Via Marsala: il giorno della vergogna

 
Ascolta l’intervista che abbiamo effettuato come prendocasa torino a Marri:
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Alla fine, politica e forze dell’ordine della città pisana hanno
raggiunto il loro tanto agognato obiettivo: lo sgombero della palazzina
di via Marsala, occupata da una decina di famiglie in emergenza
abitativa.
Ma certo, questa storia non finirà qui..!

Per legittimare l’atto indegno, hanno utilizzato tutta la panoplia dei
mezzi al servizio della disinformacija: diffamazioni, criminalizzazione,
ritratti a tinte fosche degli occupanti e dei loro sostenitori, fino
alla pura e semplice menzogna.  E così, chi ha subito l’offesa sparisce
mentre sale in primo piano l’ "aggressione"  (nei fatti inesistente9 ad
un sindaco che ha brillato per inefficacia e incapacità d’intervento
nella città che amministra.

Lo sgombero dell’immobile di proprietà della famiglia Pampana è in atto
dalle 6 di questa mattina. Dopo l’arrivo di numerosi blindati e di un
ingente schieramento di forze dell’ordine, le famiglie che da due mesi
occupavano lo stabile hanno lasciato le abitazioni. L’edificio posto
sotto sequestro, uomini donne e bambini in mezzo alla strada.

Dai giornali locali, una breve cronaca della "grande operazione di
legalità":

08:50 I sigilli sono stati posti ovunque. Nel
frattempo le famiglie hanno esposto uno striscione sulla Toscoromagnola
che recita: "Questa è la vostra legalità, otto famiglie in mezzo alla
strada!"
08:20 La polizia ha finito il sopralluogo e sta
ponendo i sigilli in tutti gli ingressi: l’immobile è sottoposto a
sequestro preventivo. Le famiglie continuano a rimanere per la strada
sulla Toscoromagnola, in attesa che qualcuno gli comunichi il da farsi.
Per le 11 è stata indetta una conferenza stampa in piazza Garibaldi.

Nel corso della giornata i/le redattori/trici di Infoaut/Pisa
aggiorneranno più compiutamente sui fatti…

Pisa:per via Marsala è il Giorno della Resistenza.

Fonte:Infoaut.org

[h 17:30] Tafferugli nel Palazzo del Comune.

E mentre continua senza sosta la difesa delle case di via
Marsala, una parte degli occupanti e dei compagni e delle compagne di
Prendocasa si sono spostati a palazzo Gambacorti, sede del Comune.
Momenti concitati all’interno dell’edificio: le forze dell’ordine hanno
provato ad impedire l’ingresso dei compagn* nella sala dove è riunita la
giunta comunale, tafferugli nei quali chiaramente i manifestanti hanno
avuto la meglio.
In questo momento è in corso l’occupazione della giunta comunale.



[h 16]
E’ lunga la giornata in via Marsala: continua l’assedio
delle forze dell’ordine alla palazzina, continua la resistenza degli
occupanti e dei solidali.
Diverse voci si sono rincorse durante la mattinata su un possibile
rinvio dello sgombero…soltanto voci!
L’unica cosa certa è la determinazione delle otto famiglie, che come più
volte avevano ripetuto nelle scorse settimane, non lasceranno le loro
case.
Ad oggi questa posizione è ancora più chiara: non c’è più spazio per le
prese in giro, le famiglie non si fanno intimidire dalle camionette e
dai reparti antisommossa.
Via Marsala Resiste!Via Marsala non si tocca!

 

[13:00] Solo la lotta paga!Sgombero rimandato di 48
ore per motivi di ordine pubblico e per motivi di salute degli
occupanti.
Nel frattempo sono molti gli abitanti del quartiere che si sono
avvicinati e hanno portato la loro solidarietà agli abitanti di via
Marsala.



[12:15]
Mentre l’assessore alle politiche abitative Zambito
conferma la sua infamia distaccandosi, in un’intrevista, da quanto sta
accadendo in Via Marsala e sottolineando che il comune ha fatto quanto
poteva, il presidente della Regione Toscana Rossi si sta mettendo in
contatto con il prefetto: vista la determinazione di quanti sono
presenti in via Marsala, per questioni di ordine pubblico, si tenta di
trovare altre vie risolutive diverse da quelle dell’uso della forza.
In prefettura è riunito in questo momento il tavolo per l’ordine
pubblico e la sicurezza: a quanto pare nessuno si può più nascondere, è
il momento delle prese di responsabilità, è il momento di additare i
colpevoli di una situazione abitativa disastrosa in città.
Intanto gli occupanti e i solidali hanno lanciato un pranzo
sulla Toscoromagnola per le 13:30
, invitando tutti e tutte a
partecipare, portando la propria attiva solidarietà alle otto famiglie.



