Torino 28 maggio: casa, reddito dignità per tutti!

CjjcSefWYAAKgDpA Torino il corteo che ha sfilato per la città nella giornata lanciata dalla rete nazionale “Abitare nella crisi”, ha visto un migliaio di persone percorrere le vie del centro cittadino, passando per Porta Palazzo e giungere sotto il Comune.
Dieci anni di governo PD hanno stretto un cappio al collo dei torinesi a causa di precise scelte politiche che hanno favorito i grandi speculazioni, privatizzazioni e banche, provocando tagli alla sanità pubblica e a tutti i servizi utili per i cittadini, sfratti e pignoramenti e un generale impoverimento.
Dietro lo striscone “Basta ricatti: casa, reddito, dignità per tutti!”, si sono raccolti occupanti di case e sfrattati, i rifugiati e migranti dell’ex Moi, i lavoratori di Venaria in lotta, sindacati di base e tutte quelle realtà che si spendono in città per le lotte sociali che nelle scorse settimane si sono ritrovate per la costruzione  di questa importante giornata ad appena una settimana dalle elezioni amministrative.
Il corteo passando per le vie più centrali del centro cittadino, ha trovato come naturale obiettivo alcuni luoghi simbolo della crisi e delle sue conseguenze. Le banche San Paolo, Unicredit e la fondazione CRT sono state simbolicamente chiuse con dei lucchetti, mentre è stato segnalata l’ex sede dell’italgas di più di 11mila metri quadri vuota dal 2007 e svenduta come molto del patrimonio pubblico cittadino.
Arrivati poi davanti alla Prefettura alcuni ragazzi rifugiati dell’ Ex Moi hanno preso parola contro il ricatto del permesso di soggiorno, contro il business della finta accoglenza e contro le frontiere.
Porta Palazzo è stata la tappa successiva: qui alcuni occupanti dello Spazio Neruda hanno sostenuto interventi contro sfratti, pignoramenti e l’ipocrisia di un ente come l’emergenza abitativa resa praticamente inaccessibile dai cavilli burocratici indispensabili per ottenerla. “Casa per tutti, Sfratti per nessuno!”: questo lo slogan che ci ha accompagnato verso la conclusione del corteo.
Prima di giungere al Comune il corteo si è fermato a salutare Jacopo, studente universitario e militante no tav, costretto da mesi agli arresti domiciliari per il suo impegno nella lotta contro questa opera inutile. Qui le mamme in piazza per la libertà di dissenso hanno letto il loro appello per la liberazione di quasi trenta giovani sottoposti a misura cautelare.
Giunti in Piazza Palazzo di Città, dove uno spropositato schieramento di polizia in anti sommossa era posto a difesa del palazzo come l’ennesimo sfoggio di potere ostentato ormai da tempo come unica risposta a chi chiede ciò che gli spetta di diritto, si sono tenuti alcuni interventi contro l’atroce articolo 610, cosidetto sfratto a sorpresa, che costringe le persone che ne sono sottoposte a vivere segregate in casa nell’agonia dell’attesa di essere sbattute coi loro bimbi in mezzo alla strada.
Casa, lavoro, dignità per tutti: l’assemblea conclusiva in cui si è raccolto il corteo si è ripromessa di continuare a fare rete nei prossimi mesi in vista di altri importanti appuntamenti. Si è rilanciato il presidio che si terrà domani lunedi 30 maggio alle ore 17.30 in piazza Solferino per accogliere come si merita Renzi che verrà a Torino per sostenere la candidatura elettorale di Fassino.
Domani (lunedì) quindi di nuovo in piazza: Renzi a Torino non sei gradito!

Rapporto annuale sugli sfratti. Dall’emergenza alla normalità

STOP_sfratti2_12Un documento ufficiale del ministero dell’Interno ha ieri reso noto ciò che chi lotta per il diritto all’abitare conosce ogni giorno: migliaia di famiglie vengono sfrattate in Italia dalla forza pubblica, vittime della disoccupazione caratterizzante il mercato del lavoro nostrano, e non solo.

