Tartassati in rivolta: scudi umani contro lo sfratto

Tartassati in rivolta: scudi umani contro lo sfrattoFonte http://lanuovasardegna.gelocal.it

CORTOGHIANA. Una muraglia umana davanti alla tenuta di Salvatore Angelo Sairu, a Terra Segada. Scudi fatti di persone che ieri mattina hanno costretto per la seconda volta l’u fficiale giudiziario del tribunale civile di Carbonia a rinunciare all’idea di allontanare l’agricoltore e la sua famiglia. La casa colonica, 300 metri quadrati, con annessi 120 ettari di terreno seminativo, doveva essere assegnata al nuovo proprietario. Il quale ha pagato all’asta tutto quel ben di dio solo 150mila euro.


Quell’ingiunzione non s’ha da fare, dunque. E per impedirla oltre seicento persone (dell’organizzazione Artigiani e commercianti liberi, del Movimento pastori sardi, esponenti dell’I rs e associazioni spontanee del territorio) si sono mobilitate all’i ngresso dell’azienda. Salvatore Angelo Sairu e la moglie Rosalba Desogus non sono stati lasciati soli. Quelli delle partite Iva, quelli che tutti i giorni si alzano dal letto prima del levare del sole e rientrano a casa a notte inoltrata, lavorando ininterrottamente 15-16 ore al giorno, sono decisi a tutto per difenderli.

«È un’ingiustizia – ha detto di prima mattina Andrea Impera, del Movimento artigiani e commercianti liberi – che non può passare: va trovata una soluzione perché questa famiglia, oltre a perdere la casa, perderebbe il posto di lavoro. Perciò attendiamo serenamente l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. Lo inviteremo a fare una relazione al magistrato perché disponga altrimenti».

La brutta storia della fattoria Sairu ha origine nel 1990, quando l’agricoltore accese un mutuo agevolato per 82mila euro. Due anni dopo le agevolazioni concesse decaddero per il mancato pagamento di alcune rate. Nel 2003 scattarono le prime conseguenze: il debito era salito a 220mila euro per via di un tasso del 17.40 per cento e nel 2005 casa e terreni furono messi all’asta. «Ora la tenuta è stata acquistata da un professionista di Iglesias con soli 153.666,67 euro – ha spiegato Giuseppe Carboni, del Comitato spontaneo per le aziende in crisi – Con quella somma ha comprato la fattoria, i capannoni e la casa. Ma in tutta questa vicenda l’i stituto di credito ha fatto un grosso affare e la Regione è rimasta a guardare».

A Terra Segada sono arrivati da ogni angolo della Sardegna. C’è chi è partito da Tempio, da Ittiri, da Nuoro, da Villacidro ma tutti i centri del Sulcis Iglesiente erano presenti con una forte rappresentanza. «Ormai contro gli agricoltori, gli artigiani e i commercianti agiscono lobby pericolose – ha aggiunto Mario Flore, dell’Irs – Appena qualche imprenditore non riesce più a pagare il mutuo, i contributi all’Inps o l’Irpef, entrano in campo gli avvoltoi che spolpano gli sventurati. Questa è violenza legalizzata: continueremo a opporci a questo genere di sfratti».

Alle 9 le strade che da Barbusi, Cortoghiana e Bacu Abis conducono a Terra Segada erano invase da auto, scooter, furgoni e centinaia di pedoni decisi a sostenere la causa di Salvatore Sairu. «Noi restiamo qui decisi a non mollare – ha chiarito Andrea Impera, spiegando la strategia del movimento – Se ce ne fosse bisogno, metteremmo qui una tenda per non farci sorprendere. Sairu non deve perdere la casa frutto del lavoro di una vita».

In molti, veramente molti, sostengono che questa è violenza e alla violenza si deve rispondere alla pari. «Del resto sarebbe legittima difesa», ha urlato un allevatore di Nuoro. La prossima mossa potrebbe essere una dimostrazione pacifica davanti all’abitazione della persona che ha acquistato gli immobili all’asta. Quelli delle partite Iva hanno allargato le responsabilità al fisco, che con gli studi di settore e gli accertamenti bancari sta mettendo in ginocchio attraverso Equitalia migliaia di aziende.



