Milano: a San Siro la polizia carica il presidio antisfratto

altCariche della polizia quest’oggi a Milano contro il picchetto antisfratto che dalle prime ore del mattino si era radunato sotto un palazzo di via Preneste (zona San Siro) a difesa di una famiglia che occupava un appartamento dello stabile.

Circa una cinquantina di persone sono accorse sul posto a difesa dei tre occupanti (due genitori con un figlio), i quali, di fronte all’impossibilità di poter continuare a pagare un affitto, avevano optato per l’occupazione dell’appartamento.

Verso le 10.30 le forze dell’ordine schierate in via Preneste hanno tentato di far allontanare il picchetto per procedere allo sfratto; di fronte al rifiuto delle persone radunatesi in difesa della famiglia, gli agenti hanno inizialmente spintonato il presidio per poi passare alle cariche, causando almeno 4 feriti.

Quando le forze dell’ordine avevano già sfondato la porta d’ingresso e allontanato dall’appartamento il resto della famiglia, Maria, la madre di 57 anni, ha deciso di continuare a resistere arrampicandosi sul cornicione della casa ed è poi stata portata via a forza dalla polizia.

Anche a sgombero avvenuto, e nonostante le cariche, le persone accorse per il picchetto sono rimaste in via Preneste per poi muoversi in corteo per il quartiere, denunciando la situazione della città di Milano in cui la crisi sta continuando ad aggravare il problema dell’emergenza abitativa , che all’oggi vede 13mila famiglie a rischio sfratto in tutta la città.

da infoaut.org

Assolti i due imputati per la resistenza allo sfratto di Patrizia!

Assoluzione in primo grado perché il fatto non sussiste.

Così si è espressa oggi la giudice del Tribunale di Torino nei confronti dei due imputati che il 14 giugno 2011 si opposero allo sfratto della famiglia di Patrizia, insieme al collettivo Prendocasa, studenti e studentesse, abitanti del quartiere di Lungo Dora Voghera e alla famiglia sotto sfratto.

I reati di resistenza aggravata e lesioni sono caduti di fronte all’inattendibilità delle versioni fornite dagli agenti di polizia che quel giorno presero parte alle cariche sotto la casa di Patrizia ma, fatto ancora più grave, è che i verbali del rinvio dello sfratto ottenuto grazie alla resistenza di quanti/e quel giorno erano presenti per supportare la famiglia,  sono spariti, introvabili, dissolti nel nulla.

Verbali che dovrebbero essere conservati in appositi registri negli uffici preposti, come prova dell’agire dell’ufficiale giudiziario che si appresta ad eseguire o meno uno sfratto.

In merito a questo vale la pena sottolineare e ricordare che quel giorno, il 14 giugno del 2011, alle prime ore del mattino erano presenti solo le forze dell’ordine (alcune camionette per un totale di 50 agenti in tenuta antisommossa), la famiglia all’interno dell’appartamento e alcuni giovani studenti insieme al collettivo Prendocasa. Nessun ufficiale giudiziario, l’unico che può eseguire uno sfratto e darne l’esecuzione o la sospensione. Motivo per cui i verbali sono stati fatti sparire… questo ci dà la misura di come vengono “gestite” queste tipo di operazioni.

Altro dato da sottolineare è come ormai l’emergenza abitativa, il disagio sociale che le famiglie vivono quando perdono la propria casa per colpa della crisi, delle speculazioni in atto, dell’assenza di politiche abitative concrete in grado di sopperire ad un’emergenza sempre più in crescita, venga trattata come mera operazione di ordine pubblico attraverso l’uso della forza dei reparti antisommossa della questura torinese.

A tutto questo ci vogliono risposte che ad oggi le istituzioni non sono in grado di dare, troppo impegnate a dover dribblare scandali di questo o quel parlamentare, troppo impegnati a mantenere i propri privilegi di casta.

Le risposte non sono, ovviamente, le sentenze di assoluzione come quella di oggi.

Ne prendiamo atto ma non ci basta: le risposte sono le tante occupazioni ad uso abitativo e le resistenze agli sfratti che stanno proliferando nella nostra città.

