#20G a Torino: ‘Ribaltiamo l’austerity con il taglio delle bollette pt. 2

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Questa mattina alle 10, sotto la sede IREN di via Confienza 10 a Torino, più di un centinaio di persone, tra cui molti occupanti di case, si sono riuniti in un presidio in merito alla nuova campagna contro il caro bollette avviata nella settimana di mobilitazione 15-22 gennaio. Un partecipato presidio che mirava a chiedere una moratoria per i distacchi delle forniture di almeno un anno, l’erogazione di un servizio minimo e garantito delle utenze per tutti! (anche gli utenti con morosità incolpevole devono poter fruire delle utenze) e la possibilità di un allaccio e di fornitura anche nelle case occupate per necessità.

Con queste richieste, che necessitano una risposta sul breve periodo, una delegazione è stata ricevuta da uno dei responsabili della sede che ha accolto l’istanza e la presenterà agli organi competenti. Il delegato IREN ha cercato però di scaricare tutta la responsabilità sull’authority per l’energia di Torino, un ente che pare abbia veramente facoltà a livello nazionale di poter accogliere e mettere in pratica le sollecitazioni portate sul tavolo, ma questo è ancora da verificare.

Ma i movimenti per il diritto all’abitare e gli occupanti di case non si sono lasciati abbindolare, consapevoli che, tra gli altri, l’azienda di fornitura elettrica deve prendersi le proprie responsabilità. Per questo motivo, si ripeterà l’appuntamento, in data da destinarsi, sotto la sede per ascoltare quale sarà la risposta che l’Iren si è riservata di dare entro due settimane. Se quest’ ultima non sarà soddisfacente tante e continue saranno le iniziative per ottenere le istanze fatte questa mattina, così come è accaduto a dicembre a Parma in cui le realtà per il diritto all’abitare sono riuscite ad ottenere una moratoria sui distacchi della corrente elettrica.

Qui sotto il volantino distribuito durante l’iniziativa

“Quotidianamente e da troppo tempo ci troviamo nella condizione di doverci confrontare con questa crisi economica che pur non avendo contribuito a creare sentiamo pesare solo sulle nostre spalle, di noi lavoratori, disoccupati, migranti, studenti, precari, pensionati, madri e padri di famiglia che hanno figli da mantenere, un mutuo da pagare, che non riescono ad arrivare a fine mese. Ci dicono che noi dobbiamo vivere in un regime di austerità perchè le casse dello Stato sono vuote e poi assistiamo a uno scenario di  soldi pubblici gettati in opere inutili e stipendi da capogiro.

La casta politica ha perso ogni credibilità, ancora di più in Piemonte recentemente segnato da squallide storie di assurdi rimborsi e corruzione che ha infangato l’amministrazione regionale e comunale, che da quando ha la pretesa di amministrarci altro non ha fatto se non tagliare fondi all’istruzione, alla sanità, ai servizi, e che va a braccetto con un governo che ci prende in giro, e adesso vuole ulteriormente strozzinarci con vecchie nuove tasse, prima su tutte la Tares.
Sempre più però sono coloro che a fronte di tutto questo cercano un’alternativa si ribellano: dagli scioperi dei facchini e dei lavoratori del settore del trasporto, dalla resistenza agli sfratti per non perdere la propria casa, dalla riappropriazione di quelle case lasciate per anni vuote dal comune, creando spazi aggregativi come palestre e comitati di quartiere e alzando la voce contro le bollette sempre più care.

Per il 20 di gennaio in tutta Italia sono previste mobilitazioni e blocchi. A Torino abbiamo deciso di andare a chiedere conto del caro bolletta alle grandi aziende che gestiscono le utenze, andando ad indicare i responsabili di uno strozzinaggio che si fa maggiormente pesante in tempi di crisi, e portando con determinazione la nostra vertenza: ADEGUARE IL COSTO DELLE BOLLETTE AL REDDITO DI CHI DEVE PAGARLE; chi non ha niente quindi, non deve pagare niente e non può per questo rimanere senza acqua e luce: queste devono infatti essere garantite per tutti!