 

PrendoCasa blocca un nuovo sfratto

Modena

Questa mattina, fin dalle 7,00 una trentina tra militanti e simpatizzanti di PrendoCasa Modena si sono dati appuntamento in via Carteria, pieno centro cittadino con l’obiettivo di fare un presidio per bloccare uno sfratto in una casa di proprietà del Comune, affittata a una famiglia immigrata, colpevole come al solito solo di essere povera. Tra l’altro questa famiglia non chiedeva nemmeno una sistemazione di lunga durata, ma solo una proroga del contratto di pochi mesi, essendo già intenzionata a cambiare alloggio.
Da notare come anche questa volta la risposta del Comune a chi chiede un aiuto è sempre molto chiara: NO!
Mattinata tranquilla per i compagni, solo una comparsata degli agenti della D.I.G.O.S., che, vista la situazione non è intervenuta ed ha probabilmente informato Ufficiale Giudiziaro e forze dell’Ordine della presenza dei compagni e quindi diffidato l’intervento.
Finora ancora situazione molto tranquilla, seguiranno aggiornamenti.

LA CASA E’ UN DIRITTO, E NOI CE LO PRENDIAMO!!!

Fonte: infoaut.org

Il Progetto PrendoCasa Torino a Gente che Parla

Il 12 maggio siamo stati invitati, come Progetto PrendoCasa Torino alla trasmissione Gente che parla per una video intervista insieme a Patrizia e all’avvocato Alessio Ariotto, noto legale per la difesa del diritto all’abitare.

Sul nostro blog abbiamo messo una prima parte del video racconto di Patrizia e l’intervento dell’avvocato sul caso specifico ma non solo

In questa seconda parte Rubina Affronte descrive lo Sportello Casa, parte integrante del Progetto PrendoCasa, e la sua funzionalità.

 

 

La guerra di ATC (Agenzia Tolgo Casa)

Da quando ATC ha dichiarato guerra agli abusi, effettuando controlli a tappeto attraverso la sua Task Force, l’unica soluzione abitativa per molte famiglie o singoli è la strada.

Pare impossibile che chi amministra le case popolari prenda decisioni di questo genere: in un momento di emergenza sociale, dove l’attacco al reddito è prassi quotidiana ed all’aumentare degli sfratti per morosità non ci sono soluzioni reali abitative, l’atteggiamento di ATC è fuori controllo, in grado solo di giustificare atti di sgombero coatto utilizzando sempre il solito discorso della legalità, dei mancati requisiti per poter stare in una casa popolare, dimenticando le molte famiglie che perdono la casa per colpa della crisi, continuando a pagarne i costi.

Certo è molto semplice far finta che oggi non esista un’emergenza abitativa a Torino (e non solo…), che le istituzioni, incapaci di trovare soluzioni, non abbiano fatto una moratoria sugli sfratti, privati o ATC che siano.

Questa è una vergogna, mentre è apprezzabile una posizione determinata e dignitosa che famiglie o singoli prendono, che si parli di occupazioni o resistenze agli sfratti in abitazioni private o amministrate da ATC.

Ma come succede in alcuni casi, quando l’esasperazione, la disperazione è troppa, proprio per l’isolamento che le istituzioni tutte creano intorno ai vari soggetti che vivono un disagio economico, si commettono atti estremi come quello di un componente di una famiglia che, nel proprio alloggio, ha dato fuoco al pavimento pur di evitare lo sfratto esecutivo.

L’episodio si è verificato ieri mattina in una delle palazzine di proprietà ATC in corso Taranto.

Per fortuna nessun incidente grave per i componenti della famiglia che non hanno riportato ferite o altro, ma certo non si può far finta di niente, dimenticando e classificando il caso come mero gesto estremo. Ci troviamo di fronte all’incapacità di ATC di gestite casi di emergenza abitativa e l’unica risposta che viene data sono sfratti e sgomberi, senza trovare soluzioni alle migliaia di famiglie che oggi perdono la casa.

Mentre tante famiglie continuano a perdere la casa, ATC scrive un comunicato che ha, per assurdo, il titolo “In difesa per il diritto alla casa”.

In prima battuta, la supponenza di ATC non ha limiti, permettendosi di decidere chi deve usufruire del diritto alla casa e chi no; loro che sono i proprietari e gestori di case popolari(ormai svanita e dimenticata Edilizia Residenziale Pubblica) tenute vuote, lasciate al degrado, senza fare alcun lavoro di manutenzione ordinaria che possa garantire alla famiglia che entrerà (se mai ci sarà, preferendo magari fare speculazioni molto proficue) un alloggio dignitoso dove poter vivere, si permettono toni di arroganza, dimenticando che il diritto alla casa è inalienabile, un diritto d tutti, soprattutto per chi vive forti disagi economici, sul quale nessuno, tanto meno ATC, può porre nessuna autorità. In seconda battuta è vergognoso come nel comunicato, si rendano pubbliche fatti privati che riguardano solo la famiglia in questione, cercando, cosi facendo, di creare nell’opinione pubblica una giustificazione allo sfratto coatto perpetrato ai danni di una famiglia, la cui unica colpa è la veloce discesa verso l’impoverimento.

