Assemblea popolare a Settimo Torinese

settimoL’11 luglio Renzi e i capi d’Europa si riuniranno a Torino per un vertice sull’occupazione giovanile

Mentre loro spendono parole inutili la disoccupazione sale alle stelle e la povertà aumenta in una città che ha visto più di 4mila sfratti in un solo anno. Le scuole cadono a pezzi e chiudono gli ospedali.Intanto aumentano le tasse e ci prendono in giro promettendoci 80 euro quando il prezzo della crisi è ben più alto!

Vogliamo decidere noi sul nostro futuro!

Partecipa all’assemblea pubblica di quartiere insieme agli inquilini e alle inquiline delle case popolari di Settimo Torinese.

Venerdì 6 giugno ore 17.30 allo Chalet di Parco Lama in via Don Gnocchi

Contatti fb: civediamolundiciluglio  

torinonordversol’11 – blocchiamo Renzi

Torinosudversol11-blocchiamo-Renzi

La lotta per la casa non si arresta!

E se la lotta per la casa non si arresta, sono i militanti ad essere arrestati. Sembrerebbe questa la logica perversa con la quale ieri la magistratura capitolina ha inasprito le misure cautelari per i compagni Paolo e Luca, esponenti rispettivamente dei Blocchi Precari Metropolitani e del Coordinamento Cittadino di lotta per la casa di Roma.

Al termine di una settimana di mobilitazione che ha visto scendere nelle piazze romane – e non soltanto in quelle – migliaia di persone determinate a ribadire il più vivo dissenso verso il “Piano-Casa”, dopo un percorso su scala nazionale di mobilitazione e di lotte intrapreso il 19 ottobre e mai arrestatosi, la risposta delle istituzioni reitera quel carattere intimidatorio col quale la magistratura italiana tenta di soffocare la libertà dei compagni/e e ogni variegata forma di conflitto sociale.

E infatti proprio ieri – giornata in cui un copioso corteo ha sfilato per le strade della capitale sino al Colosseo (sfidando il novello protocollo sulla sicurezza per Roma Capitale, presentato due giorni fa dal ministro dell’Interno Angelino Alfano) – al termine della conferenza stampa indetta dai movimenti per il diritto all’abitare in seguito all’approvazione definitiva alla Camera del “Piano-Casa” (passato con 272 voti favorevoli e 92 contrari), gli agenti della Digos capitolina hanno arrestato Luca e Paolo, colpevoli di lottare insieme a un movimento che, di arrestarsi, non ci pensa lontanamente.

Le motivazione del magistrato inquirente sembrerebbero configurarsi come un monito per chi continua a lottare ed esprime alti livelli conflittuali: le misure cautelari, infatti, sarebbero scattate a causa della recidività che ha contraddistinto il percorso di lotta dei due compagni.

Luca e Paolo infatti, dopo la richiesta di revoca dell’obbligo di firma imposto dopo i fatti del 31 ottobre di via del Tritone, si sono visti notificare in piazza, davanti agli occhi resistenti del movimento romano – anziché nelle loro abitazioni – gli arresti domiciliari, che parrebbero ordinati dalla magistratura in seguito ai fatti del 12 aprile. Ed è proprio questo modus operandi, che ammonisce pubblicamente chi, nonostante i divieti della magistratura, continua a resistere (non a caso poco prima dell’arresto il movimento di lotta per la casa aveva indetto un’assemblea pubblica per oggi), a palesare la natura del tutto intimidatoria di queste misure restrittive, tese a colpire chi si batte nella lotta per quel diritto inalienabile che è la casa.

L’approvazione alla Camera del cosiddetto “Piano-Casa” ha, infatti, tutto il sapore di un attacco ai movimenti per il diritto all’abitare: se decreti fatti ad hoc per inibire le occupazioni e le riappropriazioni non riescono a fermare un movimento di lotta forte e determinato, se un governo risponde all’emergenza abitativa con un decreto (l’articolo 5, fortemente pregno di incostituzionalità) contestatissimo in tutto il territorio nazionale, ecco che, qui come in Val di Susa, arriva la magistratura, che tenta di impedire le lotte territoriali e di movimento accanendosi giuridicamente su alcuni compagni/e.