[11.30]
Il Dott. Serravalle ha visitato alcuni degli occupanti
certificando la loro intrasportabilità per gravi problemi di salute.

Intanto sul posto è giunto il magistrato Mantovani che ha condotto le
indagini e firmato l’ordinanza di sgombero.
Nel frattempo pare che a livello regionale alcuni esponenti
istituzionali si stiano muovendo per cercare una soluzione che non
preveda l’entrata delle forze dell’ordine nello stabile. I tentativi di
contattare il comune cadono ancora nel nulla: irreperibili tutte le
segreterie e tutti gli assessori.
Cresce la rabbia degli occupanti sempre più determinati a difendere le
proprie case.

[10.15]Molti degli occupanti non possono essere
trasferiti per problemi di salute, in arrivo un medico per le
certificazioni.
Nel frattempo un esponente del Pd, abitante di Riglione, si è
avvicinato allo stabile mostrando totale disinteresse ponendosi in
continuità con l’ateggiamento dell’amministrazione comunale


[ore 10:00]
Via Toscoromagnola bloccata dalle forze dell’ordine
in tenuta antisommossa. I tentativi di contattare il comune lo vedono
latitante.



PISA
-Il quartiere di Riglione si è svegliato presto e
rumorosamente questa mattina: sono le 8:45 e diverse camionette della
polizia si avvicinano allo stabile di Via Marsala occupato il 13 marzo
scorso da otto famiglie.


Appare già chiara la determinazione degli occupanti a resistere: ritmi
che ricordano quelli No Tav di quest’inverno accolgono le forze
dell’ordine.

Un centinaio di solidali è già accorso nel cortile dello stabile.

Oggi è un giorno vergognoso per le istituzioni della città di Pisa: dopo
la farlocca presa di posizione del consiglio comunale del 15 aprile
scorso, durante il quale, a seguito dell’occupazione della sala da parte
di circa 150 persone, i consiglieri si sono espressi a favore del
blocco dello sgombero e si sono fatti promotori della ricerca di
possibili soluzioni alternative.

Le assessore al sociale e alle politiche abitative, in seguito, si sono
proposte come mediatrici per una trattativa con la proprietà. Sul tavolo
della trattativa non c’erano però solo gli interessi delle otto
famiglie, ma l’intento del comune di utilizzare questa lotta per dare
una concretezza a strumenti di mediazione abitativa che fin’ora non ha
avuto la capacità di applicare.

L’attuale situazione, con un ingente spiegamento di forze dell’ordine e
la volontà delle famiglie di resistere, non lasciano spazio ad alcuna
trattativa.

A Pisa oggi si palesa la fine della democrazia: la città è in mano agli
speculatori, ai tanti Pampana, ai quali il comune ha deciso di stringere
la mano usando come merce di scambio la vita di queste otto famiglie,
34 persone, 17 minori.

COMUNE VERGOGNA!PAMPANA VERGOGNA!

VIA MARSALA RESISTE!

 

                                                                                       
Ascolta Marri (Progetto PrendoCasa-Pisa)
 
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Asti:un mese di occupazione in via Allende

Il 10 Aprile 2010 sei famiglie e
la rete per il diritto alla casa hanno
sottratto all’abbandono e all’incuria un edificio di proprietà pubblica,
per
usarlo come domicilio e come luogo di incontro aperto a tutti coloro che
vogliono reagire alle ingiustizie di questa società.

Un gesto che abbiamo spiegato più volte è un gesto contro
l’immoralità del
lasciare inutilizzato un patrimonio pubblico a fronte dell’emergenza
casa e a
fronte del sempre più impattante consumo del suolo.

Da quella data storica è passato un mese e vogliamo raccontare
quest’esperienza, un ‘esperienza di condivisione e alternativa alla
crisi che
tutti noi viviamo, un’esperienza che sta facendo crescere la convivenza
tra
persone e che sta regalando anche motivi di riflessione a chi passa a
condividere un po’ del suo tempo in Via Allende.

Per questo celebreremo quella data con due appuntamenti che aprono
riflessioni su crisi attuali e passate, con amici che vengono da lontano
a
raccontarci un’ altra esperienza di lotta e ondivisione,
riappropriazione e
responsabilizzazione, un modo per mettere insieme idee e pratiche su
diritti e
lavoro.

Per questo motivo sia domenica e lunedì con l’assemblea aperta a
tutte le
realtà sociali sono appuntamenti importanti a cui non mancare.

A un mese dall’occupazione vogliamo raccontarvi la nostra esperienza e
confrontarci insieme sulle questioni del diritto al reddito e
all’abitare
attraverso due importanti appuntamenti in Via Allende:

– DOMENICA 9 MAGGIO

h 19.00Aperi-cena di
solidarietà

h 21.00Dibattito "Una
risposta ai diritti negati: l’esperienza delle fabbriche autogestite
argentine
".