 

Collettivo Prendocasa Torino

Fallita la giornata degli sfratti in Barriera di Milano

Torino_La polizia e l’ufficiale giudiziario sono riusciti solo a prendere possesso di una casa già vuota (perché gli abitanti si erano da tempo trasferiti in altra abitazione, occupandola) e di un’altra abitata dove la famiglia aveva deciso di non resistere. Gli altri sfratti non si sono invece potuti concretizzare (almeno per ora) per i blocchi con cassonetti e persone che si muovevano impedendo un agibilità alle forze dell’ordine. In certi casi i cassonetti sono stati anche incendiati per sconsigliare la controparte dall’uso della forza.

In queste ore stanno iniziando a giungere le prime proroghe (in un caso fino a fine dicembre, un altro a fine novembre). Unico fatto spiacevole: 3 compagni sono stati portati via durante un momento di colluttazione. Il monitorgaggio della situazione resta comunque alto fino a fine giornata o alla consegna di tutte le proroghe.
I presidianti anti-sfratto si stanno ora muovendo in corteo per le vie di Porta Palazzo, muovendosi da un picchetto all’altro.
Ascolta Andrea dell’assemblea contro gli sfratti Barriera di Milano

 

Sotto sfratto, minaccia di darsi fuoco

Torino_Quando questa mattina l’ufficiale giudiziario si è presentato nello stabile di via Morgari 16, nel quartiere torinese di San Salvario, per eseguire lo sfratto, Lis Belmohub, un uomo algerino di 57 anni al momento disoccupato, ha minacciato di ricorrere ad un gesto estremo per impedire che gli venisse tolta l’abitazione.

Ha infatti cosparso di benzina l’appartamento, dichiarando di essere pronto a darsi fuoco.

I vigili del fuoco hanno evacuato il palazzo e, dopo aver discusso a lungo con l’uomo, sono riusciti ad entrare nell’abitazione e a farlo desistere dall’idea di appiccare l’incendio.

Il gesto estremo minacciato da Lis Belmohub ci restituisce ancora una volta la realtà sempre più difficoltosa della ‘Torino capitale degli sfratti’, che sotto l’amministrazione di Fassino stanno diventando sempre più frequenti (solo nel 2011 gli sfratti per morosità sono stati 2.343).

Una situazione che rischia di esplodere, con una giunta comunale che porta avanti le proprie politiche a colpi di tagli e privatizzazioni e che di fronte ad una sempre più urgente emergenza abitativa si sta dimostrando incapace di offrire qualsivoglia risposta, se non quella dell’uso della forza pubblica per contrastare le esperienze di resistenza che sempre più vengono opposte alla violenza degli sfratti.

da infoaut

Diretta da via mercadante

Sveglia presto questa mattina per la famiglia di Antonio ed Emanuele e i loro 3 figli. La polizia, 5 camionette, è arrivata intorno alle 6.30 sotto la loro abitazione con l’intenzione di sgomberare.

L’ufficiale giudiziario per adesso non si è ancora presentato.

Insieme alla famiglia di Antonio ed Emanuela, alcuni studenti e attivisti di prendocasa – torino che si stanno adoperando per resistere allo sfratto coatto.

La situazione della famiglia era stata segnalata tempo fa al comune di Torino, il quale non ha saputo trovare soluzione abitative.

Antonio ed Emanuela, donna coraggiosa, incinta da qualche mese, si preparano ha resistere allo sgombero.

Per questi motivi invitiamo tutti e tute a portare la loro solidarietà in via mercadante 102

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Aggiornamento ore 9.45

Antonio scende dal cornicione, ottenendo una soluzione per tutta la famiglia all’interno di un albergo sociale per 90 giorni.

Una soluzione temporanea ottenuta solo grazie alla determinazione e il coraggio della famiglia.

Da segnalare la solidarietà dimostrata attraverso uno striscione “Siamo con voi, coraggio” dall’ospedale “San Giovanni Bosco”, vicino alla casa di Antonio ed Emanuela.

Aggiornamento ore 9

Dopo l’inutile intervento del fabbro che non è riuscito a manomettere la serratura dell’abitazione, la polizia insieme alla Digors entrano in casa buttando giù la porta a colpi d’accetta.

