Novara sgombera…

Intervista con Oreste da Novara effettuata in diretta durante la trsmissione Titanic in onda tutti i martedì dalle 18:30 alle 19:30 sui 105.250 di Radio Blackout… ascoltabile anche in streaming..

A TUTTI/E I COMPAGN*

Nella mattinata di oggi lunedì 24 gennaio le forze dell’ordine hanno proceduto allo sgombero della palazzina di via S.Bernardino da Siena 2 che venerdi 21 era stata occupata da alcune famiglie sfrattate .
Spropositato l’uso di mezzi e di uomini. Oltre 150 sbirri in assetto antisommossa per sgomberare e fermare ben 5 padri e madri di famiglia.
Fortunatamente i minori (i figli di queste madri e padri) erano stati ricoverati in altro luogo, visto il freddo di questi giorni e l’agibilità
ancora scarsa (in termini di riscaldamento, gas, ecc.) della palazzina stessa.

Come al solito alla richiesta di giustizia sociale, al grido di disperazione di chi è in condizioni precarie nella vita come nel lavoro, il potere risponde con gli uomini armati fino ai denti, con la violenza delle istituzioni, con l’esibizione muscolare, perchè chi è in  condizioni di povertà per loro non ha che l’alternativa di annullare se ed i suoi cari.

Mentre chi porta la rabbia in piazza e si ribella alla violenza dello Stato è invece considerato un facinoroso, un violento (magari pure terrorista), un provocatore che “approfitta dello sdegno popolare”.

BASTA CON QUESTE STRONZATE!!!!

I livelli di povertà stanno pericolasamente alzandosi, sempre più famiglie faticano ad arrivare a metà mese (la fine resta una chimera) e costoro, gli “eroi in divisa”, i “prodi difensori della presunta democrazia” non sanno fare di meglio che usare il pugno duro con delle famiglie disperate.
E’ questo il loro modo di sfogare i loro istinti violenti e repressi, il vero pericolo per la gente sono loro ed i loro burattinai (tutti i
burattinai!!!).

Ma ormai la gente comincia ad averne le tasche piene ed azioni come l’occupazione di case, di spazi sociali, di spazi di vita si moltiplicherà.
Il nemico è avvisato! Nel frattempo terremo informati tutti sugli sviluppi del fermo dei padri e madri di famiglia.

Comitato “SalvaNovara”
Circolo “Banditi d’Isarno”
Comitato “Abitare Novara”

Novara 24-01-2011

Un rinvio e una nuova casa

Questa mattina alle ore 12,30 si è concluso il caso di Gianfranco e la sua famiglia, fino a ieri vittime di un palazzinaro-sanguisuga che non contento di avergli già mandato una sentenza di sfratto,pignorerà a Gianfranco anche 1/5 del suo stipendio. Per fortuna è andata a concludersi questa storia infinita nel migliore dei modi: un ulteriore proroga di un mese per dare il tempo a gianfranco e la sua famiglia di traslocare nella loro nuova abitazione avendo già firmato un contratto.

L’ennesima vittoria, quindi, del Progetto Prendocasa che ha visto come protagonista Gianfranco stesso in questa vicenda: un impegno preso fin da subito con lo sportello, la sua presenza e il suo aiuto costante in tutte le iniziative dello sportello casa e a tutti i picchetti anti-sfratto, ha portato ad un risultato positivo e vincente.Rispondendo collettivamente al loro problema, come a quello di moltissime altre famiglie,Gianfranco,sua moglie e sua figlia si sono dati da fare per trovare da soli un’altra soluzione abitativa nonostante gli affanni e le difficoltà economiche, liberandosi quindi definitivamente e con dignità, dello speculatore di turno:il loro padrone di casa.

Ribadiamo quindi ancora una volta che fermare gli sfratti è possibile!

Uniti contro gli sfratti per il diritto all’abitare!

IV accesso: la resistenza continua…nonostante la nebbia!!

0re 8:00: Come  promesso siamo  di nuovo qui.

Lungo Dora Voghera  sta ormai diventando un appuntamento  ricorrente per il progetto prendocasa, Patrizia e la sua famiglia, il quartiere vanchiglietta e tutte e tutti coloro che credono ancora che la casa sia un diritto.

Come al solito puntuali sin dalle prime ore del mattino iniziamo a montare il gadzebo ed allestire il presidio:

Nello stesso giorno in cui è in corso il “democratico” referendum in casa Fiat per legittimare dall’alto la svendita dei diritti dei lavoratori, la democrazia cittadina mostra la stessa faccia responsabile della svendita di un altro diritto fondamentale: quello delll’abitare.

Restiamo dunque in attesa di uno degli esecutori dellla privazione di tale diritto: l’ufficiale giudiziario che la volta scorsa paventava il ricorso alla forza pubblica.

Ore 11:00 :arrivano  l’ufficiale giudiziario  ed il custode dell’asta giudiziaria, come al solito accompagnati dalla digos, queste le facce che si vedono, solo facce istituzionali, a negare un diritto che dovrebbero difendere, quello all’abitare, e a garantire un diritto inaccettabile quello della rendita dei privati. Privati di cui per altro ancora non si conosce l’identità, persone fisiche o agenzie, grandi immobiliari o piccoli investitori per ora sono solo supposizioni dal momento che ancora non hanno fatto vedere la loro faccia, una sola cosa è certa: non è qualcuno che ha realmente bisogno di una casa per abitarci.

