Lo sport popolare arriva a Pietra Alta

pietra Alta BoxeDomenica 1 dicembre, la palestra popolare autogestita Antifa Boxe insieme a gli/le occupanti apriranno a tutto il quartiere di Pietra Alta un allenamento di boxe.

Questo evento è  stato pensato dagli/dalle occupanti per l’importanza che può avere l’avvicinare a questo sport i giovani del quartiere. La palestra popolare Antifa Boxe rifiuta le logiche del profitto e la cultura dell’apparire delle palestre capitaliste: il pugilato è uno sport e come tale richiede spirito di sacrificio e umiltà. La palestra coinvolge persone di ogni sesso ed età, dai 15 anni del più giovane allievo ai 60 del più anziano.

E’ per questo che vogliamo portare questa esperienza decennale all’interno della nostra occupazione, per proporre un’attività coinvolgente a cui tutti possono partecipare, che vada al di là di qualsiasi discriminazione di età, etnia, estrazione sociale, e abbiamo trovato nella palestra popolare Antifa Boxe il naturale alleato per questo!

Vi aspettiamo quindi domenica 1 dicembre alle ore 15 davanti a Pietra Alta Occupata, in corso Vercelli 440!

Gli/le occupanti di Pietra Alta

Nuova occupazione a Torino, 10 famiglie prendono casa

prendo_casaLa battaglia contro gli sfratti e per il diritto all’abitare ha segnato un nuovo importante risultato quest’oggi a Torino con la nascita di una nuova occupazione in corso Traiano 128, nel quartiere di Mirafiori. Si tratta di una palazzina di proprietà di un’azienda della grande distribuzione rimasta abbandonata ormai da alcuni anni.

L’iniziativa è stata portata avanti da alcune famiglie sfrattate affiancate dallo Sportello per il diritto alla casa Zona San Paolo, dal collettivo Prendocasa e dal comitato di quartiere di San Salvario e si pone in continuità con il corteo di alcune settimane fa che ha avviato un percorso cittadino per il diritto all’abitare e in cui il problema della casa è stato posto con forza di fronte a delle istituzioni ormai da tempo immobili e incapaci di dare risposte agli effetti della crisi.

Ad aver preso casa con l’occupazione di oggi sono ben 10 famiglie di italiani, migranti e rifugiati, tutte accomunate dalla volontà di mobilitarsi assieme per riprendersi il diritto ad un tetto sopra la testa.

Da segnalare l’atteggiamento nervoso delle forze dell’ordine che, poco dopo l’ingresso nella palazzina da parte delle famiglie e dei comitati, ha fatto giungere sul posto due volanti che hanno tentato di trattenere due compagni impegnati nella lotta per la casa e di requisire alcuni strumenti da lavoro utilizzati poco prima per l’ingresso nell’edificio. Di fronte alla reazione e alla determinazione delle persone presenti gli agenti hanno però abbandonato in fretta il tentativo e si sono allontanati.

Nel frattempo sono iniziati i lavori di pulizia e ristrutturazione all’interno dello stabile per renderlo immediatamente disponibile all’abitazione.

In una città come Torino in cui, con la crisi, la questione abitativa ha assunto da tempo i tratti di una vera e propria emergenza e in cui l’amministrazione locale si rifiuta di avviare la moratoria sugli sfratti che da più parti viene richiesta per dare il segnale di un impegno concreto su questo fronte, una decina di famiglie ha deciso oggi di prendersi autonomamente le risposte ai propri bisogni che il Comune non è in grado di dare.

#riprendiamocilacittà!

La lotta per la casa non si arresta, Tommaso e Lorenzo liberi subito!

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Aggiornamento post processo: I DUE COMPAGNI ARRESTATI SONO STATI ASSOLTI:

ascolta l’intervista realizzata da Radio Blackout:


Nella notte di lunedì due giovani compagni di un collettivo del quartiere san salvario di Torino sono stati arrestati. Chi li ha conosciuti negli ultimi anni è perché li ha trovati all’alba a difendere le famiglie sfrattate del quartiere, sempre in prima fila.

