VIII accesso: senza soluzioni non ce ne andiamo

ore 9:00 Da un’oretta ormai ha preso vita il consueto presidio sotto casa della famiglia di Patrizia. Vicini, amici ed il progetto Prendocasa perseverano nella lotta per il diritto alla casa a circa un anno di distanza dai primi rinvii. Alcune famiglie si sono avvicinate stamane raccontando la loro storia sostanzialmente fotocopia di quella che stiamo narrando con questo percorso.

Molte le speculazioni che si potrebbero fare. Cio che è certo e che senza questo intervento la famiglia non sarebbe ancora a casa sua e probabilmente sarebbe ospitata in qualche fatiscente albergo privato che per la modica cifra di millecinquecento euro al mese sottratti alle casse pubbliche non darebbe nemmeno la possibilità di cucinarsi un piatto di pasta.

In una città che continua a svendere suolo pubblico per far cassa e continuare a coprire un enorme debito pubblico  (tra i più alti in Italia), inebriata dai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’italia,   ancora non si vede soddisfatto un diritto fondamentale: quello ad un tetto.

Per questo siamo qua, nonostante i cambi di sindaci o dirigenza nell’ATC, c’è chi dura molto più di loro.

Ore 10:00 Si improvvisa la solita partita di calcetto nell’attesa dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario.

Ore 11:47 Scorgiamo l’ufficiale giudiziario accompagnato dagli immancabili Digos veri assidui frequentatori dei presidi Prendocasa

Ore 12:15 L’ ufficiale giudiziario si mostra, scortato dalla Digos, ai presidianti e con fare arrogante mostra il foglio del rinvio datato 14 giugno. Patrizia insieme alla sua famiglia, contrariati per un rinvio cosi breve (un mese scarso…), fa presente fin da subito all’ufficiale giudiziario e ai suoi guardaspalle, che finché non avrà un foglio ufficiale,  il quale attesti una soluzione abitativa reale, lei e la sua famiglia non lasceranno l’alloggio. Con questa comunicazione diretta,sia all’ufficiale giudiziario, che alla Digos, ( facendo riferimento anche agli assistenti sociali, che oggi non erano presenti allo sfratto, i quali, cavalcando il periodo pre elettorale, si sono riempiti la bocca di belle parole e buoni propositi – parole e propositi  che necessariamente devono passare a fatti concreti) gli avvoltoi amministrativi si ritiravano verso altri sfratti da eseguire…

Rinvio che, seppur come abbiamo detto breve, è frutto dell’impegno che questa famiglia porta avanti con costanza e determinazione, rivendicando il diritto all’abitare e continuando a mettere insieme, rinvio dopo rinvio, un risultato dopo l’altro.

Quella di Patrizia e la sua famiglia è una lotta che dura, dal suo primo accesso ad oggi, da un anno;un anno nel quale, questa famiglia si è battuta con dignità,  forti delle proprie ragioni, riuscendo a mettere da parte quell’apprensione che questi loschi figuri (ufficiali giudiziari e Digos),mettono in tutte quelle famiglie che si vedono portare via la casa, che si vedono arrivare un pignoramento e/o uno sfratto. Questa famiglia ha imparato a cacciare via gli incubi notturni per essere pronti e determinati la mattina, aspettando l’arrivo dell’ufficiale giudiziario…voi, loschi figuri, sarete cosi pronti e determinati per il 9° accesso?

Noi di Prendocasa, insieme agli studenti, ai lavoratori e alle famiglie del quartiere di Lungo Dora Voghera 120 vi aspettiamo nuovamente il 14 giugno…

Ascolta la diretta di prendocasa su radio blackout:

http://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2011/05/rubina.mp3

to be continue…

 

Leggi il volantino distribuito oggi

LA LUNGA LOTTA DI UNA FAMIGLIA CHE NON DEMORDE!

Siamo giunti al VIII accesso per questa famiglia vittima delle speculazioni edilizie; pensavano di potere contare sulla “certezza” di una casa ricevuta in eredità, ma la perdita del lavoro ha trasformato anche questa sicurezza in un incubo: nell’impossibilità di fare fronte alle spese condominiali, la casa è stata pignorata e venduta all’asta.