Antonio, il marito di Emanuela, sale sul cornicione del condominio…

Aggiornamento ore 7:45

La polizia entra in casa sfondando la porta

 

Questa giornata di resistenza si conclude con questo, seppur piccolo, risultato, ottenuto solo grazie alla determinazione messa in campo dalla famiglia di Antonio ed Emanuela. Le ultimissime novità ci dicono che Antonio si è recato presso la casa albergo in via Ivrea 24 per visionare l’appartamento.

Emanuela, moglie di Antonio, invece è stata accompagnata all’ospedale per un controllo, ricordiamo che la signora è al quinto mese di gravidanza, dovuto allo stress di questa mattina, causa l’arroganza poliziesca e della digos nel cercare di effettuare a tutti i costi, senza esitare di fronte ad una donna incinta, lo sgombero coatto.

Vale la pena ribadire ancora una volta come il comune di Torino, oltre a tagliare servizi pubblici, privatizzandoli a scopo lucrativo, se ne infischi totalmente se le questioni di emergenza abitativa vengono affrontate come delle questioni di ordine pubblico, cercando di mettere una pezza solo all’ultimo minuto, la cui attenzione è stata richiamata dal gesto coraggioso di Antonio, che arrampicandosi sul cornicione del condominio ha fatto scattare l’intervento tardivo, considerata la situazione delicata dovuta alla gravidanza di Emanuela, più volte denunciata dalla famiglia al comune, del consigliere di sel Grimaldi.

La continua assenza di politiche sociali, l’immobilità delle istituzioni di fronte alla crescita di sfratti, di cui Torino ne è la capitale, l’incapacità politica di garantire il diritto all’abitare, accresceranno sicuramente le resistenze agli sfratti.

Ovviamente questa soluzione tampone non risolve la questione abitativa di questa famiglia, che per adesso si accontenta del risultato ottenuto, ricordando che il diritto all’abitare non si contratta e che alla scadenza dei 90 giorni se non ci saranno soluzioni abitative reali, compatibili con le esigenze della famiglia, si provvederà a far si che Antonio ed Emanuela con i loro 3 figli più il piccolo in arrivo, trovino la giusta sistemazione che meritano.

Leggi il comunicato di PrendoCasa

“Sveglia presto oggi per  Antonio, Emanuela e i loro 3 figli. La famiglia, infatti, questa mattina si è trovata a dover affrontare il  3° accesso dell’ufficiale giudiziario, visto che nonostante la loro situazione fosse stata segnalata tempo fa al comune di Torino, nessuna soluzione adeguata era stata proposta  fino a questa mattina.

La polizia, 5 camionette, insieme all’ufficiale giudiziario e al fabbro, è arrivata intorno alle 6.30 sotto la loro abitazione con l’intenzione di uno sgombero coatto. Insieme alla famiglia di Antonio ed Emanuela, ad attenderli c’erano anche alcuni studenti e attivisti di Prendocasa Torino che si sono adoperati affinchè Emanuela (che peraltro è al 5° mese di gravidanza) e la sua famiglia rimanessero all’interno dell’appartamento senza essere sbattuti  in mezza alla strada, come si preannunciava dall’ingente dispiego di forze dell’ordine.

Dopo un inutile tentativo del fabbro di manomettere la serratura dell’abitazione la polizia, insieme alla Digos, è entrata in casa sfondando la porta a colpi di accetta. Antonio è salito sul cornicione del condominio e solo dopo un’estenuante trattativa, la soluzione tardiva e tampone del comune è arrivata con il temporaneo inserimento della famiglia  nell’albergo sociale  di via Ivrea per 90 giorni.

Ovviamente tutto questo è stato possibile solo grazie alla determinazione e al coraggio della famiglia di Antonio ed Emanuela e dei solidali che sono accorsi per sostenerli. Da segnalare soprattutto la solidarietà dimostrata attraverso uno striscione “Siamo con voi, coraggio” dall’Ospedale San Giovanni Bosco, vicino alla casa di Antonio ed Emanuela.

