MODENA – Un’altra vittoria, un altro sfratto rinviato

Ennesimo sfratto rinviato.

L’ufficiale giudiziario è stata costretto al  rinvio dello sfratto per ragioni umanitarie, legate alla presenza di una bambina febbricitante e della madre incinta.

Lo sfratto è stato rinviato al 25 gennaio giorno in cui l’ufficiale dovrà procedere, alla presenza del medico legale, allo svuotamento dell’appartamento.

Pubblichiamo il comunicato stampa:

Come “Sportello Casa e Lavoro – Prendo casa Modena” sappiamo che la nostra presenza è stata funzionale alla comprensione dei termini della questione, in questo scontro che vede contrapposte persone e soggetti
spesso consapevoli della situazione, ma inseriti in un contesto che permette ben poche incertezze che vadano oltre il concetto di “paga” o “non paga” l’affitto.

E’ solo l’effetto a valle di un contesto sociale in cui le istituzioni non sanno che pesci pigliare o non vogliono saperlo, nel mentre i grandi palazzinari continuano ad ingrassare senza pagare il fio della crisi e diversi appartamenti di proprietà pubblica restano inutilizzati per quelli che per noi non possono essere che “futili motivi”.

Questa famiglia gode dello status di “rifugio politico” e questo significa che anche a fronte di possibilità di lavoro in altri paesi UE, non è possibile l’espatrio, perchè un rifugiato deve risiedere nel primo paese in cui è stato riconosciuto il suo status di rifugiato.

Dopo aver pagato per anni tasse, affitti e bollette, come chiunque altro, quest’uomo è arrivato ad un tale punto di disperazione, determinata anche dall’impossibilità economica di far mangiare carne di quando in quando ai suoi figli, di chiedere di essere cancellato dall’elenco dei rifugiati politici in Italia per poter ricominciare l’iter in un altro paese: è ovvio che non è possibile, ma è chiara l’incolpevolezza di trovarsi in una situazione temporanea di difficoltà economica. Tuttavia la povertà è una colpa e spesso ci sentiamo dire
anche in ambienti impensabili, che fare dei figli in certe condizioni è da irresponsabili.

Ma non siamo nel paese in cui si idolatra la famiglia? (forse bisognerebbe capire la famiglia “di chi”)

SPORTELLO CASA E LAVORO – PRENDOCASA MODENA

Cronaca (in diretta!) di una giornata di resistenza allo sfratto.


Ore 15:00
VITTORIA!!!

…parziale certo, il problema della casa resta sullo sfondo come uno spettro per Patrizia e la sua famiglia, ma l’biettivo della giornata era ottenere un ulteriore rinvio e questo è stato ottenuto: saremo di certo nuovamente qui il 14 gennaio 2011 data del prossimo accesso.  Sino a che chi di dovere non sarà in grado di proporre soluzioni alternative infatti troveranno la famiglia, lo sportello , la rete per il diritto alla casa torinese e tanti altri ad impedire quest’ulteriore sopruso.

Ringraziamo naturalmente tutte e tutti coloro che hanno portato la loro solidarietà quest’oggi come le altre volte, ma l’emozione di Patrizia parla da sè:

Ore 13:00

Il presidio continua con un pranzo popolare. Voci “di corridoio” anticipano che l’ufficiale giudiziario avrebbe chiesto la proroga sino a mezzanotte (anzichè le 21 come consentito dalla legge se non per decisione di un giudice basata su fondati motivi) per poter intervenire, ed avrebbe altresì richiesto l’intervento della forza pubblica. Il presidio in tutta risposta non si lascia intimidire e , per ora , mangiamo noi !! (anziché gli speculatori).

Ore 9:00

Primo intervento di apertura per una giornata per il diritto all’abitare e alla partecipazione attiva contro lòo sfratto di oggi.

Salutando il quartiere, studenti e famiglie, ringraziando per la partecipazione già considerevole dalle prime ore del mattino, Patrizia e la sua famighlia sono protagonisti determinati per una giornata di resistenza allo sfratto.

