La Torino di Fassino è la capitale degli sfratti

Torino è la città con il maggior numero di sfratti per morosità in Italia, la notizia non stupisce, in una metropoli dove la crisi e le sue politiche di fuoriuscita da parte del governo cittadino e nazionale attaccano direttamente il reddito delle famiglie, i servizi sociali e quelli pubblici, in una metropoli dove trovare lavoro è sempre più difficile e perderlo è all’ordine del giorno, dove i costi degli affitti si fanno sempre più esorbitanti e la “riqualificazione” di zone popolari e periferiche contribuisce ai meccanismi di speculazione e aumento dei costi, gli sfratti sono all’ordine del giorno, e ne sono testimoni le tante piccole, grandi resistenze che negli ultimi tempi si stanno dando su questa questione.

Nel 2011 gli sfratti per morosità a Torino sono stati 2.343, un abitante su 360 ha subito lo sfratto in sostanza.

Le risposte della città a quest’emergenza sono come sempre inclassificabili ed inadeguate, gli ammortizzatori sociali sono pessocchè inesistenti e la dignità delle persone sfrattate viene calpestata senza riguardo, intervenendo senza problemi con l’uso delle forze dell’ordine, l’unica vera risposta che la politica torinese da tempo a questa parte sa dare ai problemi sociali che si verificano in città.

In questo contesto il reddito di chi vive e lavora a Torino viene eroso con le tante privatizzazioni di servizi pubblici e di ex-municipalizzate, con l’aumento dei prezzi vertiginoso di questi servizi, con cicli di cassaintegrazione per i meno giovani, con lavori precari e insufficenti per i più giovani.

Torino durante l’amministrazione Chiamparino-Fassino ha più volte cambiato velo, da capitale dei giovani, a capitale dello sport, ma è evidente che è capitale unicamente del debito e della crisi. Le uniche vie di uscita da questa situazione sono quelle costruite dal basso, autorganizzate, capaci di opporsi a sfratti e rapine legali di chi governa e gestisce questa città.

da infoaut

Sgomberi, ecco le poltiche per la casa

Torino: Questa mattina una famiglia con due bambini è stata sgomberata dalle forze dell’ordine in corso cosenza 142. Dopo varie resistenze, ottenendo sempre la proroga, stamattina per la famiglia di Hedia il tempo era scaduto; poco importa se ci sono 2 bambini, poco importa se il comune non è riuscito trovar loro una sistemazione. Perché il sindacato Fassino si dovrebbe preoccupare, quando lui è seduto comodamente il poltrona? Meglio continuare a privatizzare patrimonio pubblico, facendo pagare il debito, il più grosso fra i comuni italiani, ai propri cittadini, attraverso tagli, aumento delle tasse, riducendo a niente il reddito delle famiglie.

Di fronte a questa volontà politica di scaricare i costi della crisi verso il basso è giusto opporsi agli sfratti, come hanno fatto la famiglia di Haide  insieme allo sportello casa zona san paolo.

Leggi la cronaca della giornata

 

Rinviato lo sgombero della famiglia occupante di Vignola.

Modena: Prima vittoria della famiglia occupante a Vignola, che resiste e respinge lo sgomberoche nella giornata di Martedì, la polizia locale ha tentato di mettere in atto. Sgombero rinviato a sabato.

Grazie a tutto il lavoro messo in piedi sin dal primo giorno dell’occupazione, attraverso iniziative nel quartiere come le colazioni antisfratto, pranzi, assemblee, le occupanti di via Rossini di Vignola, sono riuscite a costruire una rete di solidarietà attiva che ha evitato il primo tentativo di sgombero.

Una rete importante che ha visto in prima persona difendere gli occupanti, le famiglie del quartiere, che sin dai primi giorni dell’occupazione hanno aiutato le due donne e hanno sollevato il problema dei numerosi appartamenti vuoti di edilizia popolare di quel quartiere e della città di Vignola. L’ appartamento occupato è solo uno di cinque vuoti da anni in quella palazzina.