Anche il loro arresto è motivato dalla stessa nobile causa in quanto Tommaso e Lorenzo stavano entrando per fare un sopralluogo in una delle tante case lasciate sfitte dalla speculazione edilizia propio in vista di trovare delle soluzioni alle famiglie sfrattate.

San Salvario è un quartire popolare di Torino molto prossimo al centro in cui si sta effettuando una scellerata speculazione edilizia: per anni è stato volutamente all’abbandono da parte di qualsisi intervento di manutenzione per fare abbassare i prezzi degli alloggi ma da un decina di anni a questa parte è in corso un mirata speculazione così come avvenne nel quadrilatero romano un decennio prima. Qui infatti si sta spostando la movida cittadina dopo aver ucciso i murazzi a suon di sequestri (ultimo quello del noto centro sociale CSA Murazzi solo ieri) con conseguente aumento del valore degli immobili che continuano a salire nonostante la crisi in controtendenza con il resto della città e nuovi progetti ri riqualificazione vengono fatti in quartiere a dispetto della volontà dei cittadini che lo abitano (ad esempio parcheggio sotterraneo fortemete contestato).

In somma le accuse a Lorenzo e Tommaso di furto con scasso vanno rimandate al mittente, la loro è una delle tante forme di riapproriazione contro chi invece ci sta ribando il futuro.

Stamane il processo per direttissima, seguiranno aggiornamenti.

LORENZO E TOMMASO LIBERI !!

di seguito il comunicato dello sportello san salvario:

 
Libertà per Lorenzo e Tommaso!
Questa notte due compagnisono stati arrestati nel tentativo di occupare una palazzina sfittain San Salvario.
La Torino della crisieconomica, della cassa integrazione e delle privatizzazione èprotagonista in Italia sul fronte dell’emergenza abitativa. Eppurenella sola provincia torinese 40000 alloggi rimangono sfitti e ve nesono altri 10000 in costruzione, con la speculazione edilizia cherappresenta una delle voci più importanti del bilancio comunale.
L’emergenza abitativa haquindi investito anche questa zona della nostra città e svariatefamiglie sono rimaste senza casa dopo essere state sfrattate. Aldramma della perdita di un posto dove vivere da oltre due anni ci siè organizzati su ogni territorio con picchetti antisfratto, creandocosì una rete di solidarietà fra le persone che rischiano diperdere la casa.
Non sempre però fareresistenza passiva è sufficiente per impedire che intere famigliefiniscano in mezzo ad una strada.
E’ questa necessità cheha spinto Lorenzo e Tommaso ad entrare in uno dei tanti edifici vuotida anni e in mano alla speculazione che spesso in San Salvario sirealizza in affitti in nero a soli clandestini.
Quelli in cui si sonointrodotti i due compagni sono solo alcuni dei 40000 alloggi sfittinella Torino capitale degli sfratti.
Ribadiamo quindi la nostrapiù completa solidarietà e vicinanza ai due ragazzi in stato diarresto e ne chiediamo la scarcerazione immediata.
Libertà per Lorenzo e Tommaso!
Contro gli sfratti e laspeculazione, picchetti e occupazione!
Sportello casa SanSalvario,Sportello diritto alla casa zona San Paolo, Prendocasa Torino

https://m.facebook.com/note.php?note_id=154481991398401

Chi ruba a chi?

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“Chiunque occupi abusivamente un alloggio popolare e’ un ladro di case: non solo commette un reato ma calpesta anche i diritti delle tante famiglie in difficoltà che hanno fatto domanda e sono in attesa di un tetto”.

Questa la dichiarazione -immaginiamo studiata e ponderata- del Presidente di ATC Torino Elvio Rossi in merito all’occupazione di ieri da parte di una famiglia sfrattata di un alloggio popolare nel complesso di corso Racconigi. Nel comunicato di ATC si legge anche che l’alloggio occupato era in attesa di lavori di ristrutturazione e bonifica e che sarebbero circa 500 gli alloggi ATC vuoti in Torino. Iniziamo a fare alcune precisazioni su queste ultime affermazioni: l’alloggio occupato era vuoto da circa due anni e gli unici soldi spesi sono stati quelli per rafforzare le serrature della porta; da fonti giornalistiche risulterebbero circa 900 gli alloggi ATC, ma non ci interessa qui una disputa sui numeri dato che anche solo 500 alloggi vuoti sono un’enormità per un’agenzia territoriale della casa che ogni anno assegna -se va bene- 500 case popolari!

