La giornata di ieri, sabato 26 gennaio, ha visto protagonisti i bambini e le bambine del quartiere di Pietra Alta (nome originario del triangolo urbano fra corso Giulio, via Ivrea e corso Vercelli) che con i loro schiamazzi di gioia hanno animato la nuova occupazione abitativa di corso vercelli 440. Giochi e merenda, interventi e socialità con le persone del quartiere che si avvicinavano incuriosite ponendo domande e offrendo la propria disponibilità a dare una mano per i lavori all’interno dello stabile occupato, chiacchierando fra una tazza di cioccolata calda e una fetta di torta (proprio come al bar sotto casa, luogo di socialità dimenticato e canzonato da quei “giovani” vittime dell’individualismo) rigorosamente cucinate nell’occupazione. Un’occasione per una giornata all’insegna della festa, della convivialità, per farsi conoscere e conoscersi fra gente comune con gli stessi problemi, con la stessa voglia di riscatto sociale. Proprio da questi scambi con la gente del quartiere gli/le occupanti hanno deciso di chiamare lo stabile occupato “Pietra Alta”, per tener vivo il nome di un quartiere storico di Torino, proletario e multietnico.
Archivi tag: torino
APPUNTAMENTI VENERDI 25 E SABATO 26 OCCUPAZIONE CORSO VERCELLI 440
VENERDI 25 E SABATO 26 GENNAIO GLI/LE OCCUPANTI DI CORSO VERCELLI 440 INVITANO LE FAMIGLIE E GLI ABITANTI DEL QUARTIERE A PARTECIPARE A DUE APPUNTAMENTI:
VENERDI 25 h. 18.30 : INCONTRO CON UN AVVOCATO SPECIALIZZATO SULL’EMERGENZA ABITATIVA. POTRETE AVERE CHIARIMENTI SU SFRATTI, CONTRATTI D’AFFITTO, EMERGENZA ABITATIVA E TUTTI I DUBBI SULLA QUESTIONE DELL’ABITARE.
SABATO 26 h.10: APPUNTAMENTO PER RIPULIRE L’AREA ANTISTANTE LA PALAZZINA OCCUPATA.
H. 15 GIOCHI E MERENDA PER TUTTI I BAMBINI E LE BAMBINE DEL QUARTIERE!!!
GLI/LE OCCUPANTI
NUOVA OCCUPAZIONE ABITATIVA IN CITTA’!
Questa mattina quattro famiglie con i loro bambini e il Collettivo Prendocasa hanno deciso di occupare lo stabile di Corso Vercelli 440, una delle tante case vuote a cavallo tra i quartieri di Barriera di Milano e Falchera.
Le loro storie si assomigliano e si intrecciano con quelle delle 3000 famiglie che quest’anno a Torino hanno subito uno sfratto esecutivo. Con l’acuirsi della crisi economica, la perdita di lavoro o la diminuzione del reddito pagare l’affitto è infatti sempre più difficile e spesso impossibile. Di fronte a questa situazione che sempre di più è un’emergenza quotidiana il Comune di Torino risponde continuando ad effettuare tagli al sociale ed alle politiche abitative. Si moltiplicano ogni giorno i casi di famiglie allontanate con la forza dal proprio alloggio nel silenzio più assoluto.
Crediamo che la responsabilità di questa situazione sia delle istituzioni che hanno generato la crisi che stiamo vivendo, in primis il Comune di Torino che per creare una città vetrina inesistente ( basti pensare alle olimpiadi del 2006) ha creato delle voragini nei conti pubblici ed adesso svende tutto il patrimonio pubblico invece di destinarlo alle famiglie in emergenza. Nella nostra città ci sono 56 mila alloggi vuoti e ben 30 mila famiglie in difficoltà che hanno perso o stanno perdendo la propria casa. Anche qui in barriera di Milano o in Falchera, basta fare un giro tra le case popolari per rendersi conto di quanti siano gli alloggi di ATC non assegnati e gli stabili del Comune vuoti. È questo il caso della palazzina che abbiamo deciso di riprenderci oggi, l’ex-comando dei vigili urbani, inutilizzato dal 2008.
Oggi quindi occupiamo questo stabile così come hanno già fatto tante altre famiglie che soffocate dalla crisi hanno deciso di portare avanti un percorso di dignità attraverso la riappropriazione.