E non ci fermiamo a questo:
* vogliamo una moratoria per i distacchi delle forniture di almeno un anno!
* vogliamo l’erogazione di un servizio minimo e garantito delle utenze per tutti! (anche gli utenti con morosità incolpevole devono poter fruire delle utenze)
* vogliamo la possibilità di un allaccio e di fornitura anche nelle case occupate per necessità!”

Torino – #17G #Ribaltiamo l’austerity con…LA RIAPPROPRIAZIONE!! #RIPRENDIAMOCI LA CITTA’

Tris per il diritto alla casa

RIPR_LA_CITTà

 

Nell’epoca del neoliberismo la crisi viene utilizzata come leva per lo spoglio dei diritti fondamentali. Tutte quelle conquiste sociali ottenute attraverso la lotta ci vengono oggi negate grazie alle politiche di austerità, alla morale del sacrificio, della competitività, della produttività. A questa narrazione bisogna contrapporre la nostra volontà di sottrarci alle logiche della precarietà e dello sfruttamento utilizzando due importanti strumenti: la ricomposizione e la riappropriazione. Ricomposizione delle lotte, prima di tutto, per dare più forza alle nostre idee e allargare lo spettro della nostra azione. Tutte le ricadute della crisi sulle nostre vite devono essere combattute, così da sviluppare un immaginario unificante e un riconoscimento politico e sociale delle nostre vertenze. Ed è proprio nella connessione tra territori e istanze differenti, per trovare obiettivi comuni praticabili, che mettiamo in pratica la riappropriazione, vista come uno strumento efficacie per rispondere collettivamente ai bisogni immediati e per inceppare il meccanismo di precarizzazione dell’esistenza. Questo percorso, che ha visto una delle sue tappe fondamentali il 19 ottobre, è stato rilanciato dalla rete ‘Abitare nella crisi’ all’interno della settimana di mobilitazione (15-22 gennaio). A Torino il drammatico fenomeno della perdita della casa ha numeri esorbitanti: si parla di migliaia di famiglie sotto sfratto (dato in continua crescita), mentre oltre 50000 alloggi rimangono sfitti. Per cercare di fronteggiare questa emergenza nel corso degli ultimi tre anni si sono auto-organizzati, con percorsi dal basso di partecipazione e di lotta, gli sportelli di resistenza agli sfratti.

Gli obiettivi e gli strumenti che prima e dopo il 19 ottobre hanno rinforzato le lotte sui territori oggi si riflettono a Torino, dove  le famiglie sotto sfratto, i rifugiati e le rifugiate e gli student* continuano il percorso di riappropriazione in città, occupando altri tre edifici sfitti. Le risposte messe in campo dalle istituzioni sono insoddisfacenti rispetto alla gravità della situazione: come movimenti di lotta per la casa da tempo chiediamo un’immediata moratoria degli sfratti e la requisizione degli alloggi sfitti; le istituzioni a livello locale inventano Fondi per la morosità con i soldi delle fondazioni bancarie mettendo in campo soluzioni che nella migliore delle ipotesi “salvano” poco più di 200 famiglie, e a livello nazionale la finta proroga del decreto milleproroghe  interviene solamente per gli sfratti per finita locazione, un nulla rispetto alle centinaia di migliaia per morosità.

Nell’ottica di allargamento della lotta vogliamo rivolgerci anche a chi la casa ce l’ha ancora, ma non riesce ad affrontare le spese per soddisfare i bisogni primari (gas, luce, acqua, beni alimentari). Per far questo proponiamo, in tutti i territori, una moratoria sui distacchi per morosità e un adeguamento al costo delle utenze in base al reddito (chi non ha reddito non deve pagare nulla!).

Tre nuove occupazioni in città: una casa per le famiglie sfrattate nella palazzina abbandonata di via Spano 41/bis; una casa per i rifugiati nella struttura di via Madonna della Salette 12A, una riapprorpiazione studentesca per ridare vita agli ex Bagni Municipali di San Secondo, in via Legnano 5. Tre nuove occupazioni che si vanno ad aggiungere alle tante altre che in città rappresentano l’unica reale alternativa alla crisi degli sfratti.

