Torino, più di mille persone in corteo per il diritto all’abitare

casa_torino#riprendiamocilacitta

Oltre mille persone oggi sono scese in piazza a Torino per rivendicare il diritto alla casa.

Ad aprire il corteo le famiglie delle diverse occupazioni cittadine che partendo da corso Marconi ha attraversato il centro cittadino passando per piazza San Carlo poi piazza Castello per poi concludersi a Porta Nuova.

Un corteo lungo e partecipato che non ha mancato di indicare i responsabili della crisi e chi ci specula sopra. Durante il percorso, ricco di interventi di tutte le realta’ presenti, sono state indicate le agenzie immobiliari che con il loro pizzo legalizzato di fatto rappresentano un ulteriore ostacolo a chi cerca un tetto sotto cui stare, cosi’ come la Banca Intesa San Paolo vera proprietaria della citta’ che non ha dimenticato di premiare l’ex-sindaco Chiamparino con una poltrona nel consiglio d’amministraizone della sua Fondazione per essere stato un fedele alleato durante il suo mandato (ricordiamo ad esempio delibere all’ordine del giorno mandate direttamente all’allora sindaco  dal cda della banca) ma soprattutto vera forza determinante le politiche speculative notevolmente incrementate dalle olimpiadi in poi.

Azioni sono state anche fatte per indicare alcuni grossi stabili vuoti presenti nel centro citta’.

Un primo momento ricompositivo che ha visto tutte le realta’ che in citta’ e non solo fanno intervento per il diritto alla casa rivendicare il proprio diritto alle occupazioni  e la propria determinazione.

Torino. #15Giugno, riprendiamoci la città!

#15giugnoCorteo contro sfratti e speculazioni, per il diritto all’abitare!

Contro la crisi e le politiche di austerità, riprendiamoci la città! La dignità ne si sfratta ne si sgombera!

#15GiugnoRiprendiamociLaCittà

Nel corso dell’ultimo paio d’anni sono cresciuti fino a diventare appuntamenti quasi quotidiani i picchetti e le iniziative contro gli sfratti e i pignoramenti. Si sono moltiplicate le nuove occupazioni abitative che hanno coinvolto e visto protagonisti nuclei familiari, anziani soli, giovani precar*, student* e rifugiati politici espulsi dal circuito del business dell’emergenza nord Africa.

D’altronde le cifre della “questione casa” nella nostra città parlano da sole: poco meno di 4mila le persone sfrattate senza una casa, poco meno di 50mila gli appartamenti vuoti nella nostra città; circa un migliaio le case popolari che potrebbero essere sistemate e assegnate, invece che lasciate vuote, protette da serrature sempre più blindate che la polizia municipale installa su ordine di ATC.
Le istituzioni, primo fra tutti il Comune di Torino, non perdono occasione per dimostrare ancora una volta la loro inconsistenza: parlano di legalità per non assumersi le proprie responsabilità politiche, e ogni volta che famiglie, uomini, donne e bambini senza casa si impossessano di un edificio abbandonato, gridano allo scandalo e invocano soluzioni di ordine pubblico. Intanto lasciano a marcire l’edilizia popolare, e tramite società di cartolarizzazione e fondi immobiliari speculativi il Comune continua a vendersi parti sempre più considerevoli di patrimonio immobiliare pubblico, per coprire la voragine che il grande evento olimpico ha aperto nelle casse comunali. Crescono disoccupazione e precarietà, e accettare un lavoro a qualsiasi condizione è per molt* un ricatto quotidiano. Anche l’accordo siglato pochi giorni fa dai sindacati confederali appare piegato ad una logica di co-gestione della crisi e quindi ad una volontà di subordinare gli interessi delle classi precarie e subalterne a quelli del capitale e dell’impresa.

A questo si oppongono le lotte per il diritto all’abitare, alla casa, alla difesa dei beni comuni, sempre più protagoniste in diversi quartieri della nostra città  e che sono uno dei pochi argini alla crisi economica che stanno pagando solo quei settori sociali subalterni che certamente non hanno la responsabilità di averla prodotta. Sono lotte importanti perché partendo dall’auto-organizzazione rappresentano una risposta concreta alla precarietà e a quella difficoltà ormai diffusa di arrivare alla fine del mese. Attraverso l’occupazione di stabili pubblici e privati, le lotte per il diritto all’abitare focalizzano il conflitto sul terreno della riappropriazione diretta, dimostrando una possibilità reale di liberare la vita dalle politiche di austerità e di riconquistare parte del reddito di cui veniamo quotidianamente derubati.

