Altro rinvio ottenunto dallo sportello per il diritto alla casa san paolo

Un altro sfratto rinviato sino al 29 settembre è stato ottenuto oggi dalla famiglia (con tanto di figlia disabile al 100%) e dallo sportello per il diritto alla casa San Paolo. Rinvio che ha sapore di vittoria  visto l’ammissione da parte delle istituzioni di non aver corrisposto un aiuto in denaro dovuto alla famiglia e che avrebbe sicuramente evitato di arrivare al IV accesso (e probabilmente di iniziare la procedura di sfratto) e che ora promettono di versare con tanto di arretrati.  Intanto lo stesso sportello rilancia per domani (05/07/2011) un nuovo picchetto antisfratto in  largo borgaro 42.

Maggiori informazioni ed aggiornamenti seguiranno sul sito dello sportello casa zona san paolo.

Ascolta l’intervista con Elisa su radioblackout:

http://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2011/07/Titanic_2011_07_05_intervista_sfratto_gabrio.mp3
 

 

 

Verità e giustizia per Michele! L’unica sicurezza: diritti per tutti, non quella degli sceriffi!

altNel mezzo delle case popolari tra Corvetto e Molise Calvairate, ieri sera, è morto Michele. O meglio, è stato morto nel corso di un’ operazione di polizia di quelle che servono a garantire la “sicurezza” nella Milano che eredita due decenni di politiche securitarie e liberticide.

Una “esemplare” operazione di Polizia che come troppo spesso accade si conclude con un morto innocente. Questa è la loro sicurezza: fatta di abusi di potere, vergognosi pestaggi, omertà, impunità per chi porta la divisa.

Michele era un abitante delle case popolari: stava dalla parte della vera sicurezza, quella dei diritti per tutti, compresi i più deboli; probabilmente, se fosse stato un abitante di Corso Vercelli o Corso Como la polizia si sarebbe comportata in modo molto diverso. Per mascherare il diverso trattamento, già troppe bugie trasformano la realtà: lo chiamano ubriacone, delinquente, ma i precedenti per resistenza a pubblico ufficiale di cui parlano i giornali sono i presidi antisfratto, occasioni in cui Michele era disposto a mettersi in gioco in prima persona affinchè non venissero buttate in mezzo ad una strada persone che cercavano semplicemente una vita dignitosa per se stessi e le proprie famiglie.

Questa non è sicurezza, è una guerra contro le persone: loro vogliono la sicurezza di realizzare la Tav nonostante la contrarietà di chi abita quel territorio, vogliono la sicurezza di poter picchiare indiscriminatamente senza che qualcuno metta in discussione la legittimità delle loro azioni.

Alla faccia di chi strilla “padroni a casa nostra”, l’unica ricetta che propongono è la militarizzazione dei territori, dei quartieri popolari come della Val Susa: ieri un autoblindo dei Carabinieri ha ucciso una donna in Val di Susa, investendola. Questa notte a Milano una pattuglia di Polizia ha ammazzato un uomo. La sicurezza parte invece dai diritti, il diritto ad una casa per esempio e anche dal fatto che nei quartieri le persone costruiscano relazioni, reti solidali e autogestite, la periferia non puo’ essere trattata come un far west in cui si esercitano governanti-sceriffi.

Chiediamo con forza di chiarire subito la dinamica dei fatti e soprattutto le responsabilità nella morte di Michele, esigiamo verità e giustizia per l’ennesima morte assurda, morte che arriva per mano di uno stato che è forte con i deboli e debole con i forti. Non lo dimenticheremo…

 

Appello per non dimenticare. Verità e giustizia!

VERITA’ E GIUSTIZIA PER MICHELE
Michele era attivo nei movimenti di lotta per la casa, in difesa degli occupanti per necessità.

Con lui perdiamo un compagno e un amico prezioso e generoso, aperto e disponibile con tutti.

Era intervenuto per sedare una rissa. Per tutta risposta la polizia, anziché calmare gli animi, si è ingiustamente e violentemente accanita contro Michele, che è morto in conseguenza dei maltrattamenti.

E’ questo il modo in cui la polizia crede di mantenere la sicurezza nei quartieri? Con la violenza, la repressione, la morte di un uomo giusto?

Esigiamo che le istituzioni, a partire da quelle di zona fino al Municipio, facciano giustizia e contribuiscano alla verità, per far luce su questo episodio di violenza da parte delle forze dell’ordine.

Questo sarà il nostro primo impegno.

Michele, sei uno di noi. Eri impegnato come tanti uomini, tante donne, tante realtà della zona per renderla più giusta e vivibile.

La tua lotta è la nostra lotta. Questo sarà il nostro secondo impegno.

