Con la verdi15 per il diritto all’abitare!

 Il collettivo Prendocasa Torino esprime la sua piena solidarietà alla verdi15 occupata appena sgomberata e a tutti e tutte coloro da oggi senza un tetto.

Dagli sfratti agli sgomberi la risposta che l’amministrazione cittadina continua a dare alle esigenze abitative della sua popolazione è sempre la stessa: polizia, cariche e denunce.

Ancora una volta un problema sociale vuole essere ridotto a mera questione di ordine pubblico.

Questa mattina (30/10), intorno alle 10.00, la polizia è entrata nella residenza occupata di Via Verdi 15. Gli studenti e le studentesse sono stati malmenati e fermati, mentre le forze dell’ordine provvedevano allo sgombero delle stanze.

La Residenza era stata occupata quasi un anno fa per dare una risposta a tutti quegli studenti e studentesse che, nonostante avessero diritto ad una stanza nei vari collegi universitari, si sono trovati “in mezzo ad una strada” a causa dei tagli all’EDISU voluti anche dal Presidente della Regione Cota.

Ancora una volta la risposta delle “istituzioni” non si è fatta attendere e, come succede ormai quotidianamente per gli sfratti, manganelli e cariche violente sono stata la risposta.

Anche quella degli occupanti e degli studenti non si è fatta attendere, e già dopo pochissimi minuti dall’irruzione alla Verdi da parte delle forze dell’ordine, la solidarietà è arrivata e la rabbia è cresciuta insieme alle persone, come dimostrano le numerose testimonianze.

Come Collettivo Prendocasa esprimiamo tutta la solidarietà ai feriti, ai fermati e ai resistenti, la lotta e la resistenza pagano e prima o poi ci riprenderemo tutto!

Cena Benefit Sportello Casa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Primo: Gnocchetti sardi alla crema di zucca e pancetta croccante/porri
(vegetariani)
Secondo: Goulash alla “Prendocasa”  Polpettine vegane
Contorno: verdure di stagione
Dolce: torta con crema di banane e cioccolato.

Milano: a San Siro la polizia carica il presidio antisfratto

altCariche della polizia quest’oggi a Milano contro il picchetto antisfratto che dalle prime ore del mattino si era radunato sotto un palazzo di via Preneste (zona San Siro) a difesa di una famiglia che occupava un appartamento dello stabile.

Circa una cinquantina di persone sono accorse sul posto a difesa dei tre occupanti (due genitori con un figlio), i quali, di fronte all’impossibilità di poter continuare a pagare un affitto, avevano optato per l’occupazione dell’appartamento.

Verso le 10.30 le forze dell’ordine schierate in via Preneste hanno tentato di far allontanare il picchetto per procedere allo sfratto; di fronte al rifiuto delle persone radunatesi in difesa della famiglia, gli agenti hanno inizialmente spintonato il presidio per poi passare alle cariche, causando almeno 4 feriti.

Quando le forze dell’ordine avevano già sfondato la porta d’ingresso e allontanato dall’appartamento il resto della famiglia, Maria, la madre di 57 anni, ha deciso di continuare a resistere arrampicandosi sul cornicione della casa ed è poi stata portata via a forza dalla polizia.

Anche a sgombero avvenuto, e nonostante le cariche, le persone accorse per il picchetto sono rimaste in via Preneste per poi muoversi in corteo per il quartiere, denunciando la situazione della città di Milano in cui la crisi sta continuando ad aggravare il problema dell’emergenza abitativa , che all’oggi vede 13mila famiglie a rischio sfratto in tutta la città.

da infoaut.org

Migliaia di persone in piazza per il Gabrio. Nuova occupazione in quartiere San Paolo!

Oggi pomeriggio un migliaio di persone  hanno attraversato il quartiere San Paolo di Torino in solidarietà alla campagna I love Gabrio promossa dall’omonimo centro sociale  sotto sgombero da parte del Comune di Torino utilizzando la presenza dell’amianto nello stabile (peraltro messo in sicurezza unicamente delle e dagli occupanti in questi anni a proprie spese) come pretesto.