Anche nella nostra città come nel resto del paese ci troviamo a dover fronteggiare politiche che hanno favorito soltanto gli interessi dei grandi proprietari immobiliari, con un’edilizia residenziale pubblica ridotta all’osso, con la svendita di case e palazzine pubblici, con le truffe del cosiddetto housing sociale.

Tutto questo mentre l’intera gestione del territorio e dell’urbanistica provoca ogni giorno un vero e proprio saccheggio della città, dove gli spazi pubblici sono sempre di meno e dove i grandi gruppi immobiliari vanno a braccetto con i soliti Banca Intesa e Unicredit per continuare a costruire case che quasi nessuno avrà i soldi per comprare. La salvaguardia del territorio spetta a noi opponendoci alla cementificazione selvaggia che sottrae territorio per dare spazio ad opere inutili che invece di migliorare le nostre vite le peggiorano.

Crediamo dunque che le questioni sul piatto siano molte, e che le vicende degli ultimi mesi impongano di allargare ragionamenti e prospettive per mettere in comune pratiche di lotta e resistenza per il diritto alla casa insieme alle varie vertenze che prendono vita nella nostra città.

Spazi Occupati Zona San Paolo, Pietra Alta Occupata, Ex Moi Occupata – Comitato di Solidarietà, Verdi15Occupata, Sportello Casa Zona San Salvario, Progetto PrendoCasa To, ASIA Usb To,  Movimento Rifugiati e Migranti, USB To, CUB To, Confederazione Cobas To, SICobas To, Comitato Cantieristi, Comitato SniaRischiosa, Operatori Sociali Non Dormienti, Riscossa Proletaria, Comitato quartiere Vanchiglia, Coordinamento Asti-Est e famiglie occupanti, Progetto PrendoCasa Chieri, CSOA Gabrio, Network Antagonista Torino, PRC-RifondazioneComunista, Giovani Comunisti, CSP Partito Comunista, Sinistra Critica Torino

Per adesioni: riprendiamoci_lacitt@yahoo.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Sabato 15 Giugno 2013 – Ore 16 – Corso Marconi ang. Via Madama Cristina – Torino

* Contro sgomberi e pignoramenti

* Blocco degli sfratti e affitti calmierati

* Requisizione degli alloggi sfitti

* Per un ritorno all’edilizia residenziale pubblica (ERP)

* Contro le speculazioni edilizie e la svendita del patrimonio pubblico

* Per la vivibilità dei territori

* In difesa delle case occupate

*Per il diritto alla residenza negli stabili occupati

*Reddito per tutti e tutte

Per un corteo cittadino per il diritto alla casa, contro sfratti e speculazioni

Nel corso dell’ultimo paio d’anni sono cresciuti fino a diventare appuntamenti quasi quotidiani i picchetti e le iniziative contro gli sfratti e i pignoramenti. Si sono moltiplicate le nuove occupazioni abitative che hanno coinvolto e visto protagonisti nuclei familiari, anziani soli, giovani precar*, student* e rifugiati politici espulsi dal circuito del business dell’emergenza nord Africa.

D’altronde le cifre della “questione casa” nella nostra città parlano da sole: poco meno di 4mila le persone sfrattate senza una casa, poco meno di 50mila gli appartamenti vuoti nella nostra città; circa un migliaio le case popolari che potrebbero essere sistemate e assegnate, invece che lasciate vuote, protette da serrature sempre più blindate che la polizia municipale installa su ordine di ATC.

Le istituzioni, primo fra tutti il Comune di Torino, non perdono occasione per dimostrare ancora una volta la loro inconsistenza: parlano di legalità per non assumersi le proprie responsabilità politiche, e ogni volta che famiglie, uomini, donne e bambini senza casa si impossessano di un edificio abbandonato, gridano allo scandalo e invocano soluzioni di ordine pubblico. Intanto lasciano a marcire l’edilizia popolare, e tramite società di cartolarizzazione e fondi immobiliari speculativi il Comune continua a vendersi parti sempre più considerevoli di patrimonio immobiliare pubblico, per coprire la voragine che il grande evento olimpico ha aperto nelle casse comunali.