 

Rimani aggiornato a breve info su mobilitazioni – da Cantiere.org

Algeria, scontri tra giovani e polizia per il diritto alla casa

altAlla notizia della mancata assegnazione di numerosi alloggi popolari, è esplosa la rabbia degenerata poi in violentissimi scontri con la polizia

La città di Adrar (1540 km a sud-ovest di Algeri) questa notte si è trasformata in un campo di battaglia dove si sono scontrati unità della polizia in assetto antisommossa e giovani manifestanti.

La scintilla che ha acceso gli animi e ha dato inizio ad azioni di guerriglia urbana è stata provocata dalla pubblicazione dell’elenco dei beneficiari dell’assegnazione di case popolari: delle 16 mila richieste ne sono state assegnate solo 375.

Essendo prevedibile un’esplosione di rabbia popolare la polizia aveva già aumentato preventivamente le proprie unità nella città.

Nonostante ciò i dimostranti non si sono scoraggiati e già ieri pomeriggio si sono verificati violenti scontri davanti alla sede della municipalità durante i quali gli agenti hanno utilizzato granate lacrimogene per sedare la protesta che è nuovamente esplosa nella notte, questa volta in punti sparsi della città.

Ciò ha messo a dura prova le forze dell’ordine trovatesi a dover fronteggiare in durissimi scontri giovani armati di pietre bastoni e spranghe.

Il bilancio della nottata di fuoco è di otto agenti feriti e quattordici manifestanti arrestati.

Da Peace Reporter

Sostegno ai compagni di PrendoCasa Torino

Prendocasa Modena intende esprimere la sua solidarietà ed il suo appoggio ai compagni di Torino che, nella giornata di ieri, hanno opposto resistenza attiva a uno sfratto nel quartiere che ospita il CSOA Askatasuna.

Uno sguardo di ammirazione va ai compagni di Prendocasa Torino che hanno saputo tessere una soggettività di quartiere sensibile alla questione degli sfratti, che ha portato numerose persone e e famiglie a rafforzare la presenza della famiglia sotto sfratto e dei ragazzi del progetto Prendocasa.

Intendiamo anche esprimere la nostra indignazione nell’apprendere la notizia del pestaggio e del fermo di due compagni che si trovavano al presidio di lungo Dora Voghera.

Inutile ribadire come, in città, come Torino, Pisa e Modena amministrate da maggioranze di centro sinistra, la risposta al problema abitativo sia sempre la stessa: sfratti e manganelli.

Riteniamo invece, necessarie azioni politiche concrete che possano dare risposte più immediate alle famiglie che si trovano nelle medesime condizioni della famiglia torinese che, solo grazie alla lotta è riuscita a mantenere il proprio diritto ad avere una casa, contro le logiche di speculazione tanto care alla politica istituzionale tanto di destra quanto di sinistra.

 

Progetto Prendocasa Modena

La casa è un diritto, gli sfratti devono essere impediti

Questa mattina a Torino in lungo Dora Voghera un tentativo di sfratto da parte delle forze dell’ordine ha incontrato la resistenza di numerosi giovani che si sono opposti allo sgombero ed hanno concretamente difeso il diritto alla casa della famiglia di Patrizia, madre di due bambini

Due giovani del Collettivo Prendocasa sono stati duramente malmenati e fermati dalla Polizia, che è intervenuta pesantemente senza neanche attendere l’esito di una richiesta di rinvio avanzata dai legali che tutelano le famiglie colpite dagli sfratti.

Un rinvio che è stato poi accordato per qualche mese, dimostrando che la solidarietà e la difesa concreta dei diritti sociali è la sola strada che porta a risultati, anche quelli temporanei come stamane. Si tratta ora di renderlo permanente, affermando il diritto per tutte le famiglie colpite dalla crisi di vedere assicurato un bisogno primario come l’abitazione.

Alla famiglia di Patrizia ed ai militanti del Collettivo Prendocasa va la solidarietà e la fratellanza della Confederazione Cobas.

14.06.2011 Confederazione Cobas Torino

 



Una giornata da ricordare

Comunicato di prendocasa-torino sul tentato sfratto esecutivo di oggi (14/06/2011).

La giornata di oggi ha un valore molto importante per noi compagni e compagne del progetto prendocasa-torino.
Oggi abbiamo avuto la chiara dimostrazione di come solo la lotta paga e porta dei risultati tangibili. Stamane compagni e compagne presidianti la casa di Patrizia con la sua famiglia sono stati svegliati all’alba (ore 6:00) dall’irruzione nel palazzo delle forze dell’ordine con il chiaro intento ed il mandato per sgomberare.
Ogni possibile alternativa sembrava ormai tramontata. Il blitz ha avuto come immediata conseguenza prima il barbaro pestaggio e poi il fermo di due nostri compagni in seguito denunciati per resistenza e lesioni ( in due contro diverse decine) a pubblico ufficiale. La prontezza delle compagne nel barricarsi immediatamente dopo dentro casa ha evitato che la giornata avesse un epilogo diverso portando anzi un notevole risultato. La famiglia infatti non solo non si trova in mezzo ad una strada ma vede un rinvio fino a fine settembre con l’impegno (firmato) da parte dell’assessorato alla casa a collaborare nel trovare una soluzione alternativa.