Nel dettaglio, ieri è stato pubblicato il rapporto annuale sugli sfratti del 2015 in cui fin da subito emerge quanto, la così detta “emergenza abitativa”, sia un problema sociale centrale in tutte le città Italiane. Utilizzando uno sguardo storico, si rende palese che questa situazione non ha nulla di emergenziale, poiché ormai è fisiologica. Infatti, si legge nel rapporto che già nel 2005 gli sfratti colpivano una famiglia su 515, ora una su 399. Questo dato è ancora più eclatante se teniamo in considerazione che si riferisce alla cifra lorda di inquilini (famiglie proprietarie, usufruttuarie o assegnatarie di alloggi pubblici), quindi sarebbe nettamente più elevato se considerasse solo le famiglie in locazione da privati.

Le carenze delle politiche pubbliche e del welfare sono confermate dallo stesso rapporto, dove si legge che il 90% degli sfratti avvenuti nel 2015 riguardano “morosità incolpevole”, ovvero famiglie i cui componenti hanno perso il lavoro e che tuttora non riescono ad accedere al reddito, impossibilitati dalla disoccupazione che affligge il nostro paese. Queste 300 mila famiglie si vedono sempre più costrette ad arrangiarsi, visto che il governo Renzi con la legge di Stabilità del 2016 ha azzerato il fondo per il contributo all’affitto, pensato per contrastare queste situazioni di difficoltà. Quindi, viene spontaneo pensare che il rapporto del 2016 sarà macchiato da un’aggravarsi dell’emergenza abitativa, costringendo sempre più famiglie a ricorrere alla rete di sostegno familiare o alla solidarietà dei molti e delle molte che ogni giorno si battono per il diritto all’abitare.

Inoltre, nel restante 10% ci stanno tutte quelle famiglie che dallo Stato vengono per contrapposizione colpevolizzate (“morosità colpevole”), famiglie che non piegano la testa e tentano di vivere dignitosamente, sacrificando il pagamento dell’affitto per necessità. Sono molti, infatti, i diritti negati necessari per una vita dignitosa, non solo l’avere un tetto sopra la testa. Tuttavia, le istituzioni tentano di insegnarci che prima di tutto bisogna pagare i debiti e poi, se si ha ancora qualche soldo in tasca, permettersi ciò che dovrebbe essere garantito ad ognuno: sanità, istruzione, cultura, socialità ecc…

Difronte ad una simile situazione, è doveroso opporsi in modo collettivo. Partendo da questo assunto, è stata lanciata dalla rete Abitare nella Crisi una manifestazione nazionale dislocata nelle città in cui ci sono le elezioni comunali in tutte le città italiane in cui a breve si svolgeranno le elezioni comunali: il 28 Maggio si scenderà in piazza per chiedere casa e dignità per tutti e tutte!

Torino, verso il #28Maggio. Contestata la conferenza dei candidati sindaci

teatro_carignanoIeri sera al Teatro Carignano di Torino si è tenuta una conferenza all’americana con i 7 dei 17 candidati sindaci che si sfideranno per le amministrative del 5 giugno. Una confronto “pubblico” organizzato da “La Stampa” nel quale gli aspiranti sindaci si sono espressi su vari temi, dalla casa, alla sicurezza, dalla legalità all’immigrazione. Su questi temi i sette candidati, Piero Fassino (PD), Marco Rizzo (Partito Comunista), Chiara Appendino (M5S), Alberto Morano (LegaNord e Fdi), Osvaldo Napoli (Forza Italia), Giorgio Airaudo (Sel) e Roberto Rosso (Centro destra e Moderati) si sono espressi più o meno con toni rassicuranti e pieni di buoni propositi: sulla casa, Rizzo dichiara che “la requisizione delle case sfitte dei grandi gruppi immobiliari” per far fronte all’emergenza abitativa, Airaudo, ex leader Fiom, si fa promotore del turismo e del lavoro dice “Sia benvenuto il turismo – dice – ma non dimentichiamo il nostro saper fare e l’industria dell’auto che ci ha fatti grandi. Fca a non deve lasciare Torino” mentre Fassino promette più vigili nelle strade e più poliziotti, in stile “come militarizzare la città” di solito cavallo di battaglia delle destre e non della “sinistra”. Fra le altre dichiarazioni e promesse varie, l’Appendino dice “Il mio primo provvedimento, in caso di vittoria, sarà quello di creare un fondo di 5 milioni per rimettere al centro le piccole e medie imprese e il lavoro”.