Anche insieme a loro la speranza è che tutto questo non passi sotto silenzio pre-elettorale, né che ci si accontenti delle mille promesse già sentite e che sicuramente in tanti faranno solo per accaparrarsi qualche voto.
Convinti che la casa sia un diritto e che la dignità si affermi anche riprendendosi ciò che ci viene tolto invitiamo tutti e tutte a portare solidarietà alle nuove famiglie occupanti.
Quel che ci tolgono a poco a poco ce lo riprenderemo!
Di seguito il volantino distribuito questa mattina
SENZA CASA NON POSSIAMO STARE!
OCCUPIAMO!
Gli sfratti a Torino sono in continuo aumento. Sempre più famiglie si vedono portare via la casa dalle banche o sfrattati da proprietari troppo abituati alla loro rendita sicura, le ingiunzioni di sfratto per morosità incolpevole con relativo sgombero non si contano più.
Le istituzioni e media vogliono farci credere che la colpa è della crisi economica, che noi, di certo, non abbiamo creato, a causa di questa però ci costringono a pagare sempre di più attraverso l’aumento delle tasse, mettendone di nuove (imu), tagliano i servizi sociali e intanto aumenta la disoccupazione e si perde il reddito.
La situazione è drammatica ma questo sembra non sfiorare minimamente politici e istituzioni locali, incapaci di dare delle soluzioni continuano ad appoggiare la linea dura: sei moroso arriva lo sfratto e la forza pubblica deve eseguire, poco importa se hai figli o meno, se nel nucleo famigliare ci sono persone gravemente malate o disabili….
Anche ATC ormai segue la linea dura e se non riesci a pagare l’affitto ti sbatte fuori casa. Siamo in piena emergenza sociale, il diritto all’abitare non è (più?) garantito, ci vogliono vedere vivere sotto i ponti o in angoli scuri della città dove sorgono baraccopoli costruite con mezzi di fortuna.
Noi, famiglie e singoli, abbiamo deciso di non voler perdere la nostra dignità e di riprenderci un diritto che oggi nessuno è in grado di tutelare. Abbiamo deciso che senza casa non possiamo rimanere, che insieme ci possiamo aiutare.
Per questo oggi occupiamo questo stabile, dismesso da alcuni anni, così come molte altre famiglie e non solo hanno già fatto in città trovandosi nella nostra stessa situazione.
Anche insieme a loro vorremmo che tutto questo non passasse sotto silenzio pre-elettorale, né ci accontenteremo delle mille promesse che sicuramente tutti faranno per accaparrarsi qualche voto. La volontà e quello di costruire qualcosa dal basso unendo tutte le forze presenti in città.
Vorremmo che questo stabile non fosse soltanto un posto in cui abitare ma anche un posto vissuto dai vicini e dal quartiere avendo una ampio spazio al piano terra in cui poter realizzare le più svariate iniziative che vogliate proporre. Per questo l’invito rivolto a tutti è quello di venirci a trovare per conoscerci, discutere e realizzare nuove cose insieme.
Siamo consapevoli che ci sia molto lavoro da fare per rendere questo stabile decoroso e utilizzabile in sicurezza per cui chiunque avesse delle capacità e/o del tempo da condividere è il benvenuto/a!
QUEL CHE CI TOLGONO A POCO A POCO CE LO RIPRENDEREMO!
Torino 20/01/2013 GLI/LE OCCUPANTI
Fot. In prop. Via sant’ottavio 20
La resistenza continua…anzi si espande
Ennesima giornata di resistenza agli sfratti oggi a Torino conclusasi con un rinvio al 19 Febbraio.
In una città sempre più schiacciata dai debiti e con Istituzioni che non riescono a dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà ecco che la resistenza agli sfratti diventa l’unica strada percorribile per affrontare queste situazioni.
Dopo Vanchiglia, San Paolo e Barriera anche San Salvario inizia a resistere grazie ad Hassam e i suoi 2 figli che hanno deciso di rispondere allo sfratto arrivato per morosità incolpevole dovuta ad assenza di reddito causata da una malattia che non gli permette di lavorare.
Oggi abbiamo ottenuto un rinvio al 19 Febbraio, giorno in cui torneremo a difendere Hassam, la sua famiglia e il diritto alla casa per tutti perchè, come detto precedentemente, la resistenza continua….anzi si espande.