Queste lotte sempre più protagoniste in diversi quartieri della nostra città sono uno dei pochi argini alla crisi economica che stanno pagando solo quei settori sociali subalterni che certamente non hanno la responsabilità di averla prodotta. Sono lotte importanti perché partendo dall’auto-organizzazione rappresentano una risposta concreta alla precarietà e a quella difficoltà ormai diffusa di arrivare alla fine del mese. E certo non si tratta di lotte esclusivamente rivendicative: attraverso l’occupazione di stabili pubblici e privati, le lotte per il diritto all’abitare focalizzano il conflitto sul terreno della riappropriazione diretta, dimostrando una possibilità reale di liberare la vita dalle politiche di austerità e di riconquistare parte del reddito di cui veniamo quotidianamente derubati.

Per questo le occupazioni sono fastidiose per chi governa questa città: perché con la loro semplice presenza testimoniano che esiste la possibilità di organizzarsi, mettere in piedi una rete di solidarietà, opporsi concretamente agli sfratti, e garantirsi collettivamente una casa in cui vivere. Perché la loro presenza ostacola progetti speculativi, e la loro esistenza fa emergere con forza e rabbia la questione della casa a Torino.

Anche nella nostra città come nel resto del paese ci troviamo a dover fronteggiare politiche che hanno favorito soltanto gli interessi dei grandi proprietari immobiliari, con un’edilizia residenziale pubblica ridotta all’osso, con la svendita di case e palazzine pubblici, con le truffe del cosiddetto housing sociale.

Tutto questo mentre l’intera gestione del territorio e dell’urbanistica provoca ogni giorno un vero e proprio saccheggio della città, dove gli spazi pubblici sono sempre di meno e dove i grandi gruppi immobiliari vanno a braccetto con i soliti Banca Intesa e Unicredit per continuare a costruire case che quasi nessuno avrà i soldi per comprare. La salvaguardia del territorio spetta a noi opponendoci alla cementificazione selvaggia che sottrae territorio per dare spazio ad opere inutili che invece di migliorare le nostre vite le peggiorano.

 Crediamo dunque che le questioni sul piatto siano molte, e che le vicende degli ultimi mesi impongano di allargare ragionamenti e prospettive per mettere in comune pratiche di lotta e resistenza per il diritto alla casa insieme alle varie vertenze che prendono vita nella nostra città.

 Per questi motivi proponiamo un incontro pubblico di avvicinamento al corteo cittadino del 15 giugno per il diritto alla casa e all’abitare, contro sgomberi e pignoramenti, blocco degli sfratti e affitti calmierati, per un ritorno all’edilizia residenziale pubblica (ERP), contro le speculazioni edilizie e la svendita del patrimonio pubblico in difesa delle case occupate, per il diritto alla residenza negli stabili occupati.

Lunedì 3 giugno ore 21 al Centro di Incontro San Salvario in via Lombroso 16 Torino

Spazi Occupati zona San Paolo – Sportello casa zona San Salvario – Progetto PrendocasaTorino – USB – Verdi15Occupata – ExMoi – Comitato di Solidarietà con Rifugiati e Migranti – Pietra Alta Occupata – Movimento Migranti Rifugiati – Asia Torino

Resistiamo contro sfratti e speculazioni e riprendiamoci la dignità!

Anche il 29 maggiooccupazioneSesto uno sfratto si stava per consumare al terzo piano di via Brindisi 7.

La storia è quella di Lucica e Petru, una coppia romena con tre figli di 16, 15 e 12 anni. Quattro anni fa Petru ha dovuto affrontare una dura operazione alla colonna vertebrale, che lo ha reso invalido al 67% e gli impedisce di svolgere qualsiasi tipo di lavoro fisico. L’unica fonte di reddito arriva quindi dall’impiego di Lucica, un ben magro reddito di poco più di 300 euro al mese: le spese da affrontare sono molte, dalle tasse scolastiche dei tre figli, di cui uno invalido, alle bollette e naturalmente i 516 euro dell’affitto.
Pagare è diventato insostenibile e non più prioritario per la famiglia. Dal 2009 hanno quindi fatto richiesta di assegnazione della casa popolare e dall’ estate 2011 hanno smesso di pagare l’affitto.