Queste le varie promesse/proposte di alcuni degli aspiranti sindaci fatte alla platea del Teatro Carignano. Una platea rigorosamente al chiuso che applaudiva o meno secondo la propria inclinazione politica o esprimendo sarcasmo per le dichiarazioni fatte.

Questa in sintesi la cronaca della serata, ovviamente finita sulle pagine dei giornali locali e in rete. Quello che ovviamente non è stato citato dai giornali locali, se non marginalmente, è stata la contestazione che gli occupanti dello Spazio Popolare Neruda hanno portato in piazza Carignano, ai quali è stato negato l’ingresso per paura di contestazioni.

Il dato politico della serata è che comunque venga intesa questa corsa alla poltrona da sindaco, nessuno dei 7 si è posto il problema di come si possa lasciare fuori una composizione sociale che nella nostra città lotta per il diritto all’abitare e che attraverso l’autorganizzazione occupano uno stabile per garantire un diritto che le istituzioni non sono in grado di garantire.

Finita la serata sotto le luci dei flash, alcuni candidati sindaci si sono avvicinati al corposo presidio degli occupanti facendo alcune dichiarazioni al megafono…vedremo se, in caso di vittoria di uno di questi candidati sindaci manterrà la parola data o meno.

Nel frattempo, senza aspettarsi niente dalle istituzioni e da chi si siederà sulla poltrona da sindaco, il 28 maggio a Torino si terrà una manifestazione che porterà in piazza tutte quelle componenti che in città si impegnano nelle lotte sociali. Per quella giornata le parole d’ordine saranno “Basta Ricatti! Casa, Salute e Servizi, Dignità e Reddito”, contro il sistema Torino, garantito dalle politiche del PD, incentrato sulle banche, speculatori e palazzinari. Una giornata nella quale si attraverseranno le vie della città per affermare che la lotta diventa strumento necessario per non continuare a subire le politiche impopolari del PD e del sindaco Fassino che tanto ama Torino ma che in questi anni ha eroso ai torinesi reddito, per chi ancora ha la fortuna di averlo – tramite aumenti delle tasse e tagli ai servizi – tolto la casa perché incapace di incidere con delle reali politiche abitative in grado di contrastare gli sfratti (aggiungendo a questo, una mancata volontà politica di trovare soluzioni permanenti e non tampone), inoltre svende il patrimonio pubblico invece di destinarlo ad uso abitativo e sociale, dismette ospedali e poli di eccellenza come l’ospedale Valdese.

Raccogliendo l’appello lanciato dalla rete di Abitare nella Crisi, il 28 maggio vuol essere una data di mobilitazione in diverse città per irrompere nel contesto elettorale e di opposizione al governo Renzi.

#28M Torino. Basta ricatti!

28m_torinoSiamo ormai prossimi alla scadenza del 5 giugno, data in cui, salvo ballottaggio, verrà deciso chi governerà la nostra città per i prossimi 4 anni.

Sebbene manchi meno di un mese alla chiamata alle urne e malgrado i dati numerici siano sempre più impietosi, tanto le pagine delle cronache cittadine quanto le dichiarazioni pubbliche di chi ci governa, non si tiene conto delle difficoltà di arrivare alla fine del mesedi sempre più persone.

Quasi che non avere (o non riuscire a tenersi) una casa, un lavoro, la possibilità di curarsi o prendersi cura dei propri cari, sia meno importante di qualche pranzo di gala con i sempre più “soliti poteri forti” (banche, fondazioni, consigli d’amministrazione, clubs riservati..) che stanno dietro il “Sistema Torino”.

Tutti viviamo i tanti ricatti che rendono sempre più difficile vivere una vita dignitosa in questa città. Ci dicono: “Se abbassi la testa avrai il permesso di soggiorno”. “Se non hai soldi per pagare l’affitto ti becchi uno sfratto”. “Se fai uno stage gratuito poi ti pagheremo”. “Se lavori come uno schiavo puoi tenerti il tuo posto di lavoro”.

