Mors tua vita mea

Stefano Bolognesi, consigliere di Circoscrizione del quartiere Pozzo Strada, nella sua pagina fb si dice soddisfatto dello sgombero dello Spazio Popolare Neruda e continua la sua litania su quante famiglie erano presenti nell’occupazione, quante hanno diritto ad avere una casa ecc ecc.

Sulla legalità e sul diritto abbiamo già detto che oggi non si può fare politica sulla pelle della gente: la verità sotto gli occhi di tutti è che la politica oggi non è in grado di dare soluzioni reali e definitive a chi finisce in mezzo a una strada. La politica oggi non è in grado di garantire il diritto alla casa.

Cosa bisogna fare per sottrarsi dalla strada? Perché l’occupazione di stabili pubblici, svenduti per fare cassa senza che i guadagni siano stati redistribuiti sul territorio, dovrebbe essere un atto illegale?

Legalità si trasforma in legittimità per le famiglie senza casa che, pur avendo fatto i percorsi dell’emergenza abitativa, le lunghe code in via Corte d’Appello, ricevono una risposta negativa alla domanda: “Avete una casa per la mia famiglia?”

Con l’aumentare della povertà, oggi parlare di legalità dalla propria poltrona in ufficio o dal divano della propria casa è facile. Meno facile è vivere situazioni di disagio, vivere in macchina o gestire una quotidianità con l’incubo dello sfratto. Diciamo queste cose non “per far colpo” su chi leggerà questo post ma riportiamo la realtà così come la conosciamo.

L’opportunismo politico del consigliere è vergognoso. L’abbiamo visto quando si presentò all’occupazione con la sua camicia bella nuova e stirata mentre le famiglie spostavano cumuli di immondizia lasciati lì dalle istituzioni per cui il consigliere lavora e che fino al nostro arrivo non aveva mosso un dito per migliorare quel posto o per denunciarne la speculazione in atto. Né prima e né dopo lo scandalo delle tangenti al CSEA.

Noi, al contrario del consigliere, con la gente del quartiere di Pozzo Strada ci confrontavamo. In tanti sono passati a portarci sostegno e solidarietà…molti, fra cui due panettieri del quartiere, portavano l’invenduto alle famiglie, come gesto di solidarietà e aiuto verso il prossimo. Nella raccolta firme per il riallaccio dell’acqua, abbiamo ricevuto più di 500 adesioni. Molti giovani ci avevano chiesto se era possibile riutilizzare spazi per il quartiere per una biblioteca (ad oggi chiusa), stanze con internet gratuito, una ludoteca e altri laboratori. Perché in quel luogo occupato, lontano dagli intrallazzi della politica ci si sentiva a proprio agio.

La verità taciuta nella vicenda dello sgombero del Neruda è che quel rapporto che si andava a creare con la gente di Pozzo Strada risultava scomodo ai politicanti “appassionati del loro lavoro” che fanno “politica per passione” come Bolognesi. Dava fastidio quel legame di solidarietà instaurato con le famiglie, dava fastidio quando le persone, gli ex insegnanti CSEA ci riportavamo il loro giudizio favorevole all’occupazione e il tentativo da parte degli occupanti di restituire uno stabile di proprietà pubblica al quartiere.

Oggi Bolognesi continua la sua crociata contro le occupazioni ma continua a ritenersi solidale con le famiglie: fa finta di preoccuparsi se queste famiglie hanno ottenuto una soluzione…peccato che le soluzioni sono temporanee, precarie e che fra qualche mese il problema della casa si ripresenterà.

Ovviamente il Bolognesi questo tipo di soluzioni tampone le conosce bene.

Quindi, in conclusione, quando la smetterà di nascondersi dietro quel buonismo da politicante di professione che cerca solo consensi per il suo partito?

Noi, a differenza del Bolognesi che elargisce consigli e avvertimenti, siamo più umili e diciamo solo di non credere alle panzane di questi loschi personaggi ma di toccare con mano le situazioni.

La gente del quartiere Pozzo Strada lo faceva e si sporcava le mani con noi, il Bolognesi costruisce le sue “verità” a tavolino a suon di interpellanze per giustificare uno stipendio che molte famiglie si sognano.