Ci dicono appunto che molte case vengono lasciate vuote perchè i soldi non ci sono, ed è una tiritera che tante, troppe volte abbiamo sentito, ma siccome il Presidente Elvio Rossi usa parole forti -”ladri”- anche su questo è bene fare un po’ di chiarezza.
E allora vediamo se i soldi non ci sono o piuttosto qualcuno se li ruba… Alla legge che prevedeva un tetto massimo di retribuzione per le cariche del Consiglio di Amministrazione delle ATC pari a: 60.000 euro annui per il Presidente (5.000 euro mensili) e 30.000 euro annui per il VicePresidente (2.500 euro mensili) e che assegnava un gettone di presenza per ogni seduta del CdA pari a 70 euro, un rimborso spese forfettario, calcolato in base al rimborso chilometrico riconosciuto ai consiglieri regionali, relativo ad ogni seduta di CdA, i manager ATC hanno continuato negli ultimi anni ad aumentarsi gli stipendi ben oltre i limiti previsti dalla legge stessa.
Il totale indicato dalla legge risulterebbe è dunque poco sotto i 100.000€. Ma attraverso il sistema delle aziende partecipate in realtà i costi complessivi degli amministratori sono lievitati in maniera esponenziale. Nel 2007 la cifra era di 229.786 €, fino a raggiungere i 297.668€ nel 2010. Nel novembre del 2010 sono stati inoltre nominati nuovi consiglieri nel consiglio d’amministrazione, e i costi complessivi son aumentati fino a oltre 320.000 euro nel 2011. E già, proprio quel sistema tra ATC e partecipate finito al centro di un’inchiesta che ha portato giusto ieri mattina ad una perquisizione della finanza nella sede di ATC: risultano indagati cinque funzionari, alcuni dei quali lavorano presso società controllate da Atc al 100%, Atc Project.to e Ma.Net, che si occupano della progettazione e della manutenzione delle case popolari. L’accusa nei loro confronti è di corruzione e turbativa d’asta.
E per quanto riguarda ancora la gestione del patrimonio di edilizia popolare, più di tante parole può essere indicativa una breve carrellata di alcuni titoli di quotidiani locali degli ultimi mesi: “Case Atc invase dai vermi – Piovono anche nei piatti”, “Ma cosa aspettano che crolli?”, “Dopo il crollo di sei mesi fa si sono dimenticati di noi”, “La nonna è in ospedale: l’Atc caccia la nipote che deve partorire”, “Acqua in ogni stanza vivere è impossibile”, “Quartiere Atc allo sfascio”, “Cento famiglie ancora al freddo”… e molti altri si possono trovare proprio sul sito di ATC Torino  (http://www.atc.torino.it/www/risp_giornali.aspx)

Insomma pare che i soldi per gestire adeguatamente il patrimonio di edilizia popolare della città non ci siano, ma gli stipendi dei manager pagati con soldi pubblici continuano ad aumentare e per i funzionari che non stanno ai vertici si trova comunque il modo di arrotondare con le tangenti. Intanto moltissimi complessi di case popolari vengono lasciati all’incuria e gli appartamenti popolari abbandonati sono uno scandalo nella Torino capitale italiana degli sfratti.

Chi ruba a chi, Presidente Rossi?

Sportello Diritto alla Casa Zona San Paolo
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Pietra Alta, un giorno di festa e socialità