Oltre al quartiere, a dar man forte all’occupazione e al rivendicare il diritto alla casa, si è schierato la sezione locale di Rifondazione Comunista, PrendoCasa Modena, diversi studenti di Vignola e vecchi esponenti del centro sociale Lambicco.

Sabato sarà un altra giornata importante, nel corso di questa lotta, sopratutto dopo le parole di una delle due occupanti

«Continueremo a resistere: sono pronta a farmi portare via da qui a forza».

Segnale di determinazione di chi vuole difendere un diritto fondamentale come quello della casa, che nella nostra provincia diventa sempre più grande e che vede le istituzioni locali incapaci di trovare soluzioni se non quella dello sgombero e della repressione verso chi decide di mettersi in prima linea nella lotta quotidiana in difesa e rilancio dei propri diritti.

 

da infoaut

Atc porta avanti la procedura dello sgombero coatto

Torino: Le storie personali oggi diventano bagaglio collettivo. Una di queste è la storia della signora Anna, inquilina di un alloggio Atc da 40 anni e di sua figlia 34 anni in gravidanza al settimo mese con previsione di partorire a fine luglio 2012 che dopo aver fatto domanda di coabitazione con la nonna (la sig. Anna) nell’aprile 2011, ottenendo la concessione da Atc per un anno con rinnovo d’ufficio per un altro anno, viene raggiunta da un ordinanza di sgombero da effettuarsi il 27 maggio. Le motivazioni dello sgombero, sono “ l’abbandono volontario senza autorizzazione di Atc “, perché la sig. Anna, dal dicembre del 2010, si trova in una struttura per anziani costretta a stare sulla sedia a rotelle per un femore rotto. Una condizione questa che non è un abbandono volontario della casa ma un ovvia temporanea causa di salute.

Brevemente questa è la storia (riportata su “Specchio dei Tempi”, rubrica de “La Stampa” del 28 maggio), la sintesi di una vicenda comune o simili a tante altre, dove il comune denominatore non è tanto nell’aspetto personale della vicenda ma quanto nella procedura sempre più utilizzata da Atc nello sgomberare famiglie in gravi condizione economiche o come in questo caso in attesa di un figlio.

La scelta vergognosa da parte di Elvi Rossi, presidente di Atc, di non sentire ragioni (la giovane mamma aveva chiesto un rinvio, almeno fino al parto, di alcuni mesi dando la possibilità di trovarsi un altro alloggio), rispondendo attraverso la stessa rubrica alla giovane mamma “La coabitazione con un assegnatario è valida soltanto se quella persona non ha nel frattempo lasciato la casa che gli era stata assegnata” e ancora “Per legge lei è un occupante senza titolo”, sventolando la solita bandiera della legalità, tanto cara ai ricchi, invece di rispondere ai bisogni e alle necessità reali delle persone cercando di andare oltre alla mera gestione degli alloggi popolari ma fornendo un reale servizio sociale che dovrebbe essere garantito dalle istituzioni locali a dai suoi enti sul territorio.

Utilizzando la procedura dello sgombero coatto, Atc sottopone ad una vera prova di forza i propri inquilini (Atc ha una sua “squadretta”, una task force contro i “furbetti”...) attraverso azioni di sopraffazione verso persone in difficoltà economica o con particolari vicende personali.

Elvi Rossi presidente di Atc continua, come dicevamo, con la solita vecchia e ormai noiosa litania sulla legalità, su quanto sia giusto adempiere alle regole e soprattutto farle rispettare…parole sempre troppo facili da parte di chi non ha problemi di reddito. Vediamo di conoscere meglio il presidente di Atc:

professione immobiliarista, Rossi, milita nelle fila del Pdl, ma è soprattutto nell’attività amministrativa che ha concentrato la sua azione. Tra i principali incarichi: per 25 anni è stato nell’Amministrazione di Frossasco sedendo per diversi mandati sulla poltrona di sindaco, consigliere provinciale nella prima Giunta Saitta, attualmente è assessore nel Comune di Orbassano. Inoltre è presidente del Museo del gusto di Frossasco.