Il collettivo PrendoCasa di Torino, insieme agli occupanti e agli sfrattati, esprime la più viva solidarietà a Luca e Paolo, ribadendo con forza che quella lotta che abbiamo così a cuore, quella della casa, non si fermerà nédopo questi arresti né in seguito all’approvazione di questo decreto che salvaguardia solamente gli interessi dei palazzinari, della banche e del potere costituito.

Luca e Paolo liberi, liberi subito!

MERCOLEDì 21 MAGGIO, CORSO TRAIANO 128 OCCUPATO presenta: Jobs Act e Piano Casa: cosa ci aspetta in futuro?

PIANO CASA e JOB ACT sono le soluzioni alla crisi che il governo renziano vorrebbe attuare, spianando le strada alla deriva di precarietà che già colpisce milioni di lavoratori, disoccupati e studenti.
Ci sembra doveroso interrogarci sul contenuto di un Piano Casa che svende gli alloggi pubblici, mette a disposizione fondi fittizi per il sostegno agli affitti, vieta di ottenere la residenza e gli allacci delle utenze a chi, spinto da necessità, occupa case altrimenti lasciate al degrado.
Lo stesso piano casa prevede inoltre l’esclusione per 5 anni dalle liste per l’assegnazione delle case popolari, come se non fosse abbastanza degradante aspettare di raggiungere la quota di punti necessaria per un diritto fondamentale come quello alla casa.
Ci sembra doveroso interrogarci sul contenuto di un Job Act che legittima i licenziamenti ingiustificati, aumenta la possibilità per le aziende di assumere tramite apprendistato senza alcuna offerta formativa, allunga esponenzialmente i tempi di inserimento lavorativo all’Traiano 21insegna della richiesta di maggiore flessibilità.
Rifiutiamo fermamente un modello sociale che privilegia i soliti speculatori e palazzinari, che non si occupa delle reali esigenze dei cittadini,che anzi li tiene ogni giorno in un bilico precario, in condizione di non poter pensare al domani.
Rivendichiamo e pretendiamo il diritto alla casa, al lavoro e alla dignità per tutti e tutte.

Interverranno:
Sportello Prendocasa Torino
A. Ariotto – avvocato-
Mariacristina – sudentessa I.M.S. “Regina Margherita”

ORE 18 APERITIVO BENEFIT CIRCOLO RICREATIVO di CORSO TRAIANO 128 OCCUPATO.

ORE 19 DIBATTITO PUBBLICO SU JOBS ACT E PIANO CASA.

Ci vediamo l’11!!!

Torino, mattinata di mobilitazione contro sfratti e decreto Lupi

Mattinata di mobilitazione anche a Torino contro il decreto Lupi e per il diritto all’abitare: in seguito all’occupazione degli uffici dell’emergenza abitativa avvenuta pochi giorni fa, infatti, senza casa, sfrattati e occupanti avevano ottenuto per questa mattina l’apertura di un tavolo politico con la giunta sul problema dell’emergenza abitativa torinese.

Intorno alle 10, quindi, una delegazione è salita negli uffici del Comune, mentre nella piazza antistante al palazzo prendeva vita un presidio per fare pressioni sulla giunta affinché non continuasse a ignorare le richieste di chi lotta per la casa.

Molto chiare le rivendicazioni che sono state portate alla giunta e in particolare al vice-sindaco e assessore alle politiche sociali, Elide Tisi: una moratoria immediata degli sfratti e la sospensione dell’infame articolo 610 col quale vengono eseguiti sfratti a sorpresa, apertura di un tavolo politico sull’emergenza abitativa, censimento attuale delle case vuote di proprietà dell’ATC, requisizione degli immobili sfitti e abolizione dell’articolo 5 del decreto Lupi sulla casa.