Interverranno: Enrico Riboni (esperto
delle
fabbriche

autogestite argentine) e Reinaldo Gimenez
(operaio della

Zanon – Fa.SinPat., la più nota esperienza
di
autogestione).


LUNEDI’ 10 MAGGIO 

h 20.30Assemblea
aperta
a un mese dall’occupazione.

Presentazione del
cortometraggio su Via Allende e dibattito a seguire: bilancio e
prospettive
della nostra esperienza.

 

Pisa Resiste!800 in Corteo per il Diritto alla Casa

Fonte:infoaut_pisa
Si è da poco conclusa a Pisa la manifestazione che ha portato in Piazza
circa 800 persone: la Pisa che resiste ha sfilato alla vigilia
dell’anniversario della liberazione per opporsi allo sgombero di Via
Marsala e per rivendicare il diritto alla casa per tutti e tutte.

Alle 16 il concentramento in Piazza Sant’Antonio, nei pressi della
stazione centrale, prima tappa di un corteo che è andato a toccare
tutti i simboli della speculazione nella città toscana. Centinaia e
centinaia di persone hanno risposto attivamente all’appello di
resistenza lanciato dalle famiglie di Via Marsala: realtà politiche e
sociali, ma soprattutto occupanti di case, migranti, studenti
universitari, studenti medi, ultras in lotta contro i decreti
repressivi, lavoratori, famiglie sotto sfratto. Una composizione del corteo eterogenea ma accomunata dalla determinazione a non pagare la crisi.

Il corteo si è fermato davanti alla stazione, luogo simbolo delle
contraddizioni legate alla gestione securitaria del fenomeno
migratorio, dove ha raccolto attenzione e partecipazione dei presenti e
si è indirizzato verso Via Vespucci. Sei numeri civici di speculazione
immobiliare firmata Pampana vuoti da 20 anni: qui è stato appeso uno
striscione che recitava "Palazzo Pampana la vergogna di Pisa"; nel
frattempo diversi interventi dal microfono con i quali le famiglie di
Via Marsala hanno sottolineato la necessità di proseguire la campagna
contro lo sgombero all’insegna della denuncia dell’immenso patrimonio
immobiliare del palazzinaro Pampana. Campagna contro lo sgombero che fa
i conti con il potere massonico della proprietà, e con i tentativi di
delegittimazione degli occupanti messi in atto dalla repressione:
intimidazioni, bugie, infamie, accuse e pseudoindagini volte a
disgregare quella compatezza e solidarietà che in 45 giorni di
occupazione e decine di iniziative gli abitanti di Via Marsala hanno
creato intorno a loro, nel quartiere e nella città.

Seconda tappa del corteo gli immobili cartolarizzati degli enti
previdenziali. "Via Marsala resiste" si legge dai balconi di alcuni
appartamenti già occupati dal Progetto Prendocasa, a sottolineare la
solidarietà attiva di tutti gli occupanti e la resistenza collettiva ad
ogni speculazione che la città subisce.

Intorno alle 17:30 la manifestazione si ferma nei pressi dell’ex-cinema
Ariston, altro luogo della ristrutturazione immobiliare in senso
speculativo, ma anche obiettivo della riappropriazione del movimento:
Zona Autonoma Pisana ha ribadito la necessità di sottrarre terreno alla
rendita con l’occupazione di ogni spazio sfitto, come recentemente ha
fatto nella due giorni di riappropriazione del 26 e 27 marzo scorsi.

Sotto il Provveditorato agli studi il Collettivo Autonomo Studenti
Pisani è intervenuto rilanciando le parole d’ordine della Pisa che
Resiste, declinandola nella lotta per la riappropriazione dei saperi e
del diritto allo studio, contro la distruzione della scuola pubblica.

Dopo aver riempito di determinazione, di cori e slogan l’affollato
corso principale della città, i manifestanti hanno raggiunto Palazzo
Gambacorti, sede del Comune di Pisa.
Numerosi gli interventi da parte delle famiglie sotto sgombero, che
hanno intimato al comune ed ai suoi organi decisionali di mantenere
fede alla presa di posizione politica che giovedì scorso il consiglio
comunale ha deliberato: nessuno sgombero per famiglie occupanti in
emergenza abitativa, intervento presso autorità giudiziaria e proprietà
affinchè si possa pervenire ad una soluzione positiva della condizione
abitativa degli 8 nuclei occupanti. Un corteo che quindi non si accontenta di una mozione ma pretende fatti concreti affinchè
via Marsala non sia sgomberata, e anzi diventi il primo esempio di
lotta per il diritto all’abitare che costringa i grossi proprietari
immobiliari (vera causa dell’emergenza abitativa), a mettere a
disposizione delle esigenze sociali il proprio patrimonio sfitto.
Striscione e presa di parola da parte del Comitato contro lo sgombero
delle ex-Stallette: 10 famiglie italiane che da cinquant’anni occupano
delle case di proprietà del Comune e che adesso vuole sgomberarle,
intenzionato a valorizzare l’area in questione con progetti da milioni
di euro. Una nuova soggettività della resistenza che scende a fianco di
altre in un percorso di riappropriazione contro le politiche di rapina
attuate sia dai Privati che dalle Istituzioni pubbliche.