Tanti piccoli ricatti che portano ai grandi ricatti con cui chi governa spera di restare al potere. Politici e imprenditori dicono “Se accettate di rinunciare ai vostri diritti creeremo posti di lavoro”. “Se non protestate avrete i vostri ottanta euro”. “Se accettate la devastazione dei territori arriveranno gli investimenti”. “Se vivete da precari avrete un giorno il posto fisso”.

Tutti i giorni provano a farci stare ai nostri posti. Vogliono farci abbassare lo sguardo per non farci riconoscere tra studenti, disoccupati e lavoratori, tra italiani e stranieri ma soprattutto per non farci vedere che in alto ci sono loro che s’ingozzano grazie al nostro lavoro, le nostre tasse e la nostra ingenuità.

Il 28 maggio è il momento per cominciare a dire BASTA ai ricatti!!

Pignoramenti, cambia la disciplina. Più facile mandare in strada le morosità incolpevoli

pignoramentiCon il Decreto Legge 59 del 3 Maggio 2016 sono state apportate delle modifiche importantissime agli articoli del codice di procedura civile sull’espropriazione forzata, che riguarda le procedure di pignoramento a seguito di insolvenza del mutuo stipulato per la compravendita della casa.

In particolare il D.L. prevede all’art. 4 la modifica del 4 comma dell’art. 560 del c.p.c. nel quale si disponeva che dopo il provvedimento di liberazione dell’immobile disposto dal giudice dell’esecuzione, l’esecuzione stessa era curata dal custode (che nelle procedure di pignoramento di immobili è sempre il creditore quindi la banca) nel rispetto di alcune formalità.

Oggi invece la riforma prevede che il 4 comma dell’art.560 sia così modificato: “il provvedimento, è attuato dal custode secondo le disposizione del giudice dell’esecuzione immobiliare, senza l’osservanza delle formalità previste dagli articoli 605 e ss. Per l’attuazione dell’ordine il giudice può avvalersi della forza pubblica e nominare ausiliari.”

Le formalità previste dagli articoli 605 e ss. altro non sono che le procedure di garanzia poste in essere in favore del pignorato, che prevedevano prima dell’obbligo di rilascio dell’immobile la consegna dell’atto di precetto con cui si dava preavviso all’esecuzione del provvedimento lasciando del tempo al pignorato per trovare altra soluzione.

L’articolo 606 c.p.c. infatti recita: “Decorso il termine stabilito nel precetto, l’ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo (il decreto del giudice che dispone il pignoramento) e del precetto, si reca sul luogo in cui le cose si trovano, quindi ne fa consegna alla parte istante o alla persona da lei designata”.

Con questa modifica si da la possibilità alle banche in qualità di custodi delle case pignorate di eseguire il pignoramento senza avvalersi degli ufficiali giudiziari, dunque senza dover più rispettare i termini posti a garanzia del pignorato che la procedura prevedeva per le notifiche del provvedimento di esecuzione. Infatti la modifica impedisce l’applicazione dell’articolo 608 c.p.c. che stabilisce che l’esecuzione inizia con la notifica dell’avviso, fatto dieci giorni prima della data del rilascio da parte dell’ufficiale giudiziario, del giorno e della data in cui si procede al rilascio dell’immobile.

Dunque non solo si vanifica la funzione di mediazione e garanzia che nella normativa precedente veniva affidata al ruolo dell’Ufficiale giudiziario, responsabile di notificare i provvedimenti e mediare tra gli interessi di banche e creditori e quelli dei soggetti pignorati, ma anche una dubbia velocizzazione delle procedure di rilascio degli immobili pignorati tutta a scapito del pignorato, che si troverà sotto casa, da un giorno all’altro e senza preavviso, le banche con l’ausilio della forza pubblica a minacciare lo sfratto.

Di fatto gli appartamenti occupati da persone in stato di morosità incolpevoli saranno trattati alla stregua di magazzini o depositi, da svuotare in tempi brevi senza alcun rispetto per le storie e le esigenze di chi rischia di ritrovarsi in mezzo alla strada. Una nuova pepita avvelenata del governo Renzi, sempre più nemico dei poveri e di chi soffre le conseguenze della crisi.