Se questa è la guerra iniziata di ATC, allora tocca a noi, lavoratori, studenti, precari, famiglie o singoli dare le giuste e opportune risposte…

CASE PER TUTTI/E
STOP AGLI STRATTI
RIPRENDIAMOCI LE CASE E TUTTO QUELLO CHE CONTINUANO A TOGLIERCI!

Asti: sgomberata palazzina occupata da 8 famiglie

Nel pomeriggio di oggi una quarantina di forze dell’ordine ha sgomberato un’0ccupazione spontanea di 8 famiglie che resisteva da domenica mattina in uno stabile privato nella città di Asti. Di certo ha fatto da spinta alla scelta autonoma di queste familgie la riuscita delle due precedenti occupazioni che ci sono in città.

Si tratta di famiglie che già avevano contattato la locale associazione per il diritto alla casaattrverso il loro sportello ma che poi hanno agito spontaneamente spinte naturalmente dall’incalzare della crisi.

Non è bastato il fatto che lo stabile fosse abbandonato da sei anni a far desistere il proprietario che ha incalzato la procura che prontamente ( quando si tratta di reprimere) ha agito attraverso lo sgombero.

Per statsera l’intenzione delle persone che si sono raccolte intorno a queste famiglie è quello di replicare quanto avvenuto un mese fa interrompendo il consiglio comunale.

Intanto le amministrazioni nascondono le loro nefandezze con la scusa della pericolosità dello stabile.

Ascolta l’intervista con Samuele realizzata da radio blackout:

http://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2011/05/Titanic_2011_05_17_intervista_samuele.mp3

Il racconto dei compagn* astigiani:

“In questi giorni ad asti c’è stata una nuova occupazione un po’ piu’
silenziosa delle altre, sicuramente ha avuto vita molto breve ,solo
alcuni giorni fino a ieri quando un folto gruppo di uomini in divisa tra
poliziotti ,carabinieri e qualche vigile hanno deciso d’intervenire
sgomberando l’edificio.

8 le famiglie che hanno deciso di occupare ,l’obbiettivo questa volta
una palazzina privata di 8 alloggi in strada al fortino 95 . Privati che
non si sono fatti attendere anzi come al solito al loro comando hanno
subito risposto le forze dell’ordine che nel breve tempo hanno
ristabilito  la legalità ,mettendo in strada chi per qualche giorno si
era rivisto in una vita normale con di nuovo una famiglia riunita sotto
un unico tetto .

la storia di questo edificio è simile a quella di altri presenti in
città ovvero di edifici di privati che potrebbero esse requisiti ,  la
palazzina in questione è di proprietà di una immobiliare di bra ,
altro esempio in via bistolfi proprio nel bel mezzo del parco di rio
crosio dove ci sono 24 alloggi vuoti dal 2003  al momento invenduti a
causa della crisi e mi fermo qui ma altri sono gli edifici vuoti e tanti
sono gli alloggi sfitti in città che hanno le stesse storie.

Le famiglie di quest’ultima occupazione fanno parte delle tante che in
questo momento affollano lo sportello della nostra associazione
sportello che sta esplodendo e l’occupazione di questi giorni ne è
l’esempio. Bene queste azioni sicuramente si moltiplicheranno ed è
inevitabile ieri sera le 8 famiglie sono andate in consiglio comunale e
come al solito si è finito a urla e fischi con l’interruzione del
consiglio comunale di soluzioni non ce ne sono,la crisi ve la pagate
voi!!! Questa continua ad essere la risposta delle istituzioni.

E intanto la proprietà di strada fortino ha posto sotto sequestro una
struttura che a loro dire è pericolante e quindi pericolosa per
l’incolumità delle persone questa una delle motivazioni sulla
velocità con cui è avvenuto lo sgombero,peccato che gli alloggi invece
erano in ottime condizioni e necessitavano giusto di una ripulita e
imbiancata,la solita balla chissà per quanto tempo vedremo quella
palazzina vuota  e a quando l’avvio di un bel cantiere per mettere sul
mercato altri alloggi  a prezzi esorbitanti.

