Contro i pignoramenti delle banche

resistiamo agli sfratti!

Oggi 17 luglio, siamo qui per difendere l’ennesimo sfratto figlio della crisi e della speculazione delle banche con la complicità delle Istituzioni.

Pietro e la sua famiglia vivono, qui in Falchera dal 2005 nella casa che hanno acquistato in Via delle Querce 29.

Per comprarla hanno stipulato un mutuo con la Banca Mediolanum, che li ha convinti ad accettare una proposta a tasso variabile. Dai 400 euro mensili di mutuo la famiglia di Pietro in brevissimo tempo si è trovata a dover pagare 1000 Euro al mese.

A causa della crisi il lavoro da piccolo artigiano di Pietro è diminuito e sua moglie è stata licenziata, di fronte all’impossibilità di pagare una rata così alta hanno provato a rinegoziarla con la Banca, ma l’unica risposta ricevuta è stata lo sfratto e la vendita coatta all’asta della casa. La banca recupererà così tutto il suo credito e la famiglia di Pietro perderà tutti i propri risparmi e la propria casa.

La famiglia di Pietro è entrata così a far parte di quelle 3600 famiglie che quest’anno a Torino hanno subito o subiranno un provvedimento di sfratto.

È sempre più estesa, infatti l’emergenza abitativa che colpisce Torino, frutto di una mala gestione delle istituzioni locali, che come unica risposta attuano una politica di privatizzazioni, svendita del patrimonio pubblico, taglio dei posti di lavoro e impoverimento dei servizi pubblici.

A Torino, grazie alle politiche del Comune e del sindaco Fassino, sono stati smantellati tutti i servizi a sostegno dell’abitare, esistono migliaia di case ATC vuote che stanno ormai cadendo a pezzi e che non vengono assegnate, mentre le famiglie che hanno diritto alla casa popolare nella migliore delle ipotesi devono aspettare anni.

In questo contesto sono sempre più forti ed estese le speculazioni di banche e palazzinari che si arricchiscono alle spalle di chi sta pagando gli effetti di questa crisi.

Di fronte alla continua assenza di politiche sociali, all’immobilità delle istituzioni di fronte alla crescita di sfratti, di cui Torino ne è la capitale, all’incapacità politica di garantire il diritto all’abitare che è sempre più spesso trattato come un mero problema di ordine pubblico, siamo convinti che l’unica risposta sia la resistenza!

 

La casa è un diritto, quello che ci tolgono ce lo riprenderemo!

 

Lo sportello casa è aperto tutti i martedì dalle 19.30 alle 21 presso il centro sociale Askatasuna in corso Regina Margherita 47 a Torino.

CELL.+39 327/3569208

 

prendocasa-torino.noblogs.org       prendocasa-torino@autistici.org

Torino. #15Giugno, riprendiamoci la città!

#15giugnoCorteo contro sfratti e speculazioni, per il diritto all’abitare!

Contro la crisi e le politiche di austerità, riprendiamoci la città! La dignità ne si sfratta ne si sgombera!

#15GiugnoRiprendiamociLaCittà

Nel corso dell’ultimo paio d’anni sono cresciuti fino a diventare appuntamenti quasi quotidiani i picchetti e le iniziative contro gli sfratti e i pignoramenti. Si sono moltiplicate le nuove occupazioni abitative che hanno coinvolto e visto protagonisti nuclei familiari, anziani soli, giovani precar*, student* e rifugiati politici espulsi dal circuito del business dell’emergenza nord Africa.

D’altronde le cifre della “questione casa” nella nostra città parlano da sole: poco meno di 4mila le persone sfrattate senza una casa, poco meno di 50mila gli appartamenti vuoti nella nostra città; circa un migliaio le case popolari che potrebbero essere sistemate e assegnate, invece che lasciate vuote, protette da serrature sempre più blindate che la polizia municipale installa su ordine di ATC.
Le istituzioni, primo fra tutti il Comune di Torino, non perdono occasione per dimostrare ancora una volta la loro inconsistenza: parlano di legalità per non assumersi le proprie responsabilità politiche, e ogni volta che famiglie, uomini, donne e bambini senza casa si impossessano di un edificio abbandonato, gridano allo scandalo e invocano soluzioni di ordine pubblico. Intanto lasciano a marcire l’edilizia popolare, e tramite società di cartolarizzazione e fondi immobiliari speculativi il Comune continua a vendersi parti sempre più considerevoli di patrimonio immobiliare pubblico, per coprire la voragine che il grande evento olimpico ha aperto nelle casse comunali. Crescono disoccupazione e precarietà, e accettare un lavoro a qualsiasi condizione è per molt* un ricatto quotidiano. Anche l’accordo siglato pochi giorni fa dai sindacati confederali appare piegato ad una logica di co-gestione della crisi e quindi ad una volontà di subordinare gli interessi delle classi precarie e subalterne a quelli del capitale e dell’impresa.

