Albino: 69 anni, cardiopatico, inoccupato, invalido al 75%, in attesa dell’esecuzione dello sfratto. Questo può essere un riassunto verosimile di ciò che appare nel suo modulo di richiesta di contributo economico ai servizi sociali, in quello di richiesta presso gli uffici dell’emergenza abitativa, in quello di richiesta di assegnazione della casa popolare presso ATC. Moduli strutturati e compilati con modalità diverse ma che portano tutti al medesimo esito: NO. Noi però non ci fermiamo al “no” formale, esito programmato e insito nei cavilli burocratici che rendono sempre più arduo accedere all’esercizio dei propri diritti e abbiamo voluto capire con Albino le cause di questo abbandono vergognoso da parte delle Istituzioni.
Albino, come tanti, ha perso il lavoro a causa della crisi economica: lui e sua moglie hanno tentato di sopravvivvere integrando la misera pensione di invalidità di lui con lavori precari di Cinzia, 54 anni. Quando anche questi sono venuti a mancare non sono più riusciti a pagare l’ affitto: la proprietaria di casa ha deciso di procedere allo sfratto.
Eravamo con Albino quando il 21 luglio, in modo abbastanza inusuale per un secondo accesso( fatto che ci ha lasciato non poco perplessi e incuriositi da questo intervento zelante dell’ufficiale giudiziario) gli è stato dato il famoso articolo 610. Non stupisce che sia stato necessario l’intervento di un’ambulanza per soccorrere Albino dopo aver capito la crudeltà che si cela dietro l’esecuzione di questo articolo che, lo ricordiamo, viene applicato quasi esclusivamente a Torino. Lo sfratto a sorpresa ad una persona cardipatica? Questa è stata la risposta che le Istituzioni hanno riservato ad Albino.
L’unica proposta arrivata dai Servizi sociali è stata la casa di riposo per lui con assorbimento completo della pensione di invalidità e il dormitorio pubblico per la moglie e il figlio. Albino ha giustamente rifiutato una soluzione che, oltre a dividere il nucleo familiare, avrebbe portato soprattutto la moglie a dover sopravvivere senza alcun aiuto economico.
Albino e Cinzia vivono ormai segregati in casa, sobbalzano ad ogni rumore, aspettano con terrore che le forze dell’ordine vadano a sbatterli in mezzo alla strada…da due settimane questi due signori di 69 e 54 anni vivono anche senza gas perchè a causa delle morosità accumulate ne è stata interrotta l’erogazione….davanti a questa ennesima brutalità istituzionale, viene da chiedere a Lor Signori, seduti alle scrivanie di ATC e dell’emergenza abitativa, quale senso possa avere che a una persona, che è stata residente a Torino per 30 anni e che si è poi trasferita per otto in provincia per poi fare ritorno definitivamente a Torino, venga negato il diritto all’emergenza abitativa perchè non può contare ad oggi su tre anni di residenza continuativa. I trent’anni precedenti non contano nulla?
Sono più importanti i conti, gli anni, i mesi, i cavilli costruiti ad hoc per poter dire no, per poter negare il diritto, per poter schiacciare la dignità di chi, fiducioso, si era rivolto alle Istituzioni per avere un sostegno in un momento di difficoltà.
Noi continuiamo ad essere insieme ad Albino e alla sua famiglia che ogni mattina si chiedono se sarà il giorno in cui le Istituzioni e le forze dell’ordine li sbatteranno in mezzo alla strada.
Davanti alla latitanza delle istituzioni Albino sta imparando che quello che ci viene tolto, noi ce lo riprendiamo! La lotta è l’unica strada possibile: casa, reddito, dignità per tutti!
Video intervista ad Albino, cardiopatico in attesa di sfratto