Il corteo blocca poi Ponte di Mezzo e il lungarno mediceo. Nel
frattempo prende parola il Collettivo Universitorio Autonomo, reduce
dall’occupazione del Polo Carmignani con cui ha inaugurato un percorso
di lotta per il diritto alla casa che vada a coinvolgere gli studenti e
le studentesse, costretti a pagare affitti da capogiro per camere
fatiscenti.

La manifestazione ha poi percorso le strette vie del centro storico
segnando l’ennesimo scandalo immobiliare della città: la Mattonaia,
proprietà del Comune sfitta e inutilizzata da trent’anni, ad eccezione
di diversi periodi in cui l’edificio è stato oggetto di
riappropriazione da parte del movimento antagonista pisano.

La giornata si conclude in Piazza Garibaldi: Via Marsala che resiste è la Pisa che Resiste.
Tutti gli interventi conclusivi, da quello della comunità senegalese a
quello dei sindacati di base, sottolineano l’unità politica che si è
creata attorno all’occupazione di Riglione, alla sua difesa, alla sua
resistenza. Via marsala come emblema, come occasione di ricomposizione
e come segnale di alternativa alle leggi che vorrebbero costringere la
popolazione a pagare la crisi.
Dopo che le Istituzioni hanno riconosciuto l’occupazione come questione
sociale e non di ordine pubblico; dopo che la città si è schierata,
esponendo striscioni allo stadio, firmando appelli, vivendo gli spazi
sociali e ludici costruiti in via marsala dal comitato territoriale
pisa-est, e soprattutto dopo che oggi è scesa in piazza mostrando senza
alcuna ambiguità quante e quali sono le persone che si opporrebbero a
qualsiasi tentativo repressivo, Pampana non ha più vie di fuga: deve ritirare le denunce, deve riprendere le trattative.

 
Ascolta Costantin (occupante via marsala, pisa)
 
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IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA UNA MOZIONE CONTRO LO SGOMBERO DI VIA MARSALA!

Fonte:Prendocasa-pisa

È stata un’intensa giornata di mobilitazione quella di ieri.

Durante la mattinata la DIGOS si è presentata alle case occupate di via
Marsala con le notifiche di sequestro preventivo dell’immobile, che
intimano alle famiglie occupanti di abbandonare la propria abitazione.

Immediata è stata la risposta di solidarietà: nel giro di poche ore è
scattata una reazione di sdegno e di rabbia che si è concretizzata nella
convocazione spontanea ed autonoma di un presidio sotto il Comune di
Pisa di centocinquanta persone: oltre alle famiglie di Via Marsala si
sono raccolte in Logge dei Banchi tutte quelle soggettività che in
questo mese hanno condiviso il percorso di riappropriazione del diritto
alla casa e di riqualificazione dello stabile.

Verso le 16 e 30 la manifestazione si è diretta all’interno della sala
delle Baleari, interrompendo il Consiglio Comunale. Le famiglie hanno
imposto all’attenzione del Consiglio la questione della notifica di
sequestro in quanto problema politico della città: non è ammissibile che
un vero e proprio palazzinaro come Pampana tenga volutamente vuote
centinaia di immobili, si mostri sordo alle richieste di trattativa con
34 persone in emergenza abitativa, richieda alla magistratura il
sequestro di un immobile che non ha e non ha mai avuto pubblica utilità,
sul quale il suo unico interesse è quello di cavare un milione di euro
da un contenzioso con il Comune.

Per questo gli occupanti hanno portato e tenuto per ore uno striscione
dove il “NO ALLO SGOMBERO” si è tradotto nella rivendicazione politica
di REQUISIZIONE degli immobili sfitti, primo tra tutti lo stabile
occupato di Via Marsala, da parte delle amministrazioni pubbliche. Lo
sgombero quindi, come questione politica sulla quale i manifestanti
hanno costretto l’amministrazione a decidere da quale parte stare.