La novità di questi ultimi due mesi è che grazie alla resistenza opposta ai precedenti accessi il vincitore della prima asta si è tirato indietro. Una seconda asta il 14 aprile presso un ufficio notarile, contestata con un presidio comunicativo all’esterno, ha trovato un nuovo compratore che entro 60 giorni dovrà fare richiesta di mutuo per l’acquisto della casa per poterne diventare il titolare a tutti gli effetti. In oltre, vista la determinazione messa in campo da Patrizia e la sua famiglia, gli assistenti sociali paventano oggi soluzioni alternative, che però per adesso non trovano nessun riscontro pratico e che (se ci saranno…) richiedono tempo per potersi realizzare. Per questo motivo oggi si richiede una resistenza allo sfratto forte e determinata con la partecipazione di tutti/e per sostenere questa lunga lotta di resistenza allo sfratto.

Il Business delle aste giudiziarie solo nel 2010 ha generato un giro di affari di 10 miliardi di euro, con 150 mila case vendute, praticamente il 10% delle case in vendita in Italia. A causa della crisi il mercato delle aste è un affare in costante crescita, con tassi annui del 30%. Ancora una volta chi questa crisi l’ha creata continua ad arricchirsi sulle spalle di chi nella realtà la paga. I dispositivi che disciplinano queste aste sono totalmente in mano a speculatori e faccendieri. Con l’abile regia di agenzie immobiliari, le case vengono spartite con veri e proprio patti sottobanco. Nella pratica spesso si conosce già chi parteciperà all’asta, e se non si fa parte del “giro” si viene contattati e indotti al ritiro o si offrono tangenti per far concludere senza ostacoli l’affare ai soliti noti.

In questo quadro, la risposta offerta dalle istituzioni è di fatto nulla. Per cavilli legali generati ad hoc dalla legge per l’emergenza abitativa, secondo la commissione del comune di Torino la famiglia di Patrizia, moglie, marito e 2 bambine piccole, non può che finire in mezzo ad una strada.

I discorsi sono sempre gli stessi. I soldi per aiutare le famiglie che perdono la casa non ci sono, e i pochi che ci sono vengono utilizzati dal comune di Torino in politiche per la casa che si concentrano sul mercato privato attraverso progetti palliativi, che ormai intercettano la maggior parte di contributi pubblici in materia di edilizia, diventando effettivamente una vera e propria compensazione delle abitazioni ERP. Questi progetti di Housing sociale, mascherati come progetti destinati a favorire sostenibilità di nuove costruzioni, nella realtà non fanno che favorire gli interessi dei costruttori.

Noi crediamo la casa sia un diritto, invitiamo tutti e tutte voi ad aiutarci nella difesa di questa famiglia oggi per essere più forti nella difesa di tutti gli sfratti domani e poter finalmente rivendicare:

  • ritorno all’equo-canone per gli affitti
  • più case popolari

E se non ce le daranno, ce le prenderemo!!!

Noi la crisi non la paghiamo….

 

 

 

 

 

V accesso, siamo ancora qui!

 

Lungo dora voghera 120, Torino. Dopo le pesanti cariche di ieri nei confornti dei/delle compagni* dello sportello casa  san paolo e di chi a loro si era unito per difendere lo sfratto di peppe, anche oggi ci troviamo a difendere un V accesso.

ore 7:00 : Probabilmente a causa della indifendibile responsabilità di quanto accaduto ieri oggi nemmeno l’ombra di forze dell’ordine in borghese e non, cosa davvero rara, anzi unica. Mai in tutti gli sfratti a cui siamo opposti si è avuto questo surreale disinteresse. Come da copione ormai collaudato  su questo quartiere allestiamo gazebo ed impianto.

ore 9:00: Iniziamo on i primi interventi:

Intervento di Patrizia:

Intervento dello sportello prendocasa-torino:

ore 11:00 Aspettando l’ufficiale giudiziario al presidio s’improvvisa un torneo di calcetto “diamo un calcio allo sfratto”.

Ascolta la diretta di Patrizia su Radio Blackout

 

ore 11:40 Arriva l’ufficiale giudiziario scortata da un paio di digos, per il momento si tengono a distanza forse in attesa del responsabile dell’istituto vendite giudiziare che dorvebbe fare le veci dell’inesistente proprietario.

ore 11:50 Si avvicinano repentinamente senza proferire parola alcuna con il rinvio già firmato al 17 maggio e ancor più velocemente si dileguano. Caso strano , esattamente il giorno dopo le elezioni comunali, vedremo quale sarà la nuova stategia del futuro  neo sindaco della nostra città dopo aver sbandierato in campagna elettorale la sua sensibilità (chiunque esso sia anche se facile da prevedere).