Il corteo è partito da piazza Sabotino e da lì ha attraversato tutte le occupazioni presenti in quartiere,via muriagliovia frejuscasa bianca occupata ormai dal 2008 , il 34 occupato, tutte occupazioni a scopo abitaivo frutto del  coordinamento dello sportelo caza di zona san paolo che da diversi anni opera all’interno del centro sociale Gabrio. Tra gli spezzoni partecipanti al corteo anche delegazioni di occupanti da Alessandria ed Asti, le famiglie delle diverse occupazioni, gli occupanti della verdi 15  ed anche un nutrito spezzone delle palestre poplari presenti in città nei centri sociali Gabrio ed Askatasuna

A conclusione del corteo è stata occupata un enorme struttura comunale ceduta dal comune ad un fondo di investimento in cui compaiono  i nomi arcinoti di Tronchetti Porvera &co  che ovviamente sarà la prossima speculazione in quartiere con la demolizione completa della struttura per creare nuovi alloggi, un nuovo centro commerciale in cambio unicamente di un minima quota lasciata in edilizia convenzionata.

Questa occupazione, in cui in serata si terrà un concerto benefit per le spese legali degli arrestati del G8 genovese, vuole essere un primo passo di denuncia verso la gestione speculativa e di svendita delle proprie strutture da parte del comune e iniziare col quartiere stesso un percorso di riappriazione di quell’enorme spazio.

da infoaut

Nasce la black list dei morosi contro il diritto all’abitare

altPontedera, Pisa – La creazione di una “black list” dei morosi sarebbe la “strategia” efficace per dare, in tempo di crisi, un aiuto concreto al mercato degli affitti secondo Marco Fantozzi, ideatore del “Registro Nazionale Inquilini Inadempienti”. Si tratta di uno strumento di auto-tutela per i locatori al fine di non incorrere in problemi di riscossione dell’affitto concordato nel contratto di locazione. Il registro assumerà la forma di una community on-line dei proprietari nella quale, previa registrazione, potranno essere segnalati gli inquilini inadempienti che sono stati oggetto di causa legale e procedimento di sfratto. Consultando il registro dei “segnalati” un proprietario potrà verificare l’affidabilità del proprio affittuario.

Il portale nasce a Pontedera, non lontano da Pisa, una città in cui gli sfratti da case popolari e private sono all’ordine del giorno e l’amministrazione comunale adotta misure inadeguate per fronteggiare il problema abitativo, ricorrendo ogni volta sia possibile all’intervento del giudice. Il registro costituisce una tutela a esclusivo vantaggio dei proprietari di case, palazzinari e speculatori contro chiunque non arriva alla terza settimana del mese e viene sbattuto fuori di casa.

Ancora una volta la governance locale si ristruttura sul territorio abbandonandolo. Si produce il grottesco meccanismo in cui anche il disciplinamento sociale e la guerra al povero viene affidata all’autorganizzazione dei proprietari di casa, purchè si mantengano inalterati i rapporti sociali e i livelli di comando, lasciando così passare in secondo piano il diritto all’abitare e facendo prevalere al di sopra di tutto il diritto a riscuotere la mensilità dell’affitto. Si dà voce ai proprietari di case e non a chi in questi anni si sta vedendo scippare la possibilità di avere un tetto sicuro sopra la testa.

Con la crisi che avanza e con i tagli al welfare e le tasse che aumentano, ci saranno sempre più sfratti per morosità e quindi aumenteranno anche i nomi su questa fantomatica “black list” dei morosi.

É proprio in questo contesto di impoverimento che chi lotta per il diritto all’abitare deve aver ben presente con chi ha a che fare: le amministrazioni comunali fiancheggiate dai soliti noti imprenditori che tra cementificazioni e speculazioni edilizie stanno da una parte trasformando il territorio, e dall’altra lasciando intere palazzine e alloggi popolari vuoti da anni.

Nuove esperienze di occupazioni e autorecupero di abitazioni sfitte sembrerebbero la direzione giusta da intraprendere per confliggere e contrastare le politiche abitative nelle città.