Dietro questa storia, che può essere simile a quella di tante altre famiglie che a Torino subiscono un’ingiunzione di sfratto, c’è una forte volontà di non perdere la dignità. Vivere in cinque persone, di cui due invalide, in un alloggio di meno di 30 mq e pagare 516 euro d’affitto è alla stregua di un furto non solo di denaro, ma anche di qualità della vita.
Chi si è macchiato di questo furto è l’ Immobiliare Autunno “a responsabilità limitata”di Renzo Maggiora, sita in via Valgioie 82, che si occupa di locazione immobiliare. Dal 2004 a oggi hanno aumentato l’affitto, non sono mai venuti incontro alle esigenze della famiglia, che più di una volta ha anche cercato di farsi sistemare le infiltrazioni di muffa che periodicamente macchiano la pareti delle due stanze in cui vivono.

Verso le 9.30, quindi, si sono presentate quattro persone: due delegati dell’agenzia immobiliare, l’ufficiale giudiziario e il fabbro. La prima intenzione era quella di eseguire lo sfratto forzando la porta. Dopo aver spiegato la situazione della famiglia all’ufficiale giudiziario e ai delegati dell’azienda si è ottenuto un rinvio, fino al 18 giugno, il fatidico terzo martedì del mese. Ma un’altra proposta è stata fatta alla famiglia: in attesa dell’assegnazione della casa popolare, gli abbasserebbero l’affitto a 250 euro e, per cancellare il debito di 5000 euro, hanno offerto a Lucica di pulire le scale del condominio, non retribuita, ma fino all’estinzione del debito.

Tutto questo lascia perplessi e anche disgustati. Per prime sono le scuse che i delegati hanno tirato fuori quando gli si sono palesati i fatti: è davvero possibile che non sapessero nulla dell’invalidità di Petru e di suo figlio? Possibile che un alloggio di 26 mq possa costare più di 500 euro al mese e che nel contratto d’affitto non siano scritte le misure dell’appartamento? In secondo luogo, possibile che alla soluzione di abbassare l’affitto non ci si potesse arrivare prima? E questa “offerta di lavoro” ha tutta l’idea di essere un ricatto.
Ancora più vergognosa è la totale, ma ormai scontata, assenza delle istituzioni locali, impassibili di fronte aduna situazione emergenziale come questa, che non solo coinvolge l’ambito economico.Ma quanto deve aspettare una famiglia per ottenere un alloggio popolare avendo un punteggio così elevato (18 punti) nelle graduatorie di emergenza abitativa? Possibile che, nonostante si siano interpellati anche gli assistenti sociali, il comune non si sia espresso in nessun modo in questa vicenda?

Di certo noi non crediamo alle parole mascherate di finto pietismo di un’agenzia che ha ammesso davanti a noi di aver compiuto negli anni passati (e a quanto possiamo vedere fa ancora oggi) speculazioni sulle sue proprietà. L’unica posizione che si può prendere verso un’azienda speculatrice che si arricchisce sulla miseria delle persone sue affittuarie, è di sparare a zero su ogni falso tentativo di “rimediare” ai suoi torti. Tanto meno accettiamo queste soluzioni a metà e il mutismo delle stituzioni, che invece di risolvere il problema lo arginano e minano ancora di più la dignità di Lucica e Petru.
Siamo quindi pronti a resistere al prossimo accesso, a cui invitiamo quante più persone possibili a partecipare, e a denunciare la speculazione su un diritto fondamentale come quello della casa.

Nessun passo indietro contro sfratti, sgomberi e speculazioni! La casa è un diritto! Riprendiamoci la dignità!

La lotta per la casa non si arresta, Tommaso e Lorenzo liberi subito!

cassazione-tasse17

Aggiornamento post processo: I DUE COMPAGNI ARRESTATI SONO STATI ASSOLTI:

ascolta l’intervista realizzata da Radio Blackout:


Nella notte di lunedì due giovani compagni di un collettivo del quartiere san salvario di Torino sono stati arrestati. Chi li ha conosciuti negli ultimi anni è perché li ha trovati all’alba a difendere le famiglie sfrattate del quartiere, sempre in prima fila.

Anche il loro arresto è motivato dalla stessa nobile causa in quanto Tommaso e Lorenzo stavano entrando per fare un sopralluogo in una delle tante case lasciate sfitte dalla speculazione edilizia propio in vista di trovare delle soluzioni alle famiglie sfrattate.