Verso le 18 infatti è stato ottenuto un incontro delle famiglie, del
Comitato Pisa-Est e del progetto Prendocasa con i capigruppo del
consiglio comunale. Gli abitanti di via Marsala hanno esposto in prima
persona la loro posizione: nessuno uscirà dallo stabile occupato,
nessuno è disposto a farsi intimidire da un’ordinanza di sequestro
motivata con una assurda e menzognera dichiarazione di un “non
dimostrato stato di necessità”. Tutti hanno chiaro chi sono i
responsabili della propria condizione di emergenza e di conseguenza le
controparti da affrontare nel momento in cui polizia e magistratura
vogliano tentare di buttare in mezzo alla strada 34 persone.

Una determinazione che è propria di chi sta dalla parte giusta, della
dignità e della necessità, ancora più rafforzata dalla solidarietà
popolare del quartiere, conquistata con la riqualificazione dal basso e
con le tante iniziative e progetti ludici e sociali svolti e avviati, e
dalla partecipazione di importanti soggetti sociali e politici alla
causa di riappropriazione del diritto all’abitare, come la curva nord
Maurizio Alberti, il circuito del movimento antagonista in tutte le sue
articolazioni (dagli studenti medi in lotta, agli universitari, agli
spazi sociali della città), il sindacalismo di base, le associazioni di
inquilini e parte del ceto politico della sinistra.

Dall’incontro con i Capigruppo è emersa una mozione votata in tarda
serata dai consiglieri comunali che in maniera chiara e diretta conferma
lo stato di emergenza abitativa degli occupanti, la volontà
dell’amministrazione comunale di proseguire con percorsi di mediazione
abitativa per ogni singolo nucleo e, soprattutto, si schiera contro uno
sgombero da parte delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria,
rivolgendo loro “un pressante appello… affinché non si proceda ad
azioni di forza per liberare l’immobile, dando il tempo necessario alla
conclusione di percorsi attivati dall’amministrazione comunale”.

Un’importante presa di posizione che rilancia la lotta per il diritto
all’abitare e la campagna contro lo sgombero di Via Marsala. Intanto gli
occupanti proseguono le loro attività in diverse direzioni: da una
parte, insieme al Comitato territoriale Pisa-Est con le prossime
iniziative: sabato pomeriggio riqualificazione di uno spazio verde nel
quartiere con merenda popolare e domenica pranzo e inaugurazione del
corso di boxe all’interno dei fondi di via Marsala; dall’altra parte,
con il progetto Prendocasa, nella convocazione di un’importante
assemblea pubblica che si terrà stasera alle 19, con l’obiettivo di
portare avanti la campagna contro lo sgombero, incentrata sulla
requisizione degli immobili sfitti e oggetto di speculazione
immobiliare.

Via Marsala non si ferma: dopo la prima vittoria politica di ieri, in
cui la Politica cittadina ha dovuto considerare l’occupazione come
questione sociale e non di ordine pubblico, la volontà è quella di
proseguire in una mobilitazione che porti la Proprietà a ritirare le
denunce ed a riaprire la trattativa sull’uso pubblico di Via Marsala.

VIA MARSALA RESISTE!




IL DIRITTO ALLA CASA NON SI SGOMBERA!

 
 

No allo sgombero di Via Marsala

fonte: www.infoaut.org

Pisa-Questa mattina è arrivata l’ordinanza di
sequestro dell’immobile di Via Marsala occupato il 13 marzo scorso.Le
forze dell’ordine si preparano duque allo sgombero degli occupanti. Le
famiglie e il comitato territoriale Pisa Est hanno subito lanciato una
mobilitazione sotto il Comune di Pisa per questo pomeriggio alle 16. E’
cominciata inoltre la diffusione di un appello tra le realtà di
movimento.

Di seguito il volantino che verrà distribuito oggi durante il presidio:

NO ALLO SGOMBERO!

Siamo otto famiglie che da un mese hanno occupato una palazzina vuota
dal 2002 in via Marsala a Riglione. I percorsi di vita che ci hanno
portato alla scelta dell’occupazione sono vari, ma tutti accomunati
dalle difficoltà economiche (licenziamenti, cassintegrazione,
disoccupazione) imposte dalla crisi e dall’assenza di risposte
istituzionali al nostro bisogno di casa: tutti noi, infatti, abbiamo
fatto richiesta per la casa popolare, ma non abbiamo ottenuto un
alloggio. Quando sono arrivati gli sfratti per morosità, a fronte della
totale incapacità del Comune e degli assistenti sociali di darci una
risposta, abbiamo scelto di riprenderci quello che consideriamo un
diritto per noi e per i nostri figli. La nostra è stata una scelta di
dignità!