“Il Registro Nazionale Inquilini Inadepienti”, più che una tutela per i proprietari di casa, è l’ennesima provocazione di chi sta giocando a fare la voce grossa con chi già vive una situazione insostenibile.
Si prospettano tempi duri per i grandi proprietari immobiliari che dovranno fare i conti proprio con la rabbia di chi viene escluso dalle graduatorie per la casa popolare e di chi perde il lavoro. Il bisogno di reclamare reddito e dignità si concretizza soltanto tramite la riappropriazione.

Fonte: infoaut.org

Assolti i due imputati per la resistenza allo sfratto di Patrizia!

Assoluzione in primo grado perché il fatto non sussiste.

Così si è espressa oggi la giudice del Tribunale di Torino nei confronti dei due imputati che il 14 giugno 2011 si opposero allo sfratto della famiglia di Patrizia, insieme al collettivo Prendocasa, studenti e studentesse, abitanti del quartiere di Lungo Dora Voghera e alla famiglia sotto sfratto.

I reati di resistenza aggravata e lesioni sono caduti di fronte all’inattendibilità delle versioni fornite dagli agenti di polizia che quel giorno presero parte alle cariche sotto la casa di Patrizia ma, fatto ancora più grave, è che i verbali del rinvio dello sfratto ottenuto grazie alla resistenza di quanti/e quel giorno erano presenti per supportare la famiglia,  sono spariti, introvabili, dissolti nel nulla.

Verbali che dovrebbero essere conservati in appositi registri negli uffici preposti, come prova dell’agire dell’ufficiale giudiziario che si appresta ad eseguire o meno uno sfratto.

In merito a questo vale la pena sottolineare e ricordare che quel giorno, il 14 giugno del 2011, alle prime ore del mattino erano presenti solo le forze dell’ordine (alcune camionette per un totale di 50 agenti in tenuta antisommossa), la famiglia all’interno dell’appartamento e alcuni giovani studenti insieme al collettivo Prendocasa. Nessun ufficiale giudiziario, l’unico che può eseguire uno sfratto e darne l’esecuzione o la sospensione. Motivo per cui i verbali sono stati fatti sparire… questo ci dà la misura di come vengono “gestite” queste tipo di operazioni.

Altro dato da sottolineare è come ormai l’emergenza abitativa, il disagio sociale che le famiglie vivono quando perdono la propria casa per colpa della crisi, delle speculazioni in atto, dell’assenza di politiche abitative concrete in grado di sopperire ad un’emergenza sempre più in crescita, venga trattata come mera operazione di ordine pubblico attraverso l’uso della forza dei reparti antisommossa della questura torinese.

A tutto questo ci vogliono risposte che ad oggi le istituzioni non sono in grado di dare, troppo impegnate a dover dribblare scandali di questo o quel parlamentare, troppo impegnati a mantenere i propri privilegi di casta.

Le risposte non sono, ovviamente, le sentenze di assoluzione come quella di oggi.

Ne prendiamo atto ma non ci basta: le risposte sono le tante occupazioni ad uso abitativo e le resistenze agli sfratti che stanno proliferando nella nostra città.

 

Collettivo Prendocasa Torino

Giornata sfratti zero, 200 in piazza a Viareggio

Da prendocasapisa_Stamani piu’ di 200 persone tra studenti, precari e famiglie in emergenza abitativa hanno manifestato con decisione per le vie di Viareggio. Una mobilitazione per mettere un freno alle fallimentari politiche abitative delle istituzioni locali e per denunciare l’aumento delle richieste di sfratto per morosita’. Il dato veramente positivo è stata la presenza in piazza, al fianco delle di famiglie coinvolte nel problema abitativo, di precari dei servizi e del turismo, che stanno portando avanti da mesi una battaglia autorganizzata contro aziende e cgil per il rinnovo dei contratti e per il miglioramento delle condizioni di lavoro, e di studenti medi, in lotta contro la legge aprea e i tagli alla scuola. Era presente anche Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi morto due anni fa in un carcere francese, anche lei sotto sfratto.