San Paolo militarizzata per uno sfratto

Torino – Oggi nel quartiere più popolato di Torino la questura cambia strategia riguardo alle opposizioni agli sfratti. Sin dalle prime ore del mattino un ingente spiegamento di forze dell’ordine, almeno una decina le camionette più altri mezzi, bloccano l’accesso atutto l’isolato di via capriolo 53.

Pochi minuiti dopo, alle 7:15 circa, prima, invano, spintonando poi con un uso deciso del manganello  un numero davvero spropositato di forze dell’ordine carica i manifestanti che stavano portando la loro solidarietà a Peppe. Diversi feriti tra i manifestanti, tra cui l’avvocato che difendeve l’inquilino.  Lo sportello casa san paolo seguiva già da diverso tempo la vicenda di Peppe che ha desistito  ancora a lungo dall’usicre di casa nonostante i tentativi di imbonimento da parte dell’ufficile giudiziario e numero incredibile di digos.

Alle 9:00 circa arriva il fabbro mentre i manifestanti, divisi da schieramenti di forze dell’ordine in due gruppi tra quelli arrivati dopo le cariche del mattino e quelli già presenti, bloccavano il traffico nell’adiacente via frejus. Mezz’ora dopo una nuova violenta carica di polizia e carabinieri scioglieva i blocco resitutendo, rotta, una telecamera precedentemente sequestrata.

Verbali  promesse di un alloggio tra un mese sono state date all’inquilino che, infine, è stato fatto uscire.

Ascolta  l’intervista a Renè realizzata durante la trasmissione titanic su radio blackout.

</em>http://prendocasa-torino.noblogs.org/files/2011/03/Titanic_2011_03_29_intervista_rene_low.mp3<em>

Maggior dettagli e aggiornamenti sul sito dello sportello casa san paolo.

 

 

 

 

 

V accesso… la lotta continua!

Continua inarrestabile la determinazione di Patrizia e della sua famiglia, ormai giunta al V accesso,  di fronte non solo ad uno sfratto, ma più in generale  una resistenza reale a questo sistema in crisi e ad i suoi effetti più drammmatici sulla vita quotidiana della persone.

Con la continuazione della lotta cresce anche la sua e la nostra consapevolezza delle dinamiche con le quali avvengono le speculazioni edilizie nella vita reale. Spesso precepite unicamente come statistiche dai media mainstream è stando a contatto con la vita reale  che si scorprono le raffinatezze con cui vengono messe in pratica. Altrimenti non ci spieghiamo come con tanata facilità venga acquistata una casa all’asta e poco dopo si rinuncia alla casa stessa senza troppe remore perdendo anche un bel po’ di soldi…..

Ma facciamo un passo indietro e ricordiamo i passi salienti della vicenda: Patrizia riceve una casa in eredità dalla madre che a sua volta  l’aveva riscattata dall’ATC (agenzia territoriale per la casa). Dopo diversi anni si  contraggono dei debiti e la casa viene pignorata una prima volta, ma, non senza sforzi notevoli, la famiglia riesce a riscattarla nuovamente. Discutibili spese di condominio mettono la famiglia, vittima come molti della crisi finanziaria tuttora in corso, in condizione di insolvenza impedendole di far fronte al debito e quindi la casa viene pignorata e messa all’asta a tempi da record dal condominio grazie anche ad un debito che lievita incredibilment da 9.000 a 25.000 euro con l’incremento dovuto alle spese legali.

La casa viene venduta attraverso un’asta giudiziaria, ma chi l’aveva comprata, forse anche vedendo la determinazione e partecipazione ai numerosi presidi anti-sfratto, rinuncia perdendo anche non pochi soldi.

Un dubbio viene però spontaneo, e se fosse tutto deciso a tavolino per effettuare una nuova asta ad ulteriore ribasso?

La pratica,  diverse fonti interne al settore ce lo garantiscono, è più usuale di quanti si pensi….