Durante il presidio abbiamo raccolto la testimonianza di Antonio, a rischio sfratto e senza lavoro:

Nel corso dell’incontro, gli assessori presenti hanno balbettato il solito rimpallo di responsabilità sugli altri enti locali (Regione e Prefettura in particolare), senza prendersi nessun impegno concreto per risolvere l’emergenza abitativa (pur riconoscendo apertamente la fattibilità di molte delle richieste avanzate questa mattina!) e mostrando una buona dose di arroganza verso la delegazione presente (nel bel mezzo dell’incontro il vicesindaco si è infatti alzato lasciando il tavolo come se nulla fosse). Insomma, ancora una volta orecchie da mercanti, perlomeno finché c’è da tutelare la propaganda per le elezioni…

Non più disposti ad aspettare e a ricevere solo false promesse, alla conclusione del tavolo il presidio si è trasformato in un corteo che si è diretto sotto la Prefettura, che nonostante le richieste fatte questa mattina ha disertato l’incontro, per gridare le proprie ragioni. Qui i manifestanti hanno preteso un incontro con il Prefetto Paola Basilone ma, dopo quasi un’ora di attesa, si sono sentiti rispondere che all’interno del palazzo “non c’era nessuno con cui parlare” (!) e che il Prefetto era impegnato dietro questioni più importanti…

Insomma, palazzi del potere deserti e una classe politica che si conferma sorda, arrogante e immobile di fronte alla richiesta di far fronte all’emergenza abitativa e ai problemi reali di una città sempre più impoverita…il presidio si è comunque sciolto con la promessa di continuare a mobilitarsi nei prossimi giorni e soprattutto:

#civediamolundici!

 

Il video del corteo verso la Prefettura:

Leggi il comunicato degli sportelli per il diritto all’abiatere

Torino. Sfrattati e senza casa occupano uffici dell’emergenza abitativa

05Mentre si discute in senato l’applicazione del decreto Lupi sulla casa, in molte città continuano le mobilitazioni per il diritto all’abitare. Il movimento per il diritto all’abitare romano è tornato in piazza ieri contro il “nuovo piano casa” del governo Renzi e contro tutti i decreti che amplificano i processi di impoverimento e precarietà.

Questa mattina a Torino occupanti, sfrattati e senza casa, in continuità con le mobilitazioni per il diritto alla casa e contro le politiche di austerity, hanno occupato gli uffici dell’Assessorato alla casa e dell’Emergenza abitativa. Dopo vari colloqui con i responsabili delle istituzioni le famiglie sono riuscite ad ottenere un tavolo politico presso il comune sull’emergenza abitativa che si terrà venerdì 16 maggio alle ore 10.

 

Centinaia di sfrattati e senza casa dei vari sportelli casa cittadini hanno occupato questa mattina gli uffici dell’Assessorato alla casa e dell’Emergenza abitativa di Torino in via Corte d’Appello, tornando a porre al centro dell’attenzione il problema casa che a Torino ha raggiunto cifre senza precedenti.

Da un anno a questa parte la pratica dello sfratto a sorpresa (autorizzato dall’art. 610) risulta essere pratica d’ufficio come risposta a chi resiste allo sfratto. La questione abitativa a Torino viene pertanto affrontata su una mera questione di ordine pubblico mentre le istituzioni cittadine continuano a non dare risposte soddisfacenti delegando il tutto al tribunale di Torino.

Questa mattina, i moltissimi sfrattati e sfrattate così come molte famiglie di senza casa, si sono quindi recati direttamente dall’assessore welfare e politiche sociali nonchè presidente della Commissione per l’emergenza abitativa Elide Tisi, per chiedere una soluzione degna partendo dalla cancellazione dell’art.610, oltre ad una moratoria sugli sfratti, l’apertura di un tavolo politico sull’emergenza abitativa, censimento attuale delle case vuote ATC, la requisizione degli immobili sfitti e l’abolizione dell’articolo 5 del Decreto Lupi sulla casa. Mentre l’occupazione è ancora in corso, con decine e decine di famiglie dentro gli uffici, è iniziato da qualche ora il colloquio con l’assessore al welfare e un rappresentante della prefettura per stabilire l’apertura di un tavolo politico sull’emergenza casa. Da segnalare inoltre l’atteggiamento ignobile della digos che spintona i giornalisti presenti sul luogo per evitare che facciano foto.