San Salvario è un quartire popolare di Torino molto prossimo al centro in cui si sta effettuando una scellerata speculazione edilizia: per anni è stato volutamente all’abbandono da parte di qualsisi intervento di manutenzione per fare abbassare i prezzi degli alloggi ma da un decina di anni a questa parte è in corso un mirata speculazione così come avvenne nel quadrilatero romano un decennio prima. Qui infatti si sta spostando la movida cittadina dopo aver ucciso i murazzi a suon di sequestri (ultimo quello del noto centro sociale CSA Murazzi solo ieri) con conseguente aumento del valore degli immobili che continuano a salire nonostante la crisi in controtendenza con il resto della città e nuovi progetti ri riqualificazione vengono fatti in quartiere a dispetto della volontà dei cittadini che lo abitano (ad esempio parcheggio sotterraneo fortemete contestato).

In somma le accuse a Lorenzo e Tommaso di furto con scasso vanno rimandate al mittente, la loro è una delle tante forme di riapproriazione contro chi invece ci sta ribando il futuro.

Stamane il processo per direttissima, seguiranno aggiornamenti.

LORENZO E TOMMASO LIBERI !!

di seguito il comunicato dello sportello san salvario:

 
Libertà per Lorenzo e Tommaso!
Questa notte due compagnisono stati arrestati nel tentativo di occupare una palazzina sfittain San Salvario.
La Torino della crisieconomica, della cassa integrazione e delle privatizzazione èprotagonista in Italia sul fronte dell’emergenza abitativa. Eppurenella sola provincia torinese 40000 alloggi rimangono sfitti e ve nesono altri 10000 in costruzione, con la speculazione edilizia cherappresenta una delle voci più importanti del bilancio comunale.
L’emergenza abitativa haquindi investito anche questa zona della nostra città e svariatefamiglie sono rimaste senza casa dopo essere state sfrattate. Aldramma della perdita di un posto dove vivere da oltre due anni ci siè organizzati su ogni territorio con picchetti antisfratto, creandocosì una rete di solidarietà fra le persone che rischiano diperdere la casa.
Non sempre però fareresistenza passiva è sufficiente per impedire che intere famigliefiniscano in mezzo ad una strada.
E’ questa necessità cheha spinto Lorenzo e Tommaso ad entrare in uno dei tanti edifici vuotida anni e in mano alla speculazione che spesso in San Salvario sirealizza in affitti in nero a soli clandestini.
Quelli in cui si sonointrodotti i due compagni sono solo alcuni dei 40000 alloggi sfittinella Torino capitale degli sfratti.
Ribadiamo quindi la nostrapiù completa solidarietà e vicinanza ai due ragazzi in stato diarresto e ne chiediamo la scarcerazione immediata.
Libertà per Lorenzo e Tommaso!
Contro gli sfratti e laspeculazione, picchetti e occupazione!
Sportello casa SanSalvario,Sportello diritto alla casa zona San Paolo, Prendocasa Torino

https://m.facebook.com/note.php?note_id=154481991398401

Pietra Alta Occupata inaugura lo sportello casa!

inaugurazione sportello

Alla palazzina occupata di Pietra Alta in corso Vercelli 440, sabato 11 maggio verrà inaugurato lo Sportello Casa, uno spazio in cui le famiglie in difficoltà che hanno ricevuto lo sfratto troveranno informazioni e consulenza legale (completamente gratuito). Oggi sempre più famiglie ricevono uno sfratto, si vedono portare via la casa, vengono sbattute in mezzo ad una strada per colpa della crisi, del lavoro che non c’è e soprattutto di chi la crisi l’ha creata. Crediamo che il diritto alla casa, all’abitare, debba essere garantito, soprattutto in questo grave periodo di crisi, e che sia legittimo opporsi agli sfratti esecutivi. Altre esperienze in diverse città d’Italia e molte a Torino ci dicono che questo è possibile. Resistiamo agli sfratti insieme!

Sportello Casa come strumento di orientamento per capire come bisogna comportarsi di fronte ad un avviso di sfratto, un luogo dove trovare informazioni e solidarietà, ma anche uno sportello sociale che include oltre alle problematiche sulla casa le vertenze sul territorio/quartiere…è il momento di affrontare i bisogni di tutt*!