Ecco cosa fanno quando sgomberano un luogo occupato dalle famiglie

Questo è lo spettacolo indegno, e che vi invitiamo a far girare, che si sono lasciati dietro gli “eroici” tutori dell’ordine intervenuti questa mattina all’alba per sgomberare lo Spazio Popolare Neruda.
Il progetto che era stato avviato in queste settimane in via Bardonecchia, quello di costruire assieme uno spazio comune, aperto a tutti, un luogo di incontro e socialità per il quartiere e non solo una casa per famiglie in difficoltà, è stato brutalmente calpestato da anfibi, caschi e manganelli, dalla violenza arrogante di chi ha a cuore solo il perseguimento dei propri interessi, ad ogni costo.
Viviamo in una città in cui da anni l’amministrazione preferisce mandare avanti la forza pubblica piuttosto che cercare soluzioni degne di fronte a un’emergenza abitativa dai numeri impressionanti. Una città in cui, piuttosto che aprire le porte dei tantissimi spazi abbandonati che ci sono, si preferisce far sfasciare e demolire sanitari praticamente nuovi, in perfetto stato, per evitare nuove occupazioni e restituire un luogo all’abbandono per chissà quanto tempo, fino a quando qualcuno non ci metterà sopra le mani per l’ennesima speculazione.
Oggi ci hanno buttato fuori con la forza dal Neruda, ma presto o tardi una nuova occupazione tornerà ad opporsi a questa gestione vergognosa dell’emergenza abitativa. Gli sgomberi non ci fermano: CASA PER TUTTI/E, SFRATTI PER NESSUNO!

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Torino: Sgomberato lo Spazio Popolare Neruda

neruda_nerudaOre 15,30: le quattro compagne sono scese dal tetto alla fine delle “trattative” accompagnate dalle famiglie sgomberate tra gli applausi dei solidali accorsi sul posto. Il virgolettato è d’obbligo perché anche oggi, durante i colloqui con gli assistenti sociali convocati in fretta e furia, si sono sprecati i ricattini per accettare pseudo-soluzioni provvisorie (mamme e bambini mandati via con una pacca sulla spalla e l’indirizzo di qualche istituto caritativo…). Pochi sono in realtà i nuclei familiari che hanno accettato le offerte del comune capendo bene dove va a parare chi è più interessato a nascondere la polvere sotto il tappeto che a trovare soluzioni dignitose e stabili. Le famiglie restanti saranno invece accolte in altre occupazioni torinesi, perché la lotta non lascia nessuno indietro. Casa per tutti, sfratti per nessuno! Alla prossima!

Ore 13,20: Continua la resistenza sul tetto dello stabile, nonostante la continua pressione delle forze dell’ordine che poco fa hanno impedito ai solidali in presidio di fare arrivare l’acqua ai compagni. Proseguono anche le trattative per trovare una soluzione abitativa immediata agli occupanti, ma a quanto sembra il Comune sembra pronto a rinviare la decisione ad un incontro con l’assessore alle politiche sociali, comunque non prima di giovedì. L’eventuale soluzione riguarderebbe, inoltre, i soli nuclei famigliari lasciando senza un tetto i singoli che avevano trovato casa nello Spazio Popolare Neruda. Ancora tante le persone accorse al presidio sotto l’occupazione abitativa che rinnovano l’invito a recarsi all’incrocio tra via Marsigli e corso Peschiera.

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Alle prime ore del giorno la polizia ha circondato lo spazio popolare Neruda, la palazzina occupata un paio di settimane fa da una trentina di famiglie sotto sfratto, per procedere allo sgombero.

All’interno dell’edificio, un’ex scuola che il Comune nel 2013 ha ceduto alla Cassa Deposito e Prestiti, una trentina di persone, tra cui una decina di bambini piccoli. Alcuni compagn* stanno resistendo sul tetto sventolando la bandiera Stop Sfratti, ostacolando l’operazione e chiedendo la garanzia che tutte le famiglie sotto sgombero ottengano una soluzione reale e dignitosa.

