Sabato sera il Movimento per la Casa ha attraversato le strade di Alessandria con fiaccole e striscioni per riportare il tema dell’emergenza abitativa al centro dell’attenzione cittadina e per ribadire, ancora una volta, che la casa è un diritto che deve essere garantito a tutti. Più di trecento persone si sono date appuntamento al Cristo, sotto l’occupazione abitativa di Corso Acqui 289, per poi raggiungere insieme Piazza Santo Stefano. Gli alloggi di Corso Acqui, che Rita Rossa (proprietaria dello stabile in quanto presidente della Provincia) vorrebbe vedere sgomberati in nome di una legalità cieca e disumana, rappresentano oggi una soluzione reale per 12 famiglie che altrimenti sarebbero sotto sfratto o in mezzo ad una strada. A poche centinaia di metri di distanza un altro stabile abbandonato da anni, questa volta di proprietà del demanio militare, ha ridato dignità e riparo ad altre 17 famiglie che, dopo averlo ristrutturato e messo a posto, ne hanno fatto le loro case. Tra le due occupazioni il Villaggio Profughi, uno dei luoghi simbolo della malagestione del patrimonio pubblico, in cui decine di alloggi dimenticati e lasciati vuoti dall’ATC sono stati occupati da chi, stanco di attendere i tempi eterni delle assegnazioni e delle graduatorie, ha deciso di riprendersi da solo una casa in cui vivere.
La scelta di indire il concentramento della fiaccolata al Cristo ha voluto rappresentare una risposta chiara e diretta alle politiche abitative messe in campo dal governo Renzi e dal PD, che con l’approvazione del Piano Casa e dell’Articolo 5 hanno pensato di poter fermare le migliaia di occupazioni abitative che ogni giorno nascono nelle città italiane. Se Renzi pensava che una legge scritta su un pezzo di carta avrebbe fermato il bisogno e la dignità di chi non ha una casa in cui vivere, beh, la quotidianità del mondo reale dimostra che l’obiettivo non è stato raggiunto e che le occupazioni abitative rimangono oggi l’unica risposta concreta ad un dramma che ogni anno coinvolge sempre più persone e a cui le istituzioni non sanno dare risposte.
Sullo striscione di apertura del corteo la scritta “Prima i poveri” – scelta in risposta allo slogan del “Prima gli italiani” con cui partiti come la Lega Nord spingono razzismo e guerra tra poveri – ha voluto mettere in primo piano la dignità di chi, per colpa della crisi e del malgoverno, ha perso il lavoro e non riesce più a sostenere i prezzi degli affitti e delle bollette. Nessuna vergogna, ma solo desiderio di riscatto per chi è povero e sceglie di uscire dalla solitudine e dall’invisibilità per iniziare a camminare a testa alta insieme a tanti altri per riconquistare i propri diritti. Insieme alle donne e agli uomini del Movimento per la Casa erano in piazza anche delegazioni delle famiglie occupanti e sotto sfratto di Asti e Torino e del Presidio Permanente di Castelnuovo che hanno voluto portare la loro solidarietà e che venerdì prossimo, insieme al Movimento alessandrino e a tutte le altre realtà italiane che da anni portano avanti nei propri territori percorsi sul diritto all’abitare, saranno a Roma sotto Palazzo Chigi per chiedere un volta per tutte la cancellazione dell’articolo 5.
La fiaccolata di sabato era aperta dai bambini e dalle bambine delle occupazioni, che hanno voluto contribuire alla costruzione dell’iniziativa con disegni e cartelloni preparati insieme alle loro mamme nei giorni scorsi; sono loro i veri protagonisti della battaglia che i loro genitori hanno intrapreso per ottenere una casa, perché tutti i bambini hanno diritto di essere felici e un tetto sopra la testa è la condizione necessaria perché questo possa avvenire. Ancora una volta, nonostante le tante parole gonfie di legalità e ordine di cui gli adulti che governano si riempiono la bocca, gli sguardi e i sorrisi di quei bambini non lasciano dubbi su quale sia la parte giusta da cui stare.
Ogni sfratto sarà una barricata, ogni struttura vuota una nuova occupazione!
Casa, diritti, dignità!
Movimento per la Casa Alessandria
Sportello per il diritto all’abitare tutti i martedì dalle ore 18 alle ore 21,30 presso il Laboratorio Sociale di via Piave 65