E dopo questa lunga mattinata di lotta e resistenza, non possiamo che  confermare che Fassino e la sua cricca di consiglieri ha nuovamente dimostrato come quello che sta loro più a cuore non sia il diritto di avere un tetto, ma quello di usare la forza con chi la crisi la sta pagando!

La casa è un diritto!

Prendocasa Torino

La Torino di Fassino è la capitale degli sfratti

Torino è la città con il maggior numero di sfratti per morosità in Italia, la notizia non stupisce, in una metropoli dove la crisi e le sue politiche di fuoriuscita da parte del governo cittadino e nazionale attaccano direttamente il reddito delle famiglie, i servizi sociali e quelli pubblici, in una metropoli dove trovare lavoro è sempre più difficile e perderlo è all’ordine del giorno, dove i costi degli affitti si fanno sempre più esorbitanti e la “riqualificazione” di zone popolari e periferiche contribuisce ai meccanismi di speculazione e aumento dei costi, gli sfratti sono all’ordine del giorno, e ne sono testimoni le tante piccole, grandi resistenze che negli ultimi tempi si stanno dando su questa questione.

Nel 2011 gli sfratti per morosità a Torino sono stati 2.343, un abitante su 360 ha subito lo sfratto in sostanza.

Le risposte della città a quest’emergenza sono come sempre inclassificabili ed inadeguate, gli ammortizzatori sociali sono pessocchè inesistenti e la dignità delle persone sfrattate viene calpestata senza riguardo, intervenendo senza problemi con l’uso delle forze dell’ordine, l’unica vera risposta che la politica torinese da tempo a questa parte sa dare ai problemi sociali che si verificano in città.

In questo contesto il reddito di chi vive e lavora a Torino viene eroso con le tante privatizzazioni di servizi pubblici e di ex-municipalizzate, con l’aumento dei prezzi vertiginoso di questi servizi, con cicli di cassaintegrazione per i meno giovani, con lavori precari e insufficenti per i più giovani.

Torino durante l’amministrazione Chiamparino-Fassino ha più volte cambiato velo, da capitale dei giovani, a capitale dello sport, ma è evidente che è capitale unicamente del debito e della crisi. Le uniche vie di uscita da questa situazione sono quelle costruite dal basso, autorganizzate, capaci di opporsi a sfratti e rapine legali di chi governa e gestisce questa città.

da infoaut

Sgomberi, ecco le poltiche per la casa

Torino: Questa mattina una famiglia con due bambini è stata sgomberata dalle forze dell’ordine in corso cosenza 142. Dopo varie resistenze, ottenendo sempre la proroga, stamattina per la famiglia di Hedia il tempo era scaduto; poco importa se ci sono 2 bambini, poco importa se il comune non è riuscito trovar loro una sistemazione. Perché il sindacato Fassino si dovrebbe preoccupare, quando lui è seduto comodamente il poltrona? Meglio continuare a privatizzare patrimonio pubblico, facendo pagare il debito, il più grosso fra i comuni italiani, ai propri cittadini, attraverso tagli, aumento delle tasse, riducendo a niente il reddito delle famiglie.

Di fronte a questa volontà politica di scaricare i costi della crisi verso il basso è giusto opporsi agli sfratti, come hanno fatto la famiglia di Haide  insieme allo sportello casa zona san paolo.

Leggi la cronaca della giornata

 

Lo sportello sociale dell’ExKarcere blocca uno sfratto in via Don Orione

Palermo: Questa mattina i militanti del Centro Sociale ExKarcere hanno bloccato il terzo tentativo delle autorità giudiziarie di sfratto per morosità della signora Angela. Questo doveva essere eseguito dall’ufficiale giudiziario in via Don Orione, ma l’intervento dello SPORTELLO SOCIALE è riuscito ad ottenere un ulteriore rinvio al 12 giugno.

Una storia come tante che sempre con maggiore frequenza si ripete a Palermo, un città con una persistente drammatica condizione abitativa aggravata dalla crisi economica. Tante le palazzine sfitte e lasciate all’inutilizzo mentre in tanti stentano a pagare i canoni di affitto imposti dai proprietari o si ritrovano senza casa nell’impossibilità di pagarli.