La difesa di questo sfratto diventa quindi anche  un’opposizione alle pratiche speculative presenti nella nostra città oltre naturalmente a ribadire che la casa è un diritto e guai a chi lo tocca!!

Per questo inviatiamo tutt* a partecipare al presidio anti-sfratto :

Mercoledì 30 Marzo 2011

a partire dalle ore 8:00

Lungo dora voghera 120 – Torino

 

 

 

Rinvio (d)al cielo ottenuto

Un altro rinvio si aggiunge oggi a quelli ottenuti dai picchetti antisfratto del progetto prendocasa-torino.

Domenico,  di cui avevamo già pubblicato l‘appello sul nostro blog, ha ottenuto un rinvio sino al 25 marzo. Sin dalle primo ore del mattino il progetto prendocasa era presente con le modalità ormai collaudate dagli sfratti precedenti, volantinaggi e speakeraggi hanno animato la giornata cercando come sempre il comnivolgimento del quartiere. Quartiere non facile essendo zona precollinare e della torino bene che ha comunque risposto in parte.

Non si sono nemmeno presentate invece le proprietarie, le suore di nostra signora del cenacolo, che naturalmente non hanno avuto il coraggio di mettere la proria faccia su questo scempio ed hanno preferito delegare all’amministratore di condominio l’ingrato ruolo.  Visto il presidio presente , nonostatnte la presenza di una decina di digos ed un paio di volanti, hanno comunque preferito desistere dall’uso della forza e, con l’arrivo verso le 11:30 dell’ufficiale giudiziario, hanno notificato il rinvio.

Il presidio ha anche chiesto misure alternative alla semplice proroga che i numerosi stabili e strutture gestiti dalla curia o da congreghe  come la loro potrebbero di certo offrire se ce ne fosse la volontà, ma su questo non c’è stata risposta lanciando un semplice sguardo al cielo.

Rinvio che si inserisce in una importante giornata di lotta alla casa per il territorio torinese che ha visto altri due rinvii in zona san paolo grazie al presidio antisfratto organizzato dallo sportello casa di zona san paolo.

Ma quale carità, speculazione a volontà!

Appello per la difesa di un ennesimo sfratto figlio della crisi e di chi vorrebbe cavalcarla per arricchirsi ancora di più.

Domenico si trasferisce nell’alloggio di piazza Gozzano 12 nel 2000 per accudire una persona a lui cara con gravi problemi di salute. Subentra nel 2007 e nonostante il nuovo contratto non sia mai stato registrato e gli siano state addebitate delle spese di straordinaria amministrazione, continua a pagare regolarmente fino al 2009, quando anche lui si ritrova a pagare gli effetti della crisi perdendo il lavoro.

Questa volta protagoniste dirette sono coloro che dello spirito caritatevole e cristiano si nutrono quotidianamente: le suore di nostra signora del cenacolo.

Negli anni 90 hanno ricevuto in dono l’intero complesso residenziale da cui hanno ricavato diversi appartamenti venduti per tre miliardi delle vecchie lire, escludendo dalla ristrutturazione e speculazione 3 appartamenti, tra cui quello di Domenico.

Convinti gli anziani inquilini degli altri 2 appartamenti ad andarsene ora è il turno di Domenico. In questo modo la loro speculazione può continuare senza limiti!

E c’è di più: nonostante Domenico abbia proposto, proprio per riuscire a sanare le morosità, di offrire la sua forza lavoro anche usufruendo di una borsa lavoro a lui proposta, le suore si sono rifiutate di dargli questa possibilità, preferendo la via più semplice e sbrigativa: LO SFRATTO!

Ma per preservare il loro spirito caritatevole o meglio, come loro stesse scrivono attraverso l’amministratore, “per salvare la faccia”, gli propongono di rivolgersi ai suoi parenti.

A questo punto l’unica soluzione è la resistenza!!

L’invito naturalmente è quello di partecipare numerosi alla difesa dello sfratto previsto per giovedì 17/02/2001 in piazza Gozzano 12,naturalmente saremo lì sin dalle prime ore del mattino.

Diritto alla casa vs diritto alla proprietà e deliri pre-elettorali

Tre giorni fa un’interpellanza parlamentare oggi promette un esposto in procura. Non si ferma il delirio tutto personale dell'”onorevole” Ghiglia evidentemente in cerca di pubblicità in vista della  sua canditatura a sindaco di Torino per il centro destra.