Per chi è sotto sfratto, per chi la crisi non la vuole pagare, per chi pensa di aver già pagato abbastanza…LA CASA è UN DIRITTO LOTTIAMO PER DIFENDERLO!

SABATO 11 MAGGIO GIORNATA DI INAUGURAZIONE DELLO SPORTELLO CASA DENTRO PIETRA ALTA OCCUPATA IN CORSO VERCELLI 440

Ore 16.00 merenda e giochi per bambini

Ore 20.30 cena sociale a 5 euro e 3 euro per i bambini

Ore 22.30 Concerto con la Banda di Falchera e gruppi emergenti del quartiere

Contro i pignoramenti delle banche, resistiamo agli sfratti!

sfratto_falchera00 Ancora una giornata di resistenza agli sfratti quest’oggi a Torino: per questa mattina era infatti prevista l’esecuzione dello sfratto di una famiglia residente nel quartiere Falchera.

La vicenda di questa famiglia è già di per sé esemplificativa della situazione in cui la crisi e la speculazione hanno trascinato moltissime persone, soprattutto in una città come Torino in cui il numero di sfratti è tra i più alti: la casa era infatti stata acquistata con un mutuo con la banca Mediolanum che negli anni ha continuato a lievitare e, sommandosi alla perdita del lavoro di uno dei due proprietari, ha messo la famiglia nell’impossibilità di poter continuare a pagare le rate.

A quel punto è subito partita la procedura di sfratto e la casa è stata messa in vendita all’asta.

Quello di oggi era il secondo accesso per tentare di eseguire lo sfratto e fin dalle prime ore della mattina un presidio composto da solidali e dal collettivo Prendocasa si è radunato sotto l’abitazione per difendere il diritto alla casa e impedire le procedure di pignoramento.

A quanto pare l’ufficiale giudiziario, vedendo il presidio, ha scelto di non presentarsi; trattandosi di pignoramento, inoltre, la decisione di eseguire lo sfratto spetta al curatore fallimentare che ha disposto il rinvio dell’operazione.

Dall’Istituto Vendite Giudiziarie è arrivata conferma del fatto che lo sfratto è stato rinviato al mese di luglio. Dal presidio anti-sfratto, rimasto in attesa fino a conferma del rinvio, si leva un messaggio chiaro rispetto all’eventualità che si cerchi di anticipare senza preavviso la data del pignoramento: ai nostri posti ci troverete, sempre!

Leggi il volantino distribuito questa mattina:

Contro i pignoramenti delle banche, resistiamo agli sfratti!

Oggi 8 Maggio, siamo qui per difendere l’ennesimo sfratto figlio della crisi e della speculazione delle banche con la complicità delle Istituzioni. Pietro e la sua famiglia vivono, qui in Falchera dal 2005 nella casa che hanno acquistato in Via delle  Querce 29. Per comprarla hanno stipulato un mutuo con la Banca Mediolanum, che li ha convinti ad accettare una proposta a tasso variabile. Dai 400 euro mensili di mutuo la famiglia di Pietro in brevissimo tempo si è trovata a dover pagare 1000 Euro al mese.
A causa della crisi il lavoro da piccolo artigiano di Pietro è diminuito e sua moglie è stata licenziata, di fronte all’impossibilità di pagare una rata così alta hanno provato a rinegoziarla con la Banca, ma l’unica risposta ricevuta è stata lo sfratto e la vendita coatta all’asta della casa. La banca recupererà così tutto il suo credito e la famiglia di Pietro perderà tutti i propri risparmi e la propria casa.

La famiglia di Pietro è entrata così a far parte di quelle 3600 famiglie che quest’anno a Torino hanno subito o subiranno un provvedimento di sfratto. È sempre più estesa, infatti l’emergenza abitativa che colpisce Torino, frutto di una mala gestione delle istituzioni locali, che come unica risposta attuano una politica di privatizzazioni, svendita del patrimonio pubblico, taglio dei posti di lavoro e impoverimento dei servizi pubblici.