casa.pngLa giornata di ieri, sabato 26 gennaio, ha visto protagonisti i bambini e le bambine del quartiere di Pietra Alta (nome originario del triangolo urbano fra corso Giulio, via Ivrea e corso Vercelli) che con i loro schiamazzi di gioia hanno animato la nuova occupazione abitativa di corso vercelli 440. Giochi e merenda, interventi e socialità con le persone del quartiere che si avvicinavano incuriosite ponendo domande e offrendo la propria disponibilità a dare una mano per i lavori all’interno dello stabile occupato, chiacchierando fra una tazza di cioccolata calda e una fetta di torta (proprio come al bar sotto casa, luogo di socialità dimenticato e canzonato da quei “giovani” vittime dell’individualismo) rigorosamente cucinate nell’occupazione. Un’occasione per una giornata all’insegna della festa, della convivialità, per farsi conoscere e conoscersi fra gente comune con gli stessi problemi, con la stessa voglia di riscatto sociale. Proprio da questi scambi con la gente del quartiere gli/le occupanti hanno deciso di chiamare lo stabile occupato “Pietra Alta”, per tener vivo il nome di un quartiere storico di Torino, proletario e multietnico.

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NUOVA OCCUPAZIONE ABITATIVA IN CITTA’!

casa okQuesta mattina quattro famiglie con i loro bambini e il Collettivo Prendocasa hanno deciso di occupare lo stabile di Corso Vercelli 440, una delle tante case vuote a cavallo tra i quartieri di Barriera di Milano e Falchera.

Le loro storie si assomigliano e si intrecciano con quelle delle 3000 famiglie che quest’anno a Torino hanno subito uno sfratto esecutivo. Con l’acuirsi della crisi economica, la perdita di lavoro o la diminuzione del reddito pagare l’affitto è infatti sempre più difficile e spesso impossibile. Di fronte a questa situazione che sempre di più è un’emergenza quotidiana il Comune di Torino risponde  continuando ad effettuare tagli al sociale ed alle politiche abitative.  Si moltiplicano ogni giorno i casi di famiglie allontanate con la forza dal proprio alloggio nel silenzio più assoluto.

Crediamo che la responsabilità di questa situazione sia delle istituzioni che hanno generato la crisi che stiamo vivendo, in primis il Comune di Torino che per creare una città vetrina inesistente ( basti pensare alle olimpiadi del 2006) ha creato delle voragini nei conti pubblici ed adesso svende tutto il patrimonio pubblico invece di destinarlo alle famiglie in emergenza. Nella nostra città ci sono 56 mila alloggi vuoti e ben 30 mila famiglie in difficoltà che hanno perso o stanno perdendo la propria casa. Anche qui in barriera di Milano o in Falchera, basta fare un giro tra le case popolari per rendersi conto di quanti siano gli alloggi di ATC non assegnati e gli stabili del Comune vuoti. È questo il caso della palazzina che abbiamo deciso di riprenderci oggi, l’ex-comando dei vigili urbani, inutilizzato dal 2008.

Oggi quindi occupiamo questo stabile così come hanno già fatto tante altre famiglie che soffocate dalla crisi hanno deciso di portare avanti un percorso di dignità attraverso la riappropriazione.

Anche insieme a loro la speranza è che tutto questo non passi sotto silenzio pre-elettorale, né che ci si accontenti delle mille promesse già sentite e che sicuramente in tanti faranno solo per accaparrarsi qualche voto.

Convinti che la casa sia un diritto e che la dignità si affermi anche riprendendosi ciò che ci viene tolto invitiamo tutti e tutte a portare solidarietà alle nuove famiglie occupanti.

 

Quel che ci tolgono a poco a poco ce lo riprenderemo!

Di seguito il volantino distribuito questa mattina

 

SENZA CASA NON POSSIAMO STARE!

OCCUPIAMO!

Gli sfratti a Torino sono in continuo aumento. Sempre più famiglie si vedono portare via la casa dalle banche o sfrattati da proprietari troppo abituati alla loro rendita sicura, le ingiunzioni di sfratto per morosità incolpevole con relativo sgombero non si contano più.

Le istituzioni e media vogliono farci credere che la colpa è della crisi economica, che noi, di certo, non abbiamo creato, a causa di questa però ci costringono a pagare sempre di più attraverso l’aumento delle tasse, mettendone di nuove (imu), tagliano i servizi sociali e intanto aumenta la disoccupazione e si perde il reddito.

La situazione è drammatica ma questo sembra non sfiorare minimamente politici e istituzioni locali, incapaci di dare delle soluzioni continuano ad appoggiare la linea dura: sei moroso arriva lo sfratto e la forza pubblica deve eseguire, poco importa se hai figli o meno, se nel nucleo famigliare ci sono persone gravemente malate o disabili….