Queste azioni richiedono solidarietà la dignità di chi in questo
momento è in difficoltà perché espulso forzatamente dal mondo del
lavoro o perché si trova tra le mani solo lavori precari non puo’
essere negata ,questo mondo è pieno di ricchezza ma è mal distribuita
, come redistribuirla? Bella domanda sicuramente non c’è nessun
politico o istituzione che abbozza anche solo una risposta concreta mi
sa che ce la dovremo trovare noi la soluzione con purtroppo il rischio
come queste famiglie di essere sgomberati.

SABATO NEL POMERIGGIO ALLE
16E30 LE FAMIGLIE IN EMERGENZA E QUELLE SGOMBERATE DA STRADA AL FORTINO
SI RITROVERANNO IN PRESIDIO IN PIAZZA SAN SECONDO ”

VIII accesso: senza soluzioni non ce ne andiamo

ore 9:00 Da un’oretta ormai ha preso vita il consueto presidio sotto casa della famiglia di Patrizia. Vicini, amici ed il progetto Prendocasa perseverano nella lotta per il diritto alla casa a circa un anno di distanza dai primi rinvii. Alcune famiglie si sono avvicinate stamane raccontando la loro storia sostanzialmente fotocopia di quella che stiamo narrando con questo percorso.

Molte le speculazioni che si potrebbero fare. Cio che è certo e che senza questo intervento la famiglia non sarebbe ancora a casa sua e probabilmente sarebbe ospitata in qualche fatiscente albergo privato che per la modica cifra di millecinquecento euro al mese sottratti alle casse pubbliche non darebbe nemmeno la possibilità di cucinarsi un piatto di pasta.

In una città che continua a svendere suolo pubblico per far cassa e continuare a coprire un enorme debito pubblico  (tra i più alti in Italia), inebriata dai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’italia,   ancora non si vede soddisfatto un diritto fondamentale: quello ad un tetto.

Per questo siamo qua, nonostante i cambi di sindaci o dirigenza nell’ATC, c’è chi dura molto più di loro.

Ore 10:00 Si improvvisa la solita partita di calcetto nell’attesa dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario.

Ore 11:47 Scorgiamo l’ufficiale giudiziario accompagnato dagli immancabili Digos veri assidui frequentatori dei presidi Prendocasa

Ore 12:15 L’ ufficiale giudiziario si mostra, scortato dalla Digos, ai presidianti e con fare arrogante mostra il foglio del rinvio datato 14 giugno. Patrizia insieme alla sua famiglia, contrariati per un rinvio cosi breve (un mese scarso…), fa presente fin da subito all’ufficiale giudiziario e ai suoi guardaspalle, che finché non avrà un foglio ufficiale,  il quale attesti una soluzione abitativa reale, lei e la sua famiglia non lasceranno l’alloggio. Con questa comunicazione diretta,sia all’ufficiale giudiziario, che alla Digos, ( facendo riferimento anche agli assistenti sociali, che oggi non erano presenti allo sfratto, i quali, cavalcando il periodo pre elettorale, si sono riempiti la bocca di belle parole e buoni propositi – parole e propositi  che necessariamente devono passare a fatti concreti) gli avvoltoi amministrativi si ritiravano verso altri sfratti da eseguire…

Rinvio che, seppur come abbiamo detto breve, è frutto dell’impegno che questa famiglia porta avanti con costanza e determinazione, rivendicando il diritto all’abitare e continuando a mettere insieme, rinvio dopo rinvio, un risultato dopo l’altro.

Quella di Patrizia e la sua famiglia è una lotta che dura, dal suo primo accesso ad oggi, da un anno;un anno nel quale, questa famiglia si è battuta con dignità,  forti delle proprie ragioni, riuscendo a mettere da parte quell’apprensione che questi loschi figuri (ufficiali giudiziari e Digos),mettono in tutte quelle famiglie che si vedono portare via la casa, che si vedono arrivare un pignoramento e/o uno sfratto. Questa famiglia ha imparato a cacciare via gli incubi notturni per essere pronti e determinati la mattina, aspettando l’arrivo dell’ufficiale giudiziario…voi, loschi figuri, sarete cosi pronti e determinati per il 9° accesso?