Ore 7.00

Lungo dora Voghera 120 e’ l’indorizzo presidiato da questa notte dagli attivisti del Progetto PrendoCasa che con il camper si sono posizionati davanti alla casa della famiglia che dovrebbe subire oggi lo sfratto.

Striscioni e volantinaggio fin dalle prime ore del mattino, il quartiere vanchiglietta si e’ svegliata con un obbiettivo preciso:resistere e portare solidarietà alla famiglia di Patrizia.

Un appello per un III accesso di resistenza!

Nonostante la non possibilità legale l’ufficiale giudiziario ha dichiarato di aver notificato lo sfratto alla famiglia di lungo dora Voghera in Torino.

L’invito  è dnuque quello di partecipare numerosi a questo unlteriore tentativo di sopruso sul diritto all’abitare  contro ogni speculazione fatta sulla pelle delle persone.

L’appuntamento per tutti/e è  per:


Mercoledì 10 Novembre 2010

sin dalle prime ore del mattino

in lungo dora voghera 120 Torino

Ascolta l’intervista a Rubina e Patrizia andata in onda su onde precarie del 04/11. Onde  Precarie va in onda sulle libere frequenze di radio blackout tutti i giovedì dalle 14:00alle 16:00.

UNO SFRATTO BLOCCATO, UNA VITTORIA PER IL QUARTIERE – POZZO STRADA RESISTE.

Una storia sentita molte, troppe volte nell’ultimo anno: una famiglia colpita dalla crisi, cassaintegrazione o licenziamento e l’impossibilità di pagare l’affitto. Le notifiche iniziano ad arrivare dal tribunale, il primo contatto con l’ufficiale giudiziario, l’emergenza abitativa negata a soli due giorni dallo sfratto, il completo disinteresse da parte delle istituzioni e oggi l’arrivo della proprietà che senza nessuno scrupolo avrebbe voluto sbattere per strada una famiglia con due minori e un ragazzo di diciannove anni. [leggi]

Bloccato sfratto in Vanchiglia

La casa è un diritto!

Bloccato lo sfratto in corso Regina 17. Stamane il progetto prendo casa è riuscito a fermare l’ennesimo sfratto in Vanchiglia.. Insieme si può fermare gli sfratti e i palazzinari che speculano sulla testa di intere famiglie nella nostra città.

Il caso di oggi assomiglia a molte situazioni purtroppo già viste. Sempre più famiglie, schiacciate dal peso della crisi, non riescono a pagare l’affitto a fine mese e incorrono in sfratti esecutivi per morosità. Queste famiglie vengono immediatamente sbattute in mezzo alla strada. Proprio come poteva succedere oggi: Gianfranco e sua moglie hanno sempre pagato il loro padrone di casa, proprietario di numerosi altri alloggi, ma alla perdita del lavoro di lei non ce l’hanno più fatta! Gianfranco si è indebitato con le banche per avere finanziamenti che gli permettessero di onorare la spesa dell’affitto, ma appena il proprietario ha visto diminuire il suo profitto mensile su quell’alloggio li ha portati subito in tribunale senza lasciar loro chance.

Questa famiglia ha fatto il giro di molti portoni, di istituzioni pubbliche e servizi sociali, ma nessuno è stato in grado di risolvere il problema dell’emergenza abitativa piombata nella loro vita.

Stamattina dalle 08.00 in corso Regina si è creato un presidio di resistenza allo sfratto che si è stretto intorno alla famiglia; tanti abitanti del quartiere Vanchiglia hanno portato la loro solidarietà informandosi e dando sostegno.