A questo si oppongono le lotte per il diritto all’abitare, alla casa, alla difesa dei beni comuni, sempre più protagoniste in diversi quartieri della nostra città  e che sono uno dei pochi argini alla crisi economica che stanno pagando solo quei settori sociali subalterni che certamente non hanno la responsabilità di averla prodotta. Sono lotte importanti perché partendo dall’auto-organizzazione rappresentano una risposta concreta alla precarietà e a quella difficoltà ormai diffusa di arrivare alla fine del mese. Attraverso l’occupazione di stabili pubblici e privati, le lotte per il diritto all’abitare focalizzano il conflitto sul terreno della riappropriazione diretta, dimostrando una possibilità reale di liberare la vita dalle politiche di austerità e di riconquistare parte del reddito di cui veniamo quotidianamente derubati.

Anche nella nostra città come nel resto del paese ci troviamo a dover fronteggiare politiche che hanno favorito soltanto gli interessi dei grandi proprietari immobiliari, con un’edilizia residenziale pubblica ridotta all’osso, con la svendita di case e palazzine pubblici, con le truffe del cosiddetto housing sociale.

Tutto questo mentre l’intera gestione del territorio e dell’urbanistica provoca ogni giorno un vero e proprio saccheggio della città, dove gli spazi pubblici sono sempre di meno e dove i grandi gruppi immobiliari vanno a braccetto con i soliti Banca Intesa e Unicredit per continuare a costruire case che quasi nessuno avrà i soldi per comprare. La salvaguardia del territorio spetta a noi opponendoci alla cementificazione selvaggia che sottrae territorio per dare spazio ad opere inutili che invece di migliorare le nostre vite le peggiorano.

Crediamo dunque che le questioni sul piatto siano molte, e che le vicende degli ultimi mesi impongano di allargare ragionamenti e prospettive per mettere in comune pratiche di lotta e resistenza per il diritto alla casa insieme alle varie vertenze che prendono vita nella nostra città.

Spazi Occupati Zona San Paolo, Pietra Alta Occupata, Ex Moi Occupata – Comitato di Solidarietà, Verdi15Occupata, Sportello Casa Zona San Salvario, Progetto PrendoCasa To, ASIA Usb To,  Movimento Rifugiati e Migranti, USB To, CUB To, Confederazione Cobas To, SICobas To, Comitato Cantieristi, Comitato SniaRischiosa, Operatori Sociali Non Dormienti, Riscossa Proletaria, Comitato quartiere Vanchiglia, Coordinamento Asti-Est e famiglie occupanti, Progetto PrendoCasa Chieri, CSOA Gabrio, Network Antagonista Torino, PRC-RifondazioneComunista, Giovani Comunisti, CSP Partito Comunista, Sinistra Critica Torino

Per adesioni: riprendiamoci_lacitt@yahoo.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Sabato 15 Giugno 2013 – Ore 16 – Corso Marconi ang. Via Madama Cristina – Torino

* Contro sgomberi e pignoramenti

* Blocco degli sfratti e affitti calmierati

* Requisizione degli alloggi sfitti

* Per un ritorno all’edilizia residenziale pubblica (ERP)

* Contro le speculazioni edilizie e la svendita del patrimonio pubblico

* Per la vivibilità dei territori

* In difesa delle case occupate

*Per il diritto alla residenza negli stabili occupati

*Reddito per tutti e tutte

Per un corteo cittadino per il diritto alla casa, contro sfratti e speculazioni

Nel corso dell’ultimo paio d’anni sono cresciuti fino a diventare appuntamenti quasi quotidiani i picchetti e le iniziative contro gli sfratti e i pignoramenti. Si sono moltiplicate le nuove occupazioni abitative che hanno coinvolto e visto protagonisti nuclei familiari, anziani soli, giovani precar*, student* e rifugiati politici espulsi dal circuito del business dell’emergenza nord Africa.

D’altronde le cifre della “questione casa” nella nostra città parlano da sole: poco meno di 4mila le persone sfrattate senza una casa, poco meno di 50mila gli appartamenti vuoti nella nostra città; circa un migliaio le case popolari che potrebbero essere sistemate e assegnate, invece che lasciate vuote, protette da serrature sempre più blindate che la polizia municipale installa su ordine di ATC.