Oltre un anno di rinvii di mese in mese hanno garantito alla famiglia di stare sotto un tetto, ma soprattutto, grazie al protagonismo di Patrizia, hanno saputo rendere pubblica la vicenda evitando l’isolamento e il tentativo di marginalizzazione operato  dalle istituzioni che sempre più cercano di spostare tematiche e problematiche prettamente sociali e politiche su di un piano assistenziale e di marginalità sociale ( si veda ipotesi di separazione del nucleo familiare e sistemazione in ostelli per madre e figlie) spesso ricorrendo anche ad un vero e proprio ricatto morale minacciando di togliere la custodia delle figlie alla madre.

Questi ricatti, questa volta, non hanno funzionato.

Patrizia ha regalato a tutti e tutte  una lezione di dignità, coerenza e determinazione di cui c’è un gran bisogno nella società odierna soprattutto in opposizione  alla tecnica del piagnisteo e dell’autocommiserazione tanto utilizzata dalle sinistre (radicali?) parlamentari e non, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Come sportello e progetto prendocasa siamo orgogliosi di aver accompagnato questa famiglia in quest’anno di lotta e rivendicazione certi che nessun altra strada sarebbe stata percorribile e soprattutto che nessun altro metodo avrebbe potuto ottenere risultati simili.

Ci spiace per le forze dell’ordine e l’ufficiale giudiziario partiti stamane all’alba per sgomberare una famiglia e garantire il diritto alla speculazione e alla rendita di chi vuole approfittare di queste situazioni: la vostra legalità dietro cui vi nascondete ha perso di fronte alla determinazione ed alla legittimità della lotta per il diritto alla casa.

La lotta continua…

 

9° accesso: la resistenza continua

LO SFRATTO E’ STATO RINVIATO AL 30 SETTEMBRE.

E’ IN CORSO IL RILASCIO DEI DUE COMPAGNI FERMATI.

09:00 la polizia è schierata nell’androne del palazzo e non permette a nessuno di avvicinarsi, di fronte alla casa si è formato un presidio di solidarietà. Nel frattempo sono giunti in lungo dora  voghera anche i mezzi dei vigili del fuoco. E’ in corso una trattativa tra gli avvocati e l’ufficiale giudiziario per avere un ulteriore rinvio.


Audio in diretta dallo sfratto:  14[1].06.2011_09.26 Unknown

07:30 c’è stato un primo tentativo di entrare in casa per eseguire lo sfratto, ma la famiglia insieme ai compagni di  prendocasa è riuscita ed evitare lo sgombero.

ore 06:45 due compagni di Prendocasa che si trovavano nell’androne sono stati malmenati dalla polizia appena giunta e si trovano ora in stato di fermo.

ore 06:30 la celere è gia sotto di casa di Patrizia. Invitiamo tutti e tutte ad aiutarci nella difesa di questa famiglia.

Martedi 14 ci sarà il 9° accesso per la famiglia di patrizia.

Un caso che seguiamo da pià di un anno e che ha messo a nudo la pratica della speculazione edilizia e di come la crisi la si fa pagare alle classi sociali più povere.

Invitiamo tutti/e ad esserci per dare una risposta di massa ad un bisogno comune: la CASA!

Questa sembra essere la giornata decisiva :

Tartassati in rivolta: scudi umani contro lo sfratto

Tartassati in rivolta: scudi umani contro lo sfrattoFonte http://lanuovasardegna.gelocal.it

CORTOGHIANA. Una muraglia umana davanti alla tenuta di Salvatore Angelo Sairu, a Terra Segada. Scudi fatti di persone che ieri mattina hanno costretto per la seconda volta l’u fficiale giudiziario del tribunale civile di Carbonia a rinunciare all’idea di allontanare l’agricoltore e la sua famiglia. La casa colonica, 300 metri quadrati, con annessi 120 ettari di terreno seminativo, doveva essere assegnata al nuovo proprietario. Il quale ha pagato all’asta tutto quel ben di dio solo 150mila euro.


Quell’ingiunzione non s’ha da fare, dunque. E per impedirla oltre seicento persone (dell’organizzazione Artigiani e commercianti liberi, del Movimento pastori sardi, esponenti dell’I rs e associazioni spontanee del territorio) si sono mobilitate all’i ngresso dell’azienda. Salvatore Angelo Sairu e la moglie Rosalba Desogus non sono stati lasciati soli. Quelli delle partite Iva, quelli che tutti i giorni si alzano dal letto prima del levare del sole e rientrano a casa a notte inoltrata, lavorando ininterrottamente 15-16 ore al giorno, sono decisi a tutto per difenderli.