Gianfranco ha scritto un volantino che oggi veniva distribuito nel quartiere, in cui a gran voce denunciava la poca umanità e dignità tenuta dal proprietario…quest’ultimo è un palazzinaro senza scrupoli che nei giorni scorsi si è anche permesso di minacciare la moglie e la madre di Gianfranco, un anziana di 82 anni, avvertendole che sarebbe stato meglio lasciare immediatamente l’alloggio senza procurare fastidi..ma loro non si sono fatti intimidire; si sono rivolti allo sportello prendo casa riuscendo così a rispondere collettivamente allo sfratto, ribadendo che la casa è un diritto che va difeso contro gli speculatori di turno.

Alle 12.00 sono arrivati l’avvocato del proprietario e l’ufficiale giudiziario che, vedendo la determinazione della famiglia e del presidio, hanno accettato senza troppe discussioni la proroga dello sfratto di tre mesi.

Sfratto rinviato al 20 gennaio!

Fermare gli sfratti è possibile!

La fame vien mangiando…

Questa mattina, un’altro
sfratto è stato bloccato! Zara e i suoi figl* insieme alla rete per il diritto
alla casa si sono opposti al settimo accesso che questa famiglia stava subendo.

Zara da dieci anni vive nella
casa di via Isonzo (To) e lavorando come badante è sempre riuscita con non pochi
sforzi, a pagare l’affitto. Per tre mesi, la donna si ammala e non recependo lo
stipendio è costretta a interrompere il canone d’affitto. Dopo questi mesi
torna a lavorare, e con il reddito ridotto cerca di saldare il debito contratto
con il padrone di casa, proprietario dell’intero immobile; questo però ad oggi
non si accontenta più di ricevere pagamenti parziali, vuole subito l’intero
importo dei mesi non pagati, di conseguenza vuole Zara con i suoi figl* fuori di
casa.

Incredibile ma vero, come se
non bastasse, ieri Zara ha subito da parte della questura un tentativo di
intimidazione, attraverso un prelevamento forzato dalla sua abitazione al
commissariato di zona,
per 
controlli sul permesso di soggiorno e sul contratto di lavoro che però non
hanno spaventato la donna nel suo intento di opporsi a chi senza margine di
trattativa cerca di buttarla in mezzo ad una strada.

La rete per il diritto alla
casa, più altre realtà provenienti da Alessandria e Vercelli, portano la loro
solidarietà attiva fin dalle prime ore del mattino.Il gruppo numeroso di
ragazzi/e occupa l’ingresso del palazzo per evitare che l’avvocato del
proprietario assente (il quale delega all’amministratore del palazzo tutta la
situazione…), il commissario di zona, l’ufficiale giudiziario e uomini della
digos facciano la sortita.

Parte la trattativa fra gli
avvocati della rete per il diritto alla casa e la controparte: in un primo
momento viene concessa la possibilità di una proroga allo sfratto se verrà
pagata una somma di 400 euro.

Questà possibilità, dopo
qualche minuto, svanisce, perchè di fronte alle nostre richieste di garanzie,
la proprietà non vuole assumersi le proprie responsabilità.

Comunichiamo quello che sta
accadendo a Zara, la quale rimane all’interno della sua casa con la sua
famiglia.Decidiamo quindi di rimanere fermi davanti all’ingresso del palazzo,
mentre alcuni di noi entrano nell’abitazione di Zara.

Di fronte alla determinazione
e alla resistenza espressa dalla famiglia, l’ufficiale giudiziario decide di
non eseguire lo sfratto per problemi di ordine pubblico.

Sfratto rinviato fino al 21
settembre.

Uniti contro gli sfratti per
il diritto alla casa!

Cronca di una giornata per il diritto alla casa.

Anche questa mattina la
rete per il diritto alla casa è riuscita nel suo intento: una
giovane coppia con quattro bambini non sarà sbattuta fuori di casa.

Alle 11.30 l’ufficiale
giudiziario insieme alla proprietaria e il suo avvocato, entrano in
casa della coppia per eseguire il secondo accesso di sfratto. Ad
attenderli ci sono gli attivisti della rete per il diritto alla casa
che insieme alla famiglia pretendono il rinvio dello sfratto. La
famiglia vuole più tempo per potersi organizzare,senza se e senza
ma.