Le istituzioni, primo fra tutti il Comune di Torino, non perdono occasione per dimostrare ancora una volta la loro inconsistenza: parlano di legalità per non assumersi le proprie responsabilità politiche, e ogni volta che famiglie, uomini, donne e bambini senza casa si impossessano di un edificio abbandonato, gridano allo scandalo e invocano soluzioni di ordine pubblico. Intanto lasciano a marcire l’edilizia popolare, e tramite società di cartolarizzazione e fondi immobiliari speculativi il Comune continua a vendersi parti sempre più considerevoli di patrimonio immobiliare pubblico, per coprire la voragine che il grande evento olimpico ha aperto nelle casse comunali.

Queste lotte sempre più protagoniste in diversi quartieri della nostra città sono uno dei pochi argini alla crisi economica che stanno pagando solo quei settori sociali subalterni che certamente non hanno la responsabilità di averla prodotta. Sono lotte importanti perché partendo dall’auto-organizzazione rappresentano una risposta concreta alla precarietà e a quella difficoltà ormai diffusa di arrivare alla fine del mese. E certo non si tratta di lotte esclusivamente rivendicative: attraverso l’occupazione di stabili pubblici e privati, le lotte per il diritto all’abitare focalizzano il conflitto sul terreno della riappropriazione diretta, dimostrando una possibilità reale di liberare la vita dalle politiche di austerità e di riconquistare parte del reddito di cui veniamo quotidianamente derubati.

Per questo le occupazioni sono fastidiose per chi governa questa città: perché con la loro semplice presenza testimoniano che esiste la possibilità di organizzarsi, mettere in piedi una rete di solidarietà, opporsi concretamente agli sfratti, e garantirsi collettivamente una casa in cui vivere. Perché la loro presenza ostacola progetti speculativi, e la loro esistenza fa emergere con forza e rabbia la questione della casa a Torino.

Anche nella nostra città come nel resto del paese ci troviamo a dover fronteggiare politiche che hanno favorito soltanto gli interessi dei grandi proprietari immobiliari, con un’edilizia residenziale pubblica ridotta all’osso, con la svendita di case e palazzine pubblici, con le truffe del cosiddetto housing sociale.

Tutto questo mentre l’intera gestione del territorio e dell’urbanistica provoca ogni giorno un vero e proprio saccheggio della città, dove gli spazi pubblici sono sempre di meno e dove i grandi gruppi immobiliari vanno a braccetto con i soliti Banca Intesa e Unicredit per continuare a costruire case che quasi nessuno avrà i soldi per comprare. La salvaguardia del territorio spetta a noi opponendoci alla cementificazione selvaggia che sottrae territorio per dare spazio ad opere inutili che invece di migliorare le nostre vite le peggiorano.

 Crediamo dunque che le questioni sul piatto siano molte, e che le vicende degli ultimi mesi impongano di allargare ragionamenti e prospettive per mettere in comune pratiche di lotta e resistenza per il diritto alla casa insieme alle varie vertenze che prendono vita nella nostra città.

 Per questi motivi proponiamo un incontro pubblico di avvicinamento al corteo cittadino del 15 giugno per il diritto alla casa e all’abitare, contro sgomberi e pignoramenti, blocco degli sfratti e affitti calmierati, per un ritorno all’edilizia residenziale pubblica (ERP), contro le speculazioni edilizie e la svendita del patrimonio pubblico in difesa delle case occupate, per il diritto alla residenza negli stabili occupati.

Lunedì 3 giugno ore 21 al Centro di Incontro San Salvario in via Lombroso 16 Torino

Spazi Occupati zona San Paolo – Sportello casa zona San Salvario – Progetto PrendocasaTorino – USB – Verdi15Occupata – ExMoi – Comitato di Solidarietà con Rifugiati e Migranti – Pietra Alta Occupata – Movimento Migranti Rifugiati – Asia Torino

La casa è un diritto, resistiamo agli sfratti!

13-03-2013-17

LA CASA E’ UN DIRITTO, RESISTIAMO AGLI SFRATTI!

Oggi 16 aprile, un ennesimo sfratto sta per colpire Torino: è il caso di Angela, dal 2006 residente al diciannovesimo piano di questa torre di 22 piani in via Orvieto 8.

 

Angela è in cassa integrazione dalla fabbrica per cui lavora, ha due figli e ad un certo punto non è più riuscita a pagare l’affitto, anche perché il suo era un affitto particolare: infatti dai 350 euro che pagava con il contratto con Locare è passata a pagarne più di 600 perché il proprietario di casa, impresario dell’immobiliare ‘Pianel’, si è via via inventato spese condominiali da far pesare sui condomini, gli stessi sui quali ha anche tentato di far ricadere l’Imu, come profeticamente aveva annunciato in un’intervista su “Repubblica” dell’anno scorso in cui aveva dichiarato che una parte dell’IMU poteva farla ricadere sugli inquilini! Presto fatto molti abitanti delle 3 torri, tra cui Angela, si sono visti addebitare costi non giustificati che probabilmente rientrano nel conteggio dell’IMU che l’arzillo palazzinaro ha cercato con furbizia di far pagare ai condomini!

 

Alla prima richiesta di sfratto Angela si è rivolta al comune,tentando anche di mettersi in contatto con vari assessori per denunciare le truffe del proprietario e cercando una soluzione alla propria situazione di emergenza; la risposta le è finalmente arrivata dopo essere stata rimpallata da un ente all’altro: precario ricovero in una struttura tipo casa-albergo per la quale avrebbe dovuto pagare una affitto di 400 euro al mese, su 500 suoi di stipendio mensile!

 

Ad un suo rifiuto e con la scusa di questo suo reddito minimo, ad Angela è stata anche negata la richiesta per la casa popolare, nonostante le migliaia di appartamenti vuoti, ed ora sta per essere messa in strada con i suoi figli nel disinteresse generale.

 

Presa tra i ciechi interessi privati di proprietari che speculano sulle disgrazie altrui e un’amministrazione comunale incapace di proporre alternative e garantire diritti e servizi ai cittadini, Angela ha deciso di non disperarsi ma di alzare la testa e resistere allo sfratto.

 

Quella di oggi é la sua quarta resistenza, tutte portate a termine con la determinazione di chi sa che togliendo la casa si toglie un diritto, e che la morosità non è reato, perché quei debiti non sono suoi, ma di chi l’ha messa in condizione di non poter vivere dignitosamente.


E allora che il suo caso sia d’esempio, alziamo la testa contro gli sfratti, teniamoci stretta la casa e la dignità!

E se non ce le date ce le riprenderemo!

Mercoledì 13 Marzo Resistenza allo sfratto in Via Orvieto 8. Noi stiamo con Angela!

sfratti Il caso di Angela, davanti al quale ci troviamo di fronte, è l’ennesimo esempio della situazione che un numero sempre maggiore di uomini e donne si trova a fronteggiare.

Quello di Via Orvieto 8 è un palazzone di 22 piani interamente di proprietà di un dirigente d’impresa, un vero e proprio strozzino che noncurante del peso della crisi che le persone sono quotidianamente costrette a pagare pensa bene di approfittare ancora aumentando negli anni gli affitti ed esigendo spese condominiali esorbitanti per servizi di cui i condomini non vedono nemmeno l’ombra; un palazzinaro già denunciato poiché cercò di far pagare l’IMU agli inquilini del palazzo, dove già sono avvenuti altri sfratti per morosità.
E’ in questo scenario che si connota il caso di Angela, operaia cassaintegrata con gravi problemi di salute e due figli a carico, che si è trovata impossibilitata nel pagare ancora un affitto troppo alto. Successivamente alla sua ingiunzione di sfratto nel Novembre 2011 nonostante il suo reddito minimo le è stata negata l’emergenza abitativa a causa delle norme fissate che impongono un calo del reddito certificato pari o inferiore al 50% del reddito precedente, condizione che difficilmente si viene a verificare, lasciandola nella condizione di cercare di andare incontro al proprietario del palazzo continuando a versare fino a Maggio con sacrificio quello che le era possibile, senza ovviamente ottenere risultato.

Il 27 Febbraio Angela ha subito il secondo accesso da parte dell’ufficiale giudiziario; dopo la vigliaccheria di chi guadagna sulle spalle delle persone speculando sulla casa, seguono le bugie delle istituzioni, che in quella giornata ha rinviato lo sfratto di soli 15 giorni, al 13 Marzo, col contentino di un “progetto” pensato per lei da parte del comune, che altro non è che la sistemazione in una casa-albergo che Angela dovrà comunque pagare.

Noi non accettiamo lo strozzinaggio di figuri interessati più all’ opulenza delle proprie tasche che alla dignità della persona, noi non ci stiamo ai ricatti di un’amministrazione comunale troppo occupata nella costruzione di opere fatiscenti e inutili che non al far sì che la città sia a misura dei bisogni di chi la città la vive.
Per questo invitiamo tutti e tutte assieme a noi Mercoledì in Via Orvieto 8, al fianco di Angela, a resistere!

La casa è un diritto, e se non ce la daranno, ce la prenderemo!

Collettivo Prendocasa Torino