Dopo questa breve biografia del sig. Rossi (è sempre buona cosa capire chi si ha di fronte…), vorremmo come PrendoCasa, dare la nostra totale solidarietà alla sig. Anna e a sua figlia augurandole di trovare una soluzione a breve, consapevoli che le reali soluzioni arrivano sempre dal protagonismo e dalla partecipazione diretta e collettiva dal basso, rivendicando il diritto all’abitare.

Lo sportello sociale dell’ExKarcere blocca uno sfratto in via Don Orione

Palermo: Questa mattina i militanti del Centro Sociale ExKarcere hanno bloccato il terzo tentativo delle autorità giudiziarie di sfratto per morosità della signora Angela. Questo doveva essere eseguito dall’ufficiale giudiziario in via Don Orione, ma l’intervento dello SPORTELLO SOCIALE è riuscito ad ottenere un ulteriore rinvio al 12 giugno.

Una storia come tante che sempre con maggiore frequenza si ripete a Palermo, un città con una persistente drammatica condizione abitativa aggravata dalla crisi economica. Tante le palazzine sfitte e lasciate all’inutilizzo mentre in tanti stentano a pagare i canoni di affitto imposti dai proprietari o si ritrovano senza casa nell’impossibilità di pagarli.

Una storia tutt’altro che isolata, quella della signora Angela dunque, che somiglia molto a quella di altre decine e decine di persone nel nostro territorio. Cittadini e famiglie continuano a vivere condizioni di emergenza, ormai non più soltanto dei ceti popolari ma anche del ceto medio colpito sempre più dalla crisi economica, mentre centinaia di abitazioni pubbliche e private continuano a rimanere sfitte.

Per questi motivi ed istanze è attivo uno SPORTELLO SOCIALE all’interno del Centro Sociale ExKarcere in via San Basilio 17, ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 10 alle 12. Questo sportello, attivo sin dai primi giorni di occupazione dell’ExKarcere, è pensato proprio per raccogliere segnalazioni di casi di sfratto o di emergenza abitativa e per condividere supporto e disponibilità a lottare insieme per cambiare la situazione e appropriarsi del diritto alla casa.

da infoaut

Occupato un nuovo appartamento vuoto in provincia di Modena

 

Modena Un occupazione partita dai social network, annunciata da una ragazzina di 18 anni che dopo aver visto troppe porte chiuse di fronte ai problemi del suo nucleo famigliare e l’ennesimo sfratto, ha deciso insieme a sua madre di occupare un appartamento vuoto da oltre 5 anni, all’interno di un nucleo di edilizia popolare, che vede altri appartamenti vuoti, nella città di Vignola.

Una scelta importante di lotta, per denunciare pubblicamente la situazione della loro famiglia ma sopratutto per denunciare il problema abitativo che sta avvolgendo la nostra provincia.

Importante apprendere dalla parole della ragazza che abbiamo incontrato, sapere che la volontà è quella di lottare fino a quando non si arrivi a una soluzione positiva per la famiglia.

Proprio così lottare, perché sono state fatte a ora, numerose promesse puntualmente disattese o infrante;

Nella speranza di far emergere il problema, all’atto dell’occupazone pur avvisando la forza pubblica del gesto, non hanno trovato tavoli di discussione o proposte serie trovare una soluzione, ma solo denunce penali e ultimatum di sgomberare la casa.

Dall’occupazione a oggi l’avvocato d’ufficio, si è limitato di ribadire alla famiglia che li difenderà al processo e niente più, mentre gli assistenti sociali hanno messo sul tavolo una sola rata d’anticipo per un eventuale affitto, lasciando di fatto la famiglia nelle stesse condizioni di prima.