A Torino, grazie alle politiche del Comune e del sindaco Fassino, sono stati smantellati tutti i servizi a sostegno dell’abitare, esistono migliaia di case ATC vuote che stanno ormai cadendo a pezzi e che non vengono assegnate, mentre le famiglie che hanno diritto alla casa popolare nella migliore delle ipotesi devono aspettare anni. In questo contesto sono sempre più forti ed estese le speculazioni di banche e palazzinari che si arricchiscono alle spalle di chi sta pagando gli effetti di questa crisi.

Di fronte alla continua assenza di politiche sociali, all’immobilità delle istituzioni di fronte alla crescita di sfratti, di cui Torino ne è la capitale, all’incapacità politica di garantire il diritto all’abitare che è sempre più spesso trattato come un mero problema di ordine pubblico, siamo convinti che l’unica risposta sia la resistenza!

La casa è un diritto, quello che ci tolgono ce lo riprenderemo!

sfratto_falchera01

sfratto_falchera02

Mutuo Soccorso Bandito per Prendocasa

Qui di seguito  il comunicato del Mutuo Soccorso Bandito che, partendo dallo spirito con cui anima i percorsi  di costruzione di solidarietà attiva, ha deciso di donare al nostro collettivo delle magliette e delle borse  che serviranno per autofinanziare il nostro percorso di lotta per il diritto alla casa!

Come collettivo Prendocasa ringraziamo il MSB e il lavoro che quotidianamente svolge attraverso l’autoproduzione di tshirt e borse serigrafate.

“Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”

Continua a leggere

#19A – Pietra Alta scende in piazza a fianco dei rifugiati

pietra_alta Nel panorama di mobilitazioni che hanno segnato questo 19 aprile di lotta in tutto il Paese,come collettivo Prendocasa Torino abbiamo deciso di scendere in piazza a fianco  dei rifugiati che  nelle scorse settimane hanno occupato l’ex villaggio olimpico,e gli sfrattati  di Pietra Alta occupata.

A unire questi due soggetti è dapprima il diritto negato da una controparte individuata nell’amministrazione comunale ad avere una casa, poi una legittima risposta di riappropriazione: occupazione delle palazzine costruite a doc per le olimpiadi 2006 e poi lasciate vuote a marcire (quasi a tristi testimoni dell’insensato e più che mai male indirizzato spreco dei soldi pubblici in opere inutili) per gli uni; occupazione di una ex caserma dei vigili urbani in corso Vercelli, per gli altri.pitra_alta_3

Nuclei familiari e singoli, stranieri e italiani hanno fatto fronte così alla loro situazione di emergenza,ma non basta: in questo 19 aprile per il reddito,per i servizi, per i diritti e per la dignità dei cittadini, e quindi necessariamente contro chi tutto questo non garantisce, si è andati insieme ad occupare,in corteo, l’anagrafe centrale di Torino, per rivendicare un ulteriore diritto e condizione dirimente per una vita dignitosa: la residenza. Senza residenza è infatti negato l’accesso ai servizi socio-sanitari e non ci si può attivare per cercare lavoro; vengono così ridotti 450 rifugiati in impronte digitali, nemmeno liberi di spostarsi altrove. Rifiutandosi di cadere nella trappola della cosìdetta ‘guerra tra poveri‘,ma mobilitandosi insieme, gli occupanti dell’Ex Moi e di Pietra Alta non sono andati ad elemosinare nulla: sono rimasti all’interno della struttura, scegliendo per questa volta di non  interrompere l’attività dei vari sportelli,sino a costringere l’assessore comunale all’anagrafe a presentarsi e rispondere ad un confronto con loro.

In risposta, è stato garantito un incontro fissato per la prossima settimana, anche con l’assessore alla casa (responsabile in primis della disastrosa situazione abitativa di una Torino capitale degli sfratti e della pessima gestione delle case popolari), nel quale dovrebbe essere affrontato il tema della residenza per i rifugiati.

Quale che sia l’esito di questo scambio tra funzionari di un’amministrazione comunale incapace e sorda ai problemi reali dei cittadini in una regione in fallimento, la giornata del 19 è stata solo l’inizio della battaglia per la residenza e la casa: torneremo all’anagrafe e nelle piazze finché  sarà necessario; è forte infatti la determinazione di chi non vuol più cedere ai ricatti istituzionali dei tempi di crisi, ma è deciso a riappropriarsi dei diritti e degli spazi che gli sono stati tolti.

Ascolta Costanza del collettivo PrendoCasa Torino (RadioBlackOut):