 

riprendiamoci le città, riprendiamoci tutto!

 

#Ribaltiamo l’austerity con…IL TAGLIO DELLE BOLLETTE!

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Nuovo appuntamento all’interno della settimana #15-22G.

Quotidianamente e da tempo ormai ci troviamo nella condizione di doverci confrontare con questa crisi economica ed istituzionale che pur non avendo contribuito a creare sentiamo pesare solo sulle nostre spalle, di noi lavoratori, disoccupati, migranti, studenti, precari, pensionati, madri e padri di famiglia che hanno figli da mantenere, un mutuo da pagare, che non riescono ad arrivare a fine mese.

Ci dicono che noi dobbiamo vivere in un regime di austerità perchè le casse dello Stato sono vuote e poi assistiamo a uno scenario di soldi pubblici gettati in opere inutili e stipendi da capogiro mentre va avanti un teatrino della politica che palesa e forza sempre più il divario tra persone vere e quella che si può ben definire una casta, che mira solo a riprodurre se stessa e tenersi ben strette le sue poltrone, che ha perso qualsiasi legittimità nel rappresentarci; ha sicuramente perso qualsiasi credibilità o falsa pretesa di legalità, in un Piemonte recentemente segnato da squallide storie di assurdi rimborsi e corruzione che ha infangato senza possibilità di ritorno un’amministrazione regionale e comunale, che da quando ha la pretesa di amministrarci altro non ha fatto se non tagliare fondi all’istruzione, alla sanità, ai servizi, e che va a braccetto con un governo che ci prende in giro, e adesso vuole ulteriormente strozzinarci con vecchie nuove tasse, prima su tutte la Tares.

Torino è la capitale di sfratti d’Italia, ogni giorno nuclei famigliari, italiani e stranieri, perdono il tetto sopra la testa perchè non riescono più a pagare un affitto sempre più alto, – come pagare un affitto quando non si trova un lavoro?- mentre le risposte dell’ente preposto all’emergenza abitativa sono inadeguate (se non nulle) e lasciano campo libero alle mille declinazioni della speculazione, dai palazzinari e agenzie private fino all’ housing sociale. Mentre le liste per la casa popolare si fanno sempre più lunghe e irraggiungibile diventa l’assegnazione, e mentre aumentano i numeri delle vittime della crisi, ancora pensano di accontentarci con un fondo salva sfratti ridicolo sia in dimensioni sia in criteri di accessibilità. Privatizzazioni e dismissioni del suolo pubblico sono all’ordine del giorno e il prezzo che paghiamo è una sempre maggior precarizzazione e un generale impoverimento delle nostre vite.

Sempre più però sono coloro che a fronte di questo triste scenario cercano un’alternativa e prendono la strada di chi non cede al ricatto in atto sulle nostre esistenze, tenendosi ben stretta la propria dignità: la strada di chi decide di riprendersi ciò che gli spetta, i propri spazi, i propri tempi, una migliore qualità della vita, di riappropriarsi di tutti quei diritti che gli sono stati negati.

Come?
Ad esempio riprendendosi le case lasciate vuote a marcire per dare una casa a chi non l’ha o per fare una palestra per tutti; o andando a bloccare gli sfratti di quelli che sono venuti a darti una mano con il tuo perchè uniti dagli stessi bisogni e dalla stessa controparte possiamo vincere; dando vita a comitati di quartiere che decidano davvero sui loro quartieri, contro una riqualificazione urbana che alza alle stelle i prezzi di affitti e di ogni cosa, rendendo invivibili ai più intere zone, e spingendo chi non può permetterselo in periferia; scendendo in piazza con i rifugiati affinchè ottengano la residenza per poter mandare a scuola i figli e accedere alle cure sanitarie; stando al fianco degli studenti e i giovani che non ne possono più di scuole che crollano in pezzi, di borse di studio soppresse che sottraggono loro desideri e futuro, e pure di pagare biglietti per i mezzi pubblici sempre più alti; solidarizzando con i lavoratori in sciopero, dai facchini al settore trasporti, contro licenziamenti e privatizzazioni; ed anche alzando la voce per chiedere che il costo delle bollette sia direttamente proporzionale al reddito di ciascuno.