Ripartire da qui per ritornare nelle piazze e nelle strade per rivendicare con le lotte di riappropriazione quello che ci appartiene e quei diritti  dalla governance di questo paese dove garantirci come: il diritto alla casa.

comunicato PrendoCasa Modena:

Nuova occupazione di un appartamento vuoto all’interno della nostra provincia.

Vignola non è nuova a questi episodi, già alcuni anni fa diverse famiglie si sono mobilitate per quello che deve essere un diritto garantito: la Casa.

Una madre e una figlia maggiorenne, studente, hanno deciso di mettersi in gioco e occupare un appartamento, vuoto da oltre 5 anni targato ACER ( Edilizia popolare), ente di nostra conoscenza. Un appartamento all’interno di un complesso residenziale di totale edilizia popolare.

Nella stessa palazzina dell’appartamento occupato ci sono altri 5 appartamenti vuoti e volutamente lasciati vuoti, per la stessa logica che viene portata avanti nel comune di Modena e dalla stessa acer, lasciarli vuoti per creare speculazione. Gli stessi che si fanno belli dietro protocollo provinciale antisfratti che serve solo a fare pubblicità a chi lo ha firmato.

Gli stessi occupanti hanno chiamato, per denunciare la loro situazione, carabinieri e vigili urbani, con il risultato che invece di trovare soluzioni e mettersi a sedere ad un tavolo per trovarle, sono state denunciate e ottenuto un ultimatum di 15 giorni per sgomberare l’appartamento.

Ancora una volta sono stati chiesti diversi incontri con il comune e i servizi sociali, ma nonostante effettivamente alcuni incontri fatti si sono sentite le solite risposte e soluzioni che non danno reali soluzioni al problema della casa e alle famiglie stesse.

In tutto questo si è registrata una forte solidarietà da parte degli inquilini della palazzina, una solidarietà che ha visto aiutare la famiglia occupante con cibo e mobilio per sostenere la vivibilità all’interno della occupazione.

E’ con questo spirito che anche noi come Prendo casa Modena sosteniamo questa occupazione perché è importante continuare a dare un segnale forte contro le politiche abitative della governance della nostra provincia, cambiano le pedine e gli interpreti ma non cambiano le soluzioni.

Riteniamo che sia ora di dare delle risposte serie alla crisi che sta lentamente ma in maniera inesorabile divorando la nostra società, e se la governance non è in grado e non vuole trovare risposte, allora ben vengono lotte di riappropriazione di tutto quello che ci appartiene, non solo sotto l’aspetto abitativo, ma in un complesso più ampio di lotte di riappropriazione sul mondo del lavoro, nel mondo della scuola e nella vita di tutti i giorni.

PrendoCasa Modena

da infoaut

Con Antonio e la sua famiglia per resistere allo sfratto

Alcune considerazioni:

Anche quest’oggi abbiamo ottenuto un rinvio che darà un po’ di fiato a questa famiglia, resta però tuto politico il nodo della questione.

Non ci interessa l’opposizione nei confronti dei proprietari, quando piccoli proprietari come in questo caso (emblema comunque della pochezza di chi non sa guardare oltre al privato ed il piccolo interesse personale come si evince dalle “ragioni” da loro sbandierate con tanta arroganza), ma  puntare il dito contro chi ha delle precise responsabilità e doveri istituzionali nel garantire il ripetto del diritto alla casa.

Solo un anno fa incontrammo un membro dell’enturage dell’attuale sindaco Fassino che prorio nel palazzo accanto a quello dove oggi difendevamo uno sfratto prometteva mari e monti ad una persona allora sotto sfratto.

A pochi mesi dall’inizio del suo mandato continuiamo a vedere la pochezza delle sue promesse che porprio su asili e diritto alla casa impregnavano la sua campagna elettorale.

