Il comune di Torino si prepara a fare cassa: pubblicato il bando di vendita per una serie di immobili pubblici, i quali verranno acquistati dalla Cassa depositi e prestiti.
Il Comune di Torino è pronto ad alienare una serie di edifici pubblici. L’urgenza è dettata dalla parità di bilancio che il Comune deve presentare entro ottobre. 50 milioni, questa la cifra che Palazzo Civico intende incassare dalla vendita dei palazzi in cui risiedono gli assessorati e non solo. Proprio oggi la città metropolitana di Torino, nuovo ente titolare dell’alienazione degli immobili pubblici, ha pubblicato il bando di vendita di alcuni edifici, fra i quali ci sono il complesso immobiliare di Grugliasco, dove ha sede la facoltà di Agraria e Veterinaria e il palazzo dove risiede la Questura.
Questa serie di immobili verranno ceduti/acquistati da Cdp. Secondo le stime della città metropolitana il palazzo della Questura vale all’incirca 17 milioni. A questo si aggiunge l’area del ponte Mosca, stimato intorni agli 8 milioni. Ma il pezzo forte è il complesso immobiliare di Grugliasco: oltre 250 mila metri quadrati e comprende alcuni fabbricati adibiti ad uffici, aule, laboratori e depositi. Prezzo di vendita 22 milioni.
Inoltre vengono messi sul mercato tutta una serie di terreni e alloggi. Anche immobili situati in provincia verranno messi in vendita. Il sindaco Fassino, quindi, si prepara a vendere tutto o comunque una grossa fetta di edifici pubblici e terreni per risanare le casse comunali, invece di utilizzare gli immobili messi all’asta per far fronte all’emergenza abitativa in città.
Anche l’ex CSEA, occupato da famiglie senza casa e sgomberato il 7 luglio, rientra nel piano vendita del comune, spiegando così il repentino sgombero voluto proprio dal comune come dichiarato del vice sindaco Elide Tisi.
Come spesso succede in questi casi, non è la prima volta che il comune (s)vende immobili pubblici, Fassino si giustificherà affermando che i ricavati proveniente dalle vendite, saranno in qualche modo utilizzati per far fronte alle emergenze in città. Questo si tradurrà, in parte, in progetti di housing sociale che favoriscono i privati ma non risolve assolutamente la questione abitativa in città, continuando con la solita politica della “gestione dell’emergenza casa” invece di dare soluzioni strutturali al disagio abitativo. Inoltre la sottrazioni di beni e terreni pubblici provocherà, in termini di vivibilità e di accesso ai servizi, un ulteriore danno alla collettività, già martoriata dai tagli al welfare cittadino.
Cementificazione, sottrazione di territorio, aumento di interessi privati e di holding immobiliari mettono le mani sulla città grazie alle politiche di Fassino e del blocco di potere Pd, che nella maggior parte dei casi ne condivide i profitti e i privilegi.