L’importante ulteriore rinvio , benché di soli 14 giorni,  ottenuto ieri dalla rete sociale per il diritto alla casa torinese grazie ad un picchetto anti sfratto organizzto dall sportello casa di zona san paolo (maggiori informazioni e cranaca della giornata sul relativo  blog:  http://il-legale.noblogs.org/post/2011/02/03/322/) si è poi trasformato in una occpuazione alla sede della circoscrizione locale.

Questo il fatto che ha fatto “scatenare” le ire del Ghiglia nostrano che dopo aver chiesto chiarimenti sull’eventuale identificazione e denuncia dei responsabili, minaccia addirittura esposto in procura contro presunti reati di omissione. Un precisa scelta di campo, molto più apprezzabile dell’equidistanza tanto cara alla sinistra istituzionale cittadina di cui La stampa si fa espressione nelle sue pagine dando voce anche alle rivendicazione della proprietaria dell’appartamento (oops scusate di tutto quel palazzo e non solo), in difesa del diritto alla prorprietà (e soprattutto alla rendita che da questa se ne ricava).

Ci premeva quindi sottolineare questo aspetto perché sempre più la crisi, lungi dall’essre superata od in superamento, obbligherà anche gli incerti a scegliere da che pare stare se dalla parte di chi difende il diritto alla speculazione e alla rendita oppure dalla parte di chi, come noi, pensa ancora che la casa sia un diritto … e guai a chi lo tocca!

Un rinvio e una nuova casa

Questa mattina alle ore 12,30 si è concluso il caso di Gianfranco e la sua famiglia, fino a ieri vittime di un palazzinaro-sanguisuga che non contento di avergli già mandato una sentenza di sfratto,pignorerà a Gianfranco anche 1/5 del suo stipendio. Per fortuna è andata a concludersi questa storia infinita nel migliore dei modi: un ulteriore proroga di un mese per dare il tempo a gianfranco e la sua famiglia di traslocare nella loro nuova abitazione avendo già firmato un contratto.

L’ennesima vittoria, quindi, del Progetto Prendocasa che ha visto come protagonista Gianfranco stesso in questa vicenda: un impegno preso fin da subito con lo sportello, la sua presenza e il suo aiuto costante in tutte le iniziative dello sportello casa e a tutti i picchetti anti-sfratto, ha portato ad un risultato positivo e vincente.Rispondendo collettivamente al loro problema, come a quello di moltissime altre famiglie,Gianfranco,sua moglie e sua figlia si sono dati da fare per trovare da soli un’altra soluzione abitativa nonostante gli affanni e le difficoltà economiche, liberandosi quindi definitivamente e con dignità, dello speculatore di turno:il loro padrone di casa.

Ribadiamo quindi ancora una volta che fermare gli sfratti è possibile!

Uniti contro gli sfratti per il diritto all’abitare!

IV accesso: la resistenza continua…nonostante la nebbia!!

0re 8:00: Come  promesso siamo  di nuovo qui.

Lungo Dora Voghera  sta ormai diventando un appuntamento  ricorrente per il progetto prendocasa, Patrizia e la sua famiglia, il quartiere vanchiglietta e tutte e tutti coloro che credono ancora che la casa sia un diritto.

Come al solito puntuali sin dalle prime ore del mattino iniziamo a montare il gadzebo ed allestire il presidio:

Nello stesso giorno in cui è in corso il “democratico” referendum in casa Fiat per legittimare dall’alto la svendita dei diritti dei lavoratori, la democrazia cittadina mostra la stessa faccia responsabile della svendita di un altro diritto fondamentale: quello delll’abitare.

Restiamo dunque in attesa di uno degli esecutori dellla privazione di tale diritto: l’ufficiale giudiziario che la volta scorsa paventava il ricorso alla forza pubblica.

Ore 11:00 :arrivano  l’ufficiale giudiziario  ed il custode dell’asta giudiziaria, come al solito accompagnati dalla digos, queste le facce che si vedono, solo facce istituzionali, a negare un diritto che dovrebbero difendere, quello all’abitare, e a garantire un diritto inaccettabile quello della rendita dei privati. Privati di cui per altro ancora non si conosce l’identità, persone fisiche o agenzie, grandi immobiliari o piccoli investitori per ora sono solo supposizioni dal momento che ancora non hanno fatto vedere la loro faccia, una sola cosa è certa: non è qualcuno che ha realmente bisogno di una casa per abitarci.