Ancora una volta il dispositivo amministrativo ricorre al ricatto sui figli attraverso l’uso scellerato di politiche sociali di presunta tutela dei bambini ma questa volta un’assistente sociale “illluminata”, o meglio che semplicemente fa il suo lavoro come si dovrebbe, certifica senza ombra di dubbio che la famiglia non ha nessun bisogno di assistenza nel gestirsi i propri figli  ma ha un unico problema comune a molti: non riuscire ad arrivare alla fine del mese.

…to be continued

Ascolta la diretta dal presidio con Pier Paolo


La diretta della giornata:

ore 7

I primi ad arrivare stamattina a portare sostegno alla famiglia di Antonio sono gli studenti e le studentesse.

Oltre loro, presente anche la digos.

Mentre si aspetta l’ufficiale giudiziario, comincia l’allestimento con banchetti e striscioni su via mercadante.


            

 

 Riportiamo qui sotto l’intervento scritto da Antonio per questa mattina

Con grande emozione e dignità umana mi rivolgo a tutte le famiglie e singoli che stanno purtroppo vivendo la nostra stessa situazione di sfrattati.

Sfrattati da una casa in cui abbiamo fatto tanti sacrifici per onorare sempre e puntualmente i nostri debiti e contemporaneamente cercare di vivere

degnamente in questa società.Noi siamo una famiglia molto unita dove esistono tanti valori umani che oggi si stanno perdendo;valori umani che ai nostri padroni di casa, i sig. Calleris, non interessano perchè a loro gli unici valori che interessano sono i soldi.

All’inizio della nostra locazione si sono pretese referenze motivate per ottenere la sua fiducia nell’affittarci uno dei loro appartamenti.Fiducia che secondo loro è venuta a mancare dal momento che non siamo più riusciti ad onorare le spese di affitto a causa della riduzione del mio già misero e unico stipendio con il quale devo sfamare la mia famiglia con 3 figli piccoli.Invece di discuterne e parlarne per trovare una soluzione loro si sono rivolti subito al loro avvocato e farci uno sfratto in solo due mesi.

Certo che a palazzinari e speculatori non interessano dignità e valori umani.I ricchi non capiscono gli innumerevoli sforzi che fanno le famiglie per vivere in questo momento di crisi economica.Le istituzioni e i servizi locali sono incapaci di risolvere l’emergenza abitativa, che oggi sempre più si manifesta nella nostra città.

Per questi motivi siamo qui per resistere e resisterò con tutte le mie forze, con tutta la mia famiglia insieme a chi cerca di difenderci da chi ci sta togliendo la casa e il diritto all’abitare.

Grazie a tutti.

ore 10

Cominciano ad arrivare i primi giornalisti, mentre sulla via allestita con banchetti e striscioni i primi bambini cominciano a prendere confidenza con i “grandi”, arrivati per portare solidarietà alla famiglia di Antonio.

Lo spekeraggio :

Arrivano i proprietari…

Dopo una breve trattativa arriva la proroga al 17 luglio

I proprietari non esitano a dimostrare tutta la loro arrognaza nei confronti del presidio, banali e solite le ragioni della proprietà

Con Manuela e Antonio resistere allo sfratto!

Antonio ed Emanuela vivono nell’appartamento di via mercadante 102 dal 2010 insieme ai loro tre bambini.

Qualche anno fa avevano comprato una casa, ma poco dopo a causa della crisi cambiano le cose e lo stipendio di Antonio non è più sufficiente per pagare il mutuo. Decidono di vendere la casa ed i mobili. I soldi ricavati dalla casa servono per estinguere il mutuo, quelli dei mobili per la caparra della casa in affitto e le spese del trasloco.

Antonio ed Emanuela si fidano del nuovo acquirente che deve stipulare in fretta il nuovo mutuo, in questi tempi di crisi è difficile vendere un immobile. Così firmano l’atto notarile in cui nell’importo totale è stato inserito anche il valore dei mobili ( pattuito con un accordo verbale) che una nota del notaio dichiara come somma da restituire all’acquirente.