Una storia tutt’altro che isolata, quella della signora Angela dunque, che somiglia molto a quella di altre decine e decine di persone nel nostro territorio. Cittadini e famiglie continuano a vivere condizioni di emergenza, ormai non più soltanto dei ceti popolari ma anche del ceto medio colpito sempre più dalla crisi economica, mentre centinaia di abitazioni pubbliche e private continuano a rimanere sfitte.

Per questi motivi ed istanze è attivo uno SPORTELLO SOCIALE all’interno del Centro Sociale ExKarcere in via San Basilio 17, ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 10 alle 12. Questo sportello, attivo sin dai primi giorni di occupazione dell’ExKarcere, è pensato proprio per raccogliere segnalazioni di casi di sfratto o di emergenza abitativa e per condividere supporto e disponibilità a lottare insieme per cambiare la situazione e appropriarsi del diritto alla casa.

da infoaut

Con Antonio e la sua famiglia per resistere allo sfratto

Alcune considerazioni:

Anche quest’oggi abbiamo ottenuto un rinvio che darà un po’ di fiato a questa famiglia, resta però tuto politico il nodo della questione.

Non ci interessa l’opposizione nei confronti dei proprietari, quando piccoli proprietari come in questo caso (emblema comunque della pochezza di chi non sa guardare oltre al privato ed il piccolo interesse personale come si evince dalle “ragioni” da loro sbandierate con tanta arroganza), ma  puntare il dito contro chi ha delle precise responsabilità e doveri istituzionali nel garantire il ripetto del diritto alla casa.

Solo un anno fa incontrammo un membro dell’enturage dell’attuale sindaco Fassino che prorio nel palazzo accanto a quello dove oggi difendevamo uno sfratto prometteva mari e monti ad una persona allora sotto sfratto.

A pochi mesi dall’inizio del suo mandato continuiamo a vedere la pochezza delle sue promesse che porprio su asili e diritto alla casa impregnavano la sua campagna elettorale.

Ancora una volta il dispositivo amministrativo ricorre al ricatto sui figli attraverso l’uso scellerato di politiche sociali di presunta tutela dei bambini ma questa volta un’assistente sociale “illluminata”, o meglio che semplicemente fa il suo lavoro come si dovrebbe, certifica senza ombra di dubbio che la famiglia non ha nessun bisogno di assistenza nel gestirsi i propri figli  ma ha un unico problema comune a molti: non riuscire ad arrivare alla fine del mese.

…to be continued

Ascolta la diretta dal presidio con Pier Paolo


La diretta della giornata:

ore 7

I primi ad arrivare stamattina a portare sostegno alla famiglia di Antonio sono gli studenti e le studentesse.

Oltre loro, presente anche la digos.

Mentre si aspetta l’ufficiale giudiziario, comincia l’allestimento con banchetti e striscioni su via mercadante.


            

 

 Riportiamo qui sotto l’intervento scritto da Antonio per questa mattina

Con grande emozione e dignità umana mi rivolgo a tutte le famiglie e singoli che stanno purtroppo vivendo la nostra stessa situazione di sfrattati.

Sfrattati da una casa in cui abbiamo fatto tanti sacrifici per onorare sempre e puntualmente i nostri debiti e contemporaneamente cercare di vivere

degnamente in questa società.Noi siamo una famiglia molto unita dove esistono tanti valori umani che oggi si stanno perdendo;valori umani che ai nostri padroni di casa, i sig. Calleris, non interessano perchè a loro gli unici valori che interessano sono i soldi.

All’inizio della nostra locazione si sono pretese referenze motivate per ottenere la sua fiducia nell’affittarci uno dei loro appartamenti.Fiducia che secondo loro è venuta a mancare dal momento che non siamo più riusciti ad onorare le spese di affitto a causa della riduzione del mio già misero e unico stipendio con il quale devo sfamare la mia famiglia con 3 figli piccoli.Invece di discuterne e parlarne per trovare una soluzione loro si sono rivolti subito al loro avvocato e farci uno sfratto in solo due mesi.