All’esterno del Neruda un gruppo di compagni e solidali sta sostenendo gli occupanti e bloccando la strada per impedire l’arrivo dei pompieri con l’autoscala.

La minaccia di uno sgombero era già stata paventata nei giorni scorsi da Questura e Prefettura, mandate ancora una volta avanti da un’amministrazione incapace di far fronte a un’emergenza abitativa dilagante.

Solo tre giorni fa le famiglie occupanti avevano percorso in corteo le strade del quartiere Pozzo Strada, per opporsi all’eventualita’ dello sgombero e dichiarandosi pronte a resistere.

Un’occupante si è sentita male durante lo sgombero ed è stato necessario l’intervento di un’ambulanza.

Torino: 200 in corteo per sostenere il Neruda contro le minacce di sgombero

neruda_corteo A circa due settimane dall’occupazione, quest’oggi le famiglie dello Spazio Popolare Neruda si sono mosse in corteo per le vie del quartiere Pozzo Strada.

Un corteo nato dalla volontà di presentarsi al quartiere, che in questi giorni di occupazione si è dimostrato solidale e interessato alla nascita di questa nuova esperienza, ma anche per respingere con determinazione le minacce di sgombero che Questura e Prefettura hanno avanzato negli ultimi giorni, proponendosi così di affrontare ancora una volta l’emergenza abitativa nei termini di un problema di ordine pubblico, strada, questa, privilegiata dall’amministrazione comunale in questi anni di crisi.

Nei giorni scorsi la minaccia di rimettere per strada decine di famiglie, molte delle quali con bambini piccoli, aveva fatto nascere da parte degli occupanti e dei compagni dello Sportello Prendocasa un appello alla solidarietà e alla mobilitazione, che è culminato nel corteo di oggi dopo tre giorni di attività e momenti di socialità. Un corteo festoso e determinato, aperto dai bimbi dell’occupazione e composto da circa 200 persone tra occupanti e solidali, che intorno alle 17 è partito dal Neruda per snodarsi per le vie del quartiere. La manifestazione si è più volte fermata lungo il percorso per spiegare le ragioni dell’occupazione, presentandosi agli abitanti e invitandoli a sostenere e attraversare il nuovo spazio per costruirlo assieme e farne non solo una casa per decine di famiglie ma anche un luogo di incontro e socialità, in uno dei tanti quartieri torinesi che da questo punto di vista soffrono la mancanza di spazi adibiti a questo scopo.

Un corteo che ha chiarito l’intenzione di non fare nessun passo indietro rispetto all’occupazione, rivendicando una casa per tutti e tutte e pretendendo soprattutto l’immediato riallaccio dell’acqua corrente nella palazzina da parte dell’amministrazione comunale, che finora ha invece sfruttato la mancanza di acqua come pretesto per richiedere lo sgombero. La manifestazione è stata anche l’occasione per sottolineare l’importanza di esperienze di occupazione e rioccupazione come strumento per riprendersi diritti e dignità quotidianamente negati, respingendo al tempo stesso le retoriche razziste della guerra tra poveri.

Il corteo si è concluso ritornando al Neruda e rilanciando l’invito a sostenere lo spazio nei prossimi giorni.

da infoaut

Difendiamo lo Spazio Popolare Neruda! No allo sgombero!

manifesto neruda-01Pochi giorni fa avevamo dato notizia della nuova occupazione di uno stabile in via Bardonecchia 151 a Torino, che da spazio abbandonato da tempo è diventato una casa per decine di famiglie sotto sfratto o in difficoltà economiche.

In questi giorni sono iniziati i lavori di ristrutturazione per renderlo abitabile, nell’ormai consueto silenzio assordante delle istituzioni che in una delle città col più alto numero di sfratti annuali continua a nascondere la testa sotto la sabbia e a mandare avanti la forza pubblica invece che prendersi le proprie responsabilità di fronte a un’emergenza abitativa dilagante.

È infatti notizia delle ultime ore che la Prefettura di Torino starebbe procedendo per autorizzare e organizzare lo sgombero della palazzina con la scusa della mancanza di acqua corrente, rimettendo così per strada decine di famiglie, molte delle quali con bambini piccoli.

