Epilogo di una lunga resistenza

Un anno e mezzo di resistenza allo sfratto, di determinazione e coraggio. Patrizia e la sua famiglia oggi escono dalla loro casa con una soluzione in mano: un affitto da un privato, con la garanzia della circoscrizione e un contributo da parte di Lo.ca.re, per la caparra.

Le capacità e la determinazione espresse dalla famiglia di Patrizia ha costretto le istituzioni ad uscire dal loro immobilismo, svelando il macchinoso ingranaggio dei canali sociali che si sono rilevati inconcludenti e molto limitati di fronte ad una emergenza sociale in continuo aumento.

Patrizia oggi si può ritenere soddisfatta perché autonomamente si è trovata una soluzione, perché la lotta di questa famiglia ormai non poteva passare inosservata.

Questa vicenda ha reso evidente la scarsità dei percorsi di un welfare sociale ormai inesistente, facendo emergere l’ incapacità di un ceto politico, sempre pronto a difendere i propri privilegi, ma sempre più lontano dai bisogni reali delle persone.

Noi come Prendo Casa continueremo a seguire Patrizia e la sua famiglia, consapevoli che se è vero che gli sfratti aumentano e anche vero che le resistenze aumentano, a Torino come in altre città e che le vere soluzioni abitative parlano il linguaggio dell’autonomia dei percorsi e delle occupazioni.

La casa è un diritto, scontri a Salicelle (Napoli)

afragola

Sono passate meno di 24 ore dalla fine degli scontri, ma la tensione al Rione Salicelle di Afragola rimane alta.

Inizia tutto mercoledì, quando centinaia di famiglie decidono di opporsi al piano di sgombero abitativo voluto dal sindaco, il senatore del Pdl Vincenzo Nespoli e della prefettura. Sono stati infatti programmati tre sgomberi nel pomeriggio, solo i primi  dei 100 in programma. La gente non ci sta, ma la  polizia tra il pomeriggio di mercoledì e la giornata di giovedì tenta più volte di forzare la situazione, arrivando addirittura a caricare un corteo con centinaia di persone tra cui molte donne e bambini. Forte la reazione delle famiglie: cassonetti incendiati, lancio di oggetti dalla strada e dai balconi, occupazione dellasse mediano (arteria stradale che collega il Comune a quelli limitrofi, oltre che agli accessi autostradali), il tutto mentre i lacrimogeni della polizia infestano il centro abitato.

Di fronte ad una reazione tanto determinata, gli  sgomberi non vengono eseguiti, ponendo piuttosto  al centro della discussione la questione dell’emergenza abitativa. Sono numerosi, infatti, i giornali locali che denunciano come ci sia da parte delle istituzioni un completo disinteresse verso quelli che sono i bisogni della popolazione, ad Afragola come al Parco verde di Caviano, alla 167 di Secondigliano, a Chiaiano, Ponticelli, Barra, San Giovanni e via discorrendo, quartieri lasciti al degrado e spesse volte criminalizzati proprio da quei poteri che, come oggi ad Afragola, ne chiedono la “normalizzazione”.

Afragola è un grosso comune di 64.000 persone a nord di Napoli e gran parte degli abitanti del Rione Salicelle che proviene da Napoli ha cominciato ad insediarsi nel Rione fin della ricostruzione post-terremoto del 1980.

Per ora sono due gli arresti effettuati e una decina i poliziotti feriti , ma quello che è sicuro è che queste famiglie hanno difeso un loro diritto, quello dell’abitare, e che se non si fossero opposte oggi si troverebbero tutte per strada.

Fonte www.infoaut.org

Un’estate particolare…

Era consuetudine nella nostra città  che nei mesi di Luglio-Agosto gli sfratti esecutivi si riducessero notevolmente preferendo quasi sempre un rivio verso l’autunno con conseguente esecuzione dello sfratto quando la macchina amministrativa era “più efficiente” potendo contare su un organico più ampio.

Quest’anno invece si è registrato un alto numero di sfratti esecutivi anche in questi imporbabili mesi estivi con conseguenze alle volte tragiche : pochi giorni fa un neo pensionato muore a Lanzo nella sua macchina diventata la sua abitazione dopo lo sfratto e, probabilmente per vergogna, non si era nemmeno rivolto ai servizi sociali.

Tuttavia la sua sorte non sarebbe di certo stata diversa e ce lo dimostra questa ennesima storia venuta alla ribalta oggi sui giornali, una famiglia composta da genitori pensionati (di cui uno invalido al 100%) e figlia, anche lei con problemi di salute, che pur avendo provato a trovare una sistemazione attrraverso le istituzioni da due mesi vivono tutti e tre nella propria auto.

Molte di queste famiglie sono il target più emblematico di questa crisi, ex classe media  la cui situazione economica è velocemente precipitata sovente a causa della perdita di lavoro. Quella stessa classe che è una delle principali vittime della nuova manovra del governo e che più di altre si trova impreparata ad affronatare la nuova  situazione di crisi.

E’ davvero difficile credere che si sia disposti ad accetatre un così alto grado di umiliazione e svilimento delle proprie condizioni senza avere alcuna reazione di rabbia o di semplice riapproriazione. E’ comunque chiaro che la situazione è matura per fare questo salto e tra sformare la rassegnazione in rabbia e, per l’appunto … prendere casa.