beltrami, chiedendo ai vigili di murare l’accesso delle tre case evacuate.

È necessario che il DSU si assuma le sue responsabilità ed agisca in modo da arginare i danni; un intervento tempestivo, già da domani, potrebbe impedire che la situazione si aggravi ulteriormente, e rendere possibile un parziale ripristino degli appartamenti danneggiati.
È per questo che nei prossimi giorni gli occupanti e gli abitanti del quartiere vigileranno perchè la proprietà agisca, almeno questa volta, nella maniera più vantaggiosa per tutti. Allo stesso tempo, da domani sarà allestito un presidio in centro-città, che avrà lo scopo di non far passare in silenzio la negligenza e l’incompetenza della proprietà dell’immobile e delle istituzioni locali.

da prendocasa – pisa

La resistenza continua…anzi si espande

Ennesima giornata di resistenza agli sfratti oggi a Torino conclusasi con un rinvio al 19 Febbraio.
In una città sempre più schiacciata dai debiti e con Istituzioni che non riescono a dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà ecco che la resistenza agli sfratti diventa l’unica strada percorribile per affrontare queste situazioni.
Dopo Vanchiglia, San Paolo e Barriera anche San Salvario inizia a resistere grazie ad Hassam e i suoi 2 figli che hanno deciso di rispondere allo sfratto arrivato per morosità incolpevole dovuta ad assenza di reddito causata da una malattia che non gli permette di lavorare.
Oggi abbiamo ottenuto un rinvio al 19 Febbraio, giorno in cui torneremo a difendere Hassam, la sua famiglia e il diritto alla casa per tutti perchè, come detto precedentemente, la resistenza continua….anzi si espande.

BASTA SFRATTI
BASTA SGOMBERI

COLLETTIVO SAN SALVARIO

Comunicato di solidarietà per gli sgomberi a Ponte di Nona

Ieri mattina un ingente numero di agenti in assetto antisommossa ha proceduto allo sgombero dell’occupazione di Ponte di Nona, una delle palazzine di proprietà di enti privatizzati o noti palazzinari occupate lo scorso 6 Dicembre a Roma. Le forze dell’ordine non hanno comunque avuto vita facile trovandosi a dover fronteggiare la determinazione degli occupanti che hanno resistito diverse ore e anche a sgombero effettuato sono riusciti ad andarsene senza essere identificati. Nella stessa mattina anche le occupazioni di Torrevecchia hanno dovuto affrontare un tentativo di sgombero ma in questo caso decine di persone sono accorse a dare manforte agli occupanti asserragliati sul tetto bloccando la strada ed impedendo così di fatto l’operazione voluta dalla Questura.

In tutta Italia sono migliaia le persone in grave emergenza abitativa, nella totale indifferenza delle istituzioni che continuano a svendere gli edifici pubblici e investire complici di palazzinari ed imprenditori privati nella speculazione edilizia; ma noi teniamo a ricordargli che di fronte al grande numero di edifici vuoti nelle nostre città,  faremo in modo che la casa sia un diritto per tutti e tutte,  riprendendoci parti di città per attuare una trasformazione a partire dai bisogni di chi le abita e le vive, ristabilendo una sovranità sociale su chi sopra la nostra testa pianifica lo smantellamento dei luoghi in cui viviamo.

Come Collettivo Prendocasa Torino esprimiamo la massima solidarietà agli occupanti di Ponte di Nona, sicuri che non basti certo uno sgombero a togliere loro la forza di intraprendere nuovi percorsi di lotta!