Il nuovo acquirente fa una casa e la vince e la scorsa estate il conto in banca di Antonio viene bloccato e gli viene detratto 1/5 dello stipendio.

A luglio la padrona di casa, che possiede vari appartamenti in Torino, presenta il conto del conguaglio e di altre spese di sua competenza. Nonostante le sia fatta presente la difficile situazione è irremovibile.

Così arriva lo sfratto, nonostante per un anno e mezzo abbiano sempre pagato l’affitto con regolarità.

Antonio ed Emanuela percorrono immediatamente tutte le vie istituzionali, ma di fronte ad una famiglia con tre bambini ed un quarto in arrivo l’emergenza abitativa si prende i suoi tempi e non sa se è una situazione abbastanza critica per poter intervenire.

Le istituzioni non avendo risposte concrete, come al solito tentano di trasformare il problema abitativo in un problema sociale paventando l’intervento dell’assistenza sociale e la divisione del nucleo familiare. Ma questa famiglia non ha nessun problema, come attesta una lettera delle stesse assistenti sociali.

 Questa storia rende evidente una volta di più gli effetti della politica “sociale” del Comune di Torino e di Fassino.  Il Comune sta svendendo il patrimonio pubblico (caserme, palazzi, terreni) per ripagare il debito da loro stessi creato, ridistribuire in termini di ricchezza sociale sul territorio. L’agenzia comunale tc, mantiene così come i vari palazzinari e speculatori dell’edilizia, centinaia di alloggi sfitti facendo crescere smisuratamente le liste di attesa per un alloggio popolare.

La mancanza di una politica seria di risposta all’emergenza abitativa che colpisce la nostra città, il taglio continuo del welfare, dei servizi e  la privatizzazione degli asili nido sono i tratti distintivi della politica di Fassino e del Comune.

Convinti che la casa sia un diritto l’unica via percorribile è quella della lotta  e della resistenza allo sfratto.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare numerosi alla difesa dello sfratto di Antonio ed Emanuela, in

via mercadante 102, mercoledì 23 maggio.

Naturalmente saremo lì fin dalle prime ore del mattino.

Ascolta la diretta realizzata su Radio Blackout  all’interno della trasmissione Titanic


 

Nel cuore di Torino nasce un’esperienza di democrazia diretta

altOltre un centinaio di cittadini ha raccolto l’appello del Comitato di Quartiere Vanchiglia per l’assemblea popolare di venerdì 4 maggio. Famiglie, studenti, insegnanti e genitori, giovani e meno giovani hanno affollato l’area pedonale di via Balbo ed il giardino dell’Askatasuna per confrontarsi e discutere sulle enormi evoluzioni previste dall’inaugurazione del nuovo campus universitario.

In due ore di assemblea sono emersi i tanti punti di criticità che una tale grande opera comporterà alla popolazione locale e la richiesta forte da parte dei cittadini di ripensare in modo condiviso il futuro di Vanchiglia e dell’area intorno al campus.

La partenza, inevitabile, è gravitata attorno all’analisi dei costi faraonici dell’astronave (tale sembra passandoci vicino), oltre 140 milioni di euro, gran parte dei quali utilizzati per pagare l’archistar Foster. Su questo è emersa la precisa volontà popolare di monitorare le spese pubbliche, ormai evidentemente utilizzate come il tesoretto dei politici di turno, e proporre, a partire dalla circoscrizione, la pratica del bilancio partecipato, ovvero del confronto pubblico e diretto delle entrate/uscite dell’ente pubblico e la possibilità di compartecipazione popolare ai piani di spesa futuri.

Del resto chi, meglio dei cittadini che vivono e rendono vivo un quartiere, può dettare esigenze, bisogni ed investimenti dei soldi pubblici di un territorio?