Noi di Prendocasa, insieme agli studenti, ai lavoratori e alle famiglie del quartiere di Lungo Dora Voghera 120 vi aspettiamo nuovamente il 14 giugno…

Ascolta la diretta di prendocasa su radio blackout:

http://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2011/05/rubina.mp3

to be continue…

 

Leggi il volantino distribuito oggi

LA LUNGA LOTTA DI UNA FAMIGLIA CHE NON DEMORDE!

Siamo giunti al VIII accesso per questa famiglia vittima delle speculazioni edilizie; pensavano di potere contare sulla “certezza” di una casa ricevuta in eredità, ma la perdita del lavoro ha trasformato anche questa sicurezza in un incubo: nell’impossibilità di fare fronte alle spese condominiali, la casa è stata pignorata e venduta all’asta.

La novità di questi ultimi due mesi è che grazie alla resistenza opposta ai precedenti accessi il vincitore della prima asta si è tirato indietro. Una seconda asta il 14 aprile presso un ufficio notarile, contestata con un presidio comunicativo all’esterno, ha trovato un nuovo compratore che entro 60 giorni dovrà fare richiesta di mutuo per l’acquisto della casa per poterne diventare il titolare a tutti gli effetti. In oltre, vista la determinazione messa in campo da Patrizia e la sua famiglia, gli assistenti sociali paventano oggi soluzioni alternative, che però per adesso non trovano nessun riscontro pratico e che (se ci saranno…) richiedono tempo per potersi realizzare. Per questo motivo oggi si richiede una resistenza allo sfratto forte e determinata con la partecipazione di tutti/e per sostenere questa lunga lotta di resistenza allo sfratto.

Il Business delle aste giudiziarie solo nel 2010 ha generato un giro di affari di 10 miliardi di euro, con 150 mila case vendute, praticamente il 10% delle case in vendita in Italia. A causa della crisi il mercato delle aste è un affare in costante crescita, con tassi annui del 30%. Ancora una volta chi questa crisi l’ha creata continua ad arricchirsi sulle spalle di chi nella realtà la paga. I dispositivi che disciplinano queste aste sono totalmente in mano a speculatori e faccendieri. Con l’abile regia di agenzie immobiliari, le case vengono spartite con veri e proprio patti sottobanco. Nella pratica spesso si conosce già chi parteciperà all’asta, e se non si fa parte del “giro” si viene contattati e indotti al ritiro o si offrono tangenti per far concludere senza ostacoli l’affare ai soliti noti.

In questo quadro, la risposta offerta dalle istituzioni è di fatto nulla. Per cavilli legali generati ad hoc dalla legge per l’emergenza abitativa, secondo la commissione del comune di Torino la famiglia di Patrizia, moglie, marito e 2 bambine piccole, non può che finire in mezzo ad una strada.

I discorsi sono sempre gli stessi. I soldi per aiutare le famiglie che perdono la casa non ci sono, e i pochi che ci sono vengono utilizzati dal comune di Torino in politiche per la casa che si concentrano sul mercato privato attraverso progetti palliativi, che ormai intercettano la maggior parte di contributi pubblici in materia di edilizia, diventando effettivamente una vera e propria compensazione delle abitazioni ERP. Questi progetti di Housing sociale, mascherati come progetti destinati a favorire sostenibilità di nuove costruzioni, nella realtà non fanno che favorire gli interessi dei costruttori.

Noi crediamo la casa sia un diritto, invitiamo tutti e tutte voi ad aiutarci nella difesa di questa famiglia oggi per essere più forti nella difesa di tutti gli sfratti domani e poter finalmente rivendicare:

  • ritorno all’equo-canone per gli affitti
  • più case popolari

E se non ce le daranno, ce le prenderemo!!!

Noi la crisi non la paghiamo….

 

 

 

 

 

Solidarietà a Prendocasa e Guernica

COMUNICATO PRENDOCASA-TORINO

Il doppio sgombero di questa mattina dello Spazio Guernica e l’ex scuola di Marzaglia (prendocasa – Modena), sono l’unica risposta che le istituzioni modenesi sono in grado di dare a chi è stanco della loro incapacità di rispondere ai bisogni reali dei cittadini e scopre così il suo vero volto.
Il Progetto Prendo Casa Torino esprime piena solidarietà non solo ai compagni e alle compagne del Progetto Guernica ma anche alle famiglie che con coraggio e determinazione occupavano l’ex scuola Marzaglia.
Il continuo attacco al redditto messo in atto dai padroni, con l’avvallo delle politiche di governo, insieme ai sindacati gialli sempre pronti ad appiattire l’incompatibilità sociale, vede nell’occupazione l’unica vero percorso di rivendicazione per il diritto alla casa, un atto politico capace di mettere in evidenza le problematiche abitative e la mancanza di politiche sociali in grado di rispondere all’emergenza abitative che cresce , non solo a Modena ma in tutto il paese.
La vostra lotta esprime con forza il disagio di tante famiglie che oggi vivono l’incubo degli sfratti, dei pignoramenti delle case, ma soprattutto esprime l’esempio di fronte alle politiche di impoverimento sociale messe in campo dalle cricche di potere.
La lotta comune per il diritto all’abitare, ci vede vicino alle famiglie sgomberate.