Qui sotto il comunicato dell’iniziativa

PRETENDIAMO SOLUZIONI, NON FALSE PROMESSE!

L’assenza di politiche sulla casa e  il silenzio delle istituzioni locali sul fenomeno dilagante dell’emergenza abitativa, costringe molte famiglie a opporsi allo sgombero coatto tramite la pratica dei picchetti anti-sfratto. Le famiglie organizzandosi, resistono contro l’arroganza delle istituzioni che, invece di trovare soluzioni reali all’emergenza casa, delega alla questura il vuoto politico-sociale che ha lasciato chi dovrebbe invece garantire il diritto all’abitare.

Forze dell’ordine ed  istituzioni, allarmate da questo crescendo di resistenza e solidarietà, decidono di affrontare il problema casa non sotto il profilo sociale e politico, ma sotto quello dell’ordine pubblico, studiando sempre nuove strategie per combattere il fenomeno dei picchetti. La strategia messa in campo consiste nell’applicazione dell’art. 610 c.p.c, conosciuto come sfratto a sorpresa. Questa disposizione consiste nel permette all’ufficiale giudiziario di presentarsi senza preavviso per eseguire lo sfratto aggiungendo precarietà alla precarietà di quanti sono già gravati dal peso di uno sfratto, potendo l’ufficiale giudiziario presentarsi ad eseguirlo in qualunque data, in qualunque momento.

I 4mila sfratti che ogni anno si registrano nella nostra città non possono essere valutati come questione di ordine pubblico, la dignità delle persone non può essere subordinata a punitive strategie politiche. Il comune deve trovare una soluzione all’emergenza abitativa, non colpire chi alza la testa, chi si ribella, chi resiste.
Molte famiglie sono costrette a trovare autonomamente una soluzione al disagio abitativo attraverso l’occupazione di edifici vuoti. Pratica che viene attaccata sia dalle istituzioni locali, sia dal governo Renzi che tramite il “nuovo piano casa” inserisce nel decreto legge l’articolo 5 che mira a colpire, negando la residenza e l’utilizzo delle utenze basilari, le famiglie occupanti.
Chi ha già vissuto la brutalità di uno sfratto, chi lo sta per vivere, gli occupanti di case o semplicemente chi ritiene inaccettabile  che le persone vengano messe in mezzo alla strada sono qui oggi per denunciare pubblicamente questa situazione, pretendendo che le istituzioni si pronuncino prendendosi le proprie responsabilità.

Rivendichiamo e pretendiamo il diritto alla casa e alla dignità per tutti. Pretendiamo soluzioni reali e non promesse buone solo in campagna elettorale. Non ce ne andremo da qui fino a che le istituzioni e i responsabili non si siano pronunciati sui seguenti punti:

Moratoria degli sfratti e sospensione dell’articolo 610; apertura di un tavolo politico sull’emergenza abitativa; censimento attuale delle case vuote ATC; requisizione degli immobili sfitti; abolizione dell’articolo 5 del Decreto Lupi sulla casa.

Occupanti, sfrattati e senza casa

Dopo Piano Casa e Jobs act prepariamoci ad accogliere Renzi l’11 luglio! Cominciamo con l’assemblea nazionale del 31 maggio in città!

Il prossimo undici luglio i primi ministri dell’Unione Europea si incontreranno a Torino in un vertice in cui si parlerà di “occupazione giovanile”. Ma forse è di disoccupazione giovanile che sarebbe più lecito parlare. Se guardiamo ai dati europei la media dei senza lavoro sotto i 25 anni si aggirà intorno al 24 % ma nel Sud del continente si sfonda ampiamente il 40% e in Spagna e Grecia si va ben oltre il 50%. Questi dati rappresentano una brutta vetrina per un’Unione Europea che continua a chiedere sacrifici e austerità in nome di una ripresa che non arriva.