Certo che a palazzinari e speculatori non interessano dignità e valori umani.I ricchi non capiscono gli innumerevoli sforzi che fanno le famiglie per vivere in questo momento di crisi economica.Le istituzioni e i servizi locali sono incapaci di risolvere l’emergenza abitativa, che oggi sempre più si manifesta nella nostra città.

Per questi motivi siamo qui per resistere e resisterò con tutte le mie forze, con tutta la mia famiglia insieme a chi cerca di difenderci da chi ci sta togliendo la casa e il diritto all’abitare.

Grazie a tutti.

ore 10

Cominciano ad arrivare i primi giornalisti, mentre sulla via allestita con banchetti e striscioni i primi bambini cominciano a prendere confidenza con i “grandi”, arrivati per portare solidarietà alla famiglia di Antonio.

Lo spekeraggio :

Arrivano i proprietari…

Dopo una breve trattativa arriva la proroga al 17 luglio

I proprietari non esitano a dimostrare tutta la loro arrognaza nei confronti del presidio, banali e solite le ragioni della proprietà

Con Manuela e Antonio resistere allo sfratto!

Antonio ed Emanuela vivono nell’appartamento di via mercadante 102 dal 2010 insieme ai loro tre bambini.

Qualche anno fa avevano comprato una casa, ma poco dopo a causa della crisi cambiano le cose e lo stipendio di Antonio non è più sufficiente per pagare il mutuo. Decidono di vendere la casa ed i mobili. I soldi ricavati dalla casa servono per estinguere il mutuo, quelli dei mobili per la caparra della casa in affitto e le spese del trasloco.

Antonio ed Emanuela si fidano del nuovo acquirente che deve stipulare in fretta il nuovo mutuo, in questi tempi di crisi è difficile vendere un immobile. Così firmano l’atto notarile in cui nell’importo totale è stato inserito anche il valore dei mobili ( pattuito con un accordo verbale) che una nota del notaio dichiara come somma da restituire all’acquirente.

Il nuovo acquirente fa una casa e la vince e la scorsa estate il conto in banca di Antonio viene bloccato e gli viene detratto 1/5 dello stipendio.

A luglio la padrona di casa, che possiede vari appartamenti in Torino, presenta il conto del conguaglio e di altre spese di sua competenza. Nonostante le sia fatta presente la difficile situazione è irremovibile.

Così arriva lo sfratto, nonostante per un anno e mezzo abbiano sempre pagato l’affitto con regolarità.

Antonio ed Emanuela percorrono immediatamente tutte le vie istituzionali, ma di fronte ad una famiglia con tre bambini ed un quarto in arrivo l’emergenza abitativa si prende i suoi tempi e non sa se è una situazione abbastanza critica per poter intervenire.

Le istituzioni non avendo risposte concrete, come al solito tentano di trasformare il problema abitativo in un problema sociale paventando l’intervento dell’assistenza sociale e la divisione del nucleo familiare. Ma questa famiglia non ha nessun problema, come attesta una lettera delle stesse assistenti sociali.

 Questa storia rende evidente una volta di più gli effetti della politica “sociale” del Comune di Torino e di Fassino.  Il Comune sta svendendo il patrimonio pubblico (caserme, palazzi, terreni) per ripagare il debito da loro stessi creato, ridistribuire in termini di ricchezza sociale sul territorio. L’agenzia comunale tc, mantiene così come i vari palazzinari e speculatori dell’edilizia, centinaia di alloggi sfitti facendo crescere smisuratamente le liste di attesa per un alloggio popolare.

La mancanza di una politica seria di risposta all’emergenza abitativa che colpisce la nostra città, il taglio continuo del welfare, dei servizi e  la privatizzazione degli asili nido sono i tratti distintivi della politica di Fassino e del Comune.

Convinti che la casa sia un diritto l’unica via percorribile è quella della lotta  e della resistenza allo sfratto.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare numerosi alla difesa dello sfratto di Antonio ed Emanuela, in

via mercadante 102, mercoledì 23 maggio.

Naturalmente saremo lì fin dalle prime ore del mattino.

Ascolta la diretta realizzata su Radio Blackout  all’interno della trasmissione Titanic