CASE PER TUTTI/E

Ascolta l’intervista ad Enrico di Prendocasa-Modena:

 

 

Sgomberato lo Spazio Antagonista Occupato Guerncia e l’ex scuola di Marzaglia

fonte: www.infoaut.org

guernica_4Modena_ Questa mattina con un operazione congiunta, la digos di Modena ha sgomberato lo spazio antagonista occupato Guernica e l’ex scuola di Marzaglia, scuola occupata dal progetto prendo casa Modena.

 

Nelle operazione di questa mattina, è forte e palese la mano dell’ amministrazione modenese, un amministrazione che si nasconde dietro parvenze di sisnistra e democratiche ma che in realtà non è altro che un amminstrazione che segue politiche di destra, securitarie e legalitarie.

 

Il guernica con oltre 5 mesi di occupazione ha portato una socialità altra all’interno della citta di Modena, dimostrandolo con il corteo che ha sfilato per le vie di Modena durante lo sciopero generale, ma imponendosi sempre di più con le iniziative all’ interno dello spazio, iniziative che hanno visto imporsi i vari laboratori,  con i loro percorsi formativi, una palestra popolare sempre più frequenstata e diverse iniziative politiche attraversate da centinaia di persone.

Stessa cosa si può dire del progetto prendo casa, un percorso che ha messo a nudo le difficoltà di questa amministrazione in ambito abitativo, dando risposte a quelle famiglie che colpite dalla crisi hanno perso tutto. Ricordiamo che questa amministrazione ha portato Modena ad essere tra i primi posti in ambito di sfratti e case vuote.

I percorsi di occupazione non termineranno con questi sgomberi, perchè sia il guernica che prendo casa sono più forti ed ad ogni sgombero l’unica risposta è una nuova occupazione.

 

Seguiranno in giornata aggiornamenti…….

 

Infoaut Modena

fonte: www.infoaut.org

 

 

 

 

Cosenza, Prendocasa resiste e rioccupa

Dopo l’occupazione di Palazzo Francini nel quartiere della Massa, ben 8 nuclei familiari del comitato Prendocasa, occupano un altro stabile comunale, palazzo Cosentini, anch’esso assegnato all’Unical (come ben altri 6 palazzi nel centro storico) e destinato all’abbandono e alla strumentalizzazione dopo essere stato ristrutturato con fondi pubblici. Assegnazioni che continuano a reggersi sul vecchio disegno, ormai fallito, di portare una facoltà universitaria a Cosenza. Basti pensare alla capacità effettiva di Palazzo Bombini, che potrebbe tranquillamente soddisfare il bisogno di 13-14 famiglie, mentre attualmente ospita solo una decina di ricercatori.

Otto famiglie accomunate dalla medesima condizione di precarietà abitativa, conseguenza diretta della precarietà economica, che vivono in case pericolanti, in emergenza abitativa, con sfratti esecutivi o in pochi metri quadri fatiscenti da dover condividere con altri nuclei familiari. Disoccupati, parcheggiatori abusivi, lavoratori di cooperative, venditori ambulanti. Lavori da 600 euro al mese quando va bene.

I nuclei del comitato Prendocasa non possono più sottostare a questo come a tanti altri ricatti, non possono più sottostare alle logiche clientelari messe in atto da politicanti ed enti fantasma (come l’ATERP). A fronte dell’espropriazione dei diritti perpetrata da decenni di politiche clientelari, Prendocasa ha costruito un percorso reale di riappropriazione dal basso dei bisogni negati.

Solo la lotta paga! Solo la riappropriazione diretta di ciò che per troppo tempo ci è stato negato può ristabilire giustizia sociale e permettere ad un corpo sociale precario di affrontare la crisi che gli speculatori hanno causato e che vorrebbero farci pagare.

PRENDOCASA COSENZA RESISTE E RIOCCUPA!

Fonte: infoaut.org