Una decisione inaccettabile e irresponsabile di fronte alla quale le famiglie occupanti, assieme allo Sportello Prendocasa, hanno già annunciato di volersi opporre. Una decisione che puzza inoltre di speculazione, poiché è noto che il Comune di Torino, per coprire i disastrosi buchi di bilancio, ha intenzione di procedere a una nuova ondata di vendita e cartolarizzazioni di stabili di sua proprietà alla Cassa Deposito e Prestiti, che detiene tra gli altri anche l’edificio occupato di via Bardonecchia.

Per opporsi allo sgombero gli/le occupanti invitano ad attraversare e conoscere lo spazio e portare solidarietà.

Da domani si apriranno tre giornate di iniziative che culmineranno in un corteo per le vie del quartiere sabato 4 luglio, con appuntamento alle 17 davanti allo spazio popolare Neruda – Pozzo Strada.
Per maggiori informazioni rimandiamo alla pagina dell’occupazione, mentre per chi volesse sostenere lo spazio servono materassi e materiale per la cucina.

Basta sfratti, basta sgomberi! Difendiamo lo Spazio Popolare Neruda, casa per tutti/e!

Benvenuti allo Spazio Popolare Neruda – Pozzo Strada

festa_spazio_neruda01Sabato 27 giugno all’interno dello stabile occupato “Spazio Popolare Neruda – Pozzo Strada” in via Bardonecchia 151, si è tenuta la festa di quartiere. Una giornata di socialità e giochi per i più piccoli, un momento nato dalla volontà di presentarci agli abitanti del quartiere con i quali abbiamo intenzione di costruire un percorso condiviso sulla possibilità di apertura degli spazi pubblici dello stabile occupato. Infatti alle 18 è iniziata l’assemblea popolare di quartiere per cercare di capire insieme in che modo poter sfruttare al meglio gli spazi che verranno adibiti ad uso pubblico per la gente di Pozzo Strada. Le proposte fatte nell’assemblea sono state diverse: ludoteca, biblioteca, aule studio e postazioni internet. Insieme, famiglie e abitanti, possiamo realizzare alcune attività che oggi sono assenti o insufficienti nel quartiere, facendo rinascere l’ex Mario Enrico.

 

 

festa_spazio_neruda00All’interno della giornata di festa, fra merende, spettacoli di magia per bambini e partite di calcetto, si è presentato il consigliere di circoscrizione Stefano Bolognesi di Forza Italia, il quale aveva richiesto lo sgombero dello stabile alcuni giorni prima. Dopo questa sua dichiarazione, dicevamo, si è presentato con la sua faccia di tolla per visionare lo stabile a titolo di semplice cittadino, accompagnato da due loschi individui del movimento tricolore, gruppuscolo di destra xenofobo e razzista, nostalgici fascisti la cui figura di riferimento è il defunto Giorgio Almirante, fondatore dell’ex MSI (Ovviamente i tre personaggi, Bolognesi e i due del movimento tricolore, non vanno in giro insieme per caso: basta andare a vedere la pagina Facebook di Stefano Bolognesi che fra le sue foto non poteva mancare il loro idolo, Almirante)

Bloccati i due fascisti sull’uscio del portone, al consigliere di circoscrizione veniva invece concessa una veloce visita all’interno dello stabile. L’accoglienza da parte delle famiglie, insieme al collettivo Prendocasa e alle persone presenti in quel momento, non è stata, giustamente, delle migliori: gli abbiamo sbattuto in faccia le sue dichiarazioni sullo sgombero fatta nei giorni precedenti e l’uso strumentale del disagio abitativo delle famiglie occupanti per scopi elettorali.

Veloce e indolore il giro turistico del consigliere di Forza Italia, il quale sosteneva di portare solidarietà alle famiglie, condannando però la riappropriazione. Con questa contraddizione, tipica del mero politicante attaccato alla poltrona e ai suoi privilegi, incapace di portare soluzioni reali alle migliaia di famiglie in emergenza abitativa, veniva accompagnato all’uscita dell’occupazione.

festa_spazio_neruda02Dopo questa piccola parentesi, la giornata è continuata all’insegna della festa e del divertimento, incontrando la gente di quartiere arrivata per curiosità – quella sana curiosità della gente comune non quella strumentale e provocatoria del consigliere di circoscrizione – o perché già passata nei giorni precedenti portando solidarietà alle famiglie occupanti.