La scelta della città di Torino come sede dell’evento è da questo punto di vista sintomatica, presentata come fulgido esempio di sorpassamento del modello della città-fabbrica in un oltre di cui quel che si intravvede oggi è soprattutto l’indebitamento, la riduzione progressiva di servizi e welfare e l’impoverimento di ampie fasce di popolazione. Qui, dove non ha mai attecchito il modello berlusconiano, vige e domina da 20 anni il cosiddetto “Sistema-Torino”: un’intricatissima rete di rapporti economici, politici e personali tra grandi banche, fondazioni, ex-dirigenti di Pci-Ds-Pd e Fiat. Un modello che a quanto pare ha fatto scuola: la versione “di sinistra” del capitalismo neoliberista.

Su questa ordinaria gestione del paese si innesta oggi un’accelerazione dettata dalla crisi e dalle misure europee imposte dalla Trojka col Fiscal Compact, il pareggio di bilancio fatto entrare di forza nelle costituzioni nazionali, la riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL. La cancellazione della spesa pubblica per stare dentro questi parametri è la sola risposta comune messa in campo da governi nazionali complici e subalterni. Privatizzazione dei servizi, finanziarizzazione del welfare ed espropriazione dei beni comuni ne sono i corollari necessari. Le reti familiari/comunitarie, dove ci sono, restano le ultime ancore di salvezza prima dell’inferno dell’indebitamento individuale. Per un’Europa costruita sul primato della finanza, le richieste non hanno mai fine. Per quanto denaro pubblico e risparmi vi si getti dentro, la voragine non è mai colma.

Per i giovani il futuro si mostra sotto una prospettiva ancora più radicale, senza collocazione o prospettive che non siano quelle di un’infinita disponibilità ad assecondare le esigenze del capitale. Non importa quanto hai studiato e quali siano le tue aspettative, devi essere pronto e flessibile a ogni richiesta. Il punto non è “tirare la cinghia per stare nei parametri” ma farci tirare la cinghia per abituarci a dare di più e chiedere di meno. Produttività, flessibilità, competitività, merito sono le parole d’ordine di questo programma nemico di cui Renzi è il nome italiano. Le prime misure varate dal suo governo – Piano Casa e Jobs Actsono espliciti momenti di una più generale guerra ai pobveri. Sono anche risposte politiche a quanto posto sul piatto dai movimenti, dalle vertenze sui luoghi di lavoro e nelle lotte territoriali.

Dobbiamo rovesciare questo programma, invertire l’ordine delle priorità. Ordinare un’altra agenda politica, sostanziata dalle lotte, legittimata nei territori, capace di gettare sabbia nei loro ingranaggi e porre sul medio-termine la questione strategica del come, cosa, quanto e per chi produrre. Lo sviluppo tecnologico (automazione, informatizzazione) permetterebbe oggi una riduzione netta e generalizzata del lavoro socialmente necessario, eppure ci troviamo ancora presi dentro le maglie di un ricatto che ci chiede di lavorare di più e più intensamente per mantenere in vita un sistema diseguale e mortifero. Il problema è quindi di del chi e a nome di chi decide.

Voremmo che la giornata dell’11 luglio metta all’ordine del giorno queste questioni e che lo faccia all’altezza dei tempi che stiamo vicendo, individuando pratiche efficaci e massificabili, in grado di indicare un percorso anche per i tempi futuri. Per questo invitiamo i movimenti, le lotte territoriali , i sindacati conflittuali e quanti e quante in questi anni si sono battuto contro i piani del neoliberismo e della trojka, a partecipare ad un’assemblea nazionale dei movimenti per discutere insieme e costruire collettivamente la giornata di lotta dell’11 luglio. La data che indichiamo è quella di sabato 31 maggio, h 14 a Palazzo Nuovo (Università di Torino).

#renzistaisereno #civediamolundici

#11L #nojobsact #notroika #nopianocasa

Movimenti sociali contro l’austerity e la precarietà – Torino