Per il 20 di gennaio in tutta Italia sono previste mobilitazioni e blocchi che affrontino e rivendichino tutti quanti questi temi di casa e reddito e poi ancora salute, lavoro, studio. A Torino abbiamo deciso di attraversare quella giornata andando a chiedere conto alle grandi aziende che gestiscono le utenze del caro bolletta, andando ad indicare i responsabili di uno strozzinaggio che si fa maggiormente pesante in tempi di crisi, e portando con determinazione la nostra vertenza: l’adeguamento del costo delle bollette al reddito di chi deve pagarle; chi non ha niente quindi, non deve pagare niente e non può per questo rimanere senza acqua e luce: queste devono infatti essere garantite per tutti! Per questo il nostro appello è quello di trovarci tutti sotto l’IREN in Via Confienza 10 in data lunedì 20.

RIBALTIAMO L’ AUSTERITY CON..IL TAGLIO DELLE BOLLETTE!

#15G #RIBALTIAMO L’AUSTERITY CON…IL BLOCCO DEGLI SFRATTI! pt.2

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Nonostante il governo Letta abbia parlato di una moratoria degli sfratti di sei mesi, paventata dal decreto Milleproroghe, ci troviamo nuovamente a difendere chi rischia di perdere la casa. Come sempre dal governo riceviamo solo vane promesse.
Roberto, 62 anni, aveva un’officina, ma a causa della crisi sempre più opprimente, ha dovuto chiudere i battenti. A causa della sua età non è più riuscito a trovare un lavoro e allo stato attuale non percepisce alcun reddito per poter pagare la minima spesa. Essendo solo, Roberto non ha nessuno a cui chiedere aiuto, se non le istituzioni che dovrebbero occuparsi di casa e assistenza, che però l’hanno già abbandonato. Roberto ha cercato di rivolgersi a tutti gli enti competenti, dall’emergenza abitativa ai servizi sociali, fino al Comune stesso. Le risposte sono state le stesse che ormai anche molte famiglie in difficoltà si sentono ripetere: negazione dell’emergenza abitativa, non avente diritto alla casa popolare. Destinato a perdere la casa. Roberto ha cercato di mantenersi facendo qualche lavoretto e ha trovato sostegno presso l’ Associazione Progetto Leonardo, ma ovviamente non è bastato.  Dal marzo del 2012 non è più riuscito a pagare l’affitto e gli è arrivata l’ingiunzione di sfratto.
La casa in cui abita in vi
a Ragusa 5, è un piccolo (e non troppo confortevole) appartamento, il cui affitto di 500 euro pare sproporzionato. Sicuramente un uomo solo senza lavoro non può affrontare una spesa del genere. La proprietaria, oltre a possedere tutto il palazzo, pare abbia altre proprietà.
Dietro la storia di Roberto, che può essere simile a quella di tante persone e famiglie che a Torino subiscono un’ingiunzione di sfratto, c’è una forte volontà di non perdere la dignità e riprendersi la giusta qualità della vita. Ed è per questo che ha deciso di resistere, di affermare che la casa è un diritto cui non vuole rinunciare e denunciare i responsabili della sua situazione, coloro i quali gli hanno sbattuto più volte la porta in faccia: il Comune di Torino, chi di loro dovrebbe occuparsi di emergenza abitativa e il governo che parla di una moratoria fantasma degli sfratti, col fine di ottenere solo qualche consenso in più.
Questo è l’ennesimo esempio dell’inadeguatezza delle istituzioni; di loro non possiamo fidarci! Alziamo allora la testa contro gli sfratti, teniamoci stretta la casa e la dignità! E se non ce le daranno ce le riprenderemo!