Per questo ci teniamo a ringraziare quanti sono passati sabato 27 portando la solidarietà alle famiglie e contribuendo alla riuscita della giornata.

Occupare uno stabile per un bisogno abitativo urgente, diventa una necessità quando le istituzioni locali non sono in grado di garantire il diritto all’abitare e al contempo restituisce alla collettività un bene pubblico lasciato all’incuria e alla speculazione.

Sicuramente ci saranno altre assemblee con il quartiere per definire l’utilizzo degli spazi comuni. Seguiteci sulla nostra pagina Facebook: Spazio Popolare Neruda – Pozzo Strada

Conferenza stampa delle famiglie occupanti di via Bardonecchia – Torino

Nella conferenza stampa tenuta allo stabile occupato di via Bardonecchia 151, oltre a presentare pubblicamente la nuova occupazione abitativa nel quartiere di Pozzo Strada, le famiglie insieme al collettivo Prendocasa hanno voluto denunciato il continuo aumento degli sfratti in città: nel 2014 gli sfratti eseguiti sono stati 4.643. Torino è la seconda città per numero di sfratti, uno ogni 227 famiglie; la media italiana degli sfratti è di uno ogni 334 famiglie.
Questi dati governativi effettuati dal Ministero dell’Interno rappresentano il fallimento delle politiche abitative nella nostra città e manifestano, in tutta la loro aggressività, le direttive del Governo Renzi sul tema della casa.

L’atteggiamento delle istituzioni locali continua ad essere quello di favorie i privati e non il pubblico, alimentando speculazioni e rendita per palazzinari e grandi gruppi immobiliari: la dismissione dell’edilizia residenziale pubblica (ERP) per favorire l’ housing sociale, ha aumentato il numero di famiglie senza soluzioni allo sfratto, aumentando i profitti dei privati e/o delle banche che ottengono in concessione dal Comune ampi spazi di territorio edificabile a basso costo.

La continua speculazione edilizia in città, l’inadeguatezza delle politiche socio – abitative, l’intreccio fra politica e i palazzinari, alimenta un emergenza che fa aumentare i profitti, potremmo dire, a partecipazione mista – pubblico/privata – mentre continua a crescere l’impoverimento sociale causato dalla crisi e dalla mala gestione del patrimonio pubblico: migliaia di case lasciate vuote da Atc, immobili pubblici abbandonati e non riconvertiti ad uso abitativo dall’amministrazione comunale – oltre 50mila fra case ed edifici. Questo tipo di governance del territorio produce migliaia di sfratti senza produrre soluzioni reali per le famiglie senza casa.

All’interno della trasmissione Titanic, in onda su RadioBlackOut ogni martedì dalle 18.30 alle 19.30, abbiamo intervistato Patrizia, occupante di via Bardonecchia:

Festa di quartiere Pozzo Strada e San Paolo

Sabato 27 giugno alle ore 16, noi famiglie occupanti dello stabile di via Bardonecchia 151 organizzeremo una festa per il quartiere di Pozzo Strada e San Paolo. Una giornata di socialità e giochi per i più piccoli, un momento di confronto fra noi famiglie occupanti e gli abitanti del quartiere. Una giornata nella quale l’occupazione verrà presentata agli abitanti di Pozzo Strada e San Paolo convinti di poter instaurare con loro un rapporto di solidarietà e di aiuto reciproco e inoltre insieme vorremmo discutere come strutturare alcune attività utili al quartiere all’interno dell’occupazione.
Quindi, invitiamo tutti e tutte a partecipare alla giornata di sabato 27 in via Bardonecchia 151.