La scelta di occupare la palazzina di via Marsala 34 a Riglione non è
stata casuale. Questi appartamenti e i grandi fondi sottostanti,
infatti, sono di proprietà Pampana. La famiglia Pampana è nota per
possedere un’eccezionale quantità di immobili a Pisa (circa 150
appartamenti), tanti che farne una mappatura completa è praticamente
impossibile. Ma è anche nota per lasciare o aver lasciato sfitti per
anni edifici enormi che, da soli, risolverebbero l’emergenza abitativa
di centinaia di persone. Ma i palazzinari come Pampana spesso
preferiscono lasciare sfitta una grande parte del loro patrimonio per
far sì che ci siano poche case sul mercato e i prezzi degli affitti
restino alti: è questo il motivo per cui a Pisa ci sono 4000 case
sfitte!

Anche la palazzina di via Marsala fa parte delle decine di case
lasciate sfitte dalla famiglia Pampana: terminata di costruire nel
2002, non è mai stata abitata e, per questioni giudiziarie, non lo sarà
fino al 2013. La nostra proposta alla proprietà è stata fin da subito
quella di poter abitare l’immobile fino a che non avesse avuto un’altra
destinazione d’uso, pagando un affitto equo, che abbiamo già cominciato
a versare su un libretto che la proprietà può ritirare in qualsiasi
momento.
Questa proposta è stata sostenuta anche da tutto il quartiere di
Riglione, che si è costituito nel Comitato territoriale Pisa Est,
avviando fin da subito numerosi progetti sociali aperti a tutti
all’interno dei fondi: una ludoteca, una palestra popolare, una sala
prove. Via Marsala in questo mese non è stata solo una casa per otto
famiglie, ma un punto di aggregazione e socialità per tutto il
quartiere!

Oggi ci è stato notificata un’ordinanza di sequestro dell’immobile, con
l’invito ad abbandonare le nostre case entro tre giorni. Nell’ordinanza
si legge che l’immobile deve essere sgomberato perché non è dimostrata
"l’urgenza assoluta e improrogabile di procurarsi un alloggio, che sola
avrebbe potuto rendere necessaria l’occupazione".

La nostra storia lo dimostra, gli affitti arretrati che non abbiamo
potuto pagare lo dimostrano, le richieste di casa popolare che abbiamo
rivolto al Comune lo dimostrano. La nostra storia è la stessa delle
migliaia di famiglie che sempre più si scontrano con affitti troppo
cari, bollette arretrate, stipendi insufficienti a garantire una vita
dignitosa ai propri figli.

Il Comune non può nascondere la testa sotto la sabbia di fronte
all’eventualità che otto famiglie finiscano in mezzo a una strada!
Chiediamo al Comune di prendere una posizione. È l’ora di scegliere da
che parte stare: se dalla parte dei bisogni o dalla parte della
speculazione! Il Comune deve requisire i grandi immobili sfitti in
città!

CONTRO LA SPECULAZIONE E LO STRAPOTERE DEI PRIVATI
PER IL DIRITTO ALLA CASA E A UNA VITA DIGNITOSA
VIA MARSALA RESISTE!

diario dell’occupazione

Sabato 10 Aprile


1° giorno d’occupazione

   (h 5.30) In una quarantina, tra famiglie, volontari e compagni ci
ritroviamo dentro la palazzina vuota di via Allende. L’aria fredda e il
buio ci mantengono vicini nella prima assemblea dello Spazio Abitativo
Occupato, ma c’è calore nell’aria. Parliamo di come comportarci con le
Ff.Oo, di come avviare la prima mattinata e soprattutto del corteo
pomeridiano, sul quale ancora non siamo in grado di fare previsioni.
Tante cose tutte insieme. Si prospetta una faticosa giornata.

   Attorno alle 8 si presentano i primi due digos. Ascoltano le
nostre richieste e le nostre motivazione dalla voce di uno dei nostri
delegati, mentre tutti gli altri sono all’erta. Non ci sono collusioni,
il dialogo si conclude tranquillamente e noi possiamo rimetterci al
lavoro.

   Sotto l’insostituibile direzione pragmatica di Pinuccia puliamo
due appartamenti e attiviamo tre servizi. Nonostante la mancanza
d’acqua (manca l’allacciamento) il risultato è più che soddisfacente.

   Nel cortile, mentre i bambini giocano incuranti, i ragazzi del
collettivo scrivono gli striscioni per il corteo e volantinano per il
quartiere il testo di auto-presentazione delle famiglie.

   Arrivano i primi compagni di Prendocasa Torino, anche loro presi,
come tutti, nelle lotte per il diritto alla casa. Fanno domande,
chiedono, li sentiamo nostri complici su tutti i fronti.

   Oreste e Luca non riescono a staccarsi dall’ingresso per il
viavai di gente che chiede informazioni e dimostra la propria
solidarietà.

   Una insegnante precaria, in affitto nel palazzo di fronte al
nostro ci chiama. Chiede se abbiamo bisogno di qualcosa, chiediamo di
riempire una tanica d’acqua e torniamo con una borsata di bevande,
birra, caffè.