L’ufficiale ha questa volta un atteggiamento molto concertativo, molto diverso dall’esibizione di muscoli attraverso lo spauracchio dell’uso della forza pubblica delle volte precedenti, e da subito dichiara di voler parlare in privato con Patrizia della faccenda, che prontamente risponde che ormai il caso è pubblico e tutte e tutti i presenti hanno il diritto di ascoltare. Si svelano allora le carte: l’ufficiale chiede insistentemente di conoscere l’eventuale nome dell’assistente sociale paventando anche soluzioni “alternative” che potrebbero trovarsi paventando la separazione del nucleo familiare con eventuali figlie e, forse!, anche la madre in comunità ed il padre… si aggiusti. Anche qui però la risposta e pronta e decisa: non c’è nessun problema nel nucleo familiare che si possa risolvere con assistenzialismi o simili,  non si può spostare un problema politico, quello della garanzia del diritto all’abitare, su uno socio-assistenziale. L’unico problema e affrontare l’affitto, e Patrizia lascia quindi sue soli riferimenti: il presidente della Regione Roberto Cota ed il sindaco della città Sergio Chiamaparino, sono loro che devono garantire edilizia pubblica per la cittadinanza.

Si ottiene quindi un ulteriore rinvio sino al

30 marzo 2011,

rinvio che sa tanto di ammissione di colpa nel non essere riusciti a garantire una soluzione reale ed accettabile.

La resistenza continua…

Un solo mese, per ora…

Come ormai prassi sin dalle prime ore del mattino il progetto prendocasa insieme a Michela, i suoi due figli e l’ex marito inizia il presidio anti-sfratto.

prendocasa resiste alla crisi

Una storia che ha dell’incredibile: oltre trent’anni di affitto in nero (che supera di molto il valore della casa) e un solo anno di morosità non bastano ai proprietari per avere clemenza, un solo mese di rinvio.

Michela in quella casa ci è cresciuta sin da bambina da quando nel ’79  i suoi genitori si trasferirono lì. Ci torna da adulta e madre dopo la separazione nel 2005 mentre i suoi genitori si spostano nella casa a fianco. Paga regolarmente sino al 2009 quando, l’improvvisa perdita del lavoro, rende impossibile pagare l’affitto (o il pizzo visto che di un contratto non c’è nemmeno l’ombra).

Più volte nel corso degli anni si è richiesto  ai proprietari, due anziani signori con diversi alloggi  di certo non vittime della crisi, di regolarizzare l’affitto se non addirittura di vendergli la casa, ma loro hanno sempre rifiutato.

Ascolta la diretta con Radio Blackout dal presidio.

Leggi il volantino distribuito durante il presidio.

Un contratto regolare per Michela significherebbe poter accedere al contributo comunale per gli affitti ed anche, nel momento in cui ha perso il lavoro, all’emergenza abitativa, ma senza contratto tutti questi diritti si perdono.

Alle 10:30 circa arrivano i proprietari che però non si avvicinano nemmeno nascondendosi in una merceria lì vicino  (la cui proprietaria fa le veci del padrone in termini di riscossione dell’affitto) . Vi escono solo alle 11:30 in compagnia dei sopraggiunti avvocato e gufficiale giudiziario (e la  digos, vera supporter del progetto prendocasa presente sin dall’alba). I proprietari non mollano e solo la malattia della bambina obbliga per legge l’ufficiale giudiziario a desistere nelle pressanti richieste di sfratto immediato da parte dei proprietari. Ma il rinvio ha del ridicolo, un solo mese, quando è probabile che i servizi sociali trovino una sistemazione adeguata alla famiglia ma in almeno tre mesi.

Proprietari

Michela sarebbe disponibile anche ad un rientro della morosità ( anche questo termine equivoco senza contratto) pagando un regolare affitto, avendo nel frattempo trovato un altro lavoro, ma nulla sembra interessare agli avidi proprietari…

Nonostante tutto anche oggi si può parlare di un presidio riuscito : una famiglia non è in mezzo alla strada e un pur breve rinvio si è avuto, non resta che continuare a lottare!