L’ufficiale ha questa volta un atteggiamento molto concertativo, molto diverso dall’esibizione di muscoli attraverso lo spauracchio dell’uso della forza pubblica delle volte precedenti, e da subito dichiara di voler parlare in privato con Patrizia della faccenda, che prontamente risponde che ormai il caso è pubblico e tutte e tutti i presenti hanno il diritto di ascoltare. Si svelano allora le carte: l’ufficiale chiede insistentemente di conoscere l’eventuale nome dell’assistente sociale paventando anche soluzioni “alternative” che potrebbero trovarsi paventando la separazione del nucleo familiare con eventuali figlie e, forse!, anche la madre in comunità ed il padre… si aggiusti. Anche qui però la risposta e pronta e decisa: non c’è nessun problema nel nucleo familiare che si possa risolvere con assistenzialismi o simili,  non si può spostare un problema politico, quello della garanzia del diritto all’abitare, su uno socio-assistenziale. L’unico problema e affrontare l’affitto, e Patrizia lascia quindi sue soli riferimenti: il presidente della Regione Roberto Cota ed il sindaco della città Sergio Chiamaparino, sono loro che devono garantire edilizia pubblica per la cittadinanza.

Si ottiene quindi un ulteriore rinvio sino al

30 marzo 2011,

rinvio che sa tanto di ammissione di colpa nel non essere riusciti a garantire una soluzione reale ed accettabile.

La resistenza continua…

Un solo mese, per ora…

Come ormai prassi sin dalle prime ore del mattino il progetto prendocasa insieme a Michela, i suoi due figli e l’ex marito inizia il presidio anti-sfratto.

prendocasa resiste alla crisi

Una storia che ha dell’incredibile: oltre trent’anni di affitto in nero (che supera di molto il valore della casa) e un solo anno di morosità non bastano ai proprietari per avere clemenza, un solo mese di rinvio.

Michela in quella casa ci è cresciuta sin da bambina da quando nel ’79  i suoi genitori si trasferirono lì. Ci torna da adulta e madre dopo la separazione nel 2005 mentre i suoi genitori si spostano nella casa a fianco. Paga regolarmente sino al 2009 quando, l’improvvisa perdita del lavoro, rende impossibile pagare l’affitto (o il pizzo visto che di un contratto non c’è nemmeno l’ombra).

Più volte nel corso degli anni si è richiesto  ai proprietari, due anziani signori con diversi alloggi  di certo non vittime della crisi, di regolarizzare l’affitto se non addirittura di vendergli la casa, ma loro hanno sempre rifiutato.

Ascolta la diretta con Radio Blackout dal presidio.

Leggi il volantino distribuito durante il presidio.

Un contratto regolare per Michela significherebbe poter accedere al contributo comunale per gli affitti ed anche, nel momento in cui ha perso il lavoro, all’emergenza abitativa, ma senza contratto tutti questi diritti si perdono.

Alle 10:30 circa arrivano i proprietari che però non si avvicinano nemmeno nascondendosi in una merceria lì vicino  (la cui proprietaria fa le veci del padrone in termini di riscossione dell’affitto) . Vi escono solo alle 11:30 in compagnia dei sopraggiunti avvocato e gufficiale giudiziario (e la  digos, vera supporter del progetto prendocasa presente sin dall’alba). I proprietari non mollano e solo la malattia della bambina obbliga per legge l’ufficiale giudiziario a desistere nelle pressanti richieste di sfratto immediato da parte dei proprietari. Ma il rinvio ha del ridicolo, un solo mese, quando è probabile che i servizi sociali trovino una sistemazione adeguata alla famiglia ma in almeno tre mesi.

Proprietari

Michela sarebbe disponibile anche ad un rientro della morosità ( anche questo termine equivoco senza contratto) pagando un regolare affitto, avendo nel frattempo trovato un altro lavoro, ma nulla sembra interessare agli avidi proprietari…

Nonostante tutto anche oggi si può parlare di un presidio riuscito : una famiglia non è in mezzo alla strada e un pur breve rinvio si è avuto, non resta che continuare a lottare!

No del governo sulla proroga degli sfratti

Per il governo l’emergenza abitativa non esiste. La mancata proroga sugli sfratti per le categorie protette, ignorata nel decreto Milleproroghe per il 2011, e’ un ulteriore segno dei tempi: spingere sempre più’ in basso i costi di una crisi che altri hanno creato ma che vogliono fare pagare ad un proletariato già dissanguato dalle politiche scellerate di un governo sempre più teso a distruggere diritti aumentando i profitti di palazzinari attraverso la speculazione edilizia.

Tutto questo in un panorama nel quale la crescita degli sfratti per morosità incolpevole aumenta in modo esponenziale negli anni.

Se nel 1990 la morosità rappresentava il 26% del totale degli sfratti emessi, nel 2009 questa ha raggiunto quasi l’85% degli oltre 61mila sfratti. A questi numeri, però, ne vanno aggiunti altri, se possibile ancor più duri: dal 2005 al 2009, le sentenze di sfratto emesse sono state ben 246mila, 194mila per morosità, e sono stati 121mila gli sfratti eseguiti con la forza pubblica.

La mancanza di politiche sociali abitative tese a risolvere l’emergenza in atto oggi, e’ un chiaro segnale del governo, cioè aggravare talmente l’emergenza da poter giustificare ogni scempio immobiliare e una nuova forte cementificazione privata sostituendo l’edilizia residenziale pubblica (abbandonata ormai da anni…)

Ignorare la proroga sugli sfratti, significa ignorare intere famiglie, precari, disoccupati, cassa integrati, continuando ad impoverire differenti strati della composizione sociale proletaria.

Rilanciare per il nuovo anno un aumento della radicalità, attraverso una resistenza attiva allo sfratto, contro chi questa crisi vuole farci pagare, ampliando le mobilitazioni sulla riappropriazione del reddito e sul diritto all’abitare e il miglior augurio che ci sentiamo di fare.