   Il quartiere sembra rispondere positivamente. Questo ci da forza!

   Pranzo frugale e veloce, per riuscire ad arrivare in tempo al
concentramento del corteo. Abbiamo qualche timore, temiamo in un flop.
Per la strada incontriamo i compagni di Alessandria, sono arrivati in
forze, si informano sull’occupazione, ci portano due bruciatori per
cucinare. Insieme a loro ci dirigiamo verso Piazza San Secondo
improvvisando un mini-corteo fra le bancarelle del mercato.

   Il furgone con la musica ci sta già aspettando in zona. Lo hanno
portato i compagni di un altro sportello per la casa di Torino:
“Il-legale”, che danno così un grande contributo al corteo.

   Partiamo in più di duecentocinquanta, una folla festosa ma
determinata: Asti ha risposto al nostro appello! Questa determinazione
la facciamo sentire tutta, dal microfono, nei cori improvvisati davanti
alle bancarelle, negli striscioni che rivendicano il diritto alla casa:
“VOGLIAMO TUTTO, SOPRATTUTTO UN TETTO”, “CI VOLETE SOTTO I PONTI, CI
VEDRETE NELLE STRADE”, “MAI PIÙ CASE VUOTE, MAI PIÙ FAMIGLIE NELLA
STRADA”, ecc…

 
   Ricordiamo al microfono che Asti è piena di palazzi vuoti . Ci
fermiamo davanti all’ex-ospedale, davanti all’ex-enel e ribadiamo che
lo spazio c’è, gli alloggi ci sono, basta prenderli. Importante è anche
la tappa finale, la Way-Assauto, simbolo della crisi ad Asti, simbolo
delle casse-integrazioni, della precarietà, della mancanza di lavoro,
di reddito, di crisi.

   Ma il corteo non finisce dove previsto. Tutti e tutte vogliono
andare a vedere e solidarizzare con gli occupanti, dentro lo spazio
occupato. E allora via, ci si gira e allunghiamo fino a via Allende 13.

    Un ingresso fiero, quello del corteo dentro i cancelli aperti. Un ingresso gioioso, in un giorno di riappropriazione di un diritto
più che di quattro mura. La meta inevitabile di un percorso (quello dei
contrasti e dei presidi sotto l’assessorato) che non ha ricevuto
risposte da una amministrazione che crede di avere dita tanto grosse da
potercisi nascondere.

   La giornata finisce con una cena solidale tra gli occupanti e le
persone che dopo il corteo o prima di buttarsi nella movida astigiana
del sabato passano a salutare e a dare cenni di consenso.     

   Ringraziamo ancora la solidarietà senza parsimonia offertaci
dagli sportelli di Torino e Alessandria. Stiamo combattendo un unica
battaglia.

Nella stanchezza finisce la prima giornata.

 

2° giorno d’occupazione

 
   La mattina della domenica inizia presto, la voglia di cominciare
a rendere vivibile lo stabile si fa sentire, cominciano i primi lavori
(quelli più grossolani). La palazzina è vuota da anni, ma mostra segni
di passaggi notturni di persone che in passato molto probabilmente
l’hanno già usata, come dimostrano le porte interne quasi tutte
sfondate. Vengono tolte le macerie e gli oggetti ingombranti, tolto
ragnatele, cambiato aria e i primi due alloggi si rendono vivibili.

   Dopo la mattinata intensa qualcuno scrive l’ordine del giorno
dell’assemblea del pomeriggio, la voglia di riflettere sulla
manifestazione del giorno precedente e di cosa ci aspetterà lunedi è
tanta.

   Nella mattinata passa anche l’avvocato che ci annuncia che la
palazzina, essendo del Ministero della Difesa demaniale potrà essere
sgomberata solo da un ordinanza del prefetto. Non sappiamo come
prendere questa notizia. Ad oggi, i rapporti con il prefetto, nei
contrasti, nei presidi sotto l’assessorato, nelle occupazioni del
comune, lo hanno dimostrato essere l’unica istituzione locale
intenzionata ad un confronto serio e alla valutazione di una revisione
generale delle politiche abitative… ma non possiamo prevederne la
risposta in questo caso. Attendiamo tranquilli e sicuri…

   Il pomeriggio passa velocemente, il cortile si riempie di bambini
rumorosi che ci confermano come quello che stiamo facendo sia giusto.
Di fronte alla prospettiva dell’assessorato (la possibilità di vedere
le famiglie divise) sappiamo che questa è l’unica soluzione.

   Alle 18 in punto inizia l’assemblea, cominciamo una riflessione
sulla manifestazione del giorno precedente. L’entusiasmo che il corteo
ha suscitato è palpabile.