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Torino, nuova occupazione. Decine di famiglie prendono casa in via Bardonecchia

torino_occupazioneNuova occupazione a scopo abitativo a Torino. Decine di famiglie con bambini hanno trovato casa in un’edificio (ex scuola) in via Bardonecchia 151, di proprietà comunale fino al 2013, quando il comune ha deciso di venderlo alla Cassa Depositi e Prestiti, società per azioni finanziaria partecipata dallo Stato all’80%, che a sua volta ha intenzione di venderlo all’ennesimo palazzinaro e speculatore immobiliare per costruire case che con molta probabilità rimarranno vuote. Così questa mattina, famiglie e solidali hanno aperto le porte dell’edificio e sono entrati, rilevando lo stato di abbandono a cui era ormai sottoposto e con l’intenzione ora di fare un senso all’ennesimo edificio lasciato vuoto. Con le famiglie anche numerosi solidali che insieme a loro hanno deciso non solo di riappropriarsi del bisogni e della dignità, ma di dare vita a questo spazio anche con attività utili al quartiere in cui è situato.

In una Torino in cui solo nel 2014 sono state sfrattate oltre 4500 famiglie senza alcun intervento da parte delle istituzioni alle quali ormai rimane il triste primato di aver creato una situazione sociale disastrata, questa nuova occupazione riesce a dare respiro e una dignità a decine e decine di famiglie.

Intanto gli occupanti rilanciano già per sabato 27 giugno con un’iniziativa nella nuova occupazione di via Bardonecchia, per un pomeriggio di giochi e merenda per i più piccoli, un aperitivo e un’assemblea aperta a tutti e tutte per approcciarsi al quartiere e farsi conoscere.

Leggi il comunicato del collettivo Prendocasa – Torino:

Nella mattinata di domenica 21giugno, 30 famiglie hanno occupato lo stabile di via Bardonecchia 151, uno degli innumerevoli edifici pubblici da anni abbandonato dall’amministrazione comunale torinese. La riappropriazione dello stabile si inserisce in quel percorso di azione diretta che molte famiglie stanno attuando in città: di fronte all’immobilismo delle istituzioni locali incapaci di dare soluzioni reali agli innumerevoli sfratti, le famiglie si organizzano e occupano, trovando una soluzione immediatamente praticabile allontanando la paura di subire uno sfratto coatto attraverso l’uso della forza pubblica.

La storia dello stabile occupato è simile a quella di altri immobili di proprietà comunale: acquisito nel 1958, il comune nel 1997 affida l’immobile al Consorzio per lo Sviluppo dell’Elettronica e dell’Automazione (CSE), una delle tante “municipalizzate” svendute ai privati. Fallito il consorzio nel 2012, il Comune lo vende all’attuale proprietà, la Cassa Depositi e Prestiti, società finanziaria partecipata dallo Stato all’80% . L’immobile viene messo all’asta ma non trova, per ben tre volte, nessun acquirente. Attualmente l’edificio risulta ancora di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti ma sembra che sia stato adocchiato da uno dei tanti marchi della grande distribuzione che per adesso non ha avanzato nessuna offerta.

Come dicevamo una storia che si ripete per quegli edifici pubblici che diventano occasione di speculazione e profitto per l’interesse privato. Il solito esempio di soldi e risorse pubbliche mal gestite dalle istituzioni.

Con l’occupazione a scopo abitativo dello stabile di via Bardonecchia si vogliono denunciare non solo gli affari speculativi dei privati con la complicità delle amministrazioni pubbliche, ma anche i continui fallimenti delle politiche socio-abitative del Comune che svende patrimonio pubblico ai privati per fare cassa senza redistribuire sul territorio la ricchezza acquisita dalla vendita degli immobili.

Oggi le 30 famiglie che si sono riappropriate dello stabile, riconquistano quella dignità che meritano e si riprendono un bene pubblico che, nell’interesse della collettività, viene sottratto alla rendita privata. Le famiglie occupanti, inoltre, a breve si confronteranno con gli abitanti del quartiere di Pozzo Strada e San Paolo per capire quali attività potranno essere svolte negli spazi che non verranno adibiti ad uso abitativo.

Torino, famiglia sfrattata con la forza pubblica

stopsfrattisgombpignTorino: questa mattina la polizia è intervenuta per eseguire uno sfratto ai danni di una famiglia che viveva in un alloggio di corso Taranto, vicino a piazza Sofia.