La preoccupazione emersa con più vigore ha riguardato il caro-affitti che, già cresce progressivamente da diversi anni, oggi comincia ad avere impennate insostenibili, dettate dalla maggiore redditività dell’affitto studentesco. E’evidente che dagli studenti, come fossero delle vacche da mungere, è possibile fare profitti ben maggiori che da un nucleo familiare. Un mercato immobiliare che stritola gli studenti e costringe a migrare le famiglie residenti. Su questo aspetto la proposta emersa dall’assemblea è stata la convocazione di una riunione con l’ASPPI (associazione piccoli proprietari immobiliari) per aprire una vertenza che abbia come obiettivo il calmierare e porre un tetto agli affitti del territorio. E’stato ricordato inoltre che, in quartiere, esiste lo sportello casa, presso il centro sociale Askatasuna, che fornisce consulenza legale gratuita per chi patisce difficoltà abitative.

Altro corno dello stesso problema immobiliare è il rincaro degli affitti commerciali che sta già comportando la chiusura repentina (nell’ultimo mese in zona S.Giulia ha riguardato 5 negozietti) delle piccole botteghe storiche, evidentemente meno attrezzate al profitto di take away, pizzerie e slot machine, che stanno letteralmente invadendo Vanchiglia.

A questo proposito il GAP (gruppo di acquisto popolare) ha lanciato la proposta di costruire una rete di piccoli commercianti di quartiere, caratterizzati dalla qualità dei prodotti e dall’eticità dei loro rapporti lavorativi, alla quale il gruppo d’acquisto popolare, composto oramai da oltre un centinaio di famiglie, ed altri gruppi formatisi, possano rivolgersi per sostenerli e sostenere una piccola economia locale, virtuosa e preziosa, sul modello dell’associazione Etinomia, lanciata in Valsusa recentemente. Un modo efficace per unire una domanda popolare ed in rete con un’offerta che propone qualità, varietà e rapporto fiduciario.

Ultimo ma sentitissimo argomento affrontato dall’assemblea, ha riguardato viabilità ed aree verdi, messe a dura prova da un surplus di flusso previsto di oltre 10mila studenti.

L’introduzione di piste ciclabili lungo la perimetrale del quartiere, come il potenziamento dei trasporti pubblici, impedirebbe l’intasamento definitivo della viabilità locale a favore di una maggiore vivibilità della zona e, perché no, proponendo uno stile di mobilità alternativa. La necessità assoluta del potenziamento delle aree verdi, delle quali Vanchiglia è praticamente sprovvista. Giardino ex-Italgas (ora Vegezzi), corso Farini, largo Montebello, piazza Santa Giulia, sono aree potenzialmente verdi e fruibili se fossero mantenute e investite da un piano di riqualificazione economico ma sensato (non come quello, lungamente progettato e condiviso in via Balbo, che ha portato, anche con ingente spesa, a mettere 4 moquette antigeniche a centro strada).

L’assemblea, raccolte le idee e le suggestioni, ha ritenuto importante avviare un percorso di democrazia diretta, lavorando puntualmente su ogni punto, per costruire, a partire dalle prime proposte emerse, progetti concreti e fattibili da sottoporre agli amministratori locali e di cui pretendere la realizzazione.

Oggi abbiamo assistito ad un altro modo di far politica, senza retorica. Una politica che rimette al centro le proposte e le necessità della popolazione, che ridà voce ai cittadini, che affronta pragmaticamente i problemi del presente costruendo un futuro diverso.

Collettivamente, grazie alla partecipazione di tutti.

L’unico antidoto alle derive antidemocratiche dei tecnici ed all’antipolitica dei santoni.
Seguite informazioni ed evoluzione sul sito www.comitatoquartierevanchiglia.net

E ricevete gli aggiornamenti inviando una mail ad info@comitatoquartierevanchiglia.net

Le riunioni si svolgono ogni giovedì dalle ore 16,45 presso il centro sociale Askatasuna, corso Regina Margherita, 47 – Torino
Adesso cominciamo a lavorare per concretizzare le proposte.

Il futuro è qui. Comincia adesso.
Comitato di Quartiere Vanchiglia

Da: comitatoquartierevanchiglia.net