La giovane coppia fa
presente che hanno fatto domanda per l’emergenza abitativa ma come
sempre i tempi di attesa sono molto lunghi e la proprietaria, una
palazzinara che vive di rendita sul loro lavoro attraverso
l’estorsione dell’affitto, ha finto comprensione spingendo per un
primo rinvio di un solo mese.

Lei ha sempre lavorato,
fin dall’età di 13 anni, e ora si ritrova in cassa integrazione,
lui disoccupato da diverso tempo, riescono a mala pena a sfamare i
loro figli. Nasce una discussione accesa,ma la giovane coppia con i
quattro bambini ottengono una proroga di due mesi.

Grazie alla
determinazione della famiglia e al supporto e alla solidarietà della
rete per il diritto alla casa, sono riusciti ad avere un rinvio fino
al 30 di agosto.

Sabrina: un altro accesso rimandato…..uniti si vince!

Un altro sfratto
bloccato, un altro risultato portato a casa grazie alla determinazione
di Sabrina e del Comitato di quartiere Vanchiglia che insieme al
Progetto PrendoCasa Torino e la Rete per il diritto alla casa hanno
bloccato l’ennesima prevaricazione di chi altrimenti avrebbe messo alla
porta una donna, madre di due figli.

Dalle ore 07.00 si sono radunati una
cinquantina di persone, che sotto casa di Sabrina attendevano l’arrivo
dell’ufficiale giudiziario e del padrone di casa. In compenso erano
presenti le forze dell’ordine, che ultimamente sembrano essere
interessate a questo problema, volendo quasi intimorire chi di questo
problema se ne fa carico in tutto e per tutto.

Dai vicini palazzi gli
inquilini incuriositi prendevano coscienza della situazione e
solidarizzavano con Sabrina, mentre i compagni, compagne e i genitori
del Comitato di quartiere Vanchiglia presidiavano e distribuivano
volantini.

All’arrivo del furgone del fabbro è stata
bloccata la strada di accesso al palazzo, facendogli capire che oltre
non sarebbe potuto andare!

Intorno alle 10:30 si è  presentato
l’ufficiale giudiziario che ha constatato l’impossibilità
 dell’eventuale sgombero e in un primo accordo con la padrona di casa si
è arrivati ad un rinvio di un mese. Intanto – e non a caso! – sul posto
è arrivata l’ispettrice dei vigili urbani preposta alla stesura del
verbale  che dovrà essere visionato e validato dalla Commissione per
l’emergenza abitativa, affinché a Sabrina sia assegnata una casa
popolare.

Grazie anche al supporto degli avvocati dello Sportello Casa e
dopo un’estenuante trattativa con le parti in causa, questa giornata si
è conclusa con una vittoria ancora più incisiva: Sabrina e i suoi figli
rimarranno nella loro casa fino al 13 settembre – rinvio di tre mesi e non di uno! –
ed entro una decina di giorni si avrà l’esito dalla Commissione per
l’emergenza abitativa per la casa popolare!


Si conclude in questo modo l’ennesima
giornata di lotta per la casa, una lotta che riaccende la speranza di
tutte quelle donne e uomini che si vedono, giorno dopo giorno, negare il
diritto ad un tetto.


CONTRO GLI SFRATTI, PER IL DIRITTO ALLA
CASA!

Un invito… particolare

Sabrina ha 35 anni. Ha due figli,
splendidi, che frequentano la scuola elementare Fontana.

Sabrina aveva un panificio, vendeva
splendide michette e focaccine. Si alzava alle 4,00 per poter fare
bene il suo mestiere e garantire ai suoi figli il necessario.

Poi è arrivata la crisi, quella crisi
che, secondo Berlusconi, andava curata con l’ottimismo; quella
crisi che, secondo il governo, era fasulla e solo nella mente dei
pessimisti.