Nonostante si trattasse solo di un secondo accesso, i proprietari hanno preteso l’intervento della forza pubblica senza ulteriori dilazioni temporali che permettessero alla famiglia di trovare una sistemazione alternativa e dignitosa senza ritrovarsi da un giorno all’altro in mezzo alla strada. Così, la polizia è intervenuta allontanando a spinta i solidali che da questa mattina erano presenti sotto l’abitazione, eseguendo lo sfratto ingiunto.

Il proprietario della palazzina, in cui si scoprono essere tanti gli affittuari ad aver ricevuto un’ingiunzione di sfratto, è Molino, volto noto dell’immobiliarismo torinese, acquirente di intere palazzine spesso in modeste condizioni, che preferibilmente affitta ad immigrati a prezzi esorbitanti, approfittando della condizione di oggettiva debolezza.

Domani, sempre a Torino, è previsto un altro appuntamento di resistenza a uno sfratto: il ritrovo è per giovedì 28 Maggio in via Aosta 23 dalle prime ore del mattino in poi.

 

Il comunicato di Prendocasa Torino sulla mattinata di oggi:

ESEGUITO UNO SFRATTO A TORINO…LA COLPA E’ DI MOLINO!

Ancora uno sfratto a Torino, stavolta in Corso Taranto 179, in Barriera di Milano, uno dei quartieri più popolari e colpiti dalla crisi. Lo sfratto è stato eseguito con l’uso della forza pubblica che ha aperto a forza la porta di Jalil, Nadia e i figli piccoli, spintonando via dall’abitazione amici e resistenti che in mattinata hanno provato ad impedire che quest’ulteriore famiglia venisse gettata in strada.

Tutto è avvenuto attorno le 9.30 di mattino quando sono arrivati tutti in un’unica carovana i responsabili legali della proprietà, fabbro, ufficiale giudiziario, digos e carabinieri. L’ufficiale giudiziario sotto pressione della proprietà non ha concesso ulteriori proroghe, nonostante fosse solo il secondo rinvio!

Il proprietario dell’intera palazzina è un uomo famigerato, ben noto nella storia immobiliare dagli anni ’70: Giorgio Molino, proprietario di più di 1800 appartamenti, diverse società fittizie, 200 ettari di terreni agricoli, negozi ed addirittura una caserma! Soprannominato “il ras delle soffitte” per le condizioni fatiscenti ed i prezzi esorbitanti a cui affitta i suoi alloggi a disperati e migranti (una volta ai meridionali) che, nell’indifferenza degli enti comunali e regionali preposti all’emergenza abitativa, non trovano altre soluzioni abitative.

A confermare tutto ciò ci hanno pensato direttamente gli altri inquilini dello stabile: altri quattro persone in due ore ci hanno riferito di essere sotto sfratto. La mossa è sempre la stessa: non paghi per 1-2 mesi e il sig. Molino è già pronto con i suoi legali a far domanda di sfratto in tribunale.

Bambini piccoli, migranti, gente malata, disoccupati, per lui non contano. Nessuna proroga, nemmeno di un misero mese. Si è riusciti ad ottenere di far stare la famiglia, a spese del proprietario, in una stanza d’albergo per 15 giorni. Un ottimo modo per lavarsi le mani (e la coscienza).

Arrivati sul posto abbiamo scoperto che per lui è una pratica solita: ogni famiglia sfrattata la sistema in hotel per 5 giorni, vantandosi poi con gli albergatori che fa questo perché così riesce dopo una settimana a sistemarli in case popolari!

Sicuramente avremo ancora a che fare con questo soggetto che si arricchisce sulle spalle delle famiglie in difficoltà, e gli possiamo promettere che non finisce qui! Anche il Comune di Torino ha una bella dose di responsabilità: sappiamo tutti come siano ciechi e sordi ai problemi della gente i suoi politicanti, quindi le risposte le daremo noi come sempre abbiamo fatto con nuove resistenze verso chi specula e nuove occupazioni.

Rilanciamo quindi una nuova resistenza domani giovedì 28 Maggio sotto la casa di Florence in via Aosta 23, chiediamo la solidarietà di tutti per evitare un altro sgombero!!