Contro le violenze della polizia e del governo Renzi. Solidarietà da Torino a Modena

modena11mag016Il progetto Prendocasa di Torino esprime piena solidarietà ai compagn*dello Sportello La Rage – spazio Guernica e alle famiglie che nella giornata di ieri sono state violentemente sgomberate.
Le fallimentari politiche abitative sono il risultato dell’amministrazione e gestione governativa del PD. Dal piano casa alla totale assenza di servizi per le famiglie, le politiche del governo Renzi producono un aumento del costo della vita e di conseguenza un crescente impoverimento sociale.
Mentre Renzi continua ad aiutare le banche, grandi imprenditori e lobby affaristiche, legittimando speculazioni e malaffare, l’impoverimento sociale nel nostro paese aumenta attraverso i continui processi di espropriazione che il PD continua ad effettuare sulle nostre vite. In parallelo a questo, ci sono però fasce sociali che si organizzano e che preferiscono abbracciare la lotta e il rifiuto delle politiche istituzionali, smascherando l’impianto politico estrattivo del PD.
Dalle resistenze agli sfratti alle occupazione, dalle lotte contro le grandi opere alle lotte studentesche, dalle lotte contro la privatizzazione dei servizi pubblici alle lotte contro il potere delle banche, dobbiamo provare a costruire un opposizione sociale al governo Renzi.
Non saranno i manganelli a fermarci e sarà la nostra determinazione e voglia di cambiamento a spingerci in avanti per una vita migliore. Ad ogni sgombero una nuova occupazione!

Per un 1° Maggio di lotta per la propria dignità, ci vediamo in piazza!

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Torino è ancora capitale degli sfratti. E’ dal 2008, anno in cui si registra l’inizio della crisi in Italia, che l’emergenza abitativa continua a crescere senza accennare ad una diminuzione nella nostra città e su tutto il territorio nazionale.