   Gradevole interruzione delle cuoche e dei cuochi con vassoi di manicaretti da tutto il mondo.

   Concludiamo la serata con un film. Riff-Raff, di Ken Loach. Ci
immedesimiamo senza troppi dubbi nelle dinamiche che avvolgono la trama.

   L’attesa del lunedì comincia a farsi sentire, visto che fino adesso reazioni non ce ne sono state.    

   L’attenzione rimane alta

 

3° giorno d’occupazione

    Anche questa notte le famiglie insieme ai volontari delle
associazioni hanno dormito presso la palazzina occupata.  Alcuni di
loro si danno i turni in modo da tenersi pronti a possibili sgomberi,
ma a parte qualche passaggio di polizia e carabinieri la notte passa
tranquilla

   Alle 6 già qualcuno si alza. Un papà si deve presentare sul posto
di lavoro: se tutto va bene per qualche mese ci potrà essere un
contratto. La disoccupazione è finita già da qualche mese per lui,
quindi un contratto temporaneo vuol dire avere un minimo di
tranquillità economica al primo stipendio (misero).

   Verso le 7 e 30 si alzano poco alla volta tutti. Caffè caldo per
svegliarci e riscaldare i muscoli intorpiditi. Ci mettiamo in moto. La
voglia di fare non manca. Se ieri sono stati fatti i lavori più
grossolani, oggi si passerà ai lavori più particolari che prenderanno
sicuramente le prossime giornate .

   Anche i rifiuti non mancano. L’A.s.p. ha i depositi poco
distanti. Degli operatori ci hanno messo a disposizione dei bidoni
all’esterno, in modo che almeno l’immondizia possa essere portata via.
Finalmente non avremo più decine di sacconi in mezzo al cortile.

   Uno dei tanti abitanti del quartiere intorno alle 8 passa davanti
al nostro cancello, ci chiede come va e ci regala dei sacchi neri.

   Verso le nove cominciano ad arrivare altre famiglie del
coordinamento insieme agli altri volontari. Arriva anche un’altra
emergenza. Un padre di famiglia che ieri ci ha visti in corteo confida
ad Egle la propria situazione e, al tavolo dello sportello allestito
alla bell’e meglio nell’atrio, compila la relativa scheda.

   Questa giornata può essere importante. C’è un appuntamento per le
12 con il prefetto in piazza Alfieri. Dobbiamo valutare la sua
posizione.

   All’incontro vanno Carlo, Luca, Stefano e due famiglie. Il vice
prefetto non si fa attendere. Dopo l’incontro si ritorna alla palazzina
e decidiamo di indire una riunione per le 21, bisogna informare tutti e
discutere della vitalità da dare allo spazio.

   Intanto i lavori procedono e si comincia a stilare l’elenco del
materiale da usare per fare del cemento o dare il bianco. Passa un
amico idraulico che ci dice lo stato degli impianti. Le notizie
purtroppo non sono buonissime soprattutto per quanto riguarda le
caldaie.

   Il sottofondo di tutto ciò sono sempre i bambini che rientrando dalla scuola colorano numerosi il cortile .

   La sera si conclude con la tanto attesa riunione, dove finalmente
tutti saranno messi al corrente sulle posizioni del prefetto.

   La tesi della prefettura è semplice: bisogna ristabilire la
legalità per poter aprire qualsiasi trattativa e poter intraprendere la
strada per far rientrare la palazzina in un progetto che potrebbe
vederla passare in uso per le emergenze abitative.

   La nostra delegazione ha risposto che se “ristabilire la
legalità” significa sgombero, noi scaveremo un fossato intorno al
palazzo.

   Sabato mattina non abbiamo certo fatto qualcosa di simbolico e
ritornare nuovamente (per chissà quanti mesi) ad una situazione
insostenibile non è una prospettiva che si può considerare. Vogliamo
stabilire la legalità con le famiglie in emergenza dentro.

   Di questa  palazzina si era a conoscenza da tanti mesi e
rientrava all’interno di un pacco di possibili luoghi da utilizzare.
Nei mesi precedenti ne abbiamo parlato fino alla nausea. Perché
continuare a temporeggiare?

   Comunque di uscita dalla palazzina senza una proposta seria non
se ne discute. Noi chiediamo che almeno venga usata come alloggi per le
emergenze e che si rimettano in discussione tutte le emergenze. Al
momento sono una 40tina, non solo le 6 che al momento occupano lo
stabile. Visto che tante altre tra pochissimo si troveranno nella loro
stessa situazione, è ovvio che bisogna trovare altri alloggi.

   La serata si conclude parecchio tardi. I bimbi sono stanchi, ci
sistemiamo su brande e materassini e comincia la terza notte….

  


Le famiglie di Via Allende 13_Asti


Coordinamento Asti-est.