Torino: dopo lo sgombero della palazzina occupata di via Spano avvenuta martedì mattina, questo pomeriggio le 13 famiglie lasciate in mezzo ad una strada in pieno inverno hanno dato vita ad una nuova occupazione abitativa.
Già nella partecipata assemblea tenutasi martedì pomeriggio in seguito allo sgombero era stato detto chiaramente che la risposta a quanto avvenuto in via Spano non avrebbe tardato ad arrivare e così è stato: poco fa le famiglie, assieme alle realtà che portano avanti la lotta per il diritto alla casa sul territorio torinese, hanno occupato gli ex bagni municipali di via Conte Roccavione. Si tratta di un edificio di proprietà del Comune abbandonato da tempo e che da oggi tornerà a vivere dando un tetto sopra la testa alle famiglie sgomberate due giorni fa. In questo momento gli occupanti sono riuniti in assemblea dopo aver informato il quartiere di quanto avvenuto e invitato tutti a portare solidarietà attiva alla nuova occupazione.
Quello degli ex bagni occupati quest’oggi è solo uno dei tanti esempi di edifici (pubblici e privati) lasciati all’abbandono e al degrado in una città che da un lato conta 50mila casa vuote e dall’altro detiene l’infelice primato di capitale degli sfratti. Di fronte a questa situazione e all’indifferenza di un Comune incapace di dare alcun tipo di risposta all’emergenza abitativa cittadina (se non quella di svendere pezzo a pezzo il patrimonio pubblico per tentare di coprire i debiti dell’amministrazione), sono sempre più le persone che decidono di riprendersi il diritto ad un’esistenza dignitosa occupando edifici sfitti.
Dopo lo sgombero di martedì mattina (la cui responsabilità va imputata non solo alle sollecitazioni del palazzinaro che possedeva lo stabile ma anche a Comune e Questura torinesi che continuano ad affrontare l’emergenza abitativa come mero problema di ordine pubblico), l’occupazione di oggi costituisce la miglior risposta di chi senza casa non è più disposto a stare e all’arroganza di sfratti e sgomberi oppone la solidarietà e la determinazione nel riprendersi il diritto all’abitare un pezzo alla volta.
Ascolta la conferenza stampa all’interno della nuova occupazione: