Appello per un’assemblea cittadina

Ogni lunedì, a Torino, operai, maestre, docenti, autisti, operatori
sociali, genitori, studenti, disoccupati, comitati spontanei,
sindacati di base, cittadini indignati si radunano, a turno, sotto il
Comune di Torino.
Ogni lunedì, sempre a Torino, si svolge un consiglio comunale a porte
chiuse, spesso protetto dalle forze dell’ordine, sempre sordo alle
istanze e richieste che i cittadini torinesi portano in quella piazza
e nelle strade della città.

Ci avevano raccontato che questa crisi era passeggera, che il buon
governo l’avrebbe spazzata via ed ancora oggi i media provano a
raccontarci che Torino ha un buon governo.
Ma l’andare del tempo ed il susseguirsi di misure inique, di tagli
sconsiderati, di investimenti folli, hanno messo in ginocchio questa
città, le fasce più deboli della popolazione ed, oramai, mettono a
repentaglio la tenuta di ampi strati di popolazione.
Mentre la città veniva letteralmente (s)venduta da Chiamparino &Co.
alla banca S.Paolo, assieme ai quattrini si smantellava
progressivamente l’intero sistema di welfare che, grazie
all’impegno ed alle lotte di tanti, si era riuscito ad ottenere sul
territorio torinese.
Sussidi, assistenza socio-sanitaria, istruzione, edilizia popolare,
borse di studio, e tutto il comparto welfare, ovvero la possibilità
reale, pubblica, di sopportare le fatiche e il dramma di questa crisi,
vengono smantellati attraverso tagli e ridimensionamento della
cosiddetta spesa pubblica.
Tutto questo mentre scuole e ospedali cadono a pezzi, mentre si
prevedono oltre 100.000 disoccupati tra il 2012 ed il 2013, mentre
Torino diventa la capitale nazionale degli sfratti per morosità.

Ma di tutto questo, chi comanda Torino, pare non preoccuparsi.
Il sindaco Fassino continua imperterrito a tessere le lodi di questa
amministrazione, l’amministratore delegato Passoni continua sereno
ad operare tagli ai servizi senza la benché minima opposizione
politica, Chiamparino è oggi il tronfio presidente della Fondazione
S.Paolo che decide ed orienta le politiche di sviluppo cittadino e la
sua banca di riferimento continua a stabilire le politiche economiche
di Torino in barba ad ogni parvenza di democrazia.

C’è un’altra faccia della medaglia, però. La scorsa primavera con le
mille vertenze, lo scorso primo maggio con la cacciata del sindaco,
hanno dimostrato che esiste un’altra città, attraversata da
centinaia, migliaia di persone che hanno deciso di non abbassare la
testa e di non accettare passivamente il quotidiano saccheggio della
propria vita.

Esiste un’altra Torino che vede aldilà della disperazione, della
sofferenza e della disillusione; che si riconosce in quelle piazze che
da Madrid ad Atene, dalla Tunisia agli Stati Uniti, reclamano a gran
voce diritti e giustizia sociale per tutti e tutte; che sa di far
parte di quel 99% calpestato dall’ingordigia dell’1%; che vuole
riappropriarsi dei propri bi-sogni e del proprio futuro.

E’ a questa parte di città, a queste donne e uomini, che rivolgiamo
l’appello a partecipare ad un’assemblea cittadina per mettere in
relazione esperienze singole e collettive di resistenza all’austerity.
Un primo momento per confrontarsi in vista delle mobilitazioni europee
e nazionali, un’occasione per pensare una rete sociale metropolitana
contro la crisi.

GIOVEDI’ 8 NOVEMBRE 2012- ORE 21.00 @ Convitto Umberto I – Via Bligny 1, Torino

Resistere agli sfratti, difendere i diritti

Siamo arrivati al terzo accesso per Antonio ed Emanuela,che vivono nell’appartamento di via mercadante 102 dal 2010 insieme ai loro tre bambini. Qualche anno fa avevano comprato una casa, ma poco dopo a causa della crisi cambiano le cose e lo stipendio di Antonio non è più sufficiente per pagare il mutuo. Decidono di vendere la casa ed i mobili. I soldi ricavati dalla casa servono per estinguere il mutuo, quelli dei mobili per la caparra della casa in affitto e le spese del trasloco.

Antonio ed Emanuela si fidano del nuovo acquirente che deve stipulare in fretta il nuovo mutuo, in questi tempi di crisi è difficile vendere un immobile. Così firmano l’atto notarile in cui nell’importo totale è stato inserito anche il valore dei mobili ( pattuito con un accordo verbale) che una nota del notaio dichiara come somma da restituire all’acquirente. Il nuovo acquirente fa una causa e la vince e la scorsa estate il conto in banca di Antonio viene bloccato e gli viene detratto 1/5 dello stipendio. A luglio la padrona di casa, che possiede vari appartamenti in Torino, presenta il conto del conguaglio e di altre spese di sua competenza.

Nonostante le sia fatta presente la difficile situazione è irremovibile. Così arriva lo sfratto, nonostante per un anno e mezzo abbiano sempre pagato l’affitto con regolarità. Antonio ed Emanuela percorrono immediatamente tutte le vie istituzionali, ma di fronte ad una famiglia monoreddito con tre bambini ed un quarto in arrivo l’emergenza abitativa valuta che la situazione non è abbastanza critica per poter intervenire. De simone, responsabile dell’emergenza abitativa dirotta la famiglia verso un trafila interminabile attraverso associazioni ed enti che si conclude con un nulla di fatto.

Le istituzioni non avendo risposte concrete, come al solito tentano di trasformare il problema abitativo in un problema sociale paventando l’intervento dell’assistenza sociale e la divisione del nucleo familiare. Ma questa famiglia non ha nessun problema, come attesta una lettera delle stesse assistenti sociali. Questa storia rende evidente una volta di più gli effetti della politica “sociale” del Comune di Torino e di Fassino. Il Comune sta svendendo il patrimonio pubblico (caserme, palazzi, terreni) per ripagare il debito da loro stessi creato, ridistribuire in termini di ricchezza sociale sul territorio. L’agenzia comunale tc, mantiene così come i vari palazzinari e speculatori dell’edilizia, centinaia di alloggi sfitti facendo crescere smisuratamente le liste di attesa per un alloggio popolare.

La mancanza di una politica seria di risposta all’emergenza abitativa che colpisce la nostra città, il taglio continuo del welfare, dei servizi e la privatizzazione degli asili nido sono i tratti distintivi della politica di Fassino e del Comune.

Convinti che la casa sia un diritto l’unica via percorribile è quella della lotta e della resistenza allo sfratto.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare numerosi alla difesa dello sfratto di Antonio ed Emanuela.

Naturalmente saremo lì fin dalle prime ore del mattino.

Appuntamento martedì 17 luglio in via mercadante 102, Torino

 

Ascolta Valentina di Prendocasa

http://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2012/07/sfratto.mp3">sfratto

Cena benefit Luca

Luca è stato arrestato il 26 gennaio insieme ad altri notav per aver difeso la nostra terra e il nostro futuro. Per questo motivo pochi giorni fa è stato licenziato dalla cooperativa per cui lavorava.

Luca è un partigiano, il 25 aprile è la sua festa.

Cena benefit Luca . Liberi tutti

25 Aprile 2012 al Centro sociale Askatasuna

Luca Libero, Liber* tutt*!

Serata Jam Session Jazz Benefit Luca Cientanni.
Luca Libero! Liberi Tutti!
Luca è stato arrestato il 26 gennaio insieme a molte decine di persone per l’operazione contro i NOTAV ordita dal Procuratore di Torino Caselli.
Al momeno si trova al carcere di Ivrea per scrivergli lettere o telegrammi:
Luca Cientanni
Casa Circondariale di IVREA. corso Vercelli, 165 -10015 IVREA (TO) tel. 0125-614311.

per gli altr* notav arrestati vedi:
http://www.notav.info/arresti-notav/

In occasione del suo compleanno il modo migliore per stargli vicino e portargli la nostra solidarietà:

lotta giusta, tavoli inutili

Interessante appuntamento si è tenuto oggi (15/02) presso la sede della circoscrizione 3 di Torino. In occasione di un consiglio di circoscrizione aperto con la presenza dell’assessore alle politiche sociali Elide Tisi, lo sportello casa di Zona San Paolo ha organizzato un presidio fuori dalla circoscrizione con successiva partecipazione al consiglio.
Qui sono state lette tutte la ragioni degli occupanti di via Muriaglio e non solo con richiesta di formalizzazione dei contratti elettrici e dell’acqua. Si sono succeduti nomerosi interventi dei consiglieri in risposta alle problematiche poste soprattutto in relazione alla crisi ed in risposta ad un ordine del giorno della consigliera del movimento 5 stelle che in sostanza porponeva un tavolo tra istituzioni ed occupanti per la soluzione di queste problematiche.Davvero divertente è stato ascoltare tutti gli interventi di comprensione (ovviamente in tono commiserativo) dal tono retorico del  “siamo tutti nella stessa barca” che quasi tutti i consiglieri intervenuti hanno mantenuto per poi ovviamente mostrare la loro faccia al momento del voto: l’odg è ovviamente stato respinto!

Ancora una volta le istituzioni mostrano la loro faccia, sempre pronte a spendere bella parole di comprensione ma, quando si tratta di fare qualche piccolo gesto concreto (concedre la residenza, formalizzare un contratto della luce o dell’acqua) ancor più pronte a ritirarsi. Inutlie dire che la riunione si è conclusa nella rabbia generale dei presenti con i consiglieri fatti uscire in fretta e furia da un’uscita laterale sotto pioggie di insulti.

Ancora una volta è emerso chiaramente a cosa servono i tavoli di trattativa quando chi vi siede è sordo, ad essere ribaltati…

 

Di seguito il comunicato letto in apertura:

Vogliamo dedicare questa giornata di rivendicazione a Mumbi, un compagno del centro sociale Gabrio, che oggi avrebbe dovuto essere qui con noi, ma si trova dietro le sbarre di una galera, per aver preso parte con generosità alle lotte che vedono come protagoniste persone che vivono e pagano sulla propria pelle il prezzo della crisi, delle speculazioni e che difendono la propria terra ed i propri diritti.

Ci presentiamo: siamo alcuni membri dello Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo ed una delegazione di famiglie che hanno occupato qualche mese fa la palazzina, chiusa da oltre 30 anni, di via Muriaglio 11.

Lo Sportello è nato circa 3 anni fa, dall’esigenza concreta di sostenere una famiglia che rischiava di perdere la casa senza avere la possibilità di trovare una soluzione abitativa alternativa. E da allora lo Sportello ha incontrato centinaia di famiglie, tutte accomunate da un solo problema: la crisi determina la perdita del posto di lavoro e di qua l’impossibilità di pagare l’affitto e il conseguente sfratto.

Quando viene notificato lo sfratto, le famiglie sono costrette a compilare moduli, trovare documenti e tutto risulta inutile, l’emergenza abitativa risulta un miraggio. Delle oltre 3500 famiglie sotto sfratto lo scorso anno, neppure 200 hanno trovato una risposta. Troppo spesso vengono impiegate soluzioni costose e inadeguate per le persone: penso alle camere di albergo, soluzione tra le più utilizzate, prive di bagno e cucina, in cui la famiglia viene divisa, soluzione che costa al Comune sino a 1200 euro al mese. Sappiamo che anche i bandi per l’assegnazione di case popolari recentemente usciti, sono solo un’ulteriore illusione per tutti coloro i quali si affrettano e ripongono fiducia nella compilazione dei moduli. La possibilità di ottenere una casa è paragonabile alla vincita alla lotteria, ma la partita in gioco è ben diversa…

Lo Sportello Diritto alla Casa, non è il solo presente sul territorio torinese: gli sportello, la pratica della resistenza agli sfratti e le occupazioni abitative si stanno moltiplicando, quale segno di una presa di coscienza dei singoli. Solo in questo quartiere negli ultimi anni sono nate 3 occupazioni abitative: casa bianca, via Revello 34 e Via Muriaglio 11. Queste occupazioni sono state la risposte concreta di chi è stato abbandonato da chi avrebbe, al contrario, dovuto fornire delle soluzioni che tengano in considerazione la dignità di ognuno.

Più volte abbiamo chiesto un segnale alle istituzioni. È recente l’incontro con l’Assessora Tisi, incontro che non ha trovato alcuna possibilità di apertura. Secondo l’Assessora un’occupazione rappresenta l’illegalità e ciò risulta preclusivo rispetto all’apertura di un dialogo. Ma dove risiede la legalità nel lasciare famiglie e bambini in mezzo ad una strada? Perchè la legalità risiede solo negli strumenti che si utilizzano per reprimere la lotta? Ben abbiamo presente lo sgombero di Peppe. In quell’occasione un centinaio di agenti hanno, con la violenza, restituito l’immobile nelle mani del proprietario, un palazzinaro che aveva fatto la sua fortuna, per anni, anche con l’affitto di Peppe. Ciò che risulta particolarmente imbarazzante, è come una questione di ordine di carattere puramente sociale, è stata trattata alla stregua di una questione di ordine pubblico da risolvere con l’intervento di ingenti forze dell’ordine e manganelli. Questo il concetto di legalità delle istituzioni: riportare l’ordine delle cose, quale monito a tutti coloro i quali osano ribellarsi ed alzare la testa. Un dubbio ci sorge spontaneo: anche l’occupazione di via Muriaglio, oggi abitata da oltre 15 famiglie e 20 bambini, verrà gestita come lo sfratto di Peppe, per restituire il palazzo ai legittimi proprietari affinchè lo possano tenere chiuso per altri 30 anni?

Il vostro concetto di legalità contro il nostro. Se la legge per voi consiste nell’usare la forza e la violenza, per noi la giustizia sarà sempre guardare negli occhi le persone e lottare al loro fianco per l’ottenimento di una vita dignitosa.

CONTRO LA VENDITA ALL’ASTA DELLA CASA DI PATRIZIA

Da oltre un anno seguiamo la vicenda di Patrizia e delle sua famiglia su cui si sta effettuando una speculazione immobiliare ben orchestrata e diretta.

Un passaggio fondamentale è ovviamente quello della messa all’asta della casa che legittimerà il nuovo proprietario a chiedere lo sfratto con maggior forza (ad oggi gestito dal curatore dell’asta).

Ci sembrava quindi importante denunciare  questi passaggi e far vedere ai possibili nuovi acquirenti le conseguenze delle loro scelte dettate dall’unica volonta di risparmiare ( nel caso di privati) o molto più probabilmente di speculare (nel caso di agenzie immobiliari.

L’appuntamento per tutti e tutte è quindi per:

Giovedì 14 arpile 2011

via pietro micca 9 – Torino

ore 10:00

 

 

 

 

 

Dibattito con Elkartzen su occupazione delle case scopo abitativo

All’interno  della settimana internazionale in solidarietà con il popolo basko presso il centro sociale Askatasuna in corso Regina margherita 47 Torino, il giorno

Sabato 19 febbraio alle ore 17:00

ospiteremo un compagno Elkartzen (movimento basco a favore dei dirtti sociali) che ci parlerà del movimento di occupazione delle case a scopo abitativo che hanno in Euskal Herria. A seguire aperitivo.

Questa una traduzione  (parziale) di come Elkartzen si presenta sul suo sito:
“Elkartzen nasce nei Paesi Baschi nel 2000. Il nostro obiettivo è che siano riconosciuti i diritti sociali basilari per tutte le persone che vivono nei Paesi Baschi, ossia il diritto ad avere un lavoro, il diritto a un reddito minimo e il diritto all’abitare.
Elkartzen è un movimento sociale a favore dei diritti sociali. Nacque nel 2000 ma non nacque per caso. Precedentemente, nel dicembre del 1996 si mise in marcia un’Iniziativa Legislativa Popolare con l’obiettivo di far approvare una Carta Sociale. Persone e piattaforme che si sono mosse intorno a questa iniziativa hanno pensato di continuare questa lotta, formando la Piattaforma Elkartzen.
Fanno parte della stessa diverse piattaforme (a favore dei diritti sociali, diritto all’abitare, contro il precariato, ecc.) così come persone a titolo individuale (disoccupati, militanti di diversi sindacati, ecc.)

Il nostro obiettivo è che siano riconosciuti i diritti sociali di base (diritto ad un lavoro, ad un reddito minimo e diritto all’abitare) per tutte le persone che vivono in Euskal Herria. Per questo chiediamo la partecipazione a diverse attività: conferenze, mobilitazioni, incontri, etc., per sensibilizzare la società e finire con i casi più eclatanti di sfruttamento. Per realizzare questo lavoro di sensibilizzazione e per rafforzare le relazioni tra persone e gruppi differenti, abbiamo realizzato questa pagina web. http://www.elkartzen.org/


Anche quest’anno Euskal Herriaren Lagunak (Amici e amiche dei Paesi Baschi) di Torino, parteciperà alla Settimana Internazionale in solidarietà con il popolo basco che giunge alla sua quinta edizione. Come ogni anno, i comitati Amici e amiche di Euskal Herria presenti in varie città italiane, europee e sudamericane, porteranno avanti iniziative atte a dimostrare da un lato la solidarietà nei confronti del popolo basco in lotta per l’autoderminazione e dall’altro per informare le varie realtà internazionali di movimento sul progetto politico che da anni ormai si sta portando avanti nei Paesi Baschi, un progetto per l’autodeterminazione e il socialismo attraverso la molteplicità di lotte presenti in Euskal Herria.

Per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare alle varie iniziative che gli Amici e amiche di Euskal Herria hanno costruito in soldarietà con il popolo basco che ancora pulsa e vive, dopo più di cinquant’anni in lotta.

Autodeterminazione ora! Diritti civili e politici per il popolo basco!*

Euskal Herriaren Lagunak Torino [Amici e amiche di Euskal Herria Torino]