La perdita di reddito, collegata alla disoccupazione e alle spese gravose che ci troviamo ogni giorno ad affrontare (tasse, bollette, spese scolastiche), sono sicuramente i fattori principali per cui una famiglia o una persona non riescono più a pagare l’affitto o il mutuo.
L’insufficienza ed inadeguatezza delle politiche abitative e sociali nel nostro paese, e soprattutto nella nostra città, vanno ricercate nella responsabilità delle amministrazioni cittadine e nelle precise scelte del governo. E’ chiaro che con il Piano Casa, varato dall’ex ministro Lupi e da Matteo Renzi, e il nuovo decreto-legge che agevola il pignoramento degli immobili da parte degli istituti bancari, le istituzioni non hanno intenzione di estirpare il problema alla radice (da ricercarsi cioè in una povertà che abbraccia strati sempre più ampi della popolazione), ma preferiscono piuttosto garantirsi la benevolenza (e il voto) di chi possiede il patrimonio immobiliare.
Banche, speculatori, grandi proprietari di case, agenzie immobiliari sono i soliti beneficiari dei favori del governo, mentre l’edilizia residenziale pubblica, gli sfrattati, le famiglie in grave difficoltà economica e gli occupanti di case, vengo sempre più lasciati al declino e all’abbandono, se non vengono addirittura criminalizzati (vedi art.5 del “Piano Casa” che impedisce l’allaccio delle utenze e la fissazione della residenza nelle occupazioni abitative e la continua repressione degli attivisti che lottano per il diritto all’abitare).
A Torino sempre meno fondi vengono destinati alle politiche territoriali sulla casa, sempre meno case popolari vengono costruite o ristrutturate (quando non vengono vendute o demolite), per non parlare dei servizi sociali che invece di svolgere un’azione d’appoggio per i soggetti in difficoltà, diventano addirittura un problema per le famiglie in disagio abitativo che si vedono continuamente minacciate della separazione dai propri figli.
I dati del 2015 sono chiari: 4632 sfratti (il numero più alto mai registrato) e un aumento del 10,8% dei pignoramenti. Questo ci dimostra che la tendenza non solo non è in calo, ma che il problema non si limita a colpire gli strati meno abbienti della società, ma anche chi si può permettere di aprire un mutuo.
Nell’andare a ricercare risposte o proposte riguardanti l’emergenza casa torinese, spesso ci siamo dovuti scontrare nell’inefficienza, nell’ignoranza e l’arroganza delle amministrazioni cittadine. Andare a tirare l’orecchio a Fassino e Chiamparino o all’assessore alle politiche abitative e sociale Elide Tisi, non ci ha certo dato speranza o fiducia che siano loro a risolvere i problemi abitativi della città, quanto piuttosto ci hanno dato la consapevolezza che non faranno altro che peggiorarlo e che solo attraverso la lotta, l’organizzazione dal basso, il mutuo aiuto e la solidarietà attiva tra le famiglie sotto sfratto abbiamo la possibilità di non soccombere agli interessi di potere del “sistema Torino”.
Ci diamo come obiettivo la conquista di condizioni dignitose per tutte le persone che vivono nel territorio di Torino, uscire dall’isolamento in cui ci vogliono tenere le istituzioni: NON CI VOGLIAMO PIU’ VERGOGNARE DELLA NOSTRA SITUAZIONE! LA COLPA DI CIO’ CHE SUCCEDE E’ DELLA POLITICA CITTADINA, NON DELLE PERSONE!
Continueremo la denuncia delle speculazioni: Il Comune ha scelto di attuare una politica che non dà risposte adeguate, se non attraverso soluzioni tampone, ma dalle quali traggono profitto BANCHE, COOPERATIVE e SPECULATORI EDILIZI. Una politica di interessi che fa il gioco soltanto di chi già possiede grandi ricchezze e che la crisi non la pagherà mai, caricando sulle famiglie e sulle persone in difficoltà un debito insostenibile.
Lotteremo ogni giorno per un blocco immediato degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti. Mutui congelati e a tasso zero per le famiglie in difficoltà economica; per una nuova edilizia popolare, per la destinazione degli edifici pubblici in disuso agli sfrattati e requisizione degli appartamenti sfitti.
Vogliamo prezzi degli affitti, bollette e costi della vita calmierati in base al reddito.
Abbiamo già detto che noi siamo coloro che lottano per la propria dignità. Noi siamo le famiglie costrette ad occupare una casa per poter dormire al caldo d’inverno. Noi siamo disoccupati o lavoratori precari. Noi siamo coloro che sognano un futuro migliore per i nostri figli. Alcuni di noi hanno fatto molti chilometri per inseguire questo sogno. Noi, nonostante tutte le difficoltà e differenze, siamo uniti nella ricerca e nella lotta per realizzare questo desiderio. Ma siamo anche quelli che vengono messi al margine della società, relegati a chiedere assistenza o carità. Noi siamo quelli che, nonostante le scarsissime risorse, facciamo la nostra parte per far circolare l’economia di cui tanto ci si preoccupa. Ci siamo stancati di tendere la mano per un tozzo di pane.
E soprattutto noi sappiamo quale sarà il nostro posto all’interno di questo corteo. E’ all’interno delle LOTTE SOCIALI che noi da mesi ci muoviamo in città e sarà ancora quella l’unica bandiera sotto cui porteremo i nostri bisogni e le nostre ragioni.
Invitiamo tutti i nostri amici e le nostre amiche, i nostri sostenitori e sostenitrici, i nostri compagni e le nostre compagne di lotta e di vita ad unirsi a noi, per un primo maggio che non sia la solita passerella di partiti e sindacati amici di chi ci affama, ma che sia un primo maggio di lotta e rivendicazione, il primo maggio di chi, come noi, vuole vedere migliorare la propria condizione di vita.
Raccogliamo, inoltre, l’invito della rete nazionale “Abitare nella Crisi” alla partecipazione alla giornata di mobilitazione diffusa su tutti i territori del 28 maggio, dove, giusto ad una settimana dalla scadenza elettorale delle amministrative, sarà importante dare voce a quella parte di Torino che non si accontenta di false promesse, che non si rassegna a vedersi negato il diritto all’abitare e ad una città in cui vivere dignitosamente. Per partecipare alla costruzione dell’appuntamento invitiamo tutte le realtà dell’autorganizzazione sociale, i sindacati di base, i collettivi ed i comitati, tutti e tutte, ad una prima riunione cittadina per martedì 3 maggio alle ore 18.30 presso lo Spazio Popolare Neruda di corso Ciriè 7.