Subito all’inizio del corteo un gruppo di manifestanti ha occupato uno dei simboli dell abbandono e della speculazione edilizia a Viareggio l’American Hotel sfitto da 10 anni e passato con il tempo da speculatore a speculatore, è stato calato dagli occupanti un enorme striscione di 20m che recitava “la casa è un diritto, stop alla speculazione”.Il corteo rumoroso  deciso arrivato sotto il municipio  ha ottenuto un incontro immediato con Mannino l’amministratore prefettizio di Viareggio.
Di seguito un volantino distribuito:
BLOCCO DEGLI SFRATTI SUBITO!
CASA, DIRITTI E DIGNITA’ RIPRENDIAMOCI QUELLO CHE CI SPETTA!
Sono ormai più di 400 le richieste di sfratto per morosità nella città di Viareggio a questi numeri allarmanti vanno aggiunti inoltre le decine di sfratti già compiuti nel 2012 e i molti casi di famiglie e singoli che si trovano in alberghi o campeggi inseriti nel confusionario piano di emergenza abitativa m

esso in piedi dall’amministrazione Lunardini in questi anni (piano che non ha più fondi dunque una situazione che andrà aggravandosi).
Sembrano i numeri allarmanti di una città metropolitana ma invece arrivano da quella che un tempo era definita la “perla del Tirreno” e che oggi invece è una città abbandonata a se stessa che vede i propri cittadini pagare sulla propria pelle i costi di una crisi drammatica(lavoro, casa, servizi assenti, disuguaglianza crescente ecc…) mentre una politica istituzionale incapace fa finta di niente, si volta di lato o si chiude nelle stanze di partito blaterando per mezzo stampa di candidati e primarie senza affrontare minimamente i problemi reali della popolazione (questo vale sia per il PD e il triste spettacolo locale dei candidati ma anche per il centro-destra ormai boccheggiante e ammutolito, soprattutto dopo l’affare casa-Fantoni).
In questo scenario drammatico c’è chi ha saputo rispondere con solidarietà e determinazione a non farsi schiacciare. Per la prima volta nella nostra città gli stessi cittadini insieme a compagni e organizzazioni solidali hanno cercato di sviluppare una discussione reale sul problema casa (lo sportello Unione Inquilini, il C.A.V e le famiglie solidali determinanti per rimandare gli sfratti) respingendo al mittente l’idea folle alla base di questo sistema che vorrebbe gettare per la strada donne, uomini e bambini. Questa crisi è stata creata da banche, politicanti e finanza e non accettiamo che siano i cittadini a pagare i costi di scelte economiche e politiche folli fatte di sprechi, speculazione edilizia e finanziaria.
Gli unici che possono affrontare e risolvere questi problemi sono dal basso con l autorganizzazione gli stessi cittadini, lavoratori, disoccupati, migranti e studenti che vivono sulla propria pelle i drammi di una crisi che sono stati altri a creare. Oltre a chi vive il problema abitativo in questi mesi abbiamo piacevolmente accolto e sostenuto sul nostro territorio le mobilitazioni spontanee di precari del turismo e dei servizi al cittadino (oss), gli studenti (a Massa hanno occupato e rilanciato uno spazio abbandonato da anni) i ferrovieri e i cittadini sensibili con la tragedia del 29 giugno e con Riccardo Antonini ferroviere licenziato da FS per il suo impegno nella sicurezza.
Quella della mobilitazione e aggregazione dal basso per affrontare i problemi reali del nostro territorio è la migliore strada per rispondere alla crisi e ad una politica istituzionale incapace o peggio ancora connivente rispetto al dramma reale che stiamo vivendo.
Cantiere sociale versiliese