Anche ATC ormai segue la linea dura e se non riesci a pagare l’affitto ti sbatte fuori casa. Siamo in piena emergenza sociale, il diritto all’abitare non è (più?) garantito, ci vogliono vedere vivere sotto i ponti o in angoli scuri della città dove sorgono baraccopoli costruite con mezzi di fortuna.

Noi, famiglie e singoli, abbiamo deciso di non voler perdere la nostra dignità e di riprenderci un diritto che oggi nessuno è in grado di tutelare. Abbiamo deciso che senza casa non possiamo rimanere, che insieme ci possiamo aiutare.

Per questo oggi occupiamo questo stabile, dismesso da alcuni anni, così come molte altre famiglie e non solo hanno già fatto in città trovandosi nella nostra stessa situazione.

Anche insieme a loro vorremmo che tutto questo non passasse sotto silenzio pre-elettorale, né ci accontenteremo delle mille promesse che sicuramente tutti faranno per accaparrarsi qualche voto. La volontà e quello di costruire qualcosa dal basso unendo tutte le forze presenti in città.

Vorremmo che questo stabile non fosse soltanto un posto in cui abitare ma anche un posto vissuto dai vicini e dal quartiere avendo una ampio spazio al piano terra in cui poter realizzare le più svariate iniziative che vogliate proporre. Per questo l’invito rivolto a tutti è quello di venirci a trovare per conoscerci, discutere e realizzare nuove cose insieme.

Siamo consapevoli che ci sia molto lavoro da fare per rendere questo stabile decoroso e utilizzabile in sicurezza per cui chiunque avesse delle capacità e/o del tempo da condividere è il benvenuto/a!

QUEL CHE CI TOLGONO A POCO A POCO CE LO RIPRENDEREMO!

Torino 20/01/2013 GLI/LE OCCUPANTI

Fot. In prop. Via sant’ottavio 20

Comunicato di solidarietà per gli sgomberi a Ponte di Nona

Ieri mattina un ingente numero di agenti in assetto antisommossa ha proceduto allo sgombero dell’occupazione di Ponte di Nona, una delle palazzine di proprietà di enti privatizzati o noti palazzinari occupate lo scorso 6 Dicembre a Roma. Le forze dell’ordine non hanno comunque avuto vita facile trovandosi a dover fronteggiare la determinazione degli occupanti che hanno resistito diverse ore e anche a sgombero effettuato sono riusciti ad andarsene senza essere identificati. Nella stessa mattina anche le occupazioni di Torrevecchia hanno dovuto affrontare un tentativo di sgombero ma in questo caso decine di persone sono accorse a dare manforte agli occupanti asserragliati sul tetto bloccando la strada ed impedendo così di fatto l’operazione voluta dalla Questura.

In tutta Italia sono migliaia le persone in grave emergenza abitativa, nella totale indifferenza delle istituzioni che continuano a svendere gli edifici pubblici e investire complici di palazzinari ed imprenditori privati nella speculazione edilizia; ma noi teniamo a ricordargli che di fronte al grande numero di edifici vuoti nelle nostre città,  faremo in modo che la casa sia un diritto per tutti e tutte,  riprendendoci parti di città per attuare una trasformazione a partire dai bisogni di chi le abita e le vive, ristabilendo una sovranità sociale su chi sopra la nostra testa pianifica lo smantellamento dei luoghi in cui viviamo.

Come Collettivo Prendocasa Torino esprimiamo la massima solidarietà agli occupanti di Ponte di Nona, sicuri che non basti certo uno sgombero a togliere loro la forza di intraprendere nuovi percorsi di lotta!

 

Migliaia di persone in piazza per il Gabrio. Nuova occupazione in quartiere San Paolo!

Oggi pomeriggio un migliaio di persone  hanno attraversato il quartiere San Paolo di Torino in solidarietà alla campagna I love Gabrio promossa dall’omonimo centro sociale  sotto sgombero da parte del Comune di Torino utilizzando la presenza dell’amianto nello stabile (peraltro messo in sicurezza unicamente delle e dagli occupanti in questi anni a proprie spese) come pretesto.