 

 

Questa crisi “fasulla” ha
impedito a Sabrina di avere un prestito dalle banche, ne altro tipo
di sostegno per la sua attività commerciale.

Questa crisi “inesistente
ha costretto Sabrina a chiudere il suo esercizio, unico sostentamento
per la sua famiglia e per i suoi bimbi.

Ma Sabrina non si è data per vinta,
non si è fermata. Ha cercato un nuovo lavoro, un nuovo modo per
sostenersi. Non è stato facile, in un periodo nel quale a Torino ci
sono quasi 150mila cassintegrati e tante altre migliaia stanno
perdendo il lavoro.

Sabrina lavora part-time, con un
contratto a chiamata; lavora tanto per

un stipendio che, a stento, riesce a
soddisfare le sue necessità.

Sabrina ha fatto richiesta di alloggio
popolare. Ma all’ATC gli hanno risposto che non era tanto
bisognosa di alloggio
, nella Torino dell’accoglienza
chiampariniana
gli hanno assegnato un’attesa di una decina
d’anni.

Ma Sabrina non è sola. Da qualche mese
frequenta il centro sociale Askatasuna ed il Comitato di Quartiere,
dove i suoi figli possono giocare ed imparare senza dover pagare
nulla, dove lei può chiacchierare, conoscere, confrontarsi con tante
altre donne, famiglie, cittadini del territorio.

E superare quella pudica vergogna che
ti viene indotta dagli sguardi giudicanti di chi vorrebbe trattarti
come una scoria, come un perdente, come un poveretto che non ha gli
strumenti per farcela in questa vita così competitiva. E farti
sentire impotente ed emarginato.

Ma Sabrina non è emarginata per
niente. Sorride agli altri, collabora, propone attività, diviene ben
presto una delle più attive militanti del Comitato di Quartiere. E,
quando ad un’altra mamma del quartiere arriva un’ingiunzione di
sfratto, lei è in prima linea nella solidarietà, pronta a lottare
per il diritto alla casa.

Sabrina sa quali sono le difficoltà
della vita, e sa che la perdita del lavoro, o della casa, non sono
colpe individuali di cui vergognarsi, ma il frutto di un sistema
ingiusto che arricchisce e tutela chi lo gestisce e mette in
ginocchio tutti gli altri.

A Sabrina è giunta un’ingiunzione di
sfratto. Si è rivolta subito ai servizi sociali che, questa volta,
si sono attivati permettendole di fare la pratica per l’emergenza
abitativa.

La sua morosità non è determinata da
cattiva volontà, ma dall’impossibilità reale di pagare un affitto
troppo esoso.

E’tutto nero su bianco, gli atti sono
stati depositati.

Ma lo sfratto non si è fermato.

Martedì 15 giugno arriveranno gli
ufficiali giudiziari per sgomberare Sabrina dal suo appartamento.

O almeno ci proveranno. Ma quando
arriveranno, al numero 12 di via Sineo, troveranno una bella
sorpresa ad attenderli; siamo certi che, quella mattina, genitori
della scuola, cittadini del quartiere, i ragazzi del centro sociale
Askatasuna, tutto il movimento di Prendo Casa Torino, accoglierà
questi signori al grido “La casa è un diritto, Sabrina non si
sfratta”.

Non permetteremo mai che una donna con
due figli, avente pieno diritto di un alloggio popolare, finisca in
mezzo ad una strada per colpa di un sistema lento, farraginoso ed
inumano.

Per questo motivo invitiamo tutte/i a
partecipare al presidio antifratto dello Sportello Casa,

MARTEDI 15 GIUGNO DALLE ORE 8,00 IN VIA
SINEO 12, ZONA VANCHIGLIA

 

 

Nessuno sfratto in
Vanchiglia, nessuno sfratto a Torino

 

 

La casa non è un
privilegio, la casa è un diritto per tutti”

Forza Sabri, siamo tutti con te!