Siamo alle porte dell’inverno e migliaia di persone si troveranno a trascorrerlo per strada a causa degli sfratti. Molti di noi rischiano di trovarsi in questa condizione. Non abbiamo intenzione di accettare questo destino, vogliamo per i nostri figli la possibilità di vivere in condizioni dignitose. Non ci vogliamo né vergognare né vogliamo essere isolati. La difficoltà in cui versiamo non è una scelta, è la conseguenza della crisi e delle politiche economiche di chi ci governa.
Torino è la seconda città su scala nazionale per maggiore numero di sfratti, 4643 solo nel 2014, con un aumento nello stesso anno del 10,8 % dei pignoramenti. Ogni giorno sono decine le persone che vengono buttate fuori dalla propria casa, senza che l’amministrazione dia loro una soluzione alternativa.
Tassi di disoccupazione alle stelle, ammortizzatori sociali che non funzionano, servizi sociali e sanitari che faticano a tenersi a galla, soldi pubblici sperperati per opere inutili sono alcune delle cause che contribuiscono alla devastazione sociale in cui ci troviamo. Per non parlare della svendita del patrimonio immobiliare pubblico, anche di quello con un alto valore storico e culturale come il polo della Cavallerizza Reale.
Esemplificativa delle responsabilità della politica, è anche la recente “emergenza profughi” che molto spesso è stata lasciata nelle mani di associazioni e cooperative che hanno speculato sulla pelle dei migranti (vedi Mafia Capitale).
E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un governo che è totalmente incapace di gestire le questioni sociali.
Troviamo irresponsabile che in un paese così detto “democratico” accadano ancora queste cose.
Vogliamo risposte dal sindaco Fassino e da tutta l’amministrazione.
Vogliamo che venga messa in atto la moratoria sugli sfratti.
Vogliamo che la questione abitativa non venga gestita come problema di ordine pubblico o attraverso politiche d’emergenza.
Vogliamo una nuova edilizia popolare, assegnazione del patrimonio pubblico in disuso agli sfrattati e la requisizione degli appartamenti sfitti.
Vogliamo canoni d’affitto, bollette e costi della vita calmierati in base al reddito.
Finché questo non cambierà, finché i nostri diritti continueranno ad essere calpestati, occupare un casa non è solo più una necessità, ma un nostro dovere.
Chiediamo a tutti di sottoscrivere questo appello per far sì che le donne, gli uomini e i bambini di questa occupazione non vengano lasciati soli ad affrontare questa piaga che affligge la città. La solidarietà ha molte forme, ma in tutti i casi è uno strumento efficace di presa di responsabilità da parte dei cittadini che non vogliono più girarsi dall’altra parte.
Chiediamo inoltre un aiuto concreto per questa nostra nuova casa: servono stufe, materassi, letti, coperte e tutto ciò che ci possa aiutare per affrontare l’inverno. I punti di raccolta saranno presso:
“la Credenza” di Bussoleno (Valsusa), via Walter Fontan, 16. PER INFO: 0122 49386 (chiamare dopo le 18)
Nuova Occupazione Abitativa Corso Ciriè, 7. PER INFO: 349 562 1606.
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