BASTA SFRATTI
BASTA SGOMBERI
COLLETTIVO SAN SALVARIO
Un altro sfratto evitato
Torino_Fatima e Bolila Noliar Abdalazia sono una coppia di marocchini di 55 e 54 anni, senza figli, che decidono di rispondere alla città capitale degli sfratti, delle continue privatizzazioni dei servizi pubblici, dei tagli. Dalle prime ore del mattino, Fatima e suo marito si organizzano per opporsi allo sfratto dalla loro abitazione, arrivato per morosità incolpevole dovuta dall’assenza di reddito. Il primo avviso risale a giugno 2012. Poi, nonostante i due abbiano ricominciato a lavorare riuscendo a pagare l’affitto e a coprire la morosità la padrona di casa decide di andare avanti con l’ingiunzione di sfratto. Se da una parte cè una padrona di casa che preferisce liberare il proprio alloggio per poterlo vendere, dall’altra parte c’è l’immobilità delle istituzioni incapaci di rispondere alla crescente emergenza abitativa che colpisce molte famiglie torinesi. La gerarchizzazione del reddito che permette o meno di rientrare nelle liste dell’emergenza abitativa, non concede a Fatima e Bolila di poter usufruire di questo strumento, ormai in esaurimento per le numerose richieste. L’unica cosa che viene loro concessa è un piccolo contributo di Locare e null’altro, un migliaio di euro per potersi trovare una nuova casa…poca cosa se si prendono in considerazione gli affitti per nulla economici e le anticipazioni mensili se si passa dalle agenzie immobiliari. Pagliativi che il sindaco Fassino continua a vendere come risposte positive di aiuto economico alle famiglie in difficoltà. Balle! La verità risiede nelle numerose famiglie che iscritte alle liste per le case popolari non riceve alcun aiuto, nessuna casa (quest’anno solo 500 alloggi popolari verranno concessi….) e vengono liquidate con cifre ridicole dalle istituzioni incapaci di garantire il diritto all’abitare.
In questo quadro sempre più famiglie, singoli, si organizzano per resistere agli sfratti. Fatima e suo marito oggi ottengono una proroga fino al 25 gennaio, giorno in cui torneremo insieme a loro a resistere affinchè si raggiunga una soluzione abitativa dignitosa e soprattutto che esaudisca il volere di Fatima e Bolila.
Fallita la giornata degli sfratti in Barriera di Milano
Torino_La polizia e l’ufficiale giudiziario sono riusciti solo a prendere possesso di una casa già vuota (perché gli abitanti si erano da tempo trasferiti in altra abitazione, occupandola) e di un’altra abitata dove la famiglia aveva deciso di non resistere. Gli altri sfratti non si sono invece potuti concretizzare (almeno per ora) per i blocchi con cassonetti e persone che si muovevano impedendo un agibilità alle forze dell’ordine. In certi casi i cassonetti sono stati anche incendiati per sconsigliare la controparte dall’uso della forza.
Sotto sfratto, minaccia di darsi fuoco
Torino_Quando questa mattina l’ufficiale giudiziario si è presentato nello stabile di via Morgari 16, nel quartiere torinese di San Salvario, per eseguire lo sfratto, Lis Belmohub, un uomo algerino di 57 anni al momento disoccupato, ha minacciato di ricorrere ad un gesto estremo per impedire che gli venisse tolta l’abitazione.
Ha infatti cosparso di benzina l’appartamento, dichiarando di essere pronto a darsi fuoco.
I vigili del fuoco hanno evacuato il palazzo e, dopo aver discusso a lungo con l’uomo, sono riusciti ad entrare nell’abitazione e a farlo desistere dall’idea di appiccare l’incendio.
Il gesto estremo minacciato da Lis Belmohub ci restituisce ancora una volta la realtà sempre più difficoltosa della ‘Torino capitale degli sfratti’, che sotto l’amministrazione di Fassino stanno diventando sempre più frequenti (solo nel 2011 gli sfratti per morosità sono stati 2.343).
Una situazione che rischia di esplodere, con una giunta comunale che porta avanti le proprie politiche a colpi di tagli e privatizzazioni e che di fronte ad una sempre più urgente emergenza abitativa si sta dimostrando incapace di offrire qualsivoglia risposta, se non quella dell’uso della forza pubblica per contrastare le esperienze di resistenza che sempre più vengono opposte alla violenza degli sfratti.
da infoaut