#15G #RIBALTIAMO L’AUSTERITY CON…IL BLOCCO DEGLI SFRATTI! pt.2

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Nonostante il governo Letta abbia parlato di una moratoria degli sfratti di sei mesi, paventata dal decreto Milleproroghe, ci troviamo nuovamente a difendere chi rischia di perdere la casa. Come sempre dal governo riceviamo solo vane promesse.
Roberto, 62 anni, aveva un’officina, ma a causa della crisi sempre più opprimente, ha dovuto chiudere i battenti. A causa della sua età non è più riuscito a trovare un lavoro e allo stato attuale non percepisce alcun reddito per poter pagare la minima spesa. Essendo solo, Roberto non ha nessuno a cui chiedere aiuto, se non le istituzioni che dovrebbero occuparsi di casa e assistenza, che però l’hanno già abbandonato. Roberto ha cercato di rivolgersi a tutti gli enti competenti, dall’emergenza abitativa ai servizi sociali, fino al Comune stesso. Le risposte sono state le stesse che ormai anche molte famiglie in difficoltà si sentono ripetere: negazione dell’emergenza abitativa, non avente diritto alla casa popolare. Destinato a perdere la casa. Roberto ha cercato di mantenersi facendo qualche lavoretto e ha trovato sostegno presso l’ Associazione Progetto Leonardo, ma ovviamente non è bastato.  Dal marzo del 2012 non è più riuscito a pagare l’affitto e gli è arrivata l’ingiunzione di sfratto.
La casa in cui abita in vi
a Ragusa 5, è un piccolo (e non troppo confortevole) appartamento, il cui affitto di 500 euro pare sproporzionato. Sicuramente un uomo solo senza lavoro non può affrontare una spesa del genere. La proprietaria, oltre a possedere tutto il palazzo, pare abbia altre proprietà.
Dietro la storia di Roberto, che può essere simile a quella di tante persone e famiglie che a Torino subiscono un’ingiunzione di sfratto, c’è una forte volontà di non perdere la dignità e riprendersi la giusta qualità della vita. Ed è per questo che ha deciso di resistere, di affermare che la casa è un diritto cui non vuole rinunciare e denunciare i responsabili della sua situazione, coloro i quali gli hanno sbattuto più volte la porta in faccia: il Comune di Torino, chi di loro dovrebbe occuparsi di emergenza abitativa e il governo che parla di una moratoria fantasma degli sfratti, col fine di ottenere solo qualche consenso in più.
Questo è l’ennesimo esempio dell’inadeguatezza delle istituzioni; di loro non possiamo fidarci! Alziamo allora la testa contro gli sfratti, teniamoci stretta la casa e la dignità! E se non ce le daranno ce le riprenderemo!

 Progetto Leonardo Onlus
INTERVISTA A ROBERTO 62 ANNI SOTTO SFRATTO
IMMINENTE
Porta Susa 10 Gennaio 2014 a cura di Moreno D’Angelo

Chiunque voglia portare solidarietà a Roberto e partecipare al picchetto anti-sfratto, l’appuntamento è alle ore 06.30 in Via Ragusa 5. Vi aspettiamo!!

#15G #RIBALTIAMO L’AUSTERITY CON…IL BLOCCO DEGLI SFRATTI!

 

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All’ interno della mobilitazione del 15-22 gennaio, a Torino si comincia con una resistenza ad uno sfratto. Nonostante le vane promesse di una moratoria paventata dal decreto Milleproroghe, ci troviamo nuovamente a difendere chi rischia di perdere la casa. Accorrete numerosi!
Dalle ore 6 picchetto:
– Via Ragusa 5

La resistenza continua…anzi si espande

Ennesima giornata di resistenza agli sfratti oggi a Torino conclusasi con un rinvio al 19 Febbraio.
In una città sempre più schiacciata dai debiti e con Istituzioni che non riescono a dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà ecco che la resistenza agli sfratti diventa l’unica strada percorribile per affrontare queste situazioni.
Dopo Vanchiglia, San Paolo e Barriera anche San Salvario inizia a resistere grazie ad Hassam e i suoi 2 figli che hanno deciso di rispondere allo sfratto arrivato per morosità incolpevole dovuta ad assenza di reddito causata da una malattia che non gli permette di lavorare.
Oggi abbiamo ottenuto un rinvio al 19 Febbraio, giorno in cui torneremo a difendere Hassam, la sua famiglia e il diritto alla casa per tutti perchè, come detto precedentemente, la resistenza continua….anzi si espande.

BASTA SFRATTI
BASTA SGOMBERI

COLLETTIVO SAN SALVARIO

Un altro sfratto evitato

Torino_Fatima e Bolila Noliar Abdalazia sono una coppia di marocchini di 55 e 54 anni, senza figli,  che decidono di rispondere alla città capitale degli sfratti, delle continue privatizzazioni dei servizi pubblici, dei tagli. Dalle prime ore del mattino, Fatima e suo marito si organizzano per opporsi allo sfratto dalla loro abitazione, arrivato per morosità incolpevole dovuta dall’assenza di reddito. Il primo avviso risale a giugno 2012. Poi, nonostante i due abbiano ricominciato a lavorare riuscendo a pagare l’affitto e a coprire la morosità la padrona di casa decide di andare avanti con l’ingiunzione di sfratto. Se da una parte cè una padrona di casa che preferisce liberare il proprio alloggio per poterlo vendere, dall’altra parte c’è l’immobilità delle istituzioni incapaci di rispondere  alla crescente emergenza abitativa che colpisce molte famiglie torinesi. La gerarchizzazione del reddito che permette o meno di rientrare nelle liste dell’emergenza abitativa, non concede a Fatima e Bolila di poter usufruire di questo strumento, ormai in esaurimento per le numerose richieste. L’unica cosa che viene loro concessa è un piccolo contributo di Locare e null’altro, un migliaio di euro per potersi trovare una nuova casa…poca cosa se si prendono in considerazione gli affitti per nulla economici e le anticipazioni mensili se si passa dalle agenzie immobiliari. Pagliativi che il sindaco Fassino continua a vendere come risposte positive di aiuto economico alle famiglie in difficoltà. Balle! La verità risiede nelle numerose famiglie che iscritte alle liste per le case popolari non riceve alcun aiuto, nessuna casa (quest’anno solo 500 alloggi popolari verranno concessi….) e vengono liquidate con cifre ridicole dalle istituzioni incapaci di garantire il diritto all’abitare.

In questo quadro sempre più famiglie, singoli, si organizzano per resistere agli sfratti. Fatima e suo marito oggi ottengono una proroga fino al 25 gennaio, giorno in cui torneremo insieme a loro a resistere affinchè si raggiunga una soluzione abitativa dignitosa e soprattutto che esaudisca il volere di Fatima e Bolila.