 Progetto Leonardo Onlus
INTERVISTA A ROBERTO 62 ANNI SOTTO SFRATTO
IMMINENTE
Porta Susa 10 Gennaio 2014 a cura di Moreno D’Angelo

Chiunque voglia portare solidarietà a Roberto e partecipare al picchetto anti-sfratto, l’appuntamento è alle ore 06.30 in Via Ragusa 5. Vi aspettiamo!!

#15G #RIBALTIAMO L’AUSTERITY CON…IL BLOCCO DEGLI SFRATTI!

 

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All’ interno della mobilitazione del 15-22 gennaio, a Torino si comincia con una resistenza ad uno sfratto. Nonostante le vane promesse di una moratoria paventata dal decreto Milleproroghe, ci troviamo nuovamente a difendere chi rischia di perdere la casa. Accorrete numerosi!
Dalle ore 6 picchetto:
– Via Ragusa 5

Si avvicina una settimana di lotta…

V L’ultimo appuntamento di #Abitarenellacrisi si è svolto tra Torino e Cosenza il 14 e il 15 dicembre  2013. La discussione si è aperta in vari tavoli uguali in entrambe le città e si è conclusa in  un’assemblea plenaria in cui si sono confrontate sull’andamento dell’incontro. Nonostante la  lontananza fin da subito l’biettivo è stato chiaro e ci siamo trovati subito d’accordo sul che fare: dal  15 al 22 gennaio 2014 si darà vita ad una settimana di mobilitazione nazionale  dislocata nei territori, un’iniziativa che però non ha al centro solo la questione sfratti ma assume  connotati più larghi nel praticare il diritto all’abitare.

 Significa che le mobilitazioni riguarderanno prefetture, comuni, regioni, aziende  municipalizzate e non, che gestiscono patrimonio pubblico, energia, acqua, salute, servizi  sociali, formazione e studio, accoglienzaUna settimana di iniziative sia di denuncia che di  riappropriazione, laddove l’occupazione di edifici abbandonati non solo si rende sempre più  necessaria per far fronte alla problematica sfratti, ma diventa anche strumento essenziale per l’attivazione di percorsi di ricomposizione sociale e politica dentro i quartieri ed i territori.
(clicca qui per il report degli incontri)
http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/?p=2459

Si è infine dato un secondo appuntamento a Firenze il 12 Gennaio, per preparare la settimana di lotta:

http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/?p=2521  (leggi l’appello)

http://www.infoaut.org/index.php/blog/precariato-sociale/item/10250-dal-15-al-22-gennaio-rompere-le-compatibilit%C3%A0-bloccare-tutto (leggi il documento redatto da Luca Fagiano del Coordinamento cittadino di lotta per la casa di Roma e Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani)

Anche a Torino ci stiamo organizzando con le altre realtà che si occupano di diritto all’abitare per costruire una settimana di mobilitazione. Le parole d’ordine sono quelle che da tempo, insieme a sfrattati e occupanti di case, portiamo in ogni picchetto e manifestazione: diritto alla casa, riappropriazione, dignità, requisizione delle case sfitte.

Ma questa settimana ci da la possibilità di cominciare a portare in campo un discorso anche più ampio: la riappropriazione del reddito. Autoriduzione, bollette, tasse, lotta all’austerity queste sono le carte sul piatto.

Vi invitiamo a rimanere sintonizzati sui nostri canali per sapere quali saranno le nostre iniziative.

http://radioblackout.org/

http://www.abitarenellacrisi.org/

http://www.infoaut.org/

UNA GRANDE GIORNATA DI SPORT POPOLARE

E’ stata una gran domenica di sport e socialità quella che si è svolta nell’occupazione di Pietra Alta.

Nel pomeriggio si è tenuto un allenamento collettivo della Palestra Popolare Antifa Boxe.

Tanta l’affluenza della gente del quartiere che ha vissuto molto positivamente la giornata e ha dimostrato tutto l’interesse affinchè all’interno della palazzina di Pietra Alta lo sport diventi un elemento aggregativo e di socialità che porti chiunque sia interessato (senza nessuno ostacolo dovuto all’età) a trovare lo spazio per poter confrontarsi e vivere il quartiere in maniera propositiva.