Il corteo è partito da piazza Sabotino e da lì ha attraversato tutte le occupazioni presenti in quartiere,via muriagliovia frejuscasa bianca occupata ormai dal 2008 , il 34 occupato, tutte occupazioni a scopo abitaivo frutto del  coordinamento dello sportelo caza di zona san paolo che da diversi anni opera all’interno del centro sociale Gabrio. Tra gli spezzoni partecipanti al corteo anche delegazioni di occupanti da Alessandria ed Asti, le famiglie delle diverse occupazioni, gli occupanti della verdi 15  ed anche un nutrito spezzone delle palestre poplari presenti in città nei centri sociali Gabrio ed Askatasuna

A conclusione del corteo è stata occupata un enorme struttura comunale ceduta dal comune ad un fondo di investimento in cui compaiono  i nomi arcinoti di Tronchetti Porvera &co  che ovviamente sarà la prossima speculazione in quartiere con la demolizione completa della struttura per creare nuovi alloggi, un nuovo centro commerciale in cambio unicamente di un minima quota lasciata in edilizia convenzionata.

Questa occupazione, in cui in serata si terrà un concerto benefit per le spese legali degli arrestati del G8 genovese, vuole essere un primo passo di denuncia verso la gestione speculativa e di svendita delle proprie strutture da parte del comune e iniziare col quartiere stesso un percorso di riappriazione di quell’enorme spazio.

da infoaut

Torino, occupata palazzina

Ieri pomeriggio (sabato 6 ottobre.ndr) all’interno della campagna “I love Gabrio – Gabrio per tutti, Amianto per Nessuno” era prevista una critical mass in zona San Paolo, per affermare con forza che l’amianto al Gabrio deve sì sparire, ma le realtà che da 18 anni vi vivono e vi lottano non devono essere buttate giù insieme ai muri; perché la vivibilità passa dalle bancarelle rionali e non da nuovi ipermercati; perché al quartiere vengano restituiti spazi verdi ed aree gioco; perché il benessere della gente dipende da canoni di affitto corretti; perché i debiti del Comune non possono essere scaricati sulla gente mediante nuove strisce blu, che servono solo a far cassa. Perché salute, ambiente, sostenibilità sono nostri diritti.Da tre settimane abbiamo lanciato la campagna in sostegno al centro sociale. Settimane intense durante le quali abbiamo sentito il calore e la solidarietà di tutti e tutte quelle che amano il Gabrio. La campagna durerà ancora a lungo, ma questo non ci ha comunque distolti dalle lotte che rendono viva questa città stritolata dalla crisi.
Ecco perchè il modo migliore per finire la pedalata è stato quello di tornare ancora una volta su una questione sociale urgente e a noi tutt* molto cara, cioè quella della casa.
Per questo la pedalata si è conclusa con l’occupazione dello stabile abbandonato in via Frejus 103bis, una casa vuota per una decina di famiglie a cui la terribile macchina burocratica degli sfratti aveva negato negli ultimi mesi un tetto. In alcune occasioni le occupazioni abitative nascono in palazzi abbandonati da decenni, altre in palazzi vuoti da pochi anni… i tempi che viviamo con gli affitti da rapina e il numero di sfratti in crescita esponenziale che hanno portato Torino ad essere la prima città in Italia per rapporto abitanti/sfratti eseguiti, ci fanno dire una volta di più che avere palazzi interi abbandonati è un lusso che questa città non si può permettere.
Ci chiediamo se anche questa volta le istituzioni cittadine risponderanno facendo finta di niente, con quel silenzio tipico di chi è in imbarazzo oppure è complice.
Quella di oggi è l’ennesima occupazione abitativa in questa città, la quinta solo nel nostro quartiere, dove si disegna un altro puntino sulla mappa della libertà di zona San Paolo. Per chi vuole questa zona vissuta e partecipata dal basso, non certo stritolata nelle mani avide di affaristi e speculatori immobiliari.

Il tutto verso la manifestazione del 20 ottobre… “meno mani sulla città, più mappe della libertà”!

Mai più case senza persone, mai più persone senza casa!

da gabrio.noblogs.org