«È un’ingiustizia – ha detto di prima mattina Andrea Impera, del Movimento artigiani e commercianti liberi – che non può passare: va trovata una soluzione perché questa famiglia, oltre a perdere la casa, perderebbe il posto di lavoro. Perciò attendiamo serenamente l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. Lo inviteremo a fare una relazione al magistrato perché disponga altrimenti».

La brutta storia della fattoria Sairu ha origine nel 1990, quando l’agricoltore accese un mutuo agevolato per 82mila euro. Due anni dopo le agevolazioni concesse decaddero per il mancato pagamento di alcune rate. Nel 2003 scattarono le prime conseguenze: il debito era salito a 220mila euro per via di un tasso del 17.40 per cento e nel 2005 casa e terreni furono messi all’asta. «Ora la tenuta è stata acquistata da un professionista di Iglesias con soli 153.666,67 euro – ha spiegato Giuseppe Carboni, del Comitato spontaneo per le aziende in crisi – Con quella somma ha comprato la fattoria, i capannoni e la casa. Ma in tutta questa vicenda l’i stituto di credito ha fatto un grosso affare e la Regione è rimasta a guardare».

A Terra Segada sono arrivati da ogni angolo della Sardegna. C’è chi è partito da Tempio, da Ittiri, da Nuoro, da Villacidro ma tutti i centri del Sulcis Iglesiente erano presenti con una forte rappresentanza. «Ormai contro gli agricoltori, gli artigiani e i commercianti agiscono lobby pericolose – ha aggiunto Mario Flore, dell’Irs – Appena qualche imprenditore non riesce più a pagare il mutuo, i contributi all’Inps o l’Irpef, entrano in campo gli avvoltoi che spolpano gli sventurati. Questa è violenza legalizzata: continueremo a opporci a questo genere di sfratti».

Alle 9 le strade che da Barbusi, Cortoghiana e Bacu Abis conducono a Terra Segada erano invase da auto, scooter, furgoni e centinaia di pedoni decisi a sostenere la causa di Salvatore Sairu. «Noi restiamo qui decisi a non mollare – ha chiarito Andrea Impera, spiegando la strategia del movimento – Se ce ne fosse bisogno, metteremmo qui una tenda per non farci sorprendere. Sairu non deve perdere la casa frutto del lavoro di una vita».

In molti, veramente molti, sostengono che questa è violenza e alla violenza si deve rispondere alla pari. «Del resto sarebbe legittima difesa», ha urlato un allevatore di Nuoro. La prossima mossa potrebbe essere una dimostrazione pacifica davanti all’abitazione della persona che ha acquistato gli immobili all’asta. Quelli delle partite Iva hanno allargato le responsabilità al fisco, che con gli studi di settore e gli accertamenti bancari sta mettendo in ginocchio attraverso Equitalia migliaia di aziende.



 

PrendoCasa blocca un nuovo sfratto

Modena

Questa mattina, fin dalle 7,00 una trentina tra militanti e simpatizzanti di PrendoCasa Modena si sono dati appuntamento in via Carteria, pieno centro cittadino con l’obiettivo di fare un presidio per bloccare uno sfratto in una casa di proprietà del Comune, affittata a una famiglia immigrata, colpevole come al solito solo di essere povera. Tra l’altro questa famiglia non chiedeva nemmeno una sistemazione di lunga durata, ma solo una proroga del contratto di pochi mesi, essendo già intenzionata a cambiare alloggio.
Da notare come anche questa volta la risposta del Comune a chi chiede un aiuto è sempre molto chiara: NO!
Mattinata tranquilla per i compagni, solo una comparsata degli agenti della D.I.G.O.S., che, vista la situazione non è intervenuta ed ha probabilmente informato Ufficiale Giudiziaro e forze dell’Ordine della presenza dei compagni e quindi diffidato l’intervento.
Finora ancora situazione molto tranquilla, seguiranno aggiornamenti.

LA CASA E’ UN DIRITTO, E NOI CE LO PRENDIAMO!!!

Fonte: infoaut.org

Il Progetto PrendoCasa Torino a Gente che Parla

Il 12 maggio siamo stati invitati, come Progetto PrendoCasa Torino alla trasmissione Gente che parla per una video intervista insieme a Patrizia e all’avvocato Alessio Ariotto, noto legale per la difesa del diritto all’abitare.

Sul nostro blog abbiamo messo una prima parte del video racconto di Patrizia e l’intervento dell’avvocato sul caso specifico ma non solo

In questa seconda parte Rubina Affronte descrive lo Sportello Casa, parte integrante del Progetto PrendoCasa, e la sua funzionalità.