A concludere l’intensa giornata di sport, gli occupanti e le occupanti di Pietra Alta hanno allestito un banchetto con cibo e bevande per ringraziare chi ha mostrato tutto l’interesse e la volontà di costruire insieme un percorso collettivo per creare nuovi spazi aggregativi che in un quartiere popolare come quello di Falchera sono praticamente assenti.

Ringraziamo la palestra Antifaboxe e tutte le persone che hanno mostrato interesse e curiosità nel far rivivere uno spazio che il Comune di Torino aveva lasciato al degrado e all’abbandono.

I lavori per la costruzione della palestra sono già cominciati…seguiranno aggiornamenti!

Ecco le foto della giornata:

Lo sport popolare arriva a Pietra Alta

pietra Alta BoxeDomenica 1 dicembre, la palestra popolare autogestita Antifa Boxe insieme a gli/le occupanti apriranno a tutto il quartiere di Pietra Alta un allenamento di boxe.

Questo evento è  stato pensato dagli/dalle occupanti per l’importanza che può avere l’avvicinare a questo sport i giovani del quartiere. La palestra popolare Antifa Boxe rifiuta le logiche del profitto e la cultura dell’apparire delle palestre capitaliste: il pugilato è uno sport e come tale richiede spirito di sacrificio e umiltà. La palestra coinvolge persone di ogni sesso ed età, dai 15 anni del più giovane allievo ai 60 del più anziano.

E’ per questo che vogliamo portare questa esperienza decennale all’interno della nostra occupazione, per proporre un’attività coinvolgente a cui tutti possono partecipare, che vada al di là di qualsiasi discriminazione di età, etnia, estrazione sociale, e abbiamo trovato nella palestra popolare Antifa Boxe il naturale alleato per questo!

Vi aspettiamo quindi domenica 1 dicembre alle ore 15 davanti a Pietra Alta Occupata, in corso Vercelli 440!

Gli/le occupanti di Pietra Alta

SOLIDARIETA’ ALLE STUDENTESSE E AGLI STUDENTI DELLA VERDI 15 OCCUPATA

foto comunicato

Questa mattina all’alba le studentesse e gli studenti sono stati svegliati da un ingente numero di forze dell’ordine che con la solita violenza sono entrati per sgomberare la palazzina di corso Farini occupata da un anno.

All’interno si trovavano circa 25 persone che hanno cercato di resistere alla violenza spropositata che le forze dell’ordine hanno messo in campo, arrivando addirittura a malmenare brutalmente due degli occupanti che si trovavano all’interno, mentre un’altra ragazza è stata portata al pronto soccorso.

La residenza era stata occupata un anno fa, dopo lo sgombero violento della Verdi 1, per dare una risposta a tutti quegli studenti e studentesse che, nonostante avessero diritto ad una stanza nei vari collegi universitari, si sono trovati “in mezzo ad una strada” a causa dei tagli all’EDISU voluti anche dal Presidente della Regione Cota.

E anche oggi, come un anno fa, la risposta delle “istituzioni” non si è fatta attendere e, come succede ormai quotidianamente per gli sfratti, manganelli e cariche violente sono stata la risposta.

Nel corso di questa lunga mattinata di resistenza gli studenti e le studentesse fermate vengono rilasciati a poco poco, mentre per due di loro è stato convalidato l’arresto.

Come Collettivo Prendocasa esprimiamo tutta la solidarietà ai feriti, ai fermati e ai resistenti, che più volte abbiamo visto a fianco delle famiglie e dei singoli, a fronteggiare la violenza dei manganelli della polizia, per resistere agli sfratti.

La lotta e la resistenza pagano e prima o poi ci riprenderemo tutto!

Rilanciamo l’appuntamento per questa sera alle 20,30 in piazza Santa Giulia per la fiaccolata in solidarietà con i fermati e i feriti.

Quello che ci togliete noi ce lo riprendiamo!

Pablo e Paul liberi subito!