Torino, occupata palazzina

Ieri pomeriggio (sabato 6 ottobre.ndr) all’interno della campagna “I love Gabrio – Gabrio per tutti, Amianto per Nessuno” era prevista una critical mass in zona San Paolo, per affermare con forza che l’amianto al Gabrio deve sì sparire, ma le realtà che da 18 anni vi vivono e vi lottano non devono essere buttate giù insieme ai muri; perché la vivibilità passa dalle bancarelle rionali e non da nuovi ipermercati; perché al quartiere vengano restituiti spazi verdi ed aree gioco; perché il benessere della gente dipende da canoni di affitto corretti; perché i debiti del Comune non possono essere scaricati sulla gente mediante nuove strisce blu, che servono solo a far cassa. Perché salute, ambiente, sostenibilità sono nostri diritti.Da tre settimane abbiamo lanciato la campagna in sostegno al centro sociale. Settimane intense durante le quali abbiamo sentito il calore e la solidarietà di tutti e tutte quelle che amano il Gabrio. La campagna durerà ancora a lungo, ma questo non ci ha comunque distolti dalle lotte che rendono viva questa città stritolata dalla crisi.
Ecco perchè il modo migliore per finire la pedalata è stato quello di tornare ancora una volta su una questione sociale urgente e a noi tutt* molto cara, cioè quella della casa.
Per questo la pedalata si è conclusa con l’occupazione dello stabile abbandonato in via Frejus 103bis, una casa vuota per una decina di famiglie a cui la terribile macchina burocratica degli sfratti aveva negato negli ultimi mesi un tetto. In alcune occasioni le occupazioni abitative nascono in palazzi abbandonati da decenni, altre in palazzi vuoti da pochi anni… i tempi che viviamo con gli affitti da rapina e il numero di sfratti in crescita esponenziale che hanno portato Torino ad essere la prima città in Italia per rapporto abitanti/sfratti eseguiti, ci fanno dire una volta di più che avere palazzi interi abbandonati è un lusso che questa città non si può permettere.
Ci chiediamo se anche questa volta le istituzioni cittadine risponderanno facendo finta di niente, con quel silenzio tipico di chi è in imbarazzo oppure è complice.
Quella di oggi è l’ennesima occupazione abitativa in questa città, la quinta solo nel nostro quartiere, dove si disegna un altro puntino sulla mappa della libertà di zona San Paolo. Per chi vuole questa zona vissuta e partecipata dal basso, non certo stritolata nelle mani avide di affaristi e speculatori immobiliari.

Il tutto verso la manifestazione del 20 ottobre… “meno mani sulla città, più mappe della libertà”!

Mai più case senza persone, mai più persone senza casa!

da gabrio.noblogs.org

Roma, movimenti per il diritto all’abitare piazzano la tenda

Già il 27 settembre scorso erano scesi in piazza, in Campidoglio. I movimenti per il diritto all’abitare si opponevano alla svendita dei beni pubblici, e per chiedere l’attuazione della novità di un fondo per l’edilizia residenziale pubblica nel bilancio. Solo in questo modo infatti, si potrebbe dare sostanza alle 6mila case popolari che da marzo 2012 esistono soltanto sulla carta di una delibera approvata dal consiglio comunale.

Ieri invece, i movimenti per il diritto all’abitare sono di nuovi scesi in Campidoglio, questa volta con le tende, in occasione del voto del consiglio comunale di Roma sulla delibera che prevede la svendita ai privati di molti pezzi del patrimonio pubblico tra cui le aree destinate all’edilizia popolare. La svendita de patrimonio pubblico d’altronde, non è una novità e piano piano sta diventando realtà, pensata come l’ennesima misura per far fronte alla crisi.

I movimenti di lotta per la casa sono stati chiamati ieri ad un incontro con l’assessore al Patrimonio e il capogruppo del Pdl. Un incontro che non ha fatto altro che confermare la determinazione da parte della maggioranza e dell’opposizione, di cedere il patrimonio comunale, in quanto rappresenta l’unico modo per l’amministrazione, per far fronte al disavanzo delle casse del Comune, devastare dal malaffare. Nel frattempo per domani è prevista una nuova manifestazione, dopo che più di un migliaio di persone hanno dato vita ieri sera ad un corteo che, partito dal Campidoglio, ha bloccato piazza Venezia. Il corteo si è concluso nella vicina piazza Madonna di Loreto dove sono state montate le tende. La discussione in Consiglio Comunale sul bilancio si riapre domani pomeriggio e i movimenti presenti in piazza rilanciano per un corteo per tornare in Campidoglio in concomitanza con